Capitolo 2: Rude Girl
Gattina. Erano passati 4-5 giorni da quel giorno. Non riuscivo a togliermi dalla testa quello stupido nomignolo. Mi aveva presa per una delle sue stupide gallinelle? Di una cosa ero sicura, non glie l'avrei fatta passare liscia. Dovevo vendicarmi, in un modo o nell'altro. «Ali, sei con me?» mi girai di scatto, Lucy alla guida cercava la mia attenzione «si, certo, dimmi pure ti sto ascoltando» dissi cercando di convincerla «ah davvero? Di cosa stavo parlando?» mi chiese come dimostrazione, ci pensai su. Stavamo andando a scuola, erano le otto di mattina, lei guidava «Louis Tomlinson» fece un broncio, da li capii di averci preso. Non la stavo ascoltando ma ormai la routine era quella: tutte le mattine mi doveva raccontare dei suoi sogni e in ogni sogno c'era lui. «senti, ma invece di raccontarmi queste cose perché non gli parli?» ormai erano passati tre anni, frequentavano gli stessi identici corsi: fisica, letteratura, chimica e biologia. Delle materie orribili ma i gusti son gusti.
«per dirgli?»
«non lo so, quello che vuoi. Dato che andate in classe insieme potresti parlargli delle lezioni, chiedergli appunti o qualcosa del genere, oppure.... andare li e dirgli: “sai faccio sogni erotici e tu sei il protagonista maschile, ti va di uscire con me?”» dissi ridendo, Lucy mi fulminò con lo sguardo «anzi no! Vai da lui, mano sui suoi gioielli e gli dici: “ciao stallone, come va?”» scoppiai a ridere mentre lei intenta a guidare mi tirava pacche sulla spalle. Mi piaceva prenderla in giro ma le volevo bene, era la mia migliore amica dall'età di 12 anni, avrei fatto qualsiasi cosa per lei, volevo aiutarla, con i ragazzi era una vera frana «non è divertente!» mi rimproverò, risi ancora «ok, scusa scusa, però era geniale lo devi ammettere!» lei annuì trattenendo qualche piccola risata.
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C'era l'assemblea studentesca per decidere le attività riguardo al festival. Ogni anno la Kindsford High School organizzava festival e cerimonie di beneficenza, tutte durante la primavera. Mentre nella palestra regnava il caos generale, io e Lucy cercammo dei tranquilli posti a sedere, li trovammo quasi subito, stranamente «siamo state fortunate!» annuii alzando lo sguardo. Come per ogni lato buono, c'è sempre anche quello cattivo giusto? «non ci posso credere.» sbottai «cosa?» chiese «guarda chi c'è?» le dissi indicando i posti sopra di noi. Harry Styles e combriccola starnazzavano come delle anatre, insopportabili. «Bene ragazzi! Salve a tutti!» cominciò il vice preside Rivers «anche quest'anno come i precedenti ci sarà il festival di raccolta fondi! Sarà un po' diverso dagli altri. Si terranno tornei di calcetto e tutti gli altri sport, in più alla fine un concerto a cui potrà partecipare chiunque voglia. Le audizioni si terranno nella sala del teatro a partire da domani fino a giovedì prossimo. Inoltre...» piccolo colpo di tosse seguito da risate «dicevo, inoltre nel cortile della nostra scuola si venderanno dolci e bibite fresche e per finire, uno degli stand apparterrà a una cartomante che vi predirà il futuro!» spiegò gesticolando con le mani, forse per catturare la nostra attenzione. Per quanto mi riguardava non avrei partecipato, nemmeno quest'anno. Mi piaceva beneficenza ma meno le attività da fare. Calcetto? Non era abbastanza la squadra scolastica? Sospirai e aprii il libro, l'ora dopo mi aspettava la verifica di matematica, dovevo ripassare, o meglio, studiare.
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«Che bello! Una cartomante! Mi farò dire il mio futuro chissà se ci sarà Louis!»
«Non dirmi che credi a queste stupidaggini! Sono solo sciocchezze. Il nostro futuro è nelle nostre mani, non in quelle degli altri o nelle carte.» dissi «come sei scettica! Mi stupisco alcune volte del fatto che tu sia mia amica» ribatté sbuffando «semplice, mi vuoi troppo bene!» affermai abbracciandola, ridemmo insieme attraversando con calma il cortile.
