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Autore: CowgirlSara    08/11/2006    9 recensioni
La troppa fretta di Sakuragi nell'accettare le sfide lo porterà ad assaggiare un sapore di cui non saprà più fare a meno...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa piccola fanfiction

Questa piccola fanfiction (piccola perché breve) è frutto di una di quelle ispirazioni improvvise. Non chiedetemi cosa c'entra l'anguria, perché so soltanto che un'anguria ci sarà, ma non sarà molto protagonista... (oh, non fatevi venire pessime idee! non c'è nulla di erotico o perverso dietro!). Spero che vi piacerà, io mi sono impegnata molto per scriverla, è sempre una sfida scrivere al presente e cercare di caratterizzare al meglio Rukawa! 

La storia è ancora in fase di scrittura, quindi dovrete aspettare un po' per l'aggiornamento, però la settimana prossima dovrei postare l'ultimo capitolo dell'altra mia ff "Ice Fox & Purple Crutch".

Grazie fin da ora per qualsiasi commento vorrete lasciarmi. Un bacione! 

Gli splendidi personaggi di Slam Dunk sono di proprietà del Signor Inoue, ma ce ne sono almeno due o tre di cui m’impossesserei volentieri… ^__- Tutte le canzoni usate sono di proprietà dei loro legittimi autori. Questa storia è scritta senza scopo di lucro.



- I° parte -

Well you get so sick of the fightin'
You lose your fear of the end
But I can't lose your memory
And the sweet smell of your skin
(Dry lightning – Bruce Springsteen)



No, che sembra facile dire: profuma. Di buono. Perché se Hanamichi riuscisse a dargli un nome, a quel profumo, forse potrebbe gettarsi tutto questo alle spalle e andare avanti. Non si domanda come mai non si è fermato una sola volta ad analizzare così a fondo l’odore degli altri suoi amici. Ma qui, si parla di Kaede (che di nuovo lo chiama per nome come se fosse la cosa più naturale del mondo…) e tutto ciò che riguarda Kaede (rieccoci…) diventa inspiegabilmente un mistero da svelare.
Sakuragi sente che un giorno, molto vicino, farà la grandissima cazzata di chiamarlo per nome davanti a tutti, procurandosi la più immensa figura di letame della sua vita. Non sa che quel momento si sta avvicinando a grandi passi. E per tutt’altro motivo.

Ma torniamo al profumo di Ka… della volpaccia seduttrice, che ora è una priorità.

Allora, non è il bagnoschiuma che usa, seppur ottimo; magari contribuisce, come quella leggera colonia che si spruzza ogni tanto, dopo la doccia. E non è il deodorante, perché lui non lo usa. Si passa sotto le ascelle un cristallo di potassio, dice, che pare elimini qualsiasi odore; e sembra funzionare, perché Rukawa deve sudare tanto, ma veramente tanto, per riuscire a mandare una minima puzza.
Lui profuma. Sempre. Lo senti anche se ti passa a metri di distanza. E sono settimane che Hanamichi cerca di trovare una spiegazione.

Che poi, uno potrebbe anche fare a meno di pensarci, a ‘sta cazzata del profumo. Basterebbe stargli abbastanza lontano. E Hanamichi ci starebbe pure, a distanza di sicurezza, se…

Se quel Gorilla dalla testa di marmo non l’avesse messo a marcare proprio la Kitsune!

È solo una partitella d’allenamento, ma… Tutta colpa di un fottuto corso d’aggiornamento cui partecipa il signor Anzai ed al fatto che Akagi, che lo sostituisce, retrocesso a matricola nella nuova squadra universitaria, deve sfogare l’aggressività repressa.

Ecco, Rukawa adesso sta arrivando. Con quella sua corsa composta ed elegante, che non si riesce proprio a staccargli gli occhi di dosso.
Kami, se è bello! Hanamichi sa che non dovrebbe pensarlo, per un anno ha fatto finta di non accorgersi di che effetto gli faceva quella pelle di latte e neve, ma ad un certo punto è diventato impossibile. Non chiedetegli perché, non ve lo saprebbe spiegare.

Fatto sta che Rukawa arriva.

Gli va incontro palla alla mano, con quel classico sguardo che Hanamichi ha ribattezzato Lo Sguardo Frangighiaccio. Lo ostacolano in due e lui fa un passaggio precisissimo, di quelli stile Sendoh, verso Miyaji, che riceve con prontezza. Anche il playmaker viene ostacolato, così ripassa a Rukawa, che nel frattempo s’è liberato dalla marcatura. Adesso, tra la Kitsune ed il canestro c’è solo Hanamichi.

