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Autore: Levineisabitch_    28/03/2012    16 recensioni
La vita di una sigaretta.
Leggende.
Il dolore.
La morte.
Tutto su una base di umorismo e sarcasmo, basta saperli cogliere.
Buona lettura.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Smoke.


 
“Fumo la mia ispirazione”diceva.
Non avevo mai capito quel suo ragionamento.
Intanto le mie sorelle da diciannove diventavano quindici, poi undici e infine sette.
Avrei tanto voluto appartenere ad’una donna, ad’un uomo, a qualcuno che il mio pacchetto da venti avrebbe considerato calmante, scacciapensieri o che altro.
Invece quel giorno, in tabaccheria, la mia casa era stata venduta ad un quindicenne incazzato con il mondo.
Non volevo posarmi sulle sue labbra, non volevo finire dentro di lui.
Mi sentivo usata,  come se meritassi molto di più.
Ero solo una stupida sigaretta con sogni troppo grandi, irrealizzabili.
Eppure mamma me l’aveva detto e io avevo giurato di aver capito, che non mi sarei lamentata.
“Ricorda che quando sarai selezionata nulla potrà cambiare il tuo destino. Il mondo fuori è pericoloso, non lo sfidare.”  mi diceva quando eravamo ancora in fabbrica ad essere prodotte e rifinite.
Non potevo crederle.
Il mondo là fuori aspettava solo me, ne ero sicura.
Eppure non avevo modo di scappare da lì. Era complicato, troppo, e mi faceva dannatamente male.
Era come essere spenta su una strada prima di essere stata consumata del tutto, la cosa peggiore che potesse succedere a quelle come me.
Il destino, quello che viene chiamato anche fato, è crudele.
Intanto le mie sorelle erano sempre meno nel pacchetto: eravamo rimaste quattro.
Era un giorno di primavera, si sentiva dal venticello che soffiava là fuori, quando un varco di luce si aprì.
Delle dita frugarono dentro il mio pacchetto.
Mi feci piccola piccola in angolino, per non essere presa.
Avevo una vita davanti. L’avrei vissuta al meglio.
Non potei aver modo di farlo, però.
“All’intervallo scendiamo al cortile? Ci fumiamo una sigaretta.” propose un amico al ragazzino a cui appartenevo qualche ora dopo.
“Va bene.” accettò lui di buon grado.
Ero spaventata. Eravamo rimaste solo due nel pacchetto. Le possibilità per me di morire quel giorno erano davvero alte.
Passò un’ora e i due ragazzi scesero per le scale e arrivarono in cortile.
Il ragazzo frugò nel mo pacchetto: mi aveva presa.
Il terrore e il panico s’impossessarono di me.
Sarei morta in fretta o lentamente?
Mi avvicinò alle labbra, sentii un brivido di piacere.
Era una bella sensazione. Mi accese: il fuoco dentro di me che passava in lui.
Mi sentivo bene, come se alla fine di tutti quei miei pensieri l’unica cosa che volevo era essere consumata.
Il mio corpo diminuiva progressivamente, non mi sentivo più, ma era bello.
Sentivo l’armonia diffondersi in me.
Era tutto così perfetto.
Fu un attimo e fui scaraventata per terra, sul suolo umido di pioggia e brullo.
Di me non era rimasto nulla oltre che un misero mozzicone, ma, se devo essere sincera, è stata la cosa più gratificante della mia vita.
E ora giaccio qui, in un cortile di scuola, ad aspettare che qualche bidello sfaticato mi raccolga.
In fondo, me l’aspettavo, ma allo stesso tempo son contenta.
Contenta di essere morta senza soffrire.



Note autrice.
Scritta per il contest "Immagina di essere un..." di -Mell
Spero cogliate l'umorismo del tutto çç
Ditemi che ne pensate :3
   
 
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