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Autore: telesette    06/04/2012    4 recensioni
Convinta di aver trovato un'idea tanto buona quanto spregevole, Poisonny evocò a sé Zakenna e si adoperò per intensificare il suo potere. Finora il mostruoso servitore degli Oscuri era capace di intrufolarsi dentro a oggetti inanimati, alterandoli dall'interno per trasformarli in armi mortali; ma grazie al piano che quella dannata strega aveva in mente, stavolta le Pretty Cure non avrebbero avuto scampo...
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il nuovo potere di Zakenna

Poisonny era veramente stufa dei continui fallimenti del suo sottoposto.
Zakenna si era rivelato una continua delusione e, nonostante i suoi ripetuti sforzi, le Pretty Cure riuscivano a cavarsela ogni volta. Quelle dannate ragazzine sapevano sempre trovare un modo per ribaltare la situazione a loro vantaggio, perciò la subdola Oscura della Pietra Arancione intendeva escogitare una nuova tattica.

- Quelle due piccole mocciose la pagheranno cara - mormorò Poisonny tra sé, mordendosi il pollice con rabbia. - Devo solo trovare una debolezza, un qualcosa che le impedisca di reagire e... Ma certo!

Convinta di aver trovato un'idea tanto buona quanto spregevole, Poisonny evocò a sé Zakenna e si adoperò per intensificare il suo potere. Finora il mostruoso servitore degli Oscuri era capace di intrufolarsi dentro a oggetti inanimati, alterandoli dall'interno per trasformarli in armi mortali; ma grazie al piano che quella dannata strega aveva in mente, stavolta le Pretty Cure non avrebbero avuto scampo.

- Quelle stupide non immaginano nemmeno quello che le aspetta - sussurrò la donna, sorridendo malvagiamente. - Voglio proprio vedere se avranno il coraggio di reagire agli attacchi di Zakenna... anche a costo di colpire un essere umano!

***

- Misumi - esclamò una forte voce maschile. - Ehi, Misumi, aspetta!

Stupita dal suono di quella voce, Nagisa rimase ancora più di stucco, quando si rese conto che a chiamarla era stato nientemeno che Shogo Fujimura in persona. Il giovane le corse incontro con un sorriso, facendo grandi gesti con la mano.

- Hai dimenticato questo in classe - spiegò lui, porgendole una specie di piccolo ciondolo portachiavi.

La ragazza guardò prima il ciondolo e poi Shogo, con occhi sbarrati dallo stupore, e a malapena riuscì a biascicare qualcosa in risposta.

- Gra... Grazie!
- Figurati - rispose lui, sorridendole amichevolmente. - Mi sono accorto che lo avevi dimenticato sul banco, solo quando eri già uscita!

Nagisa arrossì vistosamente.
Che bella figura doveva aver fatto, mostrandosi ai suoi occhi come una povera sbadata. Tuttavia lo sguardo gentile di Shogo era tutt'altro che di scherno. Il cuore della ragazza cominciò a battere forte, mentre la lingua era come paralizzata, ma per fortuna il provvidenziale intervento di Honoka riuscì a "sbloccarla" da quel silenzio a dir poco imbarazzante.
In altre occasioni, Nagisa si sarebbe forse arrabbiata che l'amica si intromettesse nei suoi affari. Tuttavia, in quella situazione, la presenza rassicurante di Honoka era riuscita a spezzare la tensione e ad offrirle una buona occasione per avviare una conversazione.
Shogo e Honoka erano amici fin dall'infanzia, dunque non era strano passare da una conversazione al voler fare la strada assieme.

- Che ne dite di fermarci a prendere qualcosa? - propose Shogo.
- Ottima idea - osservò Honoka. - Che ne dici, Nagisa?
- Ecco, io...

Dopo una lieve quanto brevissima esitazione, la biondina sorrise e accettò l'invito di buon grado.
L'allegro terzetto si diresse dunque verso il bar poco lontano, ignari ovviamente del fatto che qualcuno li stesse osservando...

***

Mentre chiacchieravano tranquillamente, ad un tratto Nagisa avvertì che c'era qualcosa che non andava.
Una donna alta ed elegante, con lunghi capelli rossi e un sottile sguardo minaccioso, si parò loro dinnanzi e rivolse alle ragazze un sorriso beffardo.
Sia Nagisa che Honoka si misero in guardia, sotto lo sguardo perplesso di Shogo ( il quale ovviamente non poteva certo immaginare cosa stesse succedendo ), tuttavia Poisonny le canzonò divertita.

- Bene, bene - esclamò. - Ecco qui le due scolarette... Avete già fatto i compiti per casa, mi auguro!
- Che cosa vuoi, maledetta? - ribatté Nagisa tra i denti.
- Oh, non è poi tanto difficile da indovinare - replicò Poisonny, stringendo ancora di più le sottili fessure degli occhi.
- Ehm, ragazze - fece Shogo confuso. - Potete... Potete spiegarmi che sta succedendo?

D'istinto le due amiche fecero per allontanare il giovane ma, prima che questi potesse scappare, Poisonny aveva già evocato l'oscura presenza di Zakenna.
Il mostro si manifestò come al solito, gettando un'ombra violastra nella zona circostante, e anche Shogo cadde inevitabilmente vittima del suo potere perdendo i sensi.

- Oh no, Shogo - urlarono le ragazze preoccupate.
- Avanti, Zakenna - ordinò l'Oscura, indicando il corpo del giovane svenuto. - Fai quello che devi fare!
- Zakennaaa!

Senza farselo ripetere, il mostro dell'oscurità si gettò in mezzo alle due fanciulle sbigottite e, prima che entrambe potessero fare o dire qualcosa per fermarlo, si insinuò nel corpo di Shogo.

- No, non è possibile - esclamò Nagisa.

