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Autore: beastille    05/04/2012    4 recensioni
«Come vuoi.» Niall toglie la sua mano dalla spalla dell'altro e esce dal bagno sbattendo la porta.
Liam continua a fissare la sua immagine allo specchio, il volto impassibile.
Lui é così, quando é in corso una battaglia interiore nella sua testa questa assorbe tutte le emozioni portandole via dal suo viso.
Si sente come se tutti si stufassero di lui.
La sua ragazza, Danielle, lo ha lasciato perché esausta; ora Niall, il suo migliore amico, se ne sta andando perché sinceramente non é facile sopportare un Capitano mentre prova a vincere una coppa.
É da giorni che Liam pensa che tutto questo sia troppo. La pressione, le notti insonni, gli allenamenti incessanti, i lividi sulla schiena che Niall gli deve medicare la sera sbuffando... troppo.
Ma ormai é andato troppo avanti, ha già superato il punto di non ritorno, e in cuor suo spera che rimanga abbastanza tempo per sistemare tutto quando questo sarà finito.
Con le mani che gli tremano, infila l'ultimo bottone nell'asola.

[ Hogwarts!AU, scritta per la Hogwarts Week indetta dalla stylinson_it @ livejournal ]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts!AU'
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Brighter (than the sun)
— atto unico —  



Gli occhi gli lacrimano per il vento freddo, le mani sono diventate insensibili per aver stretto il manico di scopa troppo a lungo e la gola brucia per tutte le grida lanciate da una parte all'altra del campo.
Se Tassorosso si trova per la prima volta in finale dopo anni, é in parte merito suo.
Dopo che Lawrence Burch, il precedente capitano della squadra, l'ha nominato suo successore, Liam ce l'ha messa tutta per vincere quella maledetta coppa, che non stanzia nella sala comune giallo-nera da troppi anni.
Ha passato intere serate a guardare gli allenamenti dei Grifondoro per sapere cosa aspettarsi dalla loro prestazione, ha letto libri su libri di tattica ogni notte e ha perfino lasciato la sua ragazza Danielle, che sinceramente si era stufata di un sedicenne che rincorre un sogno in modo quasi ossessivo.

Ma Liam vuole quella coppa, cazzo, per sé, per la squadra, per la casa.
La vuole da quando era un bambino e guardava le foto del padre Cercatore, giurando a sé stesso un giorno sarò come lui.
La vuole da quando l'ha quasi toccata al quarto anno, quando era ancora un ragazzino ingenuo che credeva di poter vincere quella semifinale contro Corvonero solo con la forza di volontà, e invece l'hanno violentemente scaraventato giù dalla scopa distruggendo il manico e il sogno.
Liam l'anno successivo ha comprato una Nimbus 2002 e ha ricominciato da capo.
Pian piano é diventato un Cacciatore migliore, suo padre é fiero di lui, ed é anche Capitano a soli sedici anni.
Quella mattina ha chiamato tutti i suoi compagni di squadra, ha sorriso loro e gli ha detto di essere contendo di essere arrivato in finale contro Grifondoro insieme a una squadra del genere; loro gli hanno dato un grande abbraccio e lui é arrossito fino alla punta dei capelli, perché Liam é fatto così.

Adesso, a bordo della sua scopa, si maledice apertamente perché non riesce a tenere la testa sul gioco, e tra la folla cerca una figura luminosa tanto quando quella giornata estiva.
Una lacrima sfugge al suo controllo quando non lo vede sugli spalti, e mentre la Bumb ferma il gioco perché quell'idiota di Tomlinson ha atterrato un suo battitore, chiude e gli occhi e rivive gli istanti dolori di quella mattina.

 

Liam si abbottona la divisa della squadra con meticolosa precisione, si infila i pantaloni e si appunta la spilla di Capitano appena sopra il cuore.
Ad un tratto, qualcuno gli appoggia una mano sula spalla e lui senza neanche pensarci piega la testa in direzione di quel tocco.
Con Niall é sempre stato così, si abbandona a lui ancora prima di accorgersi della sua presenza.
«Cosa ci fai già sveglio? Sono le cinque, Niall, la partita é alle undici.» mormora Liam per non svegliare gli altri.
«Mi ha svegliato la luce del bagno. Come mai ti stai già mettendo la divisa? É presto anche per te.»
«Mi sto solo accertando che non ci siano problemi.»
«Ma se rimani sveglio per così tanto sarai stanco quando dovrai giocare.»
«So io cosa devo fare per essere al massimo, Niall. Sono io quello che gioco a Quidditch, no? Non tu. Torna a dormire, ho bisogno di stare da solo.» la frase gli esce molto più fredda di quanto vorrebbe. Sarà l'ansia, sarà l'agitazione, ma non si scusa in tempo.
«Come vuoi.» Niall toglie la sua mano dalla spalla dell'altro e esce dal bagno sbattendo la porta.
Liam continua a fissare la sua immagine allo specchio, il volto impassibile.
Lui é così, quando é in corso una battaglia interiore nella sua testa questa assorbe tutte le emozioni portandole via dal suo viso.
Si sente come se tutti si stufassero di lui.
La sua ragazza, Danielle, lo ha lasciato perché esausta; ora Niall, il suo migliore amico, se ne sta andando perché sinceramente non é facile sopportare un Capitano mentre prova a vincere una coppa.
É da giorni che Liam pensa che tutto questo sia troppo. La pressione, le notti insonni, gli allenamenti incessanti, i lividi sulla schiena che Niall gli deve medicare la sera sbuffando... troppo.
Ma ormai é andato troppo avanti, ha già superato il punto di non ritorno, e in cuor suo spera che rimanga abbastanza tempo per sistemare tutto quando questo sarà finito.
Con le mani che gli tremano, infila l'ultimo bottone nell'asola.

