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Autore: ThePirateSDaughter    30/03/2012    7 recensioni
Quanto segue è la dimostrazione di che cosa può fare una Piratessa ispirata quando legge qualcosa di genialerrimo.
Il Saggio Trent scrive fic pucciose in cui compaiono Tyler e Lindsay incinti e la mia ispirazione reagisce di conseguenza :)
Boh, godetevi questo piccolo delirio *-* E mettete via quei pomodori :3
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lindsay, Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stork?
 

-Congratulazioni, signora, Lei aspetta un bambino!  
Il cuore di Tyler dà un balzo che sa della più profonda, inesprimibile gioia; e lei, l’esatta metà dello stesso cuore, allarga gli occhioni, stupita.
-Ma davvero?
L’infermiera le sorride.
-Guardi il monitor Lei stessa!
Lindsay volta gli occhioni azzurri verso il punto indicato dall’infermiera e, stringendole la mano, Tyler segue il suo sguardo.
Lei anticipa i suoi pensieri.
-… Ma io non vedo bambini lì dentro.
Al che l’infermiera percorre con un dito la piccola sagoma. Tyler è sul punto di tremare. Non sa quasi cosa pensare: la felicità è semplicemente spiazzante.
-Secondo le analisi… contando che la gravidanza dovrebbe essere iniziata a… sì, possiamo dire che partorirà a metà aprile!
…No, una cosa la sa: non vede l’ora che quel giorno arrivi. 

 
15 Aprile.
Per la fottuta miseria. Erano già al 15 di Aprile?
Tyler deglutì e distolse lo sguardo dal calendario appeso in cucina, scrutando Lindsay, seduta placidamente sul divano, in soggiorno, con un pancione così grande che, se non lo avesse fatto sentire tanto orgoglioso ed emozionato, lo avrebbe preoccupato.
Era quasi il momento, per la miseria. Ed era terrificato.
Non quanto per diventare padre, ma… Insomma, presto o tardi avrebbe dovuto affrontare quella discussione con lei!
Erano mesi che rimandava…
E se avesse partorito oggi? Non sarebbe mai potuto succedere –era sfigato, sì, ma non poteva essere sfigato a quel punto!- ma… in nome della prudenza e del buon senso, Tyler scelse di avanzare verso di lei.
-Ehm… Lindsay?
Lei sollevò su di lui gli stessi occhioni innocenti di sempre.
-Sì?
-Ecco… Tu sai come nascono i bambini, no?
Aveva mantenuto un tono quantomeno neutrale, no? Nulla doveva spaventarla. O farla sospettare. Era la cosa giusta da fare. Forse. Da come aveva posto la domanda…
Lindsay sorrise.
-Ma certo!
Tyler trasse un sospiro di sollievo, mentre gli spuntava un sorriso sollevato. Il sospetto era infondato, grazie al cielo. D’altronde, era logico, nemmeno Lindsay poteva essere così… così, da credere che i bambini…
-Li porta la cicogna!
… venissero portat… COSA?!
Tyler sobbalzò, orripilato, aggrappandosi al tavolino presso di lui; inutile dire che questo si sbilanciò e fece rovinare il ragazzo a terra, coperto da una tovaglietta di pizzo.
-La cicogna?!
-Ma certo, tesoro- cinguettò lei, impassibile, guardandola incuriosita –Chi altro pensi che debba portarli? Un pellicano? Non penso proprio, ha il becco troppo grosso…
No, no, no, no.
Non stava succedendo per davvero.
Insomma. Come faceva a non saperlo?!
E maledizione, maledizione, sette volte maledizione a lui per non averglielo spiegato prima!
Scagliando via la tovaglietta, Tyler si rialzò, cercando di non fare altri danni. La situazione era abbastanza urgente. Bisognava spiegare la vera situazione a Lindsay, di corsa.
Doveva avere ancora, da qualche parte, sepolto sotto i DVD, il libretto di educazione sessuale che suo padre gli aveva dato… ma che imbarazzo, per la miseria! Perché a lui? Perché toccava a lui un simile discorso?
Sorrise a Lindsay: -Eh, già, non può essere un pellicano. Torno subito, ok?- dichiarò, schizzando nella stanza a fianco e cominciando a lanciare tutti i DVD sul pavimento, per svuotare lo scaffale e trovare quel dannato libercolo.
Via dieci DVD, via venti DVD, via trenta DVD (ma quanti caspita ne avevano?!), ma quel coso non…
-Tyler.
Sobbalzando una seconda volta, l’interessato sbatté la testa contro lo scaffale, facendo tremare e rovinare addosso a sé i restanti DVD; una cascata di custodie di plastica lo seppellì a terra.
-Io non ho bevuto acqua, Tyler- stava dicendo Lindsay, perplessa –Allora perché è tutto bagnato?
Un punto interrogativo si accese nella testa del ragazzo.
-Come scusa?
-E’bagnato! Non capisco. Ho un sacco di acqua ai piedi, ha preso anche il divano…- Seguì una pausa –E non me la sono fatta addosso!
Con goffi movimenti delle braccia Tyler riuscì a liberarsi dal busto in su.
E un orrendo dubbio lo colse.
Non era che…
-Come se non bastasse, mi fa male la pancia. Saranno stati i burritos di ieri… Però… Non sembra un dolore di stomaco… Sempre se lo stomaco si trovi qui… Forse al bambino non piacciono i burritos…
Il ragazzo mandò tutti i DVD in angoli disparati della stanza e si rialzò come meglio poteva, correndo verso Lindsay e afferrando le chiavi della macchina, poggiate provvidenzialmente nei paraggi.
E correggendo immediatamente la frase di prima: sì, poteva decisamente essere sfigato fino a quel punto!
 