E tra Hanamichi ed il suo compito di difensore c’è Rukawa. E il suo corpo candido e scattante. Ed il suo sguardo distante e concentrato… E quel suo dannato profumo.

Sakuragi contrasta Rukawa sotto canestro, gli si oppone con tutto il corpo. La Kitsune fa resistenza, proteggendo la palla; sa che, ormai, il Do’hao non è più un pivello. Kaede tenta di smarcarsi. Il suo fianco sottile preme contro il bacino del compagno/avversario. Le braccia frizionano le une contro le altre. Il sudore si mischia. Le scarpe stridono sul parquet. L’affanno si fa più forte. Da così vicino gli odori si sentono bene. Troppo bene.

In special modo UN odore.

Il profumo di Kaede gli entra prepotente nelle narici. È delicato, ma intossicante. Fresco, eppure lo fa bruciare. Gli annebbia il cervello e lo distrae.

Così Rukawa si gira, spinge ancora una volta contro l’inguine fin troppo sensibile di Hanamichi, palleggia, scarta e va a canestro. Sakuragi lo imita con un secondo di ritardo e quando raggiunge il ferro, ormai la palla si è insaccata.
Il presunto Tensai ricade male, forse anche per colpa di quel mezzo sorriso trionfante sulle labbra perfette di Kaede che intravede mentre scendono, e adesso è col culo per terra.

Kaede è davanti a lui, in piedi; lo sovrasta e lo osserva con quella sua aria di superiorità così… così eccitante…

Rukawa fissa il viso di Sakuragi, i suoi begl’occhi scuri mandare lampi pericolosi. Quanto vorrebbe sfotterlo un po’, se questo non fosse così lontano dal suo usuale modo di fare. Adora provocare il Do’aho. La sua rabbia e la sua passione fanno scorrere più veloce anche il sangue di Kaede. Lo fanno sentire vivo.
È meglio che adesso, però, la smetta di fissare le deliziose labbra imbronciate di Hanamichi, prima di fare o dire una cazzata. Abbassa gli occhi, Kaede, cercando la palla. Tanto c’è chi è più che pronto ad infierire su quello stupido, adorabile Do’aho.

“Sakuragi, ma non avevi dichiarato che non ti avrebbe saltato mai più?” Domanda, infatti, Ryota sarcastico. Gli risponde solo un ringhio sordo e lo sguardo inceneritore di Hanamichi.
“Dovresti smetterla di parlare a vanvera, Genio.” Rincara la voce provocatoria di Mitsui.
“Chiudi quella fogna, Baciapiselli ripetente!” Reagisce Sakuragi, ma senza alzarsi da terra.
La voce di Akagi interviene da lontano. “Mitsui, passa tu in marcatura di Rukawa.” Ordina perentorio.

Questo è troppo! Hanamichi non può accettarlo, la sola idea che qualcun altro marchi Rukawa lo fa star male. Qualcuno diverso da lui che lo bracca stretto, che si struscia, che sente il suo profumo forte e vicino come lo ha sentito lui un attimo fa (e ce l’ha ancora nel naso) … No! E poi, cazzo, è una questione di orgoglio! Akagi ormai dovrebbe saperlo, che la loro non è semplice rivalità sportiva!
A che cosa è veramente, Hanamichi non vuole pensarci almeno per i prossimi dieci anni… a mente fredda, diciamo… Ora ci sono cose più urgenti.

“NO!” Esclama il rosso, torcendosi verso il suo ex capitano e costringendo tutti a guardarlo con gli occhi spalancati.

La veemenza della sua negazione fa voltare perfino Kaede, che lo fissa perplesso, con un sopracciglio alzato.

