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Autore: roby_lia    02/04/2012    5 recensioni
Come succede sempre, quando ci si sveglia c’è un momento, pochi secondi in verità, dove, semplicemente, non si ha idea di nulla, non si pensa a nulla e, soprattutto, non si ricorda nulla.
Per questo motivo, quando Thor si svegliò, si sentì particolarmente rilassato e in pace con se stesso. Per circa cinque secondi.
Poi, invece del soffitto marmoreo della sua stanza, davanti agli occhi gli si presentò lo sguardo verde, rassegnato e beffardo al contempo, di suo fratello che si lasciava cadere nelle profondità dello spazio.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semplici storie di un amore complesso'
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Semplice verità
 
Sentiva un brusio indistinto in sottofondo, ma non riusciva ad afferrarne le parole. Niente aveva più senso, solo quel corpo ancora caldo tra le sue braccia.
“…Thor lascialo…” improvvisamente le sue orecchie sembravano ricominciare a funzionare.
“… non vedi… è ancora…” il dio dei tuoni sbattè le palpebre, cercando di capire cosa gli stavano dicendo i suoi amici. Sembrava qual cosa d’importante.
Improvvisamente di trovò a fissare gli occhi azzurri di Capitan America, che lo stava scuotendo per una spalla.
“Thor lascialo! È ancora vivo ma ha bisogno di cure!” cercando di far ripartire il cervello, Thor abbassò lo sguardo su Loki: senza accorgersene aveva serrato ancora di più il suo corpo tra le proprie braccia. Lo osservò attentamente per un lungo istante. Poteva essere… aveva appena respirato?    
Spalancando gli occhi, allentò la presa e subito gli altri glielo sottrassero delicatamente.
Il dio si alzò, ancora incerto sulle gambe: quanto tempo era restato lì, fermo, mentre Loki si dissanguava tra le sue braccia?
Spostò lo sguardo intorno a sé, fino a fissarlo sul colpevole di tutto ciò che era successo: il mostro era ancora steso a terra, sotto lo sguardo vigile di Hawkeye.
Subito una gelida furia lo invase. Voleva vedere ridotta in cenere quella creatura che aveva osato ferire il suo Loki. Chiamò a sé il Mjolnir, andando ad ampi passi verso di lei.
Ma qualcosa non andava. Improvvisamente non riusciva più a sentire le gambe. E le braccia. E a respirare. Tutto divenne buio.
 
Sbattè le palpebre un paio di volte, cercando di capire dov’era.
“Ben tornato tra noi” Thor girò il capo, focalizzando lo sguardo su Steve, seduto vicino al letto. In un lampo gli tornò tutto in mente.
“Loki?” chiese alzandosi di scatto. Grande sbaglio. La stanza iniziò ad ondeggiare e fu costretto a ridistendersi. Riportò l’attenzione sul suo amico.
“Allora dov’è Loki?”
“Calmati. Loki sta…meglio- lo sguardo inquisitorio dell’altro lo costrinse a proseguire-…non è ancora fuori pericolo” Thor annuì un paio di volte, riordinando le idee.
“Che diavolo mi è successo?” chiese infine.
“A quanto pare la nostra cara lucertolona ha iniettato del veleno a Loki e quando tu l’hai abbracciato…bhe parte del veleno è arrivata anche a te. Per fortuna Bruce è riuscito a sintetizzare un antidoto. Lo ha somministrato anche a Loki, ma la quantità di veleno che lui a ricevuto è stata molto maggiore quindi… ” finì scuotendo la testa.  
Thor lasciò che lo sguardo vagasse per la camera, metabolizzando le informazioni.
Loki era vivo. Vivo. Vivo ma non ancora fuori pericolo.
“Devo vederlo” disse alzandosi più lentamente.
“Certo ma prima devi mangiare qualcosa e magari anche darti una ripulita” gli rispose l’amico con un sorriso.
Solo allora Thor si accorse di avere ancora addosso i vestiti con cui aveva combattuto. Erano ancora sporchi del sangue di Loki.
 
