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Autore: Cloe87    16/04/2012    2 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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NON TUTTE LE DEE SANNO BADARE A SE STESSE!

Ma quando lo si scopre è sempre troppo tardi.

 

Mi ricordo ancora quella sera che diede il via alla corsa che cambiò definitivamente il corso degli eventi...

 

Ero sdraiata su uno dei divani della villa, mentre Katy era intenta a risistemare le mie costole incrinate dopo l’incontro con il Leone. Nella stanza oltre a me c’erano la Kido, Seiya, Morgana, Eva e Alexis, più i restanti Bronze e Silver saint.

«Come stai Arianna?» mi chiese Saori.

«Molto meglio, grazie» risposi io, che finalmente stavo riprendendo a respirare normalmente, mentre la Guaritrice si lasciò scivolare su una poltrona, completamente esausta. Anche per lei, l’uso prolungato del suo cosmo la lasciava senza energie.

Dopo di che, il silenzio calò nuovamente nella sala. Nessuno di noi aveva voglia di parlare. I Silver si sentivano tremendamente in colpa per l’accaduto; chi per essere stato colto di sorpresa da Shaina, come un pollo, chi per aver messo a repentaglio la vita di Atena per aver ceduto al desiderio di trascorrere una serata come dei ragazzi normali.

Noi e i bronze eravamo invece preoccupati per come si stava evolvendo la situazione, che ci stava completamente sfuggendo di mano. Io in particolare iniziavo a temere seriamente per l’incolumità del Grande Sacerdote, ma anche del giovane e impulsivo ragazzo del Leone. Non riuscivo a far altro che pensare a lui e ad Arles. Avevo infatti la sgradevole sensazione che le mie parole fossero state gettate la vento e che sarebbe successo qualcosa di grave. Più andavo avanti più mi rendevo conto della situazione in cui ero finita, ma anche della determinazione che in me era cresciuta nel risolverla. Feci scivolare il mio sguardo sui presenti e mi chiesi come mai il cosmo negativo avesse preso piede al Santuario. Fu lo sguardo da duri dei silver e la loro voragine nel cuore a darmi la risposta: nessuno di loro aveva avuto scelta.

A rompere il silenzio fu Saori:

«Io vado al Santuario ad affrontare il Sacerdote di persona. Questa storia di equivoci e inganni deve finire.» disse e tutti ci girammo verso di lei. Tutti tranne Seiya che, continuando a guardare le stelle oltre la finestra, chiese:

«Perché vuoi recarti al Santuario? Potresti avere una vita lussuosa e senza problemi se solo lo volessi.»

«Perché questo è il destino della mia stella. Ognuno di noi è posto sotto l’influenza di una stella che ne determina il destino. Questo tanto più per i saint, che sono sotto una costellazione guida, e per gli dei che reggono le sorti dell’umanità. Combattere le forze oscure in nome della giustizia è lo scopo della mia reincarnazione in questo mondo» rispose Atena.

«Ma se il nostro destino è già stato deciso e non possiamo far altro che percorrere la strada tracciata dalle stelle, perché quindi lottare e non lasciarci piuttosto trascinare dagli eventi? Il tuo discorso non ha senso, Saori.» disse quindi Ikki rivolgendosi alla Kido.

«Quello che Ikki sta dicendo è un’obbiezione più che lecita. Si lotta per cambiare, per salvare, per amore, per un ideale, per costruire un futuro migliore. Ma se la motivazione che ti muove è semplicemente perché quello è il tuo destino, lascia perdere. Resta al sicuro a Tokyo. Al Grande Tempio, per risolvere la questione mi recherò io. Devo adempire ad una promessa.» dissi a quel punto.

Atena mi guardò autoritaria: «Arianna, osi mettere in dubbio il mio ruolo?»

«Soltanto le tue motivazioni. Se lo fai solo perché devi, allora non farlo. Non sarai in grado di sopportare il peso delle tue azioni; perché a determinare il destino di un uomo è la forza delle sue convinzioni e delle proprie scelte, non degli ammassi gassosi che distano da noi anni luce. Gli uomini hanno imparato da tempo a tracciare da soli il proprio futuro; nel bene e nel male.» risposi io guardandola dritta negli occhi.

Un silenzio nervoso calò nuovamente nella sala. Avvertivo il disagio dei silver di fronte alla mia aperta opposizione ad Atena, con il conseguente rischio di far degenerare la situazione, ma il mio intento non era di metterli di fronte alla scelta tra il loro dovere di saint, nei confronti di Atena, e il loro affetto per noi, ma era proprio per proteggere loro e quella ragazzina cocciuta e autoritaria, a cui nonostante tutto mi stavo affezionando, che stavo contrastando Saori. Non avrei accettato di vederli morire al Santuario in nome di un fantomatico destino imposto dalle stelle!

