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Autore: Walpurgisnacht    24/03/2012    1 recensioni
«...mi sa che ci stavo provando con te.» Fabrizio e Paola stavano chiacchierando tranquilli, come due normali scopamici.
O assassinamici? Massacramici? I neologismi non erano il suo forte.
Il sole stava tramontando e tingeva di rosso i cumuli di rifiuti in pieno stile film, con tanto di lavatrici sul cucuzzolo di montagne di stracci e auto. Che visione pittoresc- disgustosa.
Per non parlare dell'odore, poi.

[EIP tra Kaos, Manasama, The Edge of Darkness e Nyappy]
Genere: Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immagini Bucoliche di Highlander, Peni, Truzze e Poeti Latini

Attenzione! Questo è un EIP, ovvero un Extreme Improvisation Project.
Un pezzo ciascuno, senza possibilità di correggere gli errori una volta inviato
ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio ;)

«Erotion...»
Non appena l'aveva vista, le aveva dato quel nome. Nascosta tra la roccia nuda, con la pelle chiara come la luna e di capelli di fuoco, era la donna più bella che lui avesse mai visto.
Si avvicinò cercando di non fare rumore, mentre il gocciolare della pioggia copriva i suoi passi. Erotion era abbandonata come un fiore sulle spine di pietra, con la tunica che lasciava trasparire le curve del suo corpo ed i capelli sparsi.
«Erotion...»
La cetra che lui teneva in mano pesava, doveva lasciarla a terra. Si chinò e l'appoggiò con delicatezza vicino ad un masso -era inutile per cantare la fanciulla. I suoi occhi non erano abbastanza, doveva cogliere ogni dettaglio di lei, il profumo della sua pelle, doveva stringerle le dita tra le proprie e sentire il sussurro della sua voce.
I tratti del suo viso erano dolci e tondi, le sue ciglia così lunghe da far invidia ad una dea. Le sue membra, la sua dolce, tenera pelle, erano straziate dalle rocce, mentre giaceva impudica e lasciva come una baccante.
«Erotion...»

