In
guerra avevo imparato molte cose per sopravvivere.
La più
importante, quella che mi aveva salvato la vita molte volte, era di non
accettare mai nessun aiuto.
Mai.
In
quell’inferno,
esseri di ogni genere si accalcavano per appropriarsi delle carcassa
migliore.
I loro
falsi sorrisi, le loro subdole espressioni gentili non potevano celarmi
la loro
vera indole.
Luridi
esseri che cercavano di vivere sulle spalle degli altri, ecco
cos’erano.
-Vegeta,
di là di là!- gridò la mia donna
trascinandomi dove quei cosi inutili continuavano
ad affollarsi.
Venni
trascinato anche io mischiandomi a quelle nullità.
Delle
mani cominciarono a toccarmi il petto muscoloso, il torace, la faccia.
A quel
punto esplosi.
-BASTA!-
Mi
scrollai le mani di mia moglie di dosso e cominciai a correre a destra
e
sinistra cercando una via di fuga.
Nulla!
Quel
luogo era mostruoso, pieno di corsie incrociate tra di loro in modo da
non far
trovare l’uscita. La paura mi attanagliò
propagandosi in me come una scossa d’adrenalina,
il cuore prese a battermi come se volesse uscire dal petto e il respiro
si fece
affannoso.
-DEVO
USCIRE DI QUI!- urlai caricando un colpo energetico abbastanza potente
da far
saltare in aria mezzo pianeta.
Ma proprio
mentre stavo per scagliarlo delle mani mi afferrarono le spalle e dopo
un
millesimo di secondo mi ritrovai… nell’isola del
genio.
Tremante
e frustato per non aver saputo resistere a quella stupida prova me la
presi col
mio salvatore.
Presi a
calci e pugni Goku fino a cadere a terra distrutto insieme a lui.
-Vegeta-
disse la voce da oca di mia moglie –Se non volevi venire al
centro commerciale
non eri costretto!-
Angolo
dell’autrice.
Mi scuso
per questa one-shot davvero demenziale.
Vedete,
oggi sono andata in un centro commerciale abbastanza affollato e questa
one-shot è quello che ho utilizzato per sfogarmi (odio i
luoghi caotici).
Vi
ringrazio del Vostro tempo.