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Autore: Alessia_Way    27/03/2012    3 recensioni
Che vita la mia! Vita fatta di delusioni, derisioni, tradimenti, solitudine…
Piccola, non tanto, OS basata sui pensieri e problemi del povero Gerard, deluso e solo perchè i suoi compagni lo deridono. Ma... solo una persona è in grado di fargli cambiare idea.
Basta leggere per capire ;)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente :D Si, sono tornata con una nuova Frerard :D Ma non sarà una cacca come l'altra u.u Qui, il sesso c'è ma non è descritto u.u (Meno male xD) Duuunque, non so come mai ho l'ispirazione per queste cose invece che di altre, ma dovete dare la colpa a lei non a me u.u Io sono una matita nelle sue mani (Cit. Maria Teresa di Calcutta) Ma lasciamo perdere le citazioni e passiamo a noi :D Adesso vi lascio alla OS dolce dolce *-* (Si, perchè mi sono accioiata (?) troppo scrivendola xD) Come premessa, vi dico che un pò mi sono ispirata al mio stato. Nel senso che tutto ciò che ho scritto (dal primo rigo FINO a un certo punto u.u) ho voluto descrivere un pò le mie condizioni perchè c'è gente che viene derisa e esclusa solo perchè è di un certo peso. Questo è un pò un mio piccolo appello: queste discriminazioni non ci devono essere nella nostra società. SIAMO TUTTI UGUALI! 

E con questa lagna ho finito... Buona lettura ;)