Thor non sapeva più da quanto era seduto in quella stanza. Sapeva soltanto che era estremamente snervante.
I continui beep in sottofondo lo innervosivano.
Vedere il liquido della flebo scendere, una gocciolina alla volta, fino all’ago infilato nella vena di Loki lo angosciava.
Dover stare lì, senza poter far nulla per aiutarlo, lo faceva sentire uno schifo.
Ma non poteva uscire. Non poteva lasciarlo solo.
Dopotutto c’era ancora speranza. L’aveva detto Bruce.
“Se supera la notte ci sono buone probabilità che ce la faccia”. Così aveva detto.
E Thor aveva deciso di passare la notte lì, a vegliarlo. Esattamente come facevano da bambini, quando uno aveva bisogno dell’altro.
Cercando di scacciare l’ansia iniziò a seguire con un dito le vene del braccio del dio degli inganni: il loro blu risaltava nettamente sulla pelle pallida.
Dall’incavo del gomito, lungo il braccio, fino al polso, per poi perdersi nella mano. Thor la strinse delicatamente, sperando che l’altro, anche nelle condizioni in cui si trovava, ricambiasse la stretta.
“Puoi parlargli se vuoi. Secondo alcuni fa bene ai pazienti in coma avere qualcosa che gli richiami alla realtà” la voce di Bruce lo colse di sorpresa ma, per la prima volta nella serata, Thor sorrise.
“Meglio di no. Loki mi riproverebbe di dire cose troppo scontate oppure che preferisce farsi una chiacchierata con la morte dato che lei ha almeno un po’ di senso dell’umorismo a differenza di me” Neanche Bruce riuscì a trattenere un sorriso.
“In effetti sembra proprio una risposta da lui…ma tu dovresti comunque riposare” Thor scosse la testa.
“Lui mi è stato sempre vicino quando aveva bisogno di lui. Ora è il mio turno”
Bruce spostò lo sguardo sul malato, cercando di far coincidere la figura dolce, premurosa e divertente del Loki di cui parlava Thor con quel pazzoide senza scrupoli che appena qualche mese prima aveva cercato di conquistare la terra.
In fondo per lui doveva essere più facile degli altri riuscire a capire Loki. Riuscire a capire qualcuno che, come lui, aveva in sé delle personalità così contrastanti eppure unite, perché una parte non era niente senza l’altra.
Lui aveva dovuto affrontare quella situazione quando era già adulto, quando aveva potuto capire cosa gli stava succedendo. Inoltre essere la quarta persona più intelligente del pianeta l’aveva avvantaggiato.
Loki invece, doveva esserci nato con quel contrasto in sé. E nessuno aveva fatto niente per aiutarlo. Nessuno avrebbe potuto.
La voce di Thor ruppe il silenzio. Sembrava persa nei ricordi.
“Sai quand’ero piccolo avevo paura del buio”
“è normale, capita a tutti i bambini” Il biondo scosse la testa.
“Non te lo puoi permettere se sei il figlio del re di Asgard. Non te lo puoi permettere quando pretendi di essere chiamato dio” Thor teneva gli occhi fissi sul volto pallido del giovane disteso.
“Succedeva che mi svegliavo nel cuore della notte e vedere tutto quel buio attorno a me mi terrorizzava. Volevo soltanto scappare a nascondermi tra le braccia di mio padre, ma non potevo permettermelo. Sarebbe stato un segno di debolezza. E allora, silenziosamente, Loki entrava nella mia stanza e con uno schiocco di dita la illuminava con la sua magia. Passava il resto della notte a farmi ridere o a raccontare storie finchè non ci addormentavamo. Lui è il minore. Doveva essere lui ad avere bisogno di me, non il contrario”
“Non ha mai avuto paura del buio? ”
“No” rispose atono Thor.
Loki non aveva mai avuto paura del buio. Lo sentiva come parte di sé stesso.
Soltanto un incubo riusciva a spaventarlo. Sempre lo stesso, ma Thor non era mai riuscito a farselo raccontare. Non era riuscito a far niente per aiutarlo.
Soltanto la sua mente riusciva a spaventarlo.
E contro quella Thor non poteva far nulla.
 
