Prefazione:
Di solito non scrivo le
note iniziali, quindi sarò breve.
Il mio è un
semplice esperimento se andrà a buon fine
continuerò la stria, avviso sin da subito il rating potrebbe
variare e anche la avvertenze. Non sarò tenera me mi
tratterò in quel caso, e non parlo solo sull'erotismo del
racconto. Parliamo di mafia in fin fin dei conti,per ora le idee sono
chiare, ma se dovessi servirmi di scenari cruenti non mi
tirerò in dietro <3
Out of dream
Takaba aprì gli occhi, con un braccio posato su di essi per
ripararli dal sole che sorgeva ad illuminare la stanza, le cui tende
alla finestra erano state tirate a dovere la sera prima. Il giovane
fotografo sbuffò, decidendo di alzarsi per avere ancora un
paio d'ore di sonno; solo in seguito, però, notò
l'arredamento di quella camera poco familiare, e con uno scatto,
incurante ormai della luce diurna, si voltò verso il letto,
catturando con lo sguardo la figura dormiente di Asami, indifeso come
non mai.
Quella era una parola troppo forte per uno come lui, certo, eppure lo
scatto dietro quei vetri della sua macchina fotografica avevano
impresso quel volto trasportato da specchio a specchio sul rullino, nel
suo momento più intimo e meno conosciuto. Fu in quel preciso
momento che, nell'abbassare la fotocamera, si rese conto d'essere a sua
volta nudo, esattamente come quel corpo scolpito seminascosto dalle
lenzuola che, doveva ammetterlo, risultava così irreale da
mozzargli il fiato nel petto.
Takaba a quel pensiero scosse la testa, reputandosi uno sciocco a
quella costatazione che non credeva la sua mente potesse formulare,
nonostante avesse avuto un attrazione per lui sin dal primo momento; ma
lo avrebbe negato sino all'ultimo pur di non apparire nemmeno davanti
se stesso come un ragazzo innamorato. Per chi, poi? Per lui? Per uno
yakuza egoista e borioso come
lui? Sì,
gli doleva ammetterlo, ma quella non era una semplice cotta e il
convivere assieme ne era certamente la prova. Eppure, pian piano, un
dilemma ben più grande si insinuò in lui
nell'istante in cui tornò sul letto, mettendosi a sedere:
come aveva fatto a finire lì?
Non ebbe il tempo di ragionarci su che un possente braccio
dell’amante lo attirò contro i cui pettorali che
lo accolsero gentilmente, molto più di quando non facesse
quel viso perennemente freddo e scuro, i cui occhi guardavano sempre il
prossimo dall'altro in basso con disprezzo.
-Cosa credevi di fare, Akihito? Lo sai che le foto non sono ammesse.-
Il fotografo sbuffò, sistemandosi meglio da quella scomoda
posizione e ignorando la mano che pian piano scendeva e saliva,
carezzandogli i pettorali e il collo, fin quando quel corpo non
sovrastò il suo. Quello che lo squadrò
dall’alto in basso fu lo
sguardo da pervertito, come lo definiva lui, di Asami; mentre
ciò che si posò sul suo membro fu la mano della
medesima persona, che ora si ritrovava a sussurrargli nell'orecchio
parole poco gentili, imponendogli di continuare ciò che la
sera prima avevano iniziato e persino concluso.
Era impossibile! Non ne aveva mai abbastanza, per quanto il fisico di
Takaba chiedesse riposo. Anche se, c’era da dirlo, non era
del tutto immune a quel fascino adulto e ai trattamenti che gli erano
riservati dal suo amante, il quale non capiva come mai giustificasse
sempre il motivo per cui fare l'amore; e ne era certo, se fosse stato
qualcun altro non si sarebbe fatto scrupoli, né lo avrebbe
avvertito del pericolo imminente.
Eppure, nonostante sentisse la carezza della lingua del suo compagno
sfiorargli l'orecchio sinistro, rendendolo più vulnerabile,
non poté fare a meno di sorridere, ripensando che ogni
motivazione comprendeva sempre qualche punizione,
reale o meno.