«Mentre a te cosa ti muove? Tolto il desiderio egoistico di salvare l’uomo che ami?» mi chiese secca la Kido. Quelle parole mi fecero male, ma risposi senza fare una piega.

«Non ho problemi ad ammettere le mie debolezze e i miei desideri. È vero, desidero riavere accanto a me l’Arles che ho avuto modo di conoscere, ma questo è solo un aspetto. Ciò che mi spinge a lottare è una mia scelta; la scelta di essere luce in un mare di tenebra e di testimoniare la speranza in un futuro diverso con la mia stesa vita! Questa è la via che ho tracciato, la vita che ho scelto e il compito che mi sono assunta, senza rinunciare mai ad essere me stessa con i miei limiti e le mie mancanze! E non lo faccio solo per Arles, ma anche per tutti voi. Perché ora so contro cosa devo lottare al Santuario: il suo destino!» Dissi.

«E pensi di poterlo fare da sola?» chiese Atena.

«Ma lei non è sola» disse Morgana: «Le anime dei morti mi chiamano al Santuario. Arianna io sono con te. È ora di tracciare una nuova strada per le sorti di questo mondo. Sono pronta a mettermi in gioco fino in fondo, come non ho mai fatto fino ad ora!»

«Anch’io verrò con voi! Ho visto il dolore della vita di un saint e farò di tutto per cambiare le cose! Basta sangue e dolore!» disse Katy poggiandomi una mano sulla spalla.

«Giusto! È ora di portare anche al Santuario uno po’ di giustizia con la G maiuscola...» Alexis fece ironica l’occhiolino a Saori, che stava per replicare, ma venne interrotta prontamente dalla Sensitiva:«... non lasciando tutto sulle spalle di un’unica ragazzina cocciuta e testarda!».

«E se c’è anche solo la possibilità di salvare una vita... non mi tirerò certo indietro!» disse Eva sorridendomi.

A noi si unirono anche i Bronze:

«Non che mi vada di rischiare il fondoschiena per salvare Arles e aiutare Saori, dopo tutto quello che ci hanno fatto passare, ma non posso neanche lasciare andare delle donzelle nelle tana del lupo da sole» disse Seiya scoccando un sorriso alla Kido: «Poi, negate come siete, finireste solo nei guai!»

«Visto che ormai ci siamo, direi che è ora di onorare i nostri sacrifici per diventare saint combattendo per qualcosa di concreto!» disse quindi Shiryu.

«Per noi e non solo» disse Hyoga.

«E per salvare anche chi si è perso» concluse Shun rivolgendomi uno sguardo limpido e fiducioso che mi scaldò il cuore, mentre Ikki, diede solo il suo assenso di approvazione con il capo. Non che ci fossimo aspettati un discorsone dalla Fenicie, ma una frase di incoraggiamento l’avremmo gradita!

«Grazie a tutti di cuore» disse quindi Saori abbracciandoci con lo sguardo dopo essersi calmata, mentre i Silver partirono in quinta per organizzare i preparativi del futuro scontro. Il loro entusiasmo venne però bruscamente fermato dalle sottoscritte:

«Chi vi ha detto che verrete con noi?» dissi io severa verso i Silver.

«Noi siamo i guerrieri di Atena e quindi la proteggeremo a costo della vita» fu la loro risposta.

«Sarò chiara con voi: ci sareste solo d’impiccio.»

«Come osi!» berciò Moses, che venne però fermato da Asterion.

«Che intendi dire, che non saremmo all’altezza?»

«Non sto mettendo in dubbio il vostro valore, ma il vostro cosmo è troppo impregnato di ira nei confronti del Grande Sacerdote e dato che la nostra è una missione di “salvataggio”, non vogliamo correre il rischio di interventi non richiesti e fuori luogo che potrebbero mandare a monte il nostro intento» spiegai.

«Il nostro obbiettivo è di purificare il Santuario dal cosmo negativo e voi non siete preparati.» disse Morgana.

«Mentre loro sì?» Babel accigliato indicò i bronze.

«Sinceramente preferiremmo che anche loro non venissero, ma....» dissi io.

«... grazie ai vostri insegnamenti sul “non lasciare mai che gli altri decidano per te” faremmo comunque di testa nostra! Quindi il vostro sarebbe fiato sprecato!» disse Seiya con aria di sfida.

«Senza contare che noi capiamo e appoggiamo il vostro obbiettivo. Quindi non vi saremo di impiccio, ma di supporto.» disse Shun.