«Ok, Fabrizio. Ora mi dici che cazzo ho appena letto, mmh?»
"Come che hai letto? È un brano di Marziale, ignorante. Un poema scoperto da poco e dalla paternità dubbia, in effetti. Però i critici sono concordi nel ritenermi sudicio... ehm, sul fatto che sarebbe di Marziale".
Reginaldo fece un facepalm epico. Come poteva essere così amico di un simile elemento? Uno fissato con la letteratura latina che, però, aveva una passione tale per gli Elii da storpiare una frase sì e una no con involontarie citazioni. Uno di quegli elementi che nel mondo reale, solitamente, non esistono. Che sono solo frutto della mente malata di qualche schiribacchino in pigiama che passa i pomeriggi a scrivere stronzate con le amichette.
E invece lui c'era. Era vivo. Reale. Se gli avesse dato un pugno sul naso gliel'avrebbe rotto per davvero.
Si passò una mano nei capelli. Da quando se gli era tagliati corti non provava più lo stesso piacere nel massaggiarseli.
"Senti, ti ho detto un miliardo di volte che delle tue fissazioni del cazzo non m'interessa nulla. Piuttosto, passami la birra. Non sono uscito a fare l'happy hour per leggere roba scritta da gente morta da secoli. Ancora di più: la figa quando arriva?".
Fabriziò sgranò gli occhi, fintamente scandalizzato. Poi rise, quella sua bella risata grassa da maiale. Si dondolò sulla sedia, altra cosa che amava fare in ogni occasione.
"Arriveranno. Spero che quella che si siederà vicino a me non cominci a puzzare in maniera nausebonda. Altrimenti dovrei tirare fuori la mia fida urna cineraria".
"Sei pessimo".
Reginaldo girò casualmente la testa verso la porta del locale, senza nessun motivo particolare. E la sua giornata si risollevò improvvisamente: da quell'ingresso entrò la schiera di manze più cosmiche che avesse mai visto.
Un gruppo di ragazze probabilmente all'ultimo anno del liceo, dato lo stato devastato dei vecchi zaini Eastpack completamente rattoppati o ricoperti di scritte, entrò nel bar. Reginaldo, detto Regghy per gli amici, osservò la lunga fila di tardo-adolescenti e una in particolare colpì la sua attenzione: piccola, magrina, con leggins di spandex neri glitterati contornati da un paio di scarpe da basket reissue anni 80 probabilmente della Nike gialle e viola. In vita una lunga cintura fucsia e una t-shirt di una qualche marca che non aveva mai sentito nominare, anch'essa sui toni del viola, componevano il suo abbigliamento. Era vestita un po' poco, pensò lui, dato il meteo altalenante degli ultimi giorni. Aveva piovuto spesso, pur non essendo stato troppo freddo, e da bravo ventisettenne ipocondriaco, andò subito a pensare che prima o poi quella ragazza avrebbe sofferto di artrite terribile al collo. E possibilmente di sciatica fulminante nei momenti meno opportuni, roba da non riuscire a star seduta dal dolore al culo.
Sbuffò per un attimo, e continuò a guardare la ragazza. Rideva in maniera sguaiata, al punto che risultava volgare, e i capelli a mezza lunghezza scalati con ciuffi colorati modello arcobaleno Arcigay non aiutavano a farla sembrare una ragazza "normale".
Beh, tanto meglio. Odiava le ragazze normali. Quelle tutte Gossip Girl e cazzate su facebook, che sputtanano la loro vita sui social network pensando di essere carine e fighe e quel che ti pare, ma in realtà facevano solo la figura della troia in calore.
La tipa tutta strana però gli piaceva. O meglio... avrebbe potuto piacergli. Non era altissima, e data la sua bassa statura si sarebbe sentito un po' meno a disagio. Non che fosse un nano, ma non era neanche un giocatore di basket. Gli avevano detto che aveva l'altezza giusta per fare arti marziali, ma era pigro come un cetaceo spiaggiato, amava troppo la combo caffè + sigaretta + televisione per 15 ore al giorno per potersi anche mettere a fare sport. No, non era decisamente il suo ambito.
La pancetta da troppi alcolici lo testimoniava.
Sì, avrebbe potuto tentare la sorte con la ragazza, sperando che fosse maggiorenne.
Se solo Fabrizio non gli stesse ammorbando il cervello con quel cazzo di epigramma e della tipa con nome cretino sparsa da qualche parte e impalata con una cetra (o almeno gli era parso di capire così) forse avrebbe anche avuto fortuna.