Una volta, conclusa la faccenda di Fei Long, a Hong Kong, aveva persino
giustificato il suo comportamento più e più
volte, parandosi dietro al “dimenticare quelle spiacevoli
sensazioni o quei giorni infernali”... ed era persino
arrivato a dirgli che andare a letto insieme gli avrebbe ridotto il
tremolio delle mani, ma fu proprio a quel pensiero che si rese conto
che aveva avuto dannatamente ragione, e ciò lo fece
imbronciare. Ma quell'espressione durò poco,
giacché la mano destra, scendendo con una carezza per tutta
la lunghezza del suo volto, arrivò a sfiorargli le labbra,
che si schiusero per lasciare che Asami poggiasse su di esse le
proprie, così da assaporare quella bocca che ogni volta
trovava più eccitante. E forse era dato dal fatto che
Akihito cercava di ribellarsi o controbattere con maggiore foga,
cercando di non sembrare quel novellino che appariva ancora davanti ai
suoi occhi.
Eppure quel giorno non avrebbero concluso niente, perché la
porta dell'appartamento venne improvvisamente spalancata, facendoli
trasalire entrambi; nelle altre stanze ormai riversava la squadra
d'assalto della polizia, completi di caschi, manganelli e armi da
fuoco, lasciando scoperti i giubbotti anti proiettile.
-Forza! Forza! Cercate in tutte le stanze!- gridarono quelli, mentre
prontamente Asami si alzò dal letto per indossare il minimo
indispensabile necessario al contrattacco, pur trovandosi da solo, ma
sempre presentabile.
Non si curò di dare nemmeno un'occhiata al ragazzo dietro di
sé, ma gli parlò.
-Akihito, c'è una pistola nel comodino alla tua sinistra.-
A quelle parole il minore strabuzzò gli occhi, osservando la
sua schiena e facendo vagare poi il suo sguardo altrove nell'arco di
pochi secondi per cercare il ripiano in questione. Nonostante ogni sua
lamentela, non avrebbe mai lasciato che si portassero via Asami, o
almeno non fino a quando non sarebbe stato lui stesso a incastrarlo. Ma
quando trovò la pistola e l'ebbe impugnata, il sorriso sulle
labbra del maggiore si incurvò quasi in un ghigno, certo che
si fosse messo in posizione
d'attacco nonostante
l'esperienza non fosse dalla sua, ma sembrò essere a sua
agio.
-Va via.- si sentì udire dalla bocca di Asami. -Va via, e
scopri cos'è successo.-
-Ehi! Io non sono il tuo...- cercò di obbiettare il ragazzo
inutilmente.
-Sto uscendo. Nasconditi nella 'stanza'.-
Nonostante fosse contrariato, il fotografo ubbidì e,
sporgendosi fino alla testata del letto, spinse il bottone nascosto
all'interno, aprendo la camera segreta; raccattò in fretta
le sue cose e vi entrò giusto un attimo prima che la porta
venisse spalancata e si chiuse dentro con il telecomando.
A conti fatti, aveva fatto ciò che gli era stato ordinato da
Asami, e ora si ritrovava dentro quella stanza con un semplice letto,
le armi preferite dal suo compagno e... sospirò al ricordo,
una gran quantità di oggetti sadomaso e giochi erotici che
non avrebbe voluto minimamente ricordare, di cui non trovava alcune
necessità.
Rimase a fissare ancora per diversi minuti il muro che fungeva da
porta, cercando di ascoltare cosa accadesse di fuori nonostante sapesse
che quella stanza fosse isolata; ma fu solo quando si
trascinò sul letto e afferrò le proprie gambe,
senza mollare mai l'arma, che si chiese che fine avesse fatto Asami.
End Chapter 1 <3
Allora,
certamente non è la mia presentazione migliore e senza fare
la sborona di solito non solo scrivo di più, ma scrivo di
meglio XD
Questo è un Prologo / Capitolo pilota, se piacerà
a qualcuno, spero almeno 2 persone lo ammetto XD, continuerò
con la storia che trattasi della vita movimentata dei due e un po' del
tanto decantato scoop del secolo di Akihito XD *Vedere volume 4*-.
Ci sarà tanta azione e... non temete anche del sesso v.v,
con me non si scappa XD
Spero di vedere qualcuno al prossimo capitolo e non disperate, saranno
ben più di 2 pagine (Di solito per il primo cappy ne usa
5/6).
Non mi sono mai cimentata a scrivere di questa coppia e la loro
convivenza ma spero vivamente di migliorare ^^^
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Farai felice un milione di scrittori
E me XD!!