Emma
fissava terrorizzata il suo rapitore. Questo la guardava a sua volta, maligno.
"Stai
tranquilla, arriverà"
le disse lui mellifluo, accarezzandole una guancia.
"E
se non viene significa che... rimedieremo noi".
Emma
aveva voglia di vomitare "Non
mi toccare!!"
gridò, spostando il volto. Lui rise divertito e si sedette di fronte a lei.
"Aspetterò".
Come
era finita in quella situazione?E soprattutto, perché?
Quella
mattina, ignara di ciò che sarebbe accaduto in seguito, Emma si era svegliata e
si era preparata per andare a scuola, di corsa come tutte le mattine.
Arrivata
vicino all'edificio, aveva smesso di correre e ricominciato a camminare per
riprendere fiato. "Chissà se Chiara è già arrivata a scuola..." pensò,
cercando il cellulare. Ma proprio in quel momento, un grido la fece sobbalzare.
Si guardò intorno cercando di capirne la provenienza, quando un bambino,
correndo, si nascose dietro di lei, tremante.
"Ma
che cosa..."
non riuscì a
finire la frase che un mostro viola sbucò dal nulla. Emma prese il bambino per
mano e iniziò di nuovo a correre. "Questo è un
sogno" si ripeteva ad alta voce. Il mostro però le si parò davanti.
"Perché
scappi, zuccherino?" le domandò
sorridendo.
Emma non si
spaventava molto facilmente, ma c'era qualcosa in quell'essere che le faceva
venire i brividi di paura, e un allarme dentro la sua testa le diceva di
fuggire. "Cosa vuoi??" domandò lei, sfinita
dalla corsa.
Il mostro
rise, metallico "Niente da te, ma ti conviene spostarti
e lasciarmi il bambino, se non vuoi finire male".
Il bambino si
strinse più forte alle gambe della ragazza, continuando a tremare.
"Perchè vuoi lui?" chiese Emma;
la sua voce non tradiva neanche un po' della paura che provava.
"Mi
ha disturbato, e nessuno può disturbare Jill" rispose
quello. Il suo tono di voce era freddo e crudele, e Emma nascose il bambino
dietro di sé.
"Lascialo
in pace!!é solo un bambino!!"
"O
lui...o te"
Junior stava
andando all'isola del Genio a prendere il piccolo Gohan per portarlo dal
Supremo. Perché doveva essere sempre lui a fare da baby sitter?Aveva dei
genitori quel ragazzino!!
Mentre era in
volo sul complesso scolastico, avvertì un'aura potente (HA UN'AURA POTENTISSIMA! XD) lì vicino e si immobilizzò.
Concentrandosi riuscì a risalire alla fonte di quell'energia. "Maledizione" sussurrò tra sé e sé.
Emma,
intanto, stava cercando di pensare velocemente a come agire: poteva tentare di
scappare, oppure consegnare sé stessa e il bambino a quell'essere. Sapeva già da
sola che non c'era via di scampo e che era inutile sperare di uscirne indenne.
Il mostro li avrebbe uccisi entrambi.
"Senti,
lasciaci andare e giuro per tutti e due che nessuno di noi ti disturberà più!"
tentò di
convincerlo. Lui sospirò, finse tristezza e si avvicinò lentamente.
"Mi
dispiace così tanto!Ma vedi...una volta che prendo di mira una persona devo per
forza averla, e solitamente, per la mia natura cacciatrice, tendo...beh...a ucciderla" spiegò serio
"L'unico modo che una mia vittima ha di sfuggirmi, è
che io trovi qualcun altro a cui pensare, e per tua sfortuna, adesso non penso
più al bambino, ma a te.". Emma fu presa dalla disperazione, ma in quel
momento sentì un rumore dietro di sé. Vide il mostro impallidire e guardare un
punto alto nel cielo. Troppo incuriosita, pur essendo quasi impietrita dalla
paura, si voltò.
"Oh
mio dio!!" disse,
portandosi una mano alla bocca
"Questo
è di sicuro un sogno, sono a casa che dormo e sono in ritardo per la scuola!"
cercava di
convincersi. C'era un uomo, e stava fluttuando per aria!
"Ciao
Jill, quanto tempo che è passato.."
"Junior.."
rispose
l'altro, immobile. Aveva forse paura?
"Sei
di nuovo in città vedo" disse l'uomo
misterioso scendendo di quota e posandosi a terra tra Emma e Jill.
"Solo
di passaggio"
"E
che cosa ci fai qui?"
"Io..."
"Andatevene
via!" sussurrò
Junior a Emma e al bambino.
"Ci
raggiungerebbe subito!Non è il caso!" protestò la
ragazza.
“Sai,
non credo che ti convenga rimanere per troppo tempo qua!
Potresti trovare qualcuno a rovinare i tuoi piani... " lo avvertì
Junior.
"Mi
stavo solo divertendo un po'!Fammi finire quello che ho iniziato e poi me ne
andrò!".
Con un gesto,
l'uomo-che-volava fece
sventolare il mantello davanti a Emma e al bambino, come per volerli
proteggere. "Vattene Jill!"
"Altrimenti?"
lo
sfidò.
"Non
sei alla mia altezza..."
"Voglio
solo lei!"
"No"
"Se
questo significa che vuoi lottare ok, fatti avanti".
"Non
chiedo di meglio".
Emma era
ancora terrorizzata. Il bambino scappò correndo, ma lei rimase lì, paralizzata.
Era una situazione surreale, ma sembrava tutto così vero... Vide i due sfidanti
mettersi in posizione.
"Vai
a nasconderti subito!"
le ordinò
Junior, ma lei non accennava a muoversi.
"Vai
via!"
le ripeté un
secondo dopo.
"Ho
paura" riuscì a dire
la ragazza.
"Ti
do una sola possibilità. Quando inizieremo a lottare tu ti nasconderai, verrò ad
avvertirti io quando ti sarà possibile uscire allo scoperto. Intesi?"
Emma non ebbe
il tempo di controbattere. La battaglia iniziò subito. Vide i due scomparire e
poi più nulla. Intorno a lei il silenzio.
"Ora!!"
le gridò
Junior. Guidata dall'istinto di sopravvivenza la ragazza si mise a correre più
che poteva, con il cuore a mille, le gambe tremanti e il respiro affannato. Si
nascose dietro una siepe e si accasciò a terra stremata. L'ultima cosa che
riuscì a pensare fu "Sicuramente stamani il
professore di Filosofia si arrabbierà moltissimo per il ritardo...
"...