Dio. Più si sforzava di starlo a sentire più aveva voglia di tirargli una testata per zittirlo. Ma chissenefrega della tipa nuda e morente, pensò.
"Senti vado a prendermi qualcos'altro da bere, non ho abbastanza alcol in corpo per reggere i tuoi vaneggiamenti" disse a Fabrizio, ma quest'ultimo era tanto preso dal suo discorso - ormai monologo - da non essersi accorto di essere rimasto solo. Oh beh, tanto meglio.
Si voltò verso il gruppo di ragazzine mal vestite, alla ricerca della tipina dai capelli arcobaleno. La vide, in mezzo alle amiche impegnate a decidere cosa ordinare al bar. In effetti era davvero piccolina... e con le curve al posto giusto. Si diede per un attimo del pervertito e possibile pedofilo, nel caso la ragazzina fosse stata ancora minorenne. Oh sticazzi, pensò. Ci avrebbe provato ugualmente, alla peggio si sarebbe inventato una scusa per...
-Hai da scambiare?
-Eh?
Una voce femminile, squillante, lo destò dai suoi pensieri.
Lei.
La ragazzina era lì vicino a lui, una banconota da venti euro in mano.
-Hai da scambiare?
Rimase imbambolato a fissare il suo visino da bambola, le labbra a cuore e gli occhioni azzurri cerchiati da uno spesso strato di kajal nero.
Reginaldo pensò ingenuamente che la sua giornata stava decisamente migliorando.
Si sbagliava.
«Erotion!» esclamò Fabrizio all'improvviso, artigliandogli le spalle. Chi?
«Fa-Fabri?» la tipetta sgranò gli occhi e fece cadere la banconota, che svolazzò per aria prima di appoggiarsi sulla sua scarpa. Sana, la tipa -mollare venti euro per Fabrizio? Mah.
E poi, la tipa di Marzicoso non avev ai capelli rossi?
«Non mi hai dimenticato.» Fabrizio era ancora appoggiato alle sue spalle, con la pancia da birra contro la sua schiena.
«Come avrei potuto?»
Che cazzo stava succedendo? Reginaldo sbuffò e la tipa sollevò gli occhioni per fissarlo. Sguardo da cerbiatta numero 24, superefficace. Dannato passato da nerd di Pokémon.
«Vi conoscete?» domandò. Così, giusto perché la tipa la voleva abbordare lui.
«Sì.» la tipa sorrise, sgargiante. Sì, probabilmente era minorenne «Ho perso il conto di quante volte ha cercato di uccidemi.»
Cosa cazzo?!
"Ogni quindici giorni ci troviamo da qualche parte in giro per la città e cerchiamo di ammazzarci. Così, per passare il tempo e rafforzare il nostro rapporto di amicizia. Anzi, ora che ci faccio caso... non è stasera?".
Reginaldo pensò di essere caduto in qualche videogioco giapponese di quelli strani, horror assurdi in cui la gente si pugnala alle spalle per i motivi più assurdi.
"Io sono Paola, comunque. Piacere" disse lei allungandogli la mano per una stretta. Quando lui fece per ricambiare, anche se era il suo corpo a muoversi in maniera indipendente perché il cervello aveva abbassato la serranda e aveva dichiarato bancarotta, si accorse per puro caso di una cicatrice che le solcava il palmo per lungo. Ebbe un tentennamento. Allora... era vero?
"Quella? Regalino di Fabrizio una delle ultime volte. Con un pezzo di vetro, se non mi ricordo male. Sbaglio?" fece ridendo.
"Sì sì, era un frammento di finestra che non mi ricordo come si era frantumata. Per ricambiarmi mi hai spaccato il ginocchio con una spranga" confermò l'altro, tutto gaio. E Reginaldo ebbe l'impulso di rifilare un pugno a lui, un pugno a lei ed andarsene.
Che cazzo di gente era? Quale sadico malato di mente poteva escogitare un passatempo simile?
Stava per andarsene, sopraffatto dall'insensatezza che gli era appena atterrata sul volto come un macigno. Avrebbe rotto ogni contatto con Fabrizio, non ci teneva ad essere amico di uno squilibrato. Sì, avrebbe fatto così. E poi...
Una mano sul suo braccio. Esile. Soffice.
"Vuoi venire a vederci, stanotte? Sarà diverente".
Si voltò lento. Paola lo osservava con gli occhi nocciola, imploranti di attenzione e dolcezza.
"Su. Non privarti di un così bello spettacolo".
Per un secondo fu tentato di accettare. Molto, molto tentato. Da videogiocatore accanito e fan di film splatter alla Cannibal Holocaust, e dimenticandosi che sarebbe stato un avvenimento vero, una lotta all'ultimo sangue proprio davanti ai suoi occhi, si sentì elettrizzato dalla proposta.