«Payne, cazzo, la Pluffa!» gli urla da dietro McFarland passandogli la suddetta con forza. Liam scatta in avanti e lascia indietro tutti i pensieri - per ora. Evita il bolide che gli ha lanciato quell'energumeno di Mathews sicuramente sotto ordine di Tomlinson, che é lì che si sbraccia per cercare il Boccino.
Si dirige a tutta velocità verso i tre anelli, le urla di incitamento provenienti dalla folla lo scalfiscono appena, e l'adrenalina ha rimpiazzato il sangue nelle sue vene.
Tutto davanti a lui scorre a rallentatore, perfino il Portiere che si lancia per fermare il suo tiro sembra impiegarci minuti interi.
In una frazione di secondo il tempo ricomincia a scorrere, e sono tutti intorno a lui che abbracciano perché mentre segnava 
Wise ha preso il boccino e hanno vinto, e il mondo sembra girare velocissimo, fanculo, pensa Liam, ne valeva la pena.

-

Non dovrebbe mancargli così tanto.

Non senti il bisogno del tuo migliore amico quando non lo vedi da qualche ora.
Certo, ne senti la mancanza, ma non il vuoto fisico. Liam ha dentro di sé un buco nero e si stringe forte le braccia sulla cassa toracica per provare a chiudersi un po'. Ha la sensazione di sanguinare da ore, ed é stanco, vorrebbe dormire, e invece lo aspetta una lunga festa su alla Torre alla quale deve presenziare per forza perché beh, é il capitano.
Sente un dolore terribile in mezzo alle scapole e guardandosi nello specchio degli spogliatoi intravede un enorme livido violaceo che nessuno gli curerà stasera.

-

Non é così male la festa. L'alcol scorre a fiumi ma lui non beve, tutti gli stringono la mano felici e lui non fa altro che sorridere e cercare per l'ennesima volta una testa bionda tra la massa di persone che ha invaso la sala comune. Non c'è.

É arrivato il momento di farsi fare una foto con la coppa, e Liam la solleva senza sforzo, sorridendo gentile ai suoi compagni che lo issano in aria sorreggendolo con un muro di braccia.
Lancia uno sguardo dall'alto a tutta la sala gremita di gente, gli occhi un po' lucidi e finalmente un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra, mentre sente decine di persone che urlano con una sola voce il suo nome.
É in cima al mondo,  ma dentro di lui inizia a capire di essere solo.

L'alcol é finito, la gente é andata a dormire perché bene o male domani le lezioni continueranno indisturbate, Liam si ritrova seduto davanti al camino spento ormai in vestaglia.
Non é sicuro di voler tornare nella propria stanza dove é certo di trovare Niall, e decide di passare la notte seduto su quella comoda poltrona.
Ad un tratto una mano gli si posa sulla spalla e si abbandona istintivamente al contatto, per poi realizzare la situazione e alzare la testa di scatto trovandosi davanti Niall.
Niall con delle profonde occhiaie, lo sguardo preoccupato e il sonno dentro le ossa.
Si guardano per qualche minuto in silenzio, Liam con la bocca aperta che forma una piccola 'o' stupita.
«Non sei tornato a dormire e mi sono preoccupato» dice con una sincerità disarmante.
Liam gli fa spazio sulla poltrona, e Niall semplicemente si siede.
Lo guarda dritto negli occhi senza lasciarli via di scampo, e Liam si sente in trappola. La cosa non gli dispiace troppo.
«Riguardo a stamattina», Niall rompe il silenzio, «ti capisco. Eri nervoso, ed é stato un periodo stressante. Ti perdono.»
Liam non distoglie lo sguardo ma arrossisce come una ragazzina del primo anno.
Sa di avere torto.
«Ti perdono, certo, é solo che a volte mi sembra di non essere abbastanza per te.»
Niall abbandona il cipiglio serio e lascia che le emozioni prendano il sopravvento, coprendosi il visto con una mano.
Qualcosa scatta dentro di Liam e afferra spaventato la mano dell'altro, facendolo voltare verso di lui.
Niall ancora non lo guarda negli occhi.
«É che a volte é difficile stare vicino al grande giocatore di Quidditch che tutti amano, mi sembra di essere solo uno dei tanti.»
Liam vorrebbe pensare a una di quelle belle frasi sdolcinate che si ricorderà per sempre, ma proprio le parole non gli vengono.
Quindi si limita a fare la cosa più semplice, cioé prendere delicatamente il meno di Niall tra due dita e avvicinare le labbra alle sue, fino a quando i loro respiri resi pesanti dal sonno non si fondono.
I Tassorosso non sono impulsivi, non sono calcolatori, non sono acuti.
I Tassorosso si limitano a fare la cosa più giusta, sempre.
Ed entrambi non vedono cosa ci sia di più giusto da fare che baciarsi, finalmente, e arrossire subito dopo, e dirigersi mano nella mano nel dormitorio perché va bene tutto ma hanno veramente sonno.

Rimangono per svariati minuti sdraiati sullo stesso letto a baciarsi, anche perché Liam non é sicuro di cosa venga dopo il bacio in questo genere di relazioni, finché Niall esausto non poggia la testa sul petto di Liam col sorriso più felice del mondo.
Liam lo stringe tra le sue braccia calde e si dice che in questo caso la cosa giusta da fare é non lasciarlo andare mai più.
«Liam, dormi?»
«Si.»
«Ok.»
«...»
«Mi sei mancato.»
Liam gli schiocca un sonoro bacio sulle labbra rosse.
«Anche tu.»

   
 
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