«Attenzione!!» gridò una voce maschile, improvvisamente qualcosa mi colpì in testa «Ahia!» gridai inginocchiandomi. Vidi un pallone davanti a me «scusa.. ho sbagliato a tirare e...» ecco lo sapevo, era davvero sfigata «gattina!» esclamò Styles con un sorriso malizioso «tu» dissi io fredda, avrei voluto strozzarlo, sotterrarlo o darlo in pasto ai piragna «mi dispiace, davvero» continuò raccogliendo il pallone «se vuoi ti porto in infermieria» propose accarezzandomi la testa «no, grazie, hai fatto abbastanza» mi guardò male «non lo sai? Le gattine sono dolci e gentili, fanno le fusa quando i padroni le accarezzano» stavo ribollendo «si ma hanno anche gli artigli più affilati dei gatti maschi e sono più nevrotiche, non mi provacare» sorrisi sarcastica, lui contraccambiò il sorriso «sei davvero molto interessante come ragazza» confessò, arrossii, senza darlo molto a vedere «sei piuttosto intrigante... ti va di uscire?» mi chiese. Rimasi sbigottita da quella domanda, anche Lucy, l'aveva notato. «vediamo, il ragazzo più popolare della scuola mi chiede di uscire? No.» dissi «perché?» che nervoso che mi faceva venire, cosa gliene fregava? «perché per te uscire è scopare, io non sono una ragazza usa e getta come quelle che ti muoiono dietro» spiegai con un sorriso ironico stampato in volto. Harry sbiancò, per la prima volta qualcuna gli aveva detto no e lui povero cucciolo indifeso non sapeva come fare «Hazza!» i suoi amici gli facevano cenno di muoversi «eppure...» mi prese il mento avvicinando il suo viso al mio «sarai mia un giorno, me lo sento» lo guardai con disprezzo. Afferrai il suo pallone e lo calciai in campo, verso il portiere con tutta la forza che avevo, facendo anche gol. I ragazzi mi guardarono sbigottiti e io sorrisi beffarda «in un'altra vita forse ma ora no» conclusi afferrando Lucy e allontanandomi da quei tizi.
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«Non lo sopporto!É sfacciato,presuntuoso, egocentrico, arrogante e incredibilmente fastidioso» commentai divorando il mio pranzo «sarà ma non è che ne sei particolarmente atratta? Insomma chi si odia si ama!» puntalizzò Lucy «stai scherzando vero?» dissi alzando un sopracciglio «no... e poi l'ha detto Shakespeare non io....» osservò come solo una sapientona sapeva fare «Beh, Shakespeare si sbagliava!» esclamai battendo un pugno sul tavolo. La bionda scoppiò a ridere «ora rilassati prima che il pezzo di pizza ti vada di traverso», sbuffai e ripresi a mangiare. No non ne ero attratta, quello che provavo era odio, di questo ero sicurissima, odio puro e nessuno l'avrebbe cambiato. Harry Styles era una zecca, una zanzare, qualcosa che fastidiosamente e lentamente ti ronza intorno, per fortuna però io avevo l'arma letale, io ero l'arma letale, il suo insetticida.
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Per mia grande sfortuna dovevo prendere l'autobus. Lucy era uscita prima per una visita medica, così mi aveva detto e quindi mi toccava prendere quel terrificante e puzzolente bus. Alcune volte pensavo alle persone che lo utilizzavano: cosa diavolo avevano al posto dei saponi? Acciughe andate a male? Oppure frittura di pesce scaduta o peggio ancora quel formaggio italiano disgustoso: il gorgonzola.
Mi sedetti, ne avrei avuto ancora per molto «Ciao!» mi voltai, Tomlinson? Louis mi aveva salutata? «Ehi...» dissi insicura «Sei la gatt..» gli tappai la bocca ancor prima che potesse finire «ti prego almeno tu evita di dirlo!» esclamai, rise «scusa, beh, dimmi il tuo nome così ti chiamerò normalmente» aveva degli occhi bellissimi «Alice, Cooper» mi presentai stringendogli la mano. Sembrava piuttosto simpatico, pur essendo il migliore amico di un porcospino. «allora, Harry mi ha raccontato della vostra chiacchierata» sbuffai «probabilmente ti ha detto che gli sono svenuta davanti poiché il solo condividere la stessa aria e lo stesso ossigeno mi emozionava» commentai sarcastica «non precisamente. Mi ha detto che sei piuttosto complicata e misteriosa ma anche piuttosto interessante» rimasi interdetta, allora quello che mi aveva detto lo pensava davvero? «oh, si certo... beh, per me può andare a impiccarsi» ribattei acida «come mai lo odi?» mi scappò una piccola risata « beh....» ci pensai su, il perché lo odiavo realmente... non lo trovavo...mi morsi il labbro agrottando le sopracciglia mentre Louis scoppio a ridere «a quanto pare ti piace eh?»
«anche tu? Lucy ha detto più o meno la stessa cosa»
«Hamilton?» annuii e lui arrossì. Scrutai nel suo sguardo dell'imbarazzo, qualcosa puzzava. «cos'è quella faccia?» chiesi avvicinandomi, lui sobbalzò «penso che questo sia il tuo bus» mi tirò su e mi lanciò contro lo sportello «Ehi, ma che cavolo!» gli gridai contro «a presto carota!» concluse andando via. Ci mancava anche un altro soprannome. Carota? Cosa ero una verdura adesso? Mah.
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Tornata a casa non cenai neppure. Ero esausta e volevo rilassarmi. Scaraventai la mia cartella per terra e mi gettai di soppiatto sul letto.
Verso le 3 di notte sentii il telefono squillare. Guardai il display e sbuffai «spero tu abbia un motivo valido» risposi.
«ho deciso di dare una mega-ultra-festa!» disse allegra.
«Wow, non potevi dirmelo domani?»
«Perché aspettare fino a domani a scuola? In fondo ci siamo già a domani sono le tre!» spiegò.
«Appunto!!».
Lo sentivo, sarebbe stata una lunga, lunghissima telefonata.
#Ilikegirlswhoeatcarrots ;)
Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeene! il primo capitolo è andato benone :D sono felicissima di tutte le recensioni! Continuate, vi voglio numerose u.u
Che ne pensate? voglio il vostro parere sui personaggi :D
UN BACIO <3