Una sorta di snuff movie tutto personale. Meglio della videocassetta di The Ring (la sua mente malata per un secondo si lamentò del vatto che le VHS erano già belle e morte al momento della scrittura del film, sul punto di essere soppiantate dal DVD ma tenne la boca chiusa), mille volte meglio di The Blair Witch Project o anche solo della scena della tipa bollita in Profondo Rosso.
Da dove gli fosse venuta in mente l'ultima considerazione proprio non lo capì, ma oh... chissene.
Sì, fu molto, molto tentato.
Poi pensò: ma chi cazzo me lo fa fare?
No no, assolutamente no. Quei due erano matti da legare, si menavano all'ultimo sangue per rinverdire un'amicizia che, a quanto pare, non era andata molto bene?
E che cosa facevano quando stavano insieme? Cosa diavolo gli nascondeva Fabrizio, con la sua faccia pulita, la manicure professionale e la sua ossessione per le letterature morte e sepolte in lingue astruse?
Ah.. ecco... probabilmente facevano un qualche perverso gioco di ruolo con lei nel ruolo di Afrodite e lui in quello di Marte supplice per una scopata come la scena del proemio del De Rerum Natura. Ancora una volta, non riuscii a connettere il fatto di aver avuto un pensiero di cotanta caratura letteraria. Forse un refuso dell'ultimo anno di liceo, quasi dieci anni prima.
No, non se ne parlava proprio. Non aveva senso, non voleva farsi coinvolgere nella follia di quei due.
"OK, ci sto!"
Paola sembrò approvare, saltellando sul posto e battendo le mani freneticamente. Iniziò a pentirsi di averla puntata, se già gli era sembrata un pò spostata dagli abbinamenti di colore e vestiario ora era sempre più convinto di avere a che fare con una squilibrata. Anzi, due.
Si voltò verso Fabrizio, che accanto a lui era intento a fissare l'amica/nemica/quel che diavolo era con un'aria assolutamente ebete. No beh, quella era un pò la sua espressione standard... diciamo che era più ebete del solito, ecco.
"Bene, direi che possiamo anche iniziare ad avviarci... che ne dici Fabri?" disse Paola, continuando a fissarlo con occhioni languidi.
Reginaldo non capiva. Cosa cazzo lo fissava con quello sguardo se stavano per ammazzarsi di botte?
"Non aspettavo altro" fu la risposta di Fabrizio, sistemandosi sul naso gli occhiali - che fino a quel momento gli erano seriviti solo come fermacapelli.
I due si avviarono verso il gruppo di amiche di Paola, probabilmente per avvisarle - ma di cosa, di un imminente duello all'ultimo sangue? No, probabilmente aveva qualche scusa pronta, quella piccola megera.
Mentre li seguiva fuori dal locale, Reginaldo si chiese se non fosse il caso di avvisare la polizia, o un manicomio, o semplicemente darsela a gambe levate.
Fabrizio era stranamente serio, mentre Paola sorrideva e camminava al suo fianco saltellando -  suonata fino in fondo.
Decise di interrompere quel silenzio odioso, e magari provare a trarne qualche informazione in più.
"E quindi avete l'hobby di vedervi una tantum e provare ad ammazzarvi finchè ne rimarrà soltanto uno, come Highlander?"

* * *

«Fabri, ma ti ricordi poi com'è iniziata?»
Erano alla discarica. Un posto classico per uccidersi di botte, con tutte le belle armi improprie che spuntavano come funghi, lì.
«...mi sa che ci stavo provando con te.» Fabrizio e Paola stavano chiacchierando tranquilli, come due normali scopamici.
O assassinamici? Massacramici? I neologismi non erano il suo forte.
Il sole stava tramontando e tingeva di rosso i cumuli di rifiuti in pieno stile film, con tanto di lavatrici sul cucuzzolo di montagne di stracci e auto. Che visione pittoresc- disgustosa.
Per non parlare dell'odore, poi.
«Mmh. Lo sto ancora facendo, se per questo.» Fabrizio strizzò gli occhi alla ragazzina, che ammiccò nella sua direzione.
Ma che cazzo. Davvero, erano deviati seri. E pure lui non era sano, se si era fatto trascinare in quella situazione.
«Hai sempre scritto poesie del cazzo, lo sai?» ridacchiò Paola, alla sua destra.
Cazzo. Di chi era stata la bella idea di farlo stare in mezzo a quei due psicotici?
«Lo dici ogni sacrosanta volta.»
Uno schizzo di sangue macchiò il volto di Reginaldo.
   
 
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