La sedia a rotelle sfrecciava.
Tyler trotterellava dietro di lei (dopo frettolose spiegazioni aveva chiarito all’infermiere che non era conveniente, per la salute di Lindsay, che la spingesse lui).
Le infermiere e le due dottoresse si scambiavano informazioni concitate.
Lindsay non emetteva una sillaba.
Guardò la folla agitata intorno a sé e puntualizzò :-E’ qui che incontreremo la cicogna? In ospedale? Strano… Beh, spero che mi abbia portato, almeno, un bambino bellissimo!
Se non altro aveva capito che era arrivato il momento in cui la famiglia si sarebbe allargata, realizzò Tyler con un sospiro, a metà tra il sollevato e il preoccupato.
 
-DOV’E’?!
Tyler non aveva la più pallida idea di come fossero arrivati a quel punto.
Un attimo prima erano a casa, e lui stava cercando quel fottuto fascicolo. Un attimo dopo Lindsay era in ospedale, con le acque rotte. L’attimo ancora dopo, dopo aver trascorso istanti minuscoli in attesa che un qualsiasi dolore si manifestasse, Lindsay, urlante, era stata portata a tutta velocità in sala parto. E lui, che si stava infilando camice e mascherina, non ci stava quasi capendo più nulla.
Si accostò a Lindsay e le prese una mano; lei gliela strinse così forte che, per un momento, pensò che avrebbe visto le proprie dita schizzar via come proiettili.
-Amore, tranquilla. Vedrai che…
-Tyler- rantolò lei, gli occhi quasi fuori dalle orbite –Dov’è la cicogna?
Merda.
-Ehm, ecco…- Tyler trasse il respiro più profondo che i suoi polmoni inceppati potessero garantirgli –Devi sapere che…
-VOGLIO IMMEDIATAMENTE QUEL BASTARDO DI UCCELLO QUI, ORA!
Terrificato dall’urlo e dall’improvvisa, mai vista, ira di Lindsay, Tyler perse il controllo.
-L… la Lindsay non c’è, cicogna… CIOE’, la cicogna non…
-LA CICOGNA!
-Spinga, signora!- intimava… qualcuno. Da qualche parte.
-COSA DEVO SPINGERE? CHI DEVO SPINGERE? FATE VENIRE QUI LA MALEDETTA CICOGNA, DATEMI IL MIO BAMBINO E UNA MEDICINA PER QUESTO MAL DI PANCIA! FATE QUALCOSA! TYLER, FAI QUALCOSA!
-Signore, sua moglie sta scherzando, vero?
-Le dica Lei, di spingere!
-S… spingi…- esalò Tyler, stringendo la mano di Lindsay. Chissà perché, ma si sentiva lievemente confuso…
-CICOGNA! CICOGNA! DOVE CASPITA E’?! FATELA VENIRE QUI IMMEDIAT…- Si interruppe per lanciare un urlo di dolore.
Era decisamente troppo, per Tyler. Un secondo dopo, tutto si fece buio.
 
