Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Il Saggio Trentstiel    04/04/2012    4 recensioni
“Understanding manga and anime”.
Una rarità ed una vera e propria perla per gli estimatori del genere.
Sorrise rimirando la copertina vivacemente colorata del libriccino, notando con stupore le sue condizioni più che buone: possibile che nessuno lo avesse mai preso in prestito?
Sospirò ed alzò lo sguardo in direzione della caffetteria: nell'arco di tre secondi netti, un altro ampio sorriso gli si era dipinto sul volto.
Lei era lì, come sempre.

Amo la Samcedes, questo è innegabile.
Questa Samcedes è però... Atipica? Diversa? Giudicate voi!
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mercedes Jones, Sam Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gli occhi si muovevano lentamente da destra a sinistra, non perdendosi neanche un titolo.
Le mani sfioravano distrattamente le costole dei libri, come se si fosse trattato di cuccioli addormentati.
La bocca -una bocca piuttosto grande, tra l'altro- era semiaperta e articolava qualche breve frase sconnessa senza però emettere suono.
Suono che, nel momento topico della ricerca, arrivò.
-Sì!-
A quel monosillabo fecero eco diversi sibili e sbuffi irritati, tant'è che anche l'anziana bibliotecaria si alzò in piedi e trotterellò decisa verso il disturbatore.
-Giovanotto...- sussurrò irritata, scrutandolo con aria arcigna da dietro gli occhiali antiquati -... Qui siamo in una biblioteca, è pregato di tacere...-
Sam Evans sorrise imbarazzato e si passò una mano tra i capelli biondissimi.
-Mi scusi...- bisbigliò a sua volta -... È solo che ho trovato...-
-Non mi interessa, ragazzo! Vieni al bancone e bada bene di tenere la bocca chiusa!-
Senza altre possibilità, Sam seguì l'anziana all'ingresso, tenendo ben stretta in mano la sua ultima conquista: avvertì su di sé gli sguardi infastiditi di alcuni lettori, ma non se ne preoccupò.
Non ragionar di lor, ma guarda e passa, pensò, esattamente come diceva quel poeta italiano, quello che aveva il nome identico al protagonista di un videogame.
Mugugnando sommessamente la bibliotecaria prese il libro dalle mani di Sam, ricopiò il titolo su un foglio e sospinse entrambi verso il ragazzo.
-Firma il foglio, il libro va riconsegnato entro due settimane da oggi...-
Sam annuì in silenzio e firmò rapidamente dove l'anziana gli aveva indicato, per poi riappropriarsi del libro.
-Arrivederci...-
-Arrivederci a lei!- esclamò Sam, provocando una nuova ondata di sibili da parte dei lettori e della bibliotecaria, il cui volto rugoso stava lentamente tingendosi di rosso.
Sam si concesse un solo, teatrale “Ops...” prima di fuggire da lì.

 

 

 

 


Lima non era una città molto grande.
Anzi, secondo Sam non era neanche una città.
In confronto ad altri luoghi in cui il ragazzo, a causa del lavoro del padre, aveva vissuto, sembrava più un paesino.
Sam però non se ne lamentava.
Aveva deciso che Lima gli piaceva, e lo aveva deciso dopo tre giorni.
Nello specifico, quando aveva scoperto la biblioteca pubblica e l'adorabile, piccolo caffè situato esattamente di fronte.
Stava dirigendosi proprio lì dopo aver abbandonato in tutta fretta la biblioteca, rimirando di tanto in tanto il libro che aveva appena trovato.
Understanding manga and anime”.
Una rarità ed una vera e propria perla per gli estimatori del genere.
Sorrise rimirando la copertina vivacemente colorata del libriccino, notando con stupore le sue condizioni più che buone: possibile che nessuno lo avesse mai preso in prestito?
Sospirò ed alzò lo sguardo in direzione della caffetteria: nell'arco di tre secondi netti, un altro ampio sorriso gli si era dipinto sul volto.
Lei era lì, come sempre.
Era seduta ad un tavolino all'esterno, da sola, completamente isolata dal mondo.
I capelli neri e -Sam ne era certo- morbidi e setosi le incorniciavano ordinatamente il volto dai tratti gentili; gli occhi erano splendenti e luminosi, completamente assorbiti dalle pagine di un libro che la ragazza teneva appoggiato al portatovaglioli.
Sam strizzò gli occhi e, avvicinandosi maggiormente ai tavolini, riuscì a leggere il titolo del libro che tanto appassionava la giovane.
Jane Eyre”.
Vera e propria letteratura, a differenza del suo...
Colto da un timore irragionevole, Sam si sfilò rapidamente lo zainetto dalle spalle e ficcò il libro al suo interno.
La strana scena aveva però attirato l'attenzione della ragazza del caffè: stringeva ancora il suo romanzo tra le mani, ma il suo sguardo era tutto per Sam.
Sorrideva, anche, non con aria condiscendente, ma piuttosto... Divertita?
Sam rispose con un sorrisetto imbarazzato, ma la ragazza era già tornata a farsi coinvolgere dalle tristi vicende di Jane Eyre.
Il biondo rimase immobile in mezzo al marciapiede, incurante del fatto che stesse ostacolando l'andirivieni degli altri pedoni.
Lei lo aveva guardato.
Lei gli aveva sorriso.
Voltò le spalle alla caffetteria e si diresse a passo di carica verso casa sua.
Aveva un piano, e non avrebbe fallito.
Ne era più che certo!