Alla fine la notte era, lentamente, passata. Insieme al giorno dopo. E a quello dopo ancora. E finalmente il dio degli inganni si decise ad aprire gli occhi.
“Buon giorno” lo salutò Thor, sospirando di sollievo. Il moro si guardò intorno, confuso.
“Dove sono?”
“è una delle basi dello S.H.I.E.L.D.” Un largo sorriso si fece spazio sul volto di Thor, quando vide l’altro sbuffare infastidito e affondare la testa nel cuscino. Loki girò il viso verso di lui.
“Hai una faccia da far spavento…”
“Sai com’è, sono due giorni che non dormo per star vicino a quel tonto di mio fratello che ha avuto la brillante idea di farsi avvelenare…”
“Certo che tuo fratello dev’essere proprio scemo se rischia la vita per uno come te”  Il biondo non riuscì a trattenere un sorriso carico di affetto, tenerezza e riconoscenza. Con un rapido scatto del capo, il moro interruppe il contatto tra i loro occhi, ma Thor avrebbe giurato di esser riuscito a farlo arrossire.
“Una base dello S.H.I.E.L.D. hai detto? Allora credo di dovermene andare...” riprese Loki, decidendo di alzarsi.
“Io non te lo consiglio” la voce di Bruce prese entrambi gli asgardiani di sorpresa. Loki sbuffò nuovamente e, ignorando il consiglio, tentò di alzarsi. Un intenso dolore alla schiena lo costrinse a fermarsi e, con una smorfia, si ridistese.
“Ti avevo avvisato…” Loki si dovette limitare a fulminare lo scienziato con lo sguardo, mentre i suoi polmoni cercavano ancora aria.
 
“Sai, ammetto di aver cercato di capire che cose diavolo ti è passato per la testa” Loki si appoggiò con una smorfia allo schienale della sedia.
“Non ti conviene. Io ci ho rinunciato già da un bel po’” Teneva gli occhi fissi su quello di Nick Fury.
“Allora quand’è che mi lasciate andare?” Erano passati solo due giorni da suo risveglio, ma non ce la faceva già più a stare in quello stupido posto.
L’uomo sogghignò “Non credo che sia possibile”
“Ma se vi ho anche aiutato! Ho rischiato di morire per salvare il vostro pianeta!”
“Certo, dopo che hai tentato di invaderlo! E poi hai solo tentato di fermare, senza riuscirci tra l’altro, un esperimento finito male, niente di più” Loki mise il broncio, facendo vagare lo sguardo sugli altri Vendicatori, lì riuniti per sapere cosa sarebbe successo al loro nemico numero 1.
“In ogni caso hai altre due possibilità. Puoi tornare ad Asgard dove-”
“Non se ne parla neanche! Io ad Asgard non ci ritorno!” lo interruppe il moro. Evitò accuratamente di guardare alla sua destra: poteva immaginare l’espressione afflitta e confusa di Thor, ma non voleva affrontare il dolore che vi avrebbe letto negli occhi.
“Bhe allora godrai ancora di questa vacanza gratuita qua, nella base, con tanto di servizio ci sorveglianza da parte dei Vendicatori. E visto che possiamo definirti il nostro ospite migliore ti faccio anche un altro regalo” Rapido come un fulmine Fury afferrò il polso destro del dio del Caos, infilandogli un semplice cerchio di metallo. Colto di sorpresa Loki lo fissò interdetto.
“Se fai regali di questo genere capisco perché sei ancora scapolo…”
“è un segnalatore. Anche se, per pura fortuna, riusciresti a scappare, sapremmo sempre dove sei. Inoltre…”
“Aah” Loki urlò, agitando la mano e scatenando un altro sogghigno sul volto di Fury.
“…ogni volta che tenti di usare la tua magia, ti darà una scossa”
“Ma è impossibile! Come diamine ci siete riusciti?” chiese continuando a massaggiarsi il polso.
“Oh non devi ringraziare me. È stato il signor Stark a crearlo” Loki spostò il suo sguardo infuriato su Tony che si limitò a sorridere.
“Non chiedermi come funziona. Un mago non svela mai i suoi trucchi, giusto?” il dio sbuffò.
“Mago? Al massimo puoi essere usato come lampadario se ti metti la tua stupida armatura” Nick interruppe la discussione.
“Comunque c’è anche una buona notizia” Il moro si voltò di nuovo verso di lui, alzando le sopracciglia: non gli piaceva il tono che usava, non preannunciava niente di buono.
“Anche Thor resterà qui, così potrete ricordare i bei tempi andati. Contento?”
Con un gemito di disperazione il moro incrociò le braccia sul tavolo e ci appoggiò la tesata sopra.
“Non credevo che mi odiassi così tanto…” disse imbronciandosi ancora di più. Nessuno riuscì a trattenere un sogghigno nel vedere Loki in quelle condizioni.
“Oh ma io non ti odio dopotutto, senza di te, sarei disoccupato” concluse scompigliando i capelli al dio e uscendo dalla stanza ridendo di gusto.
 
