Occhi
di strega.
- Senza di te, Yuko.. -
Se
solo non avesse avuto quegli occhi. Occhi d'oro, che sciolgono il
ghiaccio e spengono il fuoco; occhi di geisha, occhi di eroina, occhi
di strega.
- Senza di te.. -
Si era abituato a vedervi
l'ignoto attraverso, quello sguardo misterioso di chi tanto sa e poco
dice. Si era abituato a vedervi potere e sapere, e silenzio, e
sorrisi, e mai alcuna indecisione.
- Yuko... -
Vi aveva
visto risate. Risate leggere e senza pretese di chi è stanco
di pensare, o ironia quieta e un po' crudele, che riempie la testa di
dubbi.
- Yuko -
Vi aveva visto amore. Amore di madre,
di sorella, la struggente consapevolezza di non poter fare altro che
le mangiava il cuore.
- Yuko -
Vi aveva visto
tristezza. Vi aveva visto paura.
- Yuko. -
Ma non aveva
mai visto odio, dentro quegli occhi.
- Ti prego.. Dimmi che
questo è un sogno. -
Lacci neri stringevano il suo
corpo come spire di serpenti, grovigli di sinuosa ed elegante
oscurità che la avvolgevano come uno dei suoi tanti elaborati
yukata. Un abito di incertezza, di terrore, un abito di buio, braccia
fredde che la rubavano alla vita, il cui solo compito era di cullarla
verso un oltre senza futuro. Quella era l'immagine di una dea che si
scioglie come cera, e l'ennesimo ricordo che va in frantumi,
l'ennesimo vuoto nella memoria dei molti. Ma non nella sua, non
stavolta.
Yuko non era mai stata più bella e terribile; una
farfalla che appassisce lentamente, che apre le ali per l'ultima
volta, al tramonto del suo unico giorno di vita. La amava, Watanuki,
per quella sua bellezza breve ed eterna destinata a non scomparire mai. Una
bellezza decisa a non invecchiare, a non sciuparsi, a non venir
piegata dal tempo o dal destino.
Yuko era l'eccezione alla sua
stessa regola, Yuko era la casualità sfuggita
all'inevitabile.
- A te non posso mentire, Watanuki. Perchè
ti voglio bene. -
Nei
sogni si può piangere? Si può sentire il caldo sulle
guance e il salato sulle labbra?
Nei sogni ci si può
aggrappare alla disperazione?
-
Il tuo desiderio! Ti avevo detto.. che l'avrei esaudito..! Te l'avevo
promesso! -
Dedali neri
di morte le accarezzavano il volto, raccogliendole i capelli come
fermagli, tracciandole la pelle come inchiostro. Che esistenza
triste, osservare il futuro del mondo senza poter mai intervenire;
eterna spettatrice di copioni destinati a divenir tragedia, e mai
commedia.
- Il mio desiderio... -
Ma
forse, non tutto era perduto.
- ..E' che tu esista,
Watanuki. Soltanto questo. -
Forse,
sarebbe bastato aspettare un nuovo sogno.