 

 

 

 

 

Il processo”, di Kafka?
No, lo scrittore aveva un cognome impresentabile...
Cime tempestose”, della Brontë?
Sicuramente era una brutta copia della canzone di Kate Bush!
Il giocatore”, di Dost... Dosk... Eh?
In quanto a cognome, forse era meglio Kafka...
Sam sbuffò e ripose anche quell'ennesimo libro.
Possibile che tra i libri dei suoi genitori non ce ne fosse uno decente, uno alla sua portata?
Osservò con rabbia i tomi ammonticchiati sul tavolino di fronte a lui, quando notò qualcosa che attirò la sua attenzione.
Un titolo breve, di due sole parole, ma stranamente di grande effetto per lui.
Sulla strada”.
Lo prese e cominciò a sfogliarlo: sembrava decisamente più promettente degli altri libri con quei titoli così noiosi...
Sussultò quando una frase gli comparve davanti agli occhi.
Un dolore mi trafisse il cuore, come succedeva ogni volta che vedevo una ragazza che mi piaceva andarsene in direzione opposta alla mia in questo mondo troppo grande”.
Non era la stessa, terribile sensazione che provava ogniqualvolta si allontanava dalla ragazza della caffetteria?
Chiuse di scatto il testo e si alzò in piedi, risoluto.
Quello era il libro giusto.
Quella era la giornata giusta.

 

 

 

 

 