Erano già passate due settimane e Loki, tanto per occupare il tempo, aveva già iniziato a fare scherzi. Forse non aveva più la magia dalla sua parte, ma con un ingegno come il suo non era difficile trovare qualche tiro mancino da fare ai suoi carcerieri.
Tony lo trovò seduto ad osservare annoiato Thor e Steve che combattevano.
“Non ti unisci anche tu?” chiese l’uomo sedendosi al suo fianco.
“Meglio di no. La tentazione di ucciderli sarebbe troppo forte” rispose incrociando i suoi occhi verdi con quelli scuri dell’altro. Sulle labbra di entrambi comparve un ghigno divertito.
Intanto anche gli altri due Vendicatori si erano avvicinati per salutare il nuovo arrivato.
“Come mai da queste parti? È successo qualcosa?” domandò Steve incuriosito.
“Naa, semplicemente mi mancavano i miei due amici imbottiti di anabolizzanti” ribattè, colpendo il muscoloso braccio di Steve con una mano.
 Thor sorrise ma la sua attenzione fu catturata dall’altro dio: il moro era diventato improvvisamente serio e gli occhi gli si erano incupiti, ottenebrati da qualche temibile pensiero.
“Loki va tutto bene?” gli domandò il biondo, cercando di incontrare i suoi occhi. L’interessato si limitò ad alzarsi, fulminandolo con lo sguardo e uscì dalla stanza, seguendo Tony e Steve. Thor sospirò pesantemente. Da quando si era rimesso, Loki non gli aveva quasi più rivolto parola. Non cercava neanche di stuzzicarlo e anche gli scherzi che faceva erano sempre rivolti agli altri Vendicatori.
A Thor regalava soltanto l’indifferenza e questo gli faceva ancora più male.
 
Muovendosi nel buio del corridoio Loki non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto: nel giro di cinque minuti sarebbe stato fuori da lì e in un’altra mezz’oretta si sarebbe liberato da quello stupido bracciale.
Non sapeva perché non se ne fosse andato prima. O meglio, lo sapeva, ma se n’era accorto solo quel pomeriggio. Era successo parlando con Tony. Era bastata quella battuta. La tentazione di ucciderli sarebbe troppo forte. Appena l’aveva pronunciata si era reso conto che non era così. Non voleva ucciderli. Si stava…abituando a loro.
Si divertiva a fare scherzi a Steve: era ancora più ingenuo di Thor ma meno portato per la vendetta.
Parlando con Tony riusciva finalmente a trovare un degno avversario per i duelli verbali.
Dover cercare continuamente nuovi modi di snervare Bruce per fargli perdere il controllo lo esaltava.
E poi c’era Thor.
Da quando si era svegliato aveva cercato di evitarlo. Improvvisamente la sua presenza lo inquietava. Soprattutto non riusciva a capire perché, in punto di morte, il suo ultimo pensiero era stato farlo sorridere.
 Loki aveva sentito l’impellente bisogno di andarsene, di tornare alla normalità, dove i Vendicatori non sono altro che dei nemici da eliminare senza pensarci due volte.
Dove Thor è sempre il suo stupido fratello che tenta, inutilmente, di redimerlo.
Loki scosse la testa, riportando l’attenzione alla sua fuga: non aveva certo intenzione di fallire solo perché si era distratto!
Eccola lì, la porta che divideva la zona “residenziale” con le camere, la cucina e le aree di svago, dove lui era recluso dal cuore della base dove gli era vietato l’accesso. Dove c’era l’uscita. Strinse con più forza quella (come diavolo si chiamava? Ah si…) carta magnetica che era riuscito a rubare nel pomeriggio. Alzò il braccio per inserirla nella fenditura ma dal buio dietro di lui uscì fuori una mano che gli tappò la bocca, mentre un’altra mano si stringeva con forza intorno al suo polso, portandolo dietro la schiena per immobilizzarlo.
Il moro spalancò gli occhi, iniziando ad agitarsi per liberarsi da quella stretta, ma quella voce famigliare lo convinse a desistere.
“Stai fermo Loki” Se non avesse avuto la bocca tappata avrebbe lanciato un grido di esasperazione. Perché proprio non riusciva a capire come quello scemo di Thor riuscisse a fermarlo ogni singola volta.
Mantenendo la presa ferrea intorno al suo polso, il biondo lo ricondusse nella sua stanza.