Fui così costretta ad ammettere che avevano assorbito fin troppo bene i nostri ideali e che ormai si erano appiccicati a noi come colla, cosa che in seguito ringraziammo, anche se ci fecero passare dei brutti quarti d’ora pieni di angoscia per la loro sorte.

I Silver però non erano molto d’accordo, ma a farli ragionare ci pensò Eva:

«Ragazzi, non prendetevela; qualcuno deve rimanere a protezione di Saori!».

«Questo è fuori di ogni discussione! Io verrò con voi!» berciò la Kido, che aveva finalmente compreso che non era compresa nel pacchetto spedizione.

«È troppo pericoloso, signorina Kido!» disse Katy, perfettamente conscia di cosa ci aspettava al Grande Tempio.

«In questo modo, se non riuscissimo nell’impresa, ci sareste sempre voi come ultima speranza» cercò di indorare la pillola Morgana, ma in modo poco convincente.

Saori però assunse un sorrisetto beffardo: «E ditemi, come ci arrivereste al Grande Tempio di Atene senza di me e il mio aereo privato? La mia barriera lo rende praticamente irraggiungibile a chi non è al mio servizio e... voi non lo siete!»

«Io e Seiya ci siamo già stati! Faremo da guide» ribattei io.

Katy, Morgana ed Eva si guardarono dubbiose, e Alexis sbottò ironica:

«Saori... Atena non era la dea della Sapienza e della Giustizia.... da quando è diventata anche quella dei ricatti?»

 

Un paio di settimane dopo eravamo pronti e l’aereo privato della Kido in procinto di partire. A salutarci c’erano i Silver incazzati neri per il veto di Saori a farli salire sul mezzo. Eravamo infatti riuscite a trattare con la Kido un compromesso: lei veniva con noi, ma i Silver restavano a Tokyo in modo da non dare l’impressione di una spedizione militare (se fossimo arrivati con i Silver, chi lo andava a spiegare ai gold, o chichesia, che avevamo intenti benefici con i cosmi aggressivi che si ritrovavano). In più speravamo di riuscire a fare una sortita il più possibile in incognito raggirando le difese del Grande Tempio sfruttando i passaggi segreti e poco noti del Santuario, che io avevo avuto modo di conoscere durante il mio soggiorno. Anche la presenza dei bronze ci faceva storcere il naso, più gente c’era più sarebbe stato difficile passere inosservati, ma non c’era stato proprio altro verso. La loro presenza aveva però tranquillizzato notevolmente Saori, che si fidava delle nostre capacità tanto quanto quelle di un cavallo zoppo ad una corsa ad ostacoli. E la cosa negativa è che non aveva nemmeno tanto torto, visto la nostra poca esperienza sul campo. L’unica cosa che ci consolava era che tutto sommato aveva un cosmo gigantesco, quindi in teoria avrebbe dovuto essere in grado di badare almeno a se stessa e magari darci pure una mano... maledetto ottimismo!

 

Morgana invece era tremendamente nervosa.

«Cos’hai?» le chiesi.

«La Veggente, non c’è ancora. Avrei preferito che ci fosse anche lei con noi prima di andare al Santuario, ma ormai il dardo è tratto.»

«Ehi! Ma che fine ha fatto Shun! È in stramaledetto ritardo» sbottò Seiya.

«Già, non è da lui... che gli sia successo qualcosa?» chiese Ikki preoccupato.

«Se la sarà fatta sotto. È sempre stato un codardo» commentò acido Tatsumi rischiando di prendersele da Ikki.

Se devo essere sincera non sono mai riuscita a capire perché Saori si portasse sempre dietro quell’odioso gorilla leccapiedi nipponico, con il cervello di un criceto nano (chiedo umilmente scusa ai criceti nani per questo paragone).

Gli starnazzamenti del maggiordomo vennero però interrotti dall’arrivo del saint ritardatario con al seguito una bionda mascherata e una giapponese sui 18 anni.

«Scusate il ritardo, ma questa mattina è arrivata Sayuko, che si è istallata nella mia camera insieme a June e, siccome non riusciva ad abbinare le calze con gli orecchini, ci abbiamo messo una vita!» sbottò Shun in direzione della giapponese. Sayuko non era molto alta, ma era perfettamente proporzionata. Aveva dei splendidi capelli neri lunghi e lisci come seta, occhi scuri a mandorla e pelle di porcellana; sembrava la personificazione della perfezione.

«Shun, non rompere! Se andiamo al Grande Tempio c’è la possibilità che incontri nuovamente quel saint e devo quindi essere al meglio!» replicò seccata la ragazza in direzione del Saint di Andromeda.