Sam controllò per la quindicesima volta (aveva contato ogni controllo) l'ora: perché quella accidenti di lancetta non si muoveva un po' più rapidamente?
Lei si sedeva fuori dalla caffetteria ogni pomeriggio a partire dalle quattro e mezza, e l'orologio di Sam segnava ancora le quattro e ventuno.
Il biondo alzò gli occhi al cielo e si accinse a rileggere per l'ennesima volta la stessa pagina.
Ok, quella storia della lettura gli era sfuggita di mano, visto che in un'ora e mezza lì seduto era riuscito a finire il libro.
Non era mai stato un lettore accanito, preferendo dedicarsi a film e fumetti, ma quel libro... Chissà, forse era il suo libro, quello che meglio lo rappresentava e...
"Scusami, è libera questa sedia?"
Sobbalzò ed alzò lo sguardo sulla ragazza che aveva parlato.
Stavolta fu il suo cuore a sobbalzare.
Era lei.
Deglutì a vuoto ed annuì, incapace di spiccicare parola.
La ragazza sorrise e si accomodò davanti a lui, osservando con curiosità la sua espressione da pesce lesso.
Va tutto bene?” domandò visto che, dopo parecchi secondi, il biondo non accennava a liberarsi di quella faccia da ebete.
Sam, finalmente, si riscosse.
Hm, sì, scusami...” balbettò, richiudendo il libro e lasciandolo in bella vista “... Ero ancora preso dalle... Riflessioni su questo capitolo...”
La giovane sorrise ed inclinò il capo da un lato.
Dev'essere davvero coinvolgente per catturarti così...”
Sam annuì convinto.
Sì, è il mio libro preferito, e... Oh, comunque mi chiamo Sam, Sam Evans!”
La ragazza, seppur vagamente stupita, strinse la mano che il biondo le porgeva.
Mercedes Jones, molto piacere. Sei nuovo di queste parti, vero?” domandò subito dopo.
Lui sorrise e si rilassò sullo schienale della sedia.
Ebbene sì, sono qui da una settimana e mezzo, ormai! Prima vivevo a Cleveland, dove...”
Mercedes appoggiò i gomiti sul tavolino e giunse le mani, rapita dalla voce e soprattutto dal volto di quel Sam Evans.
La sua domanda innocente ed ingenua di poco prima era, in realtà, falsa e spudoratamente calcolata: lei sapeva che quel ragazzo era nuovo di Lima.
Lo aveva notato a scuola, fuori dalla biblioteca, perfino alla sua chiesa, e facendo qualche piccola indagine aveva scoperto che era arrivato da poco.
Il perché non lo sapeva con certezza, o forse voleva negarlo anche a se stessa.
Doveva però ammettere che Sam Evans era diverso da tutti i ragazzi che aveva incontrato e conosciuto fino a quel momento.
... Così mi sono iscritto al McKinley...”
Sam lanciò una rapida occhiata a Mercedes, ancora sorridente.
Scusami, immagino che ti stia annoiando... Come puoi notare sono un gran chiacchierone!” tentò di rimediare con tono scherzoso.
Mercedes scosse il capo.
Per niente, mi fa piacere ascoltarti! Senti...” aggiunse subito dopo, facendosi coraggio “... Conti di rimanere ancora per molto qui a Lima?-
Il biondo annuì.
Dubito che papà verrà trasferito ancora, quindi penso che metterò radici qui.”
Aveva parlato con tono leggero, quasi noncurante, ma dentro di sé sentiva come una salva di fuochi d'artificio: la domanda apparentemente casuale di Mercedes aveva acceso in lui la speranza che quella splendida ragazza potesse essere interessata a lui.
Avrebbe però dovuto giocare tutte le sue carte, compresa la più recente e, per certi versi, strana per uno come lui.
Vieni spesso in questa caffetteria?” domandò all'improvviso, mentre un cameriere gli si avvicinava.
Sam ordinò due caffè e tornò ad osservare la ragazza.
Mercedes non si fece pregare e, annuendo vivacemente -Sam avrebbe voluto anche solo sfiorare i capelli che le danzavano attorno al volto-, rispose.
Sì, è un posto molto carino, e poi...” soggiunse con un sorrisetto, il sorrisetto di chi sa di aver lanciato un'esca adeguata “... La biblioteca qui vicino rende tutto più interessante!”
Lo sguardo piacevolmente colpito di Sam convinse Mercedes che aveva utilizzato l'argomento giusto.
La frase di Mercedes convinse Sam che aveva scelto la tattica migliore.
Meglio battere il ferro finché è caldo, pensò Sam, come diceva... Oh, che importa?
Sei una lettrice accanita, vero?”
L'ora seguente trascorse fin troppo in fretta.
Mercedes parlò di libri, di autori, di letteratura, Sam la ascoltò rapito; poi fu il turno di Sam di parlare dei suoi libri preferiti -aiutandosi, ovviamente, con le trasposizioni cinematografiche di cui era tanto esperto- e di Mercedes di ascoltarlo a bocca aperta.
Il chiacchiericcio dei due venne interrotto da una voce potente accompagnata da una melodia ritmata.

R-E-S-P-E-C-T!
Find out what it means to me!
R-E-S-P-E-C-T!
Take care, TCB!

Mercedes frugò nella borsa ed estrasse il cellulare, mentre la voce di Aretha Franklin continuava a cantare: sorrise a Sam e si alzò.
È mia madre, faccio in un attimo!”
Si allontanò di qualche metro, cominciando a parlare al telefono: come se non stesse attendendo altro che quello, Sam tirò fuori una penna dalla tasca e trasse a sé un tovagliolino di carta.
Non pensò, agì rapidamente e vi scribacchiò qualcosa, lanciando di tanto in tanto fugaci occhiate alla ragazza ancora presa dalla conversazione.
Terminata l'opera, piegò con cura il biglietto improvvisato e lo infilò alla quarantaduesima del libro di Mercedes: essendo una gran lettrice, lo avrebbe trovato quella sera stessa!
Qualche istante dopo la ragazza tornò a sedersi davanti a lui.
Scusami, ma mia madre si diverte a farmi impazzire!”
Alzò gli occhi al cielo e scosse il capo, sospirando: Sam sorrise comprensivo e sospirò a sua volta.
Io... Io devo andare, devo preparare la cena per quando i miei torneranno dal lavoro...”
Oh.” sussurrò Mercedes.
Possibile che fosse... Delusa? Triste?
Se vuoi...” tentò lui, esitante “... Possiamo vederci domani...”
Da rassegnata che era, l'espressione di Mercedes divenne felice, e la ragazza si ritrovò a sorridere anche più di prima.
Mi farebbe molto piacere! Allora...” si avvicinò a Sam e lo baciò sulla guancia “... A domani!”
A domani!” ripeté il biondo, dirigendosi verso casa.
Dovette trattenersi dall'urlare e dal mettersi a correre, mentre alle sue spalle Mercedes afferrava la borsa e, con un'aggraziata piroetta, si incamminava verso la parte opposta.
Sam era felice, soddisfatto, piacevolmente stupito.
Le aveva praticamente chiesto di uscire, lei non aveva rifiutato, e il bigliettino all'interno del libro avrebbe fatto il resto!
Non riuscì più a trattenersi e, scagliato un pugno in aria, urlò.
Che la forza sia con me!”