“Che cazzo credevi di fare?”
“Si chiama fuga, hai presente? Anzi, sarebbe stata anche un’ottima fuga, se tu non fossi intervenuto…” rispose arrabbiato. Con uno scatto il biondo gli afferrò di nuovo il polso, mettendo a nudo il braccialetto
“Ottima fuga? Ti sono sfuggiti un paio di particolari del genere che appena saresti uscito da quella porta sarebbe scattato un allarme. E se non ti basta avremmo potuto alzare l’intensità delle scariche elettriche fino a farti svenire!” Il moro guardò interdetto quel cerchietto di metallo e con uno scatto del polso si liberò dalla stretta dell’altro.
 “Io voglio andarmene! Non ce la faccio più a stare qui”
“Sai che non è possibile Loki…” rispose sospirando
“Lasciami andare! Senza dubbio sai come togliermi quest’affare”
“Non posso” il biondo si stava irritando sempre di più.
“Non puoi o non vuoi ?” chiese ancora più infuriato il moro, avvicinandosi di un passo all’altro. Thor non riuscì a sostenere il suo sguardo verde.
“Io…io ho bisogno di te, Loki” si costrinse infine ad ammettere.
“Se vuoi un animale da compagnia tornatene ad Asgard! Scommetto che Sif e i Tre guerrieri saranno felicissimi di tornare a sbavare ai tuoi piedi”. Con uno scatto rabbioso Thor alzò il capo, tornando ad incontrare gli occhi dell’altro.
“Smettila Loki! Ti credi tanto furbo, ma in verità non hai mai capito niente!” continuavano a fissarsi, nessuno dei due riusciva staccare gli occhi da quelli dell’altro.
“Io sarei quello che non ha mai capito niente? Dimmi, e tu che cos’è che avresti capito?” non si erano accorti che, in preda alla furia, si erano avvicinati sempre di più.
“Una semplice cosa, ma che a te è sfuggita”
“Ti prego, illuminami” rispose ironico, alzando gli occhi al cielo.
In preda ad un raptus di rabbia, Thor lo afferrò per il collo della maglia, chiuse gli occhi e azzerò la distanza tra le loro labbra.
Continuò a baciarlo finchè il bisogno d’aria non lo costrinse a staccarsi. Mollò la presa intorno alla sua maglia per andare ad avvolgerli le spalle con le braccia, appoggiando la sua guancia contro quella liscia dell’altro.
“Allora, tu sei quello che aveva capito tutto eh?” chiese dopo un interminabile momento, tentando di allontanare i loro volti per cercare lo sguardo verde dell’altro, nella speranza di riuscire, almeno questa volta, a leggervi dentro una risposta.
Ma non riuscì. Perché solo allora si accorse delle mani di Loki, serrate a pugno intorno alla sua maglietta. Il moro lo trattenne vicino a sé.
“Resti comunque un idiota” gli mormorò nell’orecchio, prima di nascondere il viso nell’incavo del collo di Thor.







Nota
Ecco a voi la penultima (si, si avete letto bene, vi torturerò ancora con un capitolo...) parte di questa ff
Volevo ringraziare Cristy_p e Loyrala che hanno recensito: grazie mille e scusatemi se non ho risposto ma senza dubbio mi sarei fatta sfuggire qualcosa che vi avrebbe rovinato la sorpesa XD
Per finire ne approfitto per augurare buona Pasqua a tutti!

Ciao ciao XD
roby_lia
  
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