«Di che saint parli?» chiese Shun.

«Di quello che ha attaccato l’isola di Andromeda per far fuori il tuo maestro e i suoi allievi, ma non preoccuparti, non c’è riuscito!» disse la giapponese.

«Già, avresti dovuto vedere come Sayuko lo ha messo in fuga! Uno spettacolo!» disse infervorata la bionda.

«Non esageriamo, a dirla tutta io non ho fatto proprio nulla! Ha fatto tutto da solo o meglio... hanno fatto tutto le sue bellissime rose! June, Il trucco e i capelli sono a posto?»

La bionda annuì e Sayuko fece per salire sull’aereo insieme a Shun, ma la bionda venne fermata dalla giapponese:

«Tu no. Ricordati la promessa che mi hai fatto insieme a Daidaros e ai suoi allievi. Niente interferenze. Ho rischiato di non riuscire a salvarvi e non voglio che capiti di nuovo. Quindi resterai qui.» per poi rivolgersi ai Silver: «Non crucciatevi troppo. Ciò che ho visto per voi al Santuario è solo morte.»

«La Veggente deduco» disse sorridente Morgana.

La giapponese annuì e salì con noi sull’aereo.

 

Le ore passavano lente, mentre le stelle scorrevano veloci oltre il finestrino. Saori, qualche sedile più avanti, esponeva a Seiya l’ipotesi che forse il Grande Sacerdote poteva essere uno dei Gold Saint. Io purtroppo non avevo gli strumenti né per avvalorare, né per negare quella idea. Sapevo solo che indipendentemente da questo, anche lui era una vittima tanto quanto Saori e i saint; tutti spinti a fare qualcosa per volere di qualcun altro; sia esso il destino, il vecchio Kido, una pseudo dea o il lato oscuro del cosmo.

Distolsi lo sguardo dal finestrino: Shiryu, Hyoga, Ikki, Shun, Morgana, Eva, Alexis Katy e Tatsumi si erano addormentati. Solo Sayuko, seduta accanto a me, era sveglia.

«Non riesci a dormire?» mi chiese.

«Troppi pensieri. Tu?»

«Troppi morti» mi rispose seria.

«Che vuoi dire? Hai visto qualcosa inerente il Grande Tempio?»

«Forse»

La guardai perplessa e lei sorrise:

«Vedo morte e vedo vita. Il futuro non è un’unica retta, ma un fascio di linee che si intrecciano fra di loro. Più si guarda lontano più sono confuse e difficili da decifrare, perché ogni futuro poggia le sue basi sulle scelte nel presente dei singoli. In poche parole le visioni rappresentano una probabilità, non la certezza di quello che può accadere nel futuro.»

«Capisco»

«Arianna, questo mondo è nelle mani dei singoli, ed è questa consapevolezza il peso che i Custodi ci hanno posto sulle spalle. Se ho ritardato a raggiungervi era perché sull’isola di Andromeda c’erano delle vite che volevo salvate, così come al Grande Tempio. Se avessi scelto di raggiungervi prima, avrei probabilmente avuto sulla coscienza diverse persone, quindi spero possiate perdonare il mio ritardo, sperando di aver fatto la cosa giusta.»

«Se è stato il cuore a dirtelo, è stata senz’altro la cosa giusta».

«Già, l’importante è essere fiduciosi e io sono ottimista e posso prevedere con certezza che arriveremo sani e salvi in terra di Grecia!» e Sayuko sfoderò un sorriso grosso come una casa, come se mi avesse detto la cosa più figa del mondo.

«Consolante!» mi sfuggì.

«Beh, non è così scontato. L’aero potrebbe sempre precipitare...» mi disse la Veggente con fare serafico. Giuro che se avessi avuto le cosiddette una toccatina scaramantica non me l’avrebbe tolta nessuno!

 

Il sole era ormai sorto e a svegliarci tutti fu la delicata voce di Seiya che urlò a squarciagola:

«Stiamo sorvolando la Grecia! Guardate quella è Atene!»

«Perché l’aereo sta passando oltre la città?» chiese Eva preoccupata.

«Perché non è esattamente Atene la meta di arrivo» disse sorridente Saori.

Pregai ardentemente che la Kido non volesse fare quello che stavo pensando...

 

Come non detto; lo fece! L’aereo infatti atterrò all’interno del perimetro del Santuario, l’avremmo tutti presa a pedate, ma l’aereo era ancora nulla!