I Want The Way You Are


Che vita la mia! Vita fatta di delusioni, derisioni, tradimenti, solitudine…
Stare al liceo, poi, oh, che bello! Sti cazzi! I miei compagni di scuola non fanno altro che prendermi in giro per il mio aspetto, cosa che odio: si, sono robusto, e allora? Non è una scusa valida per deridere del mio peso. Faccio in modo di non dare importanza a ciò che dice la gente ma, quando torno a casa, mi ritrovo col scoppiare in lacrime rinchiuso nella mia stanza senza che nessuno mi veda o mi senta.
L’unico che mi capisce, penso, è mio fratello Mikey. Sa sempre darmi consigli, anche se funzionano poco, ma almeno prova ad aiutarmi. Poi, è l’unico che mi fa sentire… normale!
Non parliamo del resto della mia famiglia! Oh, li odio con tutto me stesso i miei genitori. Odio il fatto che buttano su due piedi qualche battuta, per loro sarcastica e divertente, su di me ma dicono che scherzano. Ok, un conto è scherzare su cose in generale, un altro è quello di scherzare sul peso del proprio figlio. Diamine, sono i miei genitori, un minimo di contegno o di comprensione verso il diretto interessato. Sé, tra cinquant’anni forse.
Oltre a mio fratello, i miei amici sono dalla mia parte. O meglio scherzano su di me ma no in modo pesante e troppo frequente. Ci sono abituato, anche se non dico loro che mi da fastidio quando lo fanno.
I miei amici, al contrario mio, sono tutti molto carini: alti, magri, alla moda, simpatici, BELLI! Ma solo uno di loro è veramente bello, in tutti i sensi. Gli altri hanno del fascino, hanno delle fidanzate, ma lui ha un fascino tutto suo e tutte le ragazze gli vanno dietro, gli cadono ai piedi. Se fossi una donna, lo seguirei ovunque come quelle lì. Ma, insomma, sono un ragazzo e non posso abbassarmi a questi livelli. Contegno!
Però, diavolo, Frank, questo ragazzo, è così… arrapante! Ogni sua mossa, ogni suo movimento, ogni suo sorriso, mi manda in tilt, completamente. Un metro e sessanta di statura, piercing sul viso, tatuaggi sulle braccia e sul corpo (si, mi è capitato di vederlo a petto nudo ed è stata un impresa quella di non saltarci addosso. Chiamatemi pure poco etero, non mi importa) lo rendono fottutamente adorabile e sexy, dannatamente sexy.
A parte tutto, è un ragazzo d’oro: leale, simpatico, non ti volta mai le spalle ed è sempre pronto ad aiutarti. Ci conosciamo dal primo superiore, ed è sempre stato un ottimo amico.
Ritornando al discorso iniziale, l’altro giorno, a scuola, è stato difficile non scoppiare a piangere davanti ai miei compagni di classe durante la lezione di fisica in palestra. Mi avevano preso in giro solo perché ero inciampato correndo per la stanza.
È stato mio fratello a tirarmi su e a portami nello spogliatoio maschile.
Quando mi vide trafficare con il borsone, mi guardò confuso, “Gee, che fai?”, mi chiese, seduto su una panchina dello spogliatoio, già occupata da altri borsoni.
“Me ne vado. Torno a casa! Non ne posso più!”, sbottai chiudendo la zip della borsa.
“Ma… perché?”.
“Per oggi ne ho avuto abbastanza. Non ne posso più! Oggi hanno esagerato!”, continuai e per poco non scoppiai.
“Gee, sai come sono”.
“Si, ma oggi hanno superato il limite. Non li voglio più sentire per il resto della giornata, se mi è possibile. Quando esci, ti passo a prendere io se posso. Ciao Mikey”.
Uscii fuori, a passo veloce e spedito, fuori dallo spogliatoio e nessuno si accorse di me. Bene.
Firmai la giustificazione, dove diceva che avevo problemi alla salute (tutte balle), e mi diressi verso la mia auto.
Durante il tragitto verso casa, mi venne una strana voglia di aprirmi con qualcuno che non fosse Mikey. Se dovevo parlare con lui, chissà quante ore sarebbero volate. Mi serviva una cosa immediata così non ci pensai due volte e feci dietrofront per andare in una direzione diversa: casa Iero.
Frank aveva saltato tutte le lezioni, perché si scazzava come al solito ad andare a scuola, perciò al novantanove per cento l’avrei trovato chiuso in casa.
Suonai al campanello e venne ad aprirmi proprio lui, tutto assonnato e in pigiama. Addio all’ultimo neurone rimasto.
“Buongiorno Gee, come mai qui?”, mi salutò calorosamente, facendomi accomodare dentro.
“Ciao Frankie. Beh, avevo bisogno di un amico così sono venuto qui”.
“Hai saltato le lezioni solo per venire qui?”.
“Beh, è un po’ diverso ma… penso di si”.
“Tu sei matto! Dai vieni, andiamo in camera mia”.
Ci dirigemmo a passo lento verso la sua stanza, in silenzio.
“I tuoi sono in casa?”, chiesi circospetto.
“Stai tranquillo, sono usciti stamattina presto per lavoro. Torneranno dopo pranzo”.
Appena ci sedemmo sul letto, lui si infilò sotto le coperte e si mise nella solita posizione in cui dormiva di solito, ovvero tutto rannicchiato in posizione fetale con le mani congiunte sotto il viso.
“Se ti ho svegliato, è meglio che vada. Ti lascio dormire”, feci per andarmene ma improvvisamente mi bloccò.
“Se sei venuto fin qui… se hai saltato le lezioni per venire, ci sarà un motivo, no? Ora, prima di fare qualche cazzata, mi spieghi che ti è successo?”, chiese, sedendosi e lasciandomi il braccio per darmi la possibilità di riaccomodarmi.
“Solite storie, Frank. Le mie solite figure di merda”.
“Mmh… ti hanno sorpreso in bagno mentre eri in difficoltà con la cintura dei pantaloni?”, cominciò ma scossi la testa, ricordando che, al secondo anno, mi ritrovai incasinato con la cintura che neanche si chiudeva. Colpa della mia pancia troppo cicciotta.
“No. Quello è successo ma non si ripeterà mai più”, lo ammonii e lui sembrò concordare.
“Mmh… ti hanno… chiuso l’acqua calda della doccia scolastica solo per farti gridare come una donna e fatto uscire fuori nudo come un verme?”.
“Assolutamente no! Oh, Frank, ma non ci arrivi?”.
Scosse la testa, confuso.
“Uff, non fanno altro che ridere del mio peso! Frank, non ne posso più!”, sbottai e scoppiai a piangere, coprendomi il volto.
Sospirò e venne ad abbracciarmi, stringendomi a sé.
“Gee… quando la finirai di dare peso a questi insulti? Fai la tua vita e manda a fanculo queste persone”, mi consolò.
Purtroppo era tutto inutile! Non riuscivo a non fregarmene di certe persone. Facevo di tutto per non ascoltarli ma finivo sempre col soffrire ogni volta che parlavano di me. Era una tortura lenta e dolorosa, senza fine.
“Mi è impossibile non ascoltarli! Come fai a non capirmi? Frank, pensavo…”, mormorai stupito.
“No, Gee, oddio, ti capisco eccome! È solo che tu non dovresti soffrire a causa loro. Vedrai che un giorno si stancheranno se tu…”.
