"I want the world to know about me and you"
«E se ti dicessi
che in questo momento sto
abbracciando tutto il mio mondo?»
Harry ebbe un tremito, udendo le parole che Louis gli
sussurrava lentamente all’orecchio.
«Louis» mormorò, abbandonandosi fra le
sue
braccia.
Il ragazzo più alto lasciò un po’ la
presa per permettersi
di osservare quegli occhi meravigliosamente verdi che lo fissavano con
aria
innocente.
«Odio tutto questo» Harry abbassò lo
sguardo,
la punta delle sue Converse era diventata improvvisamente il centro di
tutto il
suo interesse.
«Lo odio anche io, Haz. Giuro, vorrei poter fare
qualsiasi cosa»
«Perché il mondo non può saperlo?
Sapere di noi,
intendo. Ti amo, Louis. Mi ci è voluto un anno intero per
ammetterlo a me
stesso e a te e ora che tutto sta andando fottutamente bene non posso
permettermi di perderti»
Quel fiume inaspettato di parole pronunciato dalla bocca
morbida del riccio, misero Louis in una nuova condizione.
Louis sbatté con forza Harry al muro del camerino in cui si
erano nascosti per avere qualche minuto per loro. Non voleva essere
dolce in
quel momento, solo pura passione.
Voracemente, raggiunse la bocca del ragazzo e ci si
abbandonò contro con un sospiro.
Aveva davvero tutto il suo mondo tra le mani; quel ragazzo
dalla folta chioma riccia era l’unica ragione che aveva per
continuare a
lottare.
Harry emise un gemito e afferrò i fianchi del ragazzo,
affiancando i loro corpi in una morsa mortale.
«Niall, da quella parte. Trovali prima di 30 secondi,
siamo già in ritardo».
La voce di Liam risultò ovattata dalle pareti del camerino
ma li raggiunse abbastanza chiaramente da fargli capire che erano
più vicini
del previsto.
Con un’imprecazione, Louis dovette staccarsi da Harry ancora
mezzo ansante.
Lanciò un’occhiata magnetica al riccio, carica di
sensualità. Entrambi sapevano quanto avevano agognato quel
contatto per tutto
il giorno eppure l’eden era
stato
violato ancora.
Harry si sistemò la camicia sgualcita dentro i jeans stretti
mentre Louis si appoggiò alla parete cercando di calmarsi.
«Louis». Quel nome, pronunciato dalla bocca
morbida di Harry, era per il ragazzo puro tormento.
«Ragazzi, siete qui?»
Louis non ebbe nemmeno il tempo di dire nulla che la porta
dello stanzino si spalancò davanti a loro portando con
sé una ventata gelida di
realtà e un Niall assolutamente ignaro di tutto con una
grossa fetta di pizza
in mano.
«Ma vi nascondevate? La diretta inizia fra poco,
sbrigatevi.»
Louis notò come Harry si fosse completamente estraniato
dalla conversazione, continuando a sistemarsi
l’infinità di braccialetti che
aveva sul braccio con fare nervoso.
Per non insospettire l’amico, Louis si decise a rispondere
tranquillamente.
«Sì, grazie Niall. Arriviamo subito»
Niall sorrise, totalmente concentrato sul suo trancio di
pizza filante per prestare attenzione alle condizioni fisiche e emotive
dei due
ragazzi e uscì dal camerino chiudendosi la porta alle spalle.
A quel punto, Harry alzò finalmente gli occhi verso il moro.
Louis si sentì morire.
Il suo angelo stava piangendo.
Per colpa di quell’assurda situazione.
Per le minacce ricevute dalla casa discografica.
Per lo stress a cui era sottoposto, dovendosi nascondere a
tutti.
Per non avere la possibilità di viversi e godersi Louis in
ogni momento.
Il suo angelo stava piangendo e il moro capì che la ragione
principale era proprio lui stesso.
Sentendosi morire, corse verso di lui e lo abbracciò
mischiando il sapore amaro delle lacrime con un bacio che sapeva di
amore.