Infatti un tipo con tunica e cappuccio ci venne ad accogliere e io iniziai a temere per un eventuale ennesima cazzata di Atena, oltre che atterrare in pieno Santuario con un velivolo privato. Almeno che non fossero stati tutti ciechi e sordi, la cosa non sarebbe passata sicuramente inosservata. Meno male che dovevamo agire senza dare troppo nell’occhio!

«Benvenuta al Santuario. Il Grande Sacerdote la sta aspettando

«Significa che il Sacerdote è disposto al dialogo?» disse Saori

«Sì signorina... come ha scritto sulla lettera, anche lui desidera vederla e parlarle...» rispose il tizio mascherato.

«Aspettate un attimo. Cos’è questa storia della lettera?» disse Morgana.

«Ho inviato una lettera al Grande Sacerdote per risolvere a quattrocchi la situazione.» rispose Saori.

«E perché non ci avete informato?» chiese Alexis.

«Non mi era sembrato necessario. Allora ci muoviamo?» disse la Kido seguendo quella sorta di guida.

«Alla faccia della Saggezza! Ora saranno tutti in allerta! Addio al piano A. I passaggi segreti saranno sicuramente sorvegliati a vista. Abbiamo un B?» chiese Alexis passandosi una mano sulla faccia.

«No.» risposi io, mentre Eva chiese ad Alexis:

«Riesci a scrutare le intenzioni di quel tipo con la maschera? Perché non mi piace per nulla.»

«Purtroppo no. È come se fosse protetto da un cosmo potentissimo che mi impedisce di sondare l’anima di quest’uomo» disse Alexis.

«Il cosmo che senti è quello di Arles.» dissi io.

«Possibile che sia così potente?» mi chiese la Sensitiva.

Io annuii... e quello era solo un assaggio.

«Tu invece vedi qualcosa Sayuko?» chiese Katy alla Veggente.

«Sono spiacente di deluderti. Le mie visioni non vanno a comando. Quindi posso solo prevedere con certezza che ci aspetta un duro scontro, ma per quanto riguarda gli esiti non ne ho la più pallida idea!.» disse Sayuko.

«Grazie, questo ero in grado di prevederlo anch’io! La tua facoltà è utile come un due di picche!» disse Alexis.

«Scusa se a scuola non insegnano divinazione e se non sono ancora in grado di controllare le mie visioni!» replicò la Veggente.

«Dai che magari Saori riesce a risolvere tutto con una bella chiacchierata e una stretta di mano!» disse speranzoso Seiya.

«Già, infatti. Chi può dirlo?» disse con un sorriso meno spontaneo Hyoga.

«Speriamo!» dissi io senza il minimo entusiasmo. Non sarò stata una veggente, ma avevo l’impressione che Atena avesse fatto un’emerita cazzata.

 

Il tipo mascherato ci accompagnò fino ad un’imponente scalinata che portava all’ingresso di una sottospecie di tempio e ci spiegò che per raggiungere il Grande Sacerdote avremmo dovuto attraversarlo, così come i successivi undici edifici dedicati ai 12 segni zodiacali e affrontare i relativi custodi.

«E chissà perché, non credo che ci faranno passare offrendoci tè e pasticcini, giusto?» chiese Ikki, cosa a cui il tipo diede segno di assenso:

«Vi avviso che dall’era mitologica nessuno è mai riuscito nell’impresa.» ci disse infatti l’uomo.

«C’è sempre una prima volta per tutto.» dissi quindi io.

«Aspetta, non vorrete farci fare a piedi tutte quelle scale!» esclamò Saori: «Non ho le scarpe adatte!»

“Se per questo nemmeno l’abito” commentai tra me, osservando il vestito con la gonna a balze bianca e rosa in perfetto stile “ballo a corte nell’800”.

«Scusa, ma se sei la proprietaria di questo posto dall’era mitologica, avresti dovuto saperlo che c’erano delle scale!» sbottò Alexis.

«È che ormai mi sono abituata ad usare gli ascensori, e mi ero completamente scordata che qui non ci sono!» disse Saori leggermente in imbarazzo per la figura di merda gratuita.

«...» fu il commento di tutti.

Giuro, sembravamo un gruppo di turisti dell’ultima ora, altro che guerrieri!.

La guida quindi tossicchiò sonoramente per attirare nuovamente l’attenzione su di sé: «Signorina non credo che le scale saranno un problema per voi; anche perché non riuscirete nemmeno ad attraversare il palazzo del montone bianco, in quanto io, Tramy della Freccia, vi sconfiggerò prima! » Esclamò il tizio togliendosi la tunica e lanciando verso di noi il suo Phantom arrow.

«Ragazze attente!» urlò Shiryu verso di noi.