Purtroppo, a dispetto delle sue parole, Zakenna aveva effettivamente assunto il controllo del giovane. Davanti agli occhi increduli delle due fanciulle, Shogo si rialzò lentamente in piedi... Tuttavia i suoi occhi brillavano della rossa luce malvagia del mostro che aveva assunto il totale controllo su di lui.

- Non può essere vero - ripeté Nagisa sconvolta. - No, è assurdo...
- Ti sbagli, mocciosa - ribatté Poisonny. - Ho aumentato i poteri di Zakenna, proprio per questo scopo; sono proprio curiosa di vedere se avrete il coraggio di attaccarlo, a costo di fare del male al vostro compagno!
- Maledetta - urlò Nagisa furibonda. - Questa te la faccio pagare e...
- Zaaa-keeen-naaa !!!

Purtroppo il problema più immediato non era quella subdola strega, bensì il mostro al suo servizio.
Non c'era altra scelta, dovevano trasformarsi e cercare di fermarlo con ogni mezzo.
Ma stavolta la situazione era tragicamente diversa: fino ad ora Zakenna aveva sempre invaso oggetti inanimati, trasformandoli in macchine da combattimento vere e proprie; ora invece era nel corpo di un essere umano, e non di un essere umano qualunque... Ma in quello di Shogo!

Foto

Sia Nagisa che Honoka esitarono.
Come potevano attaccare, rischiando di fare del male al loro compagno?
La paura di ferirlo era tanta, troppa per permettere loro di combattere al massimo, d'altro canto Zakenna non aveva certo intenzione di trattenersi.

- Che vi succede, Pretty Cure - sogghignò Poisonny, con una nota sprezzante nella voce. - Non avete il coraggio di colpire il vostro amichetto? Che peccato...
- Taci, maledetta - esclamò Nagisa con rabbia.
- Cure Black, attenta!

L'avvertimento fece voltare la fanciulla appena in tempo per evitare un attacco fatale. Tuttavia un attimo dopo sia Cure Black che Cure White si ritrovarono a dover fronteggiare una serie di micidiali attacchi consecutivi: la presenza di Zakenna dentro al suo corpo aveva reso Shogo molto più forte e veloce di un essere umano normale; malgrado i loro poteri, le due eroine esitavano per timore di fargli del male... Ad un tratto Shogo si liberò di Cure White con una manata piuttosto violenta e, dopo aver afferrato Cure Black alla gola la spinse forte contro un muro alle sue spalle e la tenne sollevata da terra.

- Finiscila, Zakenna - urlò Poisonny, chiaramente soddisfatta.
- Sho... Shogo... - sussurrò Nagisa debolmente, sforzandosi di tenere aperti gli occhi. - Ti... Ti prego, svegliati...

L'espressione di Shogo era contratta in una smorfia malefica tuttavia, nello stesso momento in cui le lacrime cominciarono a scendere lungo le guance della ragazza, qualcosa sembrò placare il suo istinto omicida.
La mano di Cure Black scivolò assente lungo il corpo, man mano che si sentiva soffocare sempre di più, e quest'ultima sentiva le forze che la stavano ormai abbandonando. All'improvviso però, emettendo un ruggito fortissimo, Zakenna sentì che il suo controllo sul giovane umano non era più totale. Le dita che stringevano Nagisa per il collo si aprirono improvvisamente, lasciandola ricadere a terra tossendo, e subito dopo Shogo cominciò a gridare tenendosi la testa con entrambe le mani.
Dopo un attimo di sorpresa, Poisonny capì che cosa stava succedendo: a differenza degli oggetti, gli esseri umani possedevano una propria volontà; se la volontà era abbastanza forte da opporsi al suo controllo, Zakenna non poteva combattere e mantenere il suo influsso allo stesso tempo; l'Oscura si rese conto di aver commesso un grave errore, ma era troppo tardi per rimediare.
Subito Cure White approfittò della situazione per correre in aiuto della compagna.

- Stai bene? - domandò preoccupata, aiutandola a rialzarsi.

Cure Black annuì e, resasi conto che non c'era tempo da perdere, suggerì all'amica di liberare definitivamente Shogo dall'influsso malefico con una scarica di luce al minimo della potenza. Dal momento che Zakenna era in crisi, e dunque incapace di evitare quel colpo, l'attacco combinato delle due eroine investì in pieno il mostro costringendolo ad uscire dal corpo del giovane e a scomporsi in una mirìade di piccoli e scuri frammenti urlanti.
Resasi conto dell'ennesima sconfitta, Poisonny lanciò una muta imprecazione all'indirizzo delle Pretty Cure e se la diede a gambe.

- Ci rivedremo, mocciose!

***

- Shogo, Shogo - esclamò Nagisa ( ovviamente una volta recuperate le sue sembianze ), sostenendo la schiena e la testa del giovane svenuto. - Stai bene? Rispondimi, per favore!

Pian piano il giovane riaprì dunque gli occhi e, nel riconoscere i volti delle due fanciulle chine su di lui, si domandò che cosa fosse successo.

- Ad un tratto sei svenuto per strada - esclamò in fretta Honoka, cercando di suonare convincente. - Avrai avuto un malore, o un giramento di testa, chissà...

Per fortuna Shogo non ricordava nulla dell'accaduto, anche se qualcosa nello sguardo preoccupato di Nagisa sembrava risvegliare in lui una specie di barlume ( immagini confuse ed inspiegabili, troppo assurde per la verità, tanto che finì per giudicarle semplicemente un delirio momentaneo ). Ad ogni modo si rialzò in piedi, scusandosi per averle fatte spaventare. Entrambe sorrisero sollevate e, dopo averlo rassicurato, si scambiarono un'occhiata d'intesa.

FINE

   
 
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