Hanamichi si alza, voltandosi verso Akagi. “Gorilla, ti prego, lasciami fare.” Chiede quasi supplichevole. “Finora ho scherzato, ma giuro che d’ora in poi non gliene farò passare altre.” Proclama deciso, ma non ci crede nessuno. Anche se Sakuragi è migliorato, tra lui e Rukawa passa ancora un abisso.
“Scommettiamo?” La provocatoria proposta della Kitsune sovrasta il silenzio, prima che Takenori possa dire qualunque cosa. Hanamichi si gira verso di lui con occhi saettanti.
“Come no!” Accetta subito, con la solita irruenza; non sia mai che declini una sfida della volpe polare. “Se segni ancora io…” Ma non sa che pegno mettere, il Do’aho…
Ci pensa Mitsui, che in quanto ad ironia perversa non è secondo a nessuno. “Se Rukawa segna di nuovo, Sakuragi lo bacia in bocca.” Propone divertito; forse pensa che non saranno così pazzi da accettare. Allora non li conosce bene…

Cala il gelo, comunque, dopo la sua affermazione. Hanamichi è diventato una statua, come se gli occhi di Kaede fossero quelli della Medusa e lui un incauto guerriero che li ha fissati troppo a lungo. Perché sì, si stanno guardando negl’occhi da quando Hisashi ha pronunciato la sentenza.

“Ci sto.” È la glaciale risposta della Kitsune, data senza smettere di guardare Hanamichi; poi si gira e torna a donare la sua attenzione all’amata palla a spicchi.

Il mondo, intorno a Sakuragi, intanto riprende vita: i compagni di squadra si rimettono in posizione, Akagi li sprona con le mani sui fianchi, Ayako fischia e grida “Si gioca!”. 
Ma Hanamichi è sconvolto. Se perderà lo scontro, e lo perderà, perché dentro di se è consapevole di essere un giocatore inferiore a Rukawa, lo dovrà baciare…
E sarà il suo primo bacio. E lo dovrà fare guardandolo negl’occhi. Davanti a tutti!
Ma la cosa che lo sconvolge di più, ed anche è inspiegabile, è il fatto che tutti abbiano ripreso la routine, come se un bacio in bocca tra lui e Rukawa fosse normalissimo! 

“Sakuragi, ti muovi! O vuoi perdere la scommessa?” Lo incita il Gori.
Hanamichi si riscuote. No, che non vuole perderla questa scommessa! Questa pubblica umiliazione non la subirà, vincerà la sfida e ricaccerà indietro tutta la boria della Kitsune!

Il gioco riprende.

Pochi passaggi e sono di nuovo sotto canestro. Hanamichi e Kaede di nuovo occhi negl’occhi. Sudati, ansimanti, come e più del solito. La lingua di Rukawa scatta sul suo perfetto labbro inferiore. È solo una frazione di secondo, ma a Sakuragi si apre tutto un mondo.

Kaede, tu mi farai impazzire…


Ma non c’è tempo per riflettere. Rukawa non tergiversa, stavolta, salta direttamente a canestro. Hanamichi non si fa cogliere di sorpresa, deciso com’è a vincere la sfida, e salta quasi nello stesso istante. Può farcela. È più alto e salta più della Kitsune. Basta un dito per non farlo segnare e lui si oppone con entrambe le mani alzate.
Ma è qui che entra in gioco la classe. Quella di Rukawa.
La volpe, senza mutare la sua espressione gelida, effettua un rapido cambio di mano, insaccando praticamente alle spalle di Sakuragi.
E mentre tornano a terra lo sguardo del Do’aho, almeno secondo l’opinione di Kaede, è assolutamente impagabile.

“Lo sapevo.” Commenta serafico Ryota.
“È proprio un deficiente.” Afferma Akagi scuotendo il capo, mentre l’aria si riempie delle risate del Gundai, come sempre fedele spettatore degli allenamenti.
Mitsui si avvicina a Sakuragi, con una palla tenuta sul fianco e lo sguardo malignamente soddisfatto.
“Hai perso, adesso devi pagare…” Gli sussurra provocatorio, pur aspettandosi una reazione esagitata. Hanamichi, però, non risponde, non lo prende per il collo, non lo insulta. Tace immobile.
Ayako lo osserva preoccupata, pensando che se esplode, stavolta si scoperchierà la palestra, così guadagna timorosa e previdente la porta. 
In quel momento arriva anche Haruko, che osserva perplessa la strana scena, prima di chiedere spiegazioni al Gundai.

E Hanamichi tace. Tutto ruota vorticosamente intorno a lui, come una vecchia comica. Poi, all’improvviso, un suono ovattato, un passo e i contorni ritornano limpidi, ma solo intorno ad una figura.

È Kaede.

Si avvicina implacabile come un felino predatore. Un passo dopo l’altro. Ora è davanti a lui, a un palmo di distanza. Con quegl’occhi che hanno tutte le sfumature della notte.