Un bagliore accecante si irradiò dai nostri corpi e ci ritrovammo così ricoperte dai nostri porno colth. Il mio pseudo body era bianco e argento, l’armatura alata di Morgana era invece nera con sfumature grigie, quello di Eva era una sorta di bikini rosso e rame, quello di Katy sembrava una ragnatela dorata che copriva il minimo indispensabile, quello di Sayuko una sorta di baby-doll verde e oro, mentre quello di Alexis sembrava più una guepiere azzurra e argento, che un’armatura vera e propria. Traducendo, da un gruppo di turiste ci eravamo trasformate in un gruppo di figliole addobbate più che per combattere, per battere, ma questi erano solo dettagli!

«Ehi! Ma sono solo illusioni!» esclamò però Hyoga, mentre Ikki si rivolse irato verso il Silver:

«Cos’è, uno scherzo di pessimo gusto?»

Il Silver sfoderò un sorriso di vittoria: «No, ho avuto l’ordine dal Grande Sacerdote di uccidere tutte le donne del gruppo.»

«Beh ti è andata male! Le ragazze sono state protette dalle loro armature» disse Seiya con fare strafottente.

«Non tutte però... una l’ho centrata in pieno!» replicò con un sorriso bastardo il saint della Freccia.

«Cosa?» Seiya si girò verso di noi.

Tra le mie braccia infatti giaceva Saori, trafitta al petto da una freccia d’oro. Un senso di desolante impotenza mi pervase. Rispetto a qualsiasi saint ero troppo lenta e si era svolto tutto sotto i miei occhi, senza che potessi far qualcosa per evitarlo e mi sentii tremendamente in colpa: avrei dovuto impormi su di lei perché restasse a casa, ma avevo preferito assecondarla ed ecco il risultato. Il risultato di una scelta sbagliata. Se avesse perso la vita non me lo sarei mai perdonato.

«Katy, fa qualcosa! Non possiamo farla morire così!» disse Eva.

«Ci sto provando, ma non riesco ad estrarre la freccia! E per risanare la ferita bisogna prima toglierla!» disse Katy.

«È inutile che vi sforziate. Nessuno può togliere quella freccia a parte il Sacerdote e avete solo 12 ore a disposizione, perché quando i fuochi di quella meridiana si spegneranno, la freccia si conficcherà nel cuore della signorina, che esalerà l’ultimo respiro!»

«Lurido bastardo! Questo è stato un colpo basso!» imprecò Seiya mentre si scagliava contro il Silver, ma Morgana lo bloccò.

«È inutile prendere tempo scontrandoci con un burattino. Rechiamoci immediatamente dal Grande Sacerdote» disse la Medium.

«Ma non si merita di essere lasciato andare così facilmente, dopo quello che ha fatto!» disse Seiya.

«Il sangue richiede altro sangue, Seiya, ed è per questo che noi dobbiamo evitare di comportarci come lui, se vogliamo interrompere questo circolo vizioso» disse Eva rivolgendo lo sguardo verso il Silver: «Prega perché riusciamo ad arrivare in tempo dal Sacerdote o porterai la macchia di aver trafitto un’anima innocente»

«Comunque, per ogni evenienza, te ne starai qui buono, buono a fare la guardia alla signorina!» disse Morgana.

«Non dire idioz...» le parole morirono in gola al Silver, che si ritrovò inglobato per metà da una delle rocce alle sue spalle.

«Ma chi diavolo siete?» disse il Silver.

«Ora non abbiamo tempo. Goditi il paesaggio» disse quindi Morgana, mentre noi, dopo aver affidato la Kido a Tatsumi, ci recavamo di volata verso la prima Casa.

Se la matematica non era un’opinione e se ognuno di noi affrontava un cavaliere, essendo in 11 avremmo dovuto avere più possibilità di raggiungere Arles in tempo... ma come costatai: tutto è relativo.

 

«Arianna, non devi prendertela così con te stessa. La colpa di quello che è successo non è solo tua!» mi disse la Sensitiva.

«Alexis ha ragione. Anche noi non siamo stati in grado di accorgerci del pericolo» disse Seiya

«Poi quello che è successo ormai è successo. É inutile piangersi addosso. Piuttosto impegnati per attraversare il prima possibile le 12 case, perché solo tu hai la possibilità di esorcizzare Arles. Noi, dal canto nostro, cercheremo di darti tutto l’appoggio e l’aiuto possibile.» disse Ikki

Io annuii. La Fenice aveva ragione, disperarsi non serviva a nulla e non era da me. Chi perdeva le speranze in partenza non poteva certo farcela.