La cicogna lo stava picchiando.
Con il lungo becco gli dava dei colpi, prima sulla guancia destra, poi su quella sinistra.
-Smettila, stupido uccello. Smettila…
Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Non faceva male, ma era fastidioso.
-Smettila, ti ho detto.
-Signore. Si svegli, signore!
Aprendo improvvisamente gli occhi –e realizzando, dunque, di averli chiusi fino ad un momento prima- Tyler faticò a riconoscere il posto dove si trovava. Ma ci penso l’infermiera che lo stava rianimando, assestandogli un altro ceffone, a schiarirgli le idee.
-Lei è ancora in sala parto, sta ingombrando lo spazio e la testa del suo bambino sta per uscire. Non vorrà perdersi il momento.
Alzandosi talmente velocemente da non saper nemmeno come avesse fatto –e miracolosamente, senza spaccare o sbattere contro nulla- Tyler fu di nuovo al fianco di Lindsay, che urlava come una dannata.
Le prese la mano ed affrontarono quel momento insieme.
-Congratulazioni, signore! È un maschio!
Lindsay si abbandonò stremata all’indietro.
-Lindsay…- Tyler balbettò qualcosa di confuso e la baciò in fronte, pensando che sarebbe semplicemente svenuto dalla gioia. Nemmeno due secondi dopo il pensiero divenne realtà.
 
Driiin.
-Vai tu a rispondere, Tyler?
-Ehm… mi piacerebbe immensamente, Lindsay, ma Trevor ha appena… No. No, non farlo di nuovo, Trevor, è la mia tuta nuo… Bleah!
Tyler posò nel box il figlio, che rideva allegramente, non preoccupandosi di aver appena invaso i vestiti del padre di una meravigliosa quantità di vomito gialliccio, e corse in camera a cambiarsi, lasciando il telefono –giusto quello mancava!- a Lindsay.
Drii…*
-Pronto? Oh, Bridgette, ciao! Oh, qui tutto bene. Che mi racconti?
… Oh. Davvero? La… la cicogna, dici?
… Nel senso che la cicogna passerà presto a casa tua?
Seguì una pensierosa pausa di silenzio, durante la quale Tyler ascoltò attentamente, bloccato con una tuta nera in mano, memore dell’ultima volta che Lindsay si era trovata a parlare di cicogne.
-… Beh, fossi in te, io starei all’erta. Quel maledetto uccellaccio sa essere un vero ritardatario inaffidabile!
A quelle parole, Tyler non poté che sorridere.
-Cosa? Da Heather?
E il sorriso sparì. Heather? Cosa centrava adesso, Heather?
-… Quella maledetta cicogna è passata da Heather e non da me?! Allora fa dei favoritismi! Io mi sono dovuta subire ore e ore di dolore e da quella strega è semplicemente passata la cicogna?!?!
 
 
Vaaaaaaaaaaaaaaabbè :D
Non chiedetemi che cosa sia, vi prego. È tutta colpa del Saggerrimo Trent, che pubblica fic pucciose su Tyler e Lindsay in procinto di sfornare pargoli, quindi è logico che l’ispirazione faccia toc toc *-*
“La cicogna mi porterà due gemelli, Nelson!” E vvualà, è venuta fuori questa… cosa. XD
Sono come al solito convinta di avere miseramente cannato i caratteri dei personaCCi ç__ç

Un pareruccio?

   
 
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