“Allora, Do’aho?” Dice con un cenno del capo, solenne in tutto il suo dannato splendore.
“I… io…” Balbetta Hanamichi imbarazzato. “…non ho mai… mai baciato…” Deglutisce.
Oh, la sua piccola, ingenua e innocente scimmietta rossa! Kaede gli sorriderebbe con tenerezza, se non fosse sicuro che questo lo sconvolgerebbe definitivamente. Strappargli il primo bacio è, però, un’idea esaltante.
“E allora? È un problema?” Gli domanda con tono basso e incolore, piegando appena il capo di lato.
“Certo che no!” Proclama Hanamichi, punto sul vivo; poi guarda Rukawa, che sta lì, davanti a lui impassibile, in attesa, e non sa come continuare. “Ki… Kitsune…” E’ la sua supplica.
“Ho capito.” Afferma secco Kaede, roteando gli occhi; in quella elimina la distanza tra loro e gli prende il viso tra le mani.

Quando le labbra di Rukawa si posano su quelle di Sakuragi, dai presenti si leva un mormorio sorpreso. Haruko, incredula, si copre la bocca con le mani. Il Gundai è addirittura agghiacciato.

E Sakuragi?

Hanamichi, nel suo ultimo istante di lucidità, si dice che quelle labbra sono veramente morbide come le immaginava. Ma poi lo sente. Il profumo.
Nessun prodotto sintetico, nessun artificio, nessun trucco. Quel profumo, semplicemente, è Kaede. Ora lo sa. Ora che la Kitsune forza delicatamente la sua bocca e lo invade con se stesso. Con il suo magico odore. E sapore.

Ma non pensate che sia un bacio delicato. Rukawa non è certo un tipo tenero e desidera baciare il Do’aho da tanto tempo. Così, quando sente Hanamichi cedere, si lascia trasportare. Lo spinge, gli fa fare un passo indietro. E approfondisce il bacio.

Gli spettatori sono sempre più allibiti. Akagi è una statua di sale con gli occhi di fuori. Mitsui, ancora, non può credere di aver dato il via ad una cosa simile. E Haruko ha sempre le mani sulla bocca. Ayako si avvicina a Ryota senza staccare gli occhi dai due ragazzi.
“Ma che sta facendo Rukawa? Gli ha…” Mormora incredula.
“…messo la lingua…” Conclude Miyaji, altrettanto sconvolto.

Hanamichi, nel frattempo, è completamente in balia di Kaede, della sua forza, della sua dolcezza.
Quando la lingua di Rukawa sfiora la sua è come affrontare un vuoto d’aria. Ricambiare, invece, è come cadere dal cielo senza paracadute. Esaltante e spaventoso.
E il distacco, quasi improvviso, è simile a raggiungere il suolo con un botto. Grosso.

Kaede lo lascia, si stacca, privandolo di un contatto ormai indispensabile. Si inumidisce le labbra, mentre riprende fiato. Si guardano. E nei loro occhi c’è qualcosa di diverso, come l’ombra di una nuova consapevolezza. Entrambi, adesso, sanno di provare dei sentimenti l’uno per l’altro diversi da quelli che credevano. Perché un bacio così non può lasciare indifferenti.
Non si può parlarne ora, però. Non con le difese abbassate, si correrebbe il rischio di esporsi troppo.
Rukawa, quindi, ritrova miracolosamente da qualche parte la sua espressione impassibile, poi si allontana, pronto a riprendere gli allenamenti.
Mentre Hanamichi resta lì, fermo. Almeno finché la sua faccia non comincia a diventare rossa, sempre di più. Per la rabbia, per l’imbarazzo. Per tutta una serie di motivi che è meglio non analizzare.
Quando la sua pelle ha raggiunto una tonalità che non permette di distinguere la maglia, dalla faccia e dai capelli, Ayako si avvicina al ragazzo. Si ferma a pochi passi dalla sua schiena.
“Hanamichi… tutto bene?” Osa preoccupata, allungando appena una mano verso di lui.
Sakuragi non risponde. Stringe i pugni e i denti. E gli occhi. Non vuole vedere, non vuole sentire. È confuso. Impaurito, forse. E si sente umiliato, perché ha lasciato che Rukawa prendesse il controllo. Ancora una volta. Come in campo. Come nei sogni che nemmeno ammette di fare. Come sempre.
E allora china il capo e fugge via, lasciando la palestra nel minor tempo possibile. Non vuole incrociare lo sguardo di nessuno. Non vuole sentire i commenti di nessuno. Vuole stare solo.

Continua...

   
 
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