Arrivati ormai davanti alla prima casa iniziammo a scorgere il profilo del suo proprietario e a percepire il suo cosmo, che ci sembrò subito famigliare, sopratutto ad Eva, che, dopo un primo momento di stupore corse incontro al Gold Saint dell’Ariete, salutandolo calorosamente.

«MU! Ma che ci fai qui?» chiese Eva.

«Dall’armatura si direbbe che sei il custode della prima» osservò Shiryu.

«Esattamente, ottimo spirito d’osservazione, Dragone!» disse ironico il saint capellone, per poi concentrarsi su di noi ed in particolare sull’armatura di Eva: «Quindi è questo il cloth di cui mi avevi parlato... interessante. Posso?»

Eva annuì e Mu passò ad esaminare l’armatura dell’Alchimista facendole praticamente una radiografia completa, per poi sfiorarle il braccio.

«Curioso a prima vista sembrano simili a comuni cloth di bronzo o d’argento, ma hanno una resistenza pari a quelli d’oro e una consistenza diversa... sembrano quasi fatti di pura energia cosmica solidificata!» disse incuriosito l’Ariete.

«Ma dai? Quindi è così che abbordate le ragazze da queste parti! Con la scusa del cloth! E io che ero rimasta alla collezione di farfalle!» disse Alexis, mentre Ikki guardava truce verso l’Ariete.

Eva arrossì violentemente, mentre l’Ariete sbuffò:

«Sinceramente faccio fatica a credere che delle menti così maliziose abbiano potuto sviluppare un cosmo come il vostro ed entrare nelle grazie dei Custodi del Cosmo»

«La vita è troppo breve per prendersi troppo sul serio. Si rischia di non godersela appieno se si è troppo concentrati sul proprio ruolo. Credimi, te lo dico per esperienza, fare gli eremiti porta solo ad essere soli, nulla di più. Di conseguenza te lo sconsiglio, almeno che non ci sia un motivo valido per farlo.» replicò Alexis, scambiandosi con l’Ariete uno sguardo penetrante.

«Alexis, la cosiddetta Sensitiva suppongo»

«Bravo, hai ottime facoltà mentali, non c’è che dire.» disse la Sensitiva.

«Loro invece dovrebbero essere: Arianna l’Esorcista, Morgana la Medium, Katy la Guaritrice e...» Mu ci indicò in ordine per poi fermarsi incerto sulla giapponese.

«Sayuko la Veggente. Eva non può averti parlato di me perché ci conosciamo da poco»

«Capisco.» disse il gold.

«Ti prego Mu, non so cosa ti abbia detto il Grande Sacerdote, ma noi non siamo qui per fomentare una ribellione, conquistare il Santuario o cose del genere, ma soltanto per salvare il Grande Tempio dal male che ne ha preso il possesso» disse Eva prendendogli la mano.

«Senza contare che c’è anche in ballo la vita di Atena. Un Silver l’ha trafitta con una freccia d’oro» disse Shiryu rivolgendosi all’Ariete.

«Se quella è la reincarnazione di Atena» rispose Mu che fece per darci le spalle, ma Eva lo bloccò.

«Quindi tu lasceresti morire una ragazzina in quel modo solo perché non sei sicuro di chi sia? Da te non me lo sarei aspettato!» Sbottò l’Alchimista.

«Sono un saint e i miei obblighi si esaurisco nel servire colei a cui ho prestato giuramento. Se quella ragazzina non è Atena, non è una questione che mi compete» disse secco Mu.

«Non riesco a credere che tu stia parlando sul serio. I tuoi occhi ti tradiscono, così come il tuo cosmo. Non è per devozione ad una divinità in cui nemmeno tu credi, che hai scelto il cloth, ma per proteggere l’umanità. Per questo non abbandonerai quella ragazza al suo destino, indipendentemente da chi credi che sia; perché anche in te risplende la scintilla del cosmo positivo»

Mu sorrise: «Pur di salvare anche una singola vita sei sempre disposta a schierarti a spada tratta?»

Eva annuì: «Ora più che mai, anche perché in ballo c’è più che una singola persona, e non parlo solo di Saori, ma di te, di loro, del Santuario stesso e del Mondo.»

«Lo so, per questo sono venuto qui dal Jamir, per aiutarvi come posso.»

«Quindi ci lascerai passare?» chiese Seiya.

«Prima però datemi i vostri cloth. Hanno bisogno di riparazioni per affrontare ciò che vi aspetta oltre questa casa»

«Non abbiamo tempo» rispose Seiya.

