“Uhm…Edward? Sei sicuro che…che si faccia così?”, domandai scettica, sistemandomi in posizione d’assalto.
Se non fosse stato per la mia entità vampiresca acquisita da appena un’ora, non avrei permesso ad Edward di accompagnarmi a caccia, presa dal mio solito orgoglio.
Lui rise, e la sua risata cristallina, da quel momento anche la mia, disperse una dolce melodia nella fragrante aria boschiva.
Lo fulminai con le mie nuove iridi fiammeggianti, e lui alzò le braccia in segno di resa.
“Si, amore. Lo faccio da secoli!”, sorrise.
Inarcai un sopracciglio, e subito ricordai un dettaglio fondamentale.
“Ma se non ci sono i cervi cosa cacciamo?”, chiesi dubbiosa.
“Stai in silenzio e tendi le orecchie. Vedrai, il tuo istinto prevarrà sulla ragione”, mormorò, tendendo anche lui le orecchie ai rumori della poco soleggiata foresta di Forks.
Dal canto mio, non volevo che il mio istinto prevalesse sulla mia sempre lucida ragione, ma se era quello il prezzo da pagare per stare con Edward e la bambina sconosciuta dei miei sogni, Renesmee, mi ci sarei abituata.
Tirai un sospiro di sollievo e sentii una fragranza morbida e leggera, un po’ aspra, provenire da nord-est.
Scattai, senza pensarci troppo, e mi appostai dietro un albero ad osservare una famigliola di cervi che tranquilla riposava.
Ripetei a mente tutte le regole che Edward mi aveva impartito, e balzai sul primo cervo, il più grande e possente, il cui cuore batteva all’impazzata, e il cui sangue pulsava più degli altri.
Non ebbi nemmeno il tempo di pensarci, che il mio istinto famelico e la mia gola feroce che appena appena si era calmata, mi ordinarono di attaccare anche gli altri due cervi.
Quando ebbi finito, un’altra fragranza occupò la mia mente, e, per terminare il pasto con il dolce, attaccai anche un cervo che, ascoltati i lamenti dei suoi compagni, accorreva per guardare cosa fosse successo. Da piccola amavo gli animali, e non avrei mai voluto vederli morire, ma non potevo fare altrimenti. Edward diceva "Sempre meglio delle persone". Fui presa da un senso di calore e rimorso che andò via solo dopo una leggera folata di vento fresco.
Dopo aver lanciato le carcasse degli animali verso est, mi alzai, e mi ripulii la bocca con la mano, osservando il vestito stracciato e macchiato per cui Alice mi avrebbe staccato la testa a morsi.
Udii un brusio e mi girai.
Edward.
“Signora Cullen, va bene per oggi? Io ho già fatto stamane”, domandò, inchinandosi. Sfrecciai accanto a lui, dandogli un’energica pacca sulla spalla “Più che bene, signor Cullen”, replicai, avvicinandomi e posando le mie labbra sulle sue per un fugace bacio vampiresco, in cui le nostre lingue si univano e staccavano, creando un perfetto fruscio all’unisono.
Io, Bella Swan, ero diventata una vampira-caccia Bambi.
Chi l’avrebbe mai pensato?