“Quando? Quando la smetteranno? Fra due anni? No, Frankie, non rimarranno mai e poi mai zitti”.
“Gerard… se tu li lasci perdere, se tu smetti di nasconderti davanti ai loro insulti, vedranno e capiranno che non sei un ragazzo debole, che si fa sottomettere da tutti”.
Mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi. Mi lanciava uno sguardo pieno di comprensione ed era voglioso di aiutarmi. Quello che diceva, non faceva una piega. Insomma, aveva fottutamente ragione! Era così che mi comportavo? Oh, che stupido!
Allora, se mi fossi dimostrato più autoritario e meno bambino, forse…
“Da domani, allora, cambierò! Sarò un nuovo Gerard Way. Nessuno deriderà più di me, nessuno mi prenderà in giro. Comincerò a dimagrire, a sembrare un ragazzo più figo, comincerò…”, esordii ma Frank mi bloccò con una mano la bocca. Il suo sguardo voleva dirmi che… stavo sbagliando?
“No… non puoi”, sussurrò.
“Come non posso? Vuoi dirmi che preferisci vedermi deriso da tutti? Mi stai dicendo che è divertente vedermi soffrire? Frank, pensavo fossi diverso!”, esclamai irritato e sbigottito, liberandomi dalla sua presa.
Mi alzai di scatto dal letto, sorpreso dal suo comportamento. Mi stava dicendo che preferiva vedermi piangere per gli altri invece che di reagire come dovrei. Ma se prima mi aveva detto… che diamine gli stava prendendo?
“Gerard, prova ad uscire da questa stanza e sei morto”, mi bloccò, come per intimorirmi.
Mi voltai verso di lui, più confuso che mai. Teneva lo sguardo basso verso le sue mani che si intrecciavano, che si torturavano.
“Si può sapere che ti prende? Prima mi dici una cosa e poi un’altra. Io non ti capisco proprio! Vuoi spiegarmi cosa dovrei fare?”, chiesi, incrociando le braccia e spostando tutto il peso del corpo sulla gamba destra, in attesa.
“Non devi fare proprio niente”, sussurrò ma riuscii a sentirlo bene.
“Ok, bene. Lascerò che tutti i ragazzi dell’istituto di prendano il gioco di me. Non ti importa niente di me, ho capito. Farò come se noi non avessimo parlato di questo”, conclusi, sperando che la discussione fosse finita lì, e feci per aprire la porta quando la mano di Frank si poggiò sulla mia, bloccandomela. La confusione nella mia testa si faceva sempre più fitta. Non capivo più nulla.
“Balle! Se avessi un minimo di cervello, mi avresti fatto finire di parlare. Ora ti siedi e ascolti ciò che ho da dire, senza che apri bocca, grazie”, mi ordinò e mi spinse verso il letto. Obbedii e accavallai le gambe, impaziente.
“Non è vero che non mi importa nulla di te, ok? Mi importa eccome, cazzo! Mi manda in bestia sapere che c’è gente cogliona che non fa altro che prenderti in giro. Per questo ti aiuto sempre, non sopporto vederti in quel modo a causa loro. E quando hai detto di voler cambiare te stesso, sai perché ti ho fermato? Perché mi piaci così come sei, ti voglio così come sei”, spiegò e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.
Cosa aveva detto? Il mio migliore amico, nonché il ragazzo più bello che avessi mai conosciuto, per il quale nutrivo una forte attrazione che non riusciva neanche a immaginare, mi stava dicendo che… mi voleva? Ok, c’era qualcosa che non andava. Probabilmente avevo sentito male.
“Frank, credo di non aver sentito bene…”, cominciai ma mi bloccò con una mano sulla bocca.
“E invece hai sentito bene eccome. Ti voglio così come sei e se provi a cambiare un minimo dettaglio o particolare su di te, sappi che non te lo perdonerò mai. Se c’è una cosa che devi cambiare, è quella di smettere di essere così… arrapante!”, esclamò e immediatamente mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
No, ok, quello era un sogno, un bellissimo e maledetto sogno. Lui… non mi stava baciando. Lui… non si stava mettendo a cavalcioni su di me. Lui… non stava spingendo il mio volto al suo per aderire meglio. Io… non stavo rispondendo al bacio e a tutte le sue mosse. Dannazione! Ero finito nella sua splendida e invitante trappola!
Quando l’attimo di esitazione sparì, intrecciai le mie mani al suo collo, spingendolo verso il mio più di quanto non lo fosse già. Per poco non scoppiammo a ridere entrambi quando sentimmo che qualcosa nelle mie parti basse si stava risvegliando, eccome!
Brividi mi percossero la schiena nello stesso momento in cui sentii le sue mani sotto la mia camicia che mi stringevano i fianchi.
Gemetti contro la sua bocca e spostai le labbra sul suo collo liscio e morbido, ma soprattutto profumato.
Mi ritrovai, poco dopo, disteso sul letto, con Frank sopra di me. Ci spogliammo in un battito di ciglia e ci riappropriammo delle labbra dell’altro.
Le sue mani percorsero il mio petto fino alla base della mia pancia, fino al bordo dei miei pantaloni. Dio, per poco non scoppiavo. Non poteva essere una reazione normale quella di venire senza neanche uno sfioramento. Mi sentivo così… ridicolo. Però mi dovetti ricredere: anche lui si trovava nella mia stessa “posizione” e per poco non mi misi a ridere.
“Guarda in che condizioni ci stiamo trovando”, constatai con un sorriso. Lui, in risposta, si leccò le labbra e per poco non mi fece esplodere. Cazzo, ogni sua mossa era per me un battito del cuore in meno.
“Diciamo che non è male, non credi?”, disse lui, il suo tono era basso e roco. Altro battito andato. Le sue mani cominciarono a sbottonarmi i pantaloni: prima tolse la cintura e poi, con i denti, il bottone, seguito dalla zip.
“Emh… s-s-si”, balbettai in preda al piacere, anche se non aveva cominciato.
Rise della mia risposta e continuò a togliermi definitivamente i jeans scomodi e stretti. Lo aiutai a sfilarli e rimasi solamente con i boxer.
“Mmh… mi sembri troppo coperto”, mormorai e gli tolsi i jeans senza neanche che se ne rendesse conto. Quando li vide a terra, fece una faccia talmente stupita, ma adorabile, che mi fece ridere.
“Fai così? Bene!”, esclamò e mi tolse l’ultimo indumento rimasto in modo brusco. Lo guardai stupito e lui sogghignò in modo sadico, “Adesso chiudi gli occhi”, mi ordinò ed io obbedii. Neanche il tempo di rilassare i muscoli che mi dovetti irrigidire a causa di Frank che posizionò le sue mani sulle mie cosce. Mi morsi pericolosamente il labbro inferiore.
“F-F-Frank”, balbettai quando le sue mani si posizionarono sul mio interno coscia. Diamine, questa si che era una morte lenta e…
fottutamente piacevole.
“Rilassati, sarà divertente”, mi tranquillizzò ed io seguii il suo consiglio: mi abbandonai alle sue mani, alle sue labbra, che mi portarono in paradiso.
 