«Non ragionare in modo impulsivo, ma cerca di essere giudizioso. Affrontare i gold saint senza le giuste protezioni è una battaglia persa in partenza, perché il loro potere oltrepassa ogni vostra immaginazione.»

«Esattamente, quindi vi consiglio di dar retta al Signor Mu!» un bimbetto dai capelli rossi spuntò dal nulla, per poi saltare in braccio ad Eva.

«Ciao Kiki!» l’Alchimista scompigliò i capelli del bambino.

«Eva mi sei mancata! Mu non cucina bene come te!» per poi abbassare la voce «Anzi fa proprio schifo ai fornelli!»

«Kiki, dacci un taglio che ti sento benissimo, e muoviti a preparare i miei attrezzi, che non ho tempo da perdere!» sbottò l’Ariete alzando gli occhi al cielo.

«Sì, subito signor Mu!» e il bambino si volatilizzò.

«Scusate l’impertinenza del mio allievo» disse Mu, mentre Eva ridacchiò: «Ma se è adorabile!»

Io intanto ero nervosa. Saori stava rischiando di morire e quindi, di rimanere tutti a rimirare l’Ariete che riparava le armature, tranne quella di Ikki (che a quanto pare faceva de se come le nostre) non mi sembrava la cosa appropriata.

«Io procedo. Rimanere tutti qui ci rallenta solo.» dissi.

«Fermati, Arianna. Tu, più di ogni altra dovresti sapere cosa vi attende e, anche se il vostro cosmo positivo vi ha permesso di sviluppare una sorta di settimo senso detto “Vista”, che vi permette di percepire anche i colpi di un gold saint, non siete comunque ancora in grado di misurarvi alla pari con loro. Quindi agire da sole è un azzardo»

«L’Ariete ha ragione. La fretta è cattiva consigliera. Agire in solitaria non è mai servito a nulla.» mi disse Morgana mettendomi una mano sulla spalla.

Dovetti ammettere a me stessa che aveva ragione.

«Mu, cos’è il settimo senso di cui hai parlato prima?» chiese quindi Ikki.

«Il settimo senso è l’essenza stessa del Cosmo; l’energia primordiale custodita in ognuno di noi. Ricordatevi quindi che la capacità di un saint non dipende dalla sua armatura, ma dalla capacità di sviluppare e attingere al Cosmo.» spiegò Mu.

«E degli altri gold saint cosa sai dirci?» chiesi io.

«Non molto in verità. Non ho mai soggiornato per molto tempo al Santuario. Le uniche cose che posso dirvi è che il Sagittario ha lasciato questo mondo 13 anni fa, che del saint di Gemini non si hanno più tracce da diverso tempo e che quello di Libra dimora a Goro Ho».

«Ottimo, tre saint in meno da convincere a farci passare!» disse Sayuko.

Mentre Alexis esclamò incredula: «Non dirmi che Libra è il vecchio nano viola?»

«Nano viola?» chiese perplesso Mu.

«Parla del maestro Doko» disse Shiryu.

«Ah! Comunque sì, è lui la Bilancia».

«...» fu il commento di Alexis.

«Scusa, come si chiama il saint dei Gemelli?» Chiesi.

«Saga, se non ricordo male. Perché me lo chiedi?»

«Curiosità» dissi, anche se in realtà mi era ritornata in mente l’ipotesi di Saori sulla vera identità di Arles.

«Mu a che punto sei? Il Fuco dell’Ariete, si sta spegnendo nella meridiana!» disse Seiya, mentre Katy scoccava uno sguardo preoccupato verso Mu.

«Ho finito. Indossatele.»

«Grazie, sono fantastiche.» disse Seiya seguito a ruota dagli altri.

«Buona fortuna» ci disse quindi Mu, per poi bloccare Eva per un braccio: «So che non posso trattenerti e che per ora non posso aiutarvi più di così, ma promettimi di fare attenzione... soprattutto alla Vergine. Ciò che è successo sull’isola di Death Queen ha destato il suo interesse. Non vi lascerà passare facilmente.»

«Allora ti affidiamo Saori Kido» ed Eva gli rivolse un sorriso rassicurante, mentre Mu, con riluttanza, lasciò la presa e tutti insieme ci avviammo verso la casa del Toro.

 

 

NOTE

 

*Cit. Saint Seiya pefect edition volume 6. Tutte le parti in corsivo sono citazioni dell’opera originale.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Chiedo scusa per il ritardo nell’aggiornare, ma tra le festività di Pasqua (con le relative invasioni di parenti ed abbuffate) e il Torino Comics, non ho avuto molto tempo ^.^!

Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo, recensendo ed inserito la storia tra le preferite, seguite e da ricordare!

 

Cloe87

  
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