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Autore: Canada    04/04/2012    3 recensioni
L'origine della paura e dell'ossessione verso qualcosa che crediamo ci stia perseguitando è spesso scaturita dalla nostra fervida immaginazione. La nostra stessa fantasia e la convizione che accanto a noi ci possa essere qualcun altro o qualcos'altro può essere talmente forte da renderci paranoici o, peggio, folli.
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fascino d’un nulla follemente agghindato

 
Mi sta fissando, lo so.
Immerso nell’oscurità, avanzo incerto.
Dove sto andando, però, non saprei dirlo. È talmente buio che non riesco a distinguere i miei piedi che si muovono sul terreno. È veramente terra quella su cui sto camminando?
Non so né dove mi trovo, né come ci sono arrivato.
L’unica cosa che mi importa veramente sapere di questo luogo dimenticato dall’umanità e da Dio è che cosa mi sta inseguendo.
Li sento puntati addosso su di me, due grandi occhi scrutatori dell’anima.
Sono venuti per giudicarmi? Per decretare il mio destino?
Lo sguardo di quella creatura si fa sempre più intenso.
Al battito del mio cuore si sovrappone quello della mia testa.
Un gran pulsare alle tempie mi sta facendo impazzire.
Più accelerano i tonfi nella mia testa più quella cosa si avvicina a me.
La sento respirare, annaspare.
Cosa sei, per l’amor del Cielo? Mostrati!
Sono incapace di parlare e di muovermi ora.
Adesso sento anche il suo odore. Puzza di animale.
Sono immobile, in mezzo al nulla. Ma ecco che appaiono due enormi occhi sgargianti.
Sono così vivi e così intensi che a fatica riesco ad abituarmi alla loro presenza in quell’oscurità.
Sono due ma mi sembrano centinaia! Cerco di guardare altrove, ma non ci riesco, ne sono ipnotizzato. Allo stesso tempo ne sono inorridito: sono così disumani!
Occhi fluorescenti, completamente bianchi con contorni giallognoli. Nessuna pupilla.
Irradiano persino luce propria!
Improvvisamente sento che il terrore e l’orrore nei confronti di quell’animale crescono a dismisura. Più tento di strapparmi a quella morsa invincibile, più quello sguardo mi attrae a sé.
Sembra di stare in un vortice, che mi risucchia il cervello e inibisce i miei sensi, la mia volontà.
Quegli occhi non mi stanno solo osservando e mettendo a disagio, mi studiano.
Concentrato come sono su di loro, non mi accorgo che la loro luce delinea sempre più la sagoma di quella creatura: una gigantesca cavalla nera.
La giumenta muove avanti la zampa destra anteriore e scalcia ripetutamente con lo zoccolo.
Si sta preparando ad attaccarmi.
Muove la testa e apre la bocca in modo strano. La paura cresce dentro di me di attimo in attimo.
Il cavallo scatta in avanti e io non posso che attendere con riluttanza l’impatto.
Non riesco a muovermi e l’animale non si ferma.
Arriva.
 
Mi sveglio di soprassalto nel mio letto, madido di sudore.
Sono vivo e nessun animale sta per piombare su di me.
Che sia stato solo un incubo?
Ma quegli occhi, quella luce, non mi hanno abbandonato.
Li sento puntanti su di me.
Mi sta fissando, lo so.
 



SPIEGAZIONE:
Secondo l’etimologia anglosassone la parola “Nightmare” significa “Cavallina della notte” o “Cavallina notturna” [Night = notte – Mare = cavallina]. Per questo motivo, secondo la credenza popolare inglese, la cavalla simboleggia il destriero su cui gli incubi raggiungono i dormienti. La sua descrizione si ispira, infatti, al celebre quadro di Füssli, L’incubo [o The night mare] che ha fatto di questa leggenda una raffigurazione pittorica del sogno forte e originale.

Il protagonista della storia è talmente sconvolto dall’incontro con la cavalla che, pur essendo stato solo un brutto sogno, si sente perseguitato da quella creatura, come se esistesse al di fuori del suo subconscio. Sente i suoi occhi puntati costantemente su di sé, ma, in realtà, è solo frutto della sua immaginazione e di fatto nel suo letto non c’è nessun altro al di fuori di lui. Da qui il titolo Fascino d’un nulla follemente agghindato.
 

 
 
  
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