 
 
“Ah!”, gemette Frank un ultima volta, riversandosi sulle mie mani. Assaporai il tutto, soddisfatto, e gli lasciai un bacio sulle labbra, prima di sdraiarmi al suo fianco tra le lenzuola.
“Tu!”, sussurrò, ma non capii a cosa si riferiva, e mi pizzicò la coscia nuda.
“Ahia! Che ho fatto?”, chiesi facendo l’offeso e massaggiandomi la parte lesa.
Lo sentii muoversi e mi voltai a guardarlo; mi prese il viso e lo spinse al suo, baciandomi avidamente.
Si staccò dopo qualche secondo, che mi parve un’eternità, e poggiò la fronte alla mia, “Sei fottutamente adorabile e mostruosamente bravo”, ammise e per poco non arrossii violentemente.
“Tu sei migliore. Non ho mai provato niente del genere”, sussurrai sulle sue labbra. I miei occhi si erano già abituati al buio perciò potei notare il suo sorriso luminoso sul volto.
“Anch’io”.
Attimo di silenzio. Restammo in quel modo, fronte con fronte, respiro con respiro, corpo con corpo, per un bel pezzo. Poi, Frank si mosse e si accoccolò sul mio petto, stringendomi a sé.
“Gee?”, mi chiamò e a malapena riuscii a sentirlo, tanto la sua bocca era nascosta.
“Si?”.
“Promettimi che resterai per sempre così come sei”.
“Tranquillo. Rimarrò al tuo fianco per tutto il tempo che vuoi e non ho nessuna intenzione di cambiare me stesso per piacere agli altri. Mi importa se piaccio a te”.
“Mi piaci troppo, basta”.
“Sono contento”, conclusi con un sorriso sulle labbra. Rise e mi strinse ancora.
Non me ne fregava di quello che pensava la gente. Potevano sfottermi tutto il tempo che volevano ma a me importava il parere di Frank. Se mi preferiva in quel modo, sarei rimasto così com’ero. Del resto, mi faceva felice sapere che qualcuno mi preferiva in modo naturale.

 

PS: Vi ricordo che su Facebook ho creato un gruppo http://www.facebook.com/groups/181860785241396/! Se vi va di seguirmi, così da sapere date di aggiornamento, spoiler e cose varie basta richiedere di entrare e sarete accolti, senza alnu problema ;)
PS2: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=961854&i=1 Ed ecco il link per poter seguire un'altra mia storia che sto scrivendo insieme alla scrittrice FunGhoulLovers
, sempre sui My Chemical Romance insieme ad altre band :D Non so, mi andava di farvela conoscere, sempre se vi va ;)
Adios ;) See You Soon ;)


   
 
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