 

 

 

 

 

Il giorno seguente, alle quattro e mezza in punto, Sam era su una panchina del parco pubblico di Lima.
Non una panchina qualsiasi ma, come aveva scritto nel bigliettino poi celato nel romanzo di Mercedes, “Seconda panchina a destra, poi dritto fino al pomeriggio. Ci vediamo al parco alle quattro e mezza. Tuo, Sam”.
Chissà se Mercedes avrebbe colto la citazione da “Peter Pan”...
Improvvisamente Sam si sentì stupido, oltre che agitato.
Un bigliettino, consistente in un tovagliolino di carta con su scarabocchiate due righe deliranti... E pretendeva che Mercedes non solo si presentasse all'appuntamento, ma cogliesse anche la sua stupida citazione?
Inspirò profondamente e si guardò attorno: non c'era ancora traccia di lei.
Lei, che aveva quel sorriso così luminoso, quella voce forte e melodiosa allo stesso tempo e quel qualcosa nello sguardo che faceva ben sperare Sam.
Sarebbe arrivata, lo sapeva.
 

Mercedes si sedette, puntuale come sempre, ma di lui non c'era alcuna traccia.
Forse stava cercando qualche libro particolare per parlarne con lei: sperò intensamente di no.
Sospirò e si guardò attorno, posando “Jane Eyre” in bella vista.
Da giorni ormai -da quando aveva visto Sam uscire dalla biblioteca- si fingeva interessata a quel noioso mattone; in realtà fingeva di leggere, in realtà sfiorava appena con lo sguardo le pagine dalla trentasei alla quaranta.
Non era un'appassionata di letteratura, ma per far colpo su Sam si era improvvisata critica letteraria.
Osservò i dintorni per quella che doveva essere la decima volta, il cuore in gola.
Sarebbe arrivato, lo sapeva.
 

Alle cinque e mezza, Sam Evans gettò la spugna.
Alle cinque e mezza, Mercedes Jones si arrese.
Entrambi si erano finti persone che non erano per conquistare l'altro, e cosa avevano ottenuto in cambio?
Una cocente delusione.
Sam lanciò un'ultima, speranzosa occhiata all'ingresso del parco, ma lo trovò vuoto, come la sua mente e il suo cuore in quel preciso istante.
Mercedes passeggiò nervosamente avanti e indietro, sgranando gli occhi davanti ad ogni capigliatura bionda, ma dovette infine capitolare, ferita.
Tornarono a casa, infuriati con il mondo intero.
Sam si chiuse in camera sbattendo la porta.
Mercedes gettò “Jane Eyre” nella spazzatura.
Lacrime di frustrazione sgorgarono dagli occhi di entrambi.

 

 

 

 

 

Due settimane dopo, Sam cominciò ad uscire con Quinn Fabray.
Due settimane dopo, Mercedes cominciò ad uscire con Shane Tinsley.
I loro sguardi si incontrano, di tanto in tanto, ma entrambi li distolgono in fretta.
Fanno di tutto per dimenticare, per smettere di star male.
Per fingere che quella scintilla che scocca non appena si guardano, non esista.

 

 

 

 

Qualche volta ho nei suoi confronti una sensazione curiosa, specialmente quando mi è vicino, come ora. Mi sembra di avere una corda nella parte sinistra nel mio petto strettamente legata a una corda analoga nella parte corrispondente della sua personcina. E se mare e terra si frapporranno tra noi, temo che quella congiunzione andrà spezzata, e ho la convinzione che comincerò a sanguinare dentro...

(“Jane Eyre”, Charlotte Brontë)

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Il Saggio Trentstiel