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Autore: Aniel_    19/04/2012    6 recensioni
Destiel scritta sul prompt "labbra".
Ambientata dopo la scoperta del tradimento di Castiel, Dean e il suo angelo si incontrano, abbracciati da un temporale.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Titolo: Non è sentimento, è solo una punizione.
Autore: LunaStortaBlack
Fandom: Supernatural
Personaggi-Pairing: Dean/Castiel
Rating: PG
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. L'autrice scrive senza alcuno scopo di lucro.
Note: lasciate che vi spieghi. Ho trovato una serie di prompt che hanno acceso una serie di lampadine su questi due e le storie vengono da sole che è una meraviglia. Ho già affrontato il prompt "Collo" ieri e oggi tocca a "Labbra". I prossimi saranno Capelli, Fronte, Guance, Mento, Naso, Occhi, Orecchie e Zigomi. Mi consigliate voi il prossimo da trattare? Comunque sia, vi auguro buona lettura. Spero sempre che lasciate un commentino, mi fate sempre così felice!!


Non è sentimento, è solo una punizione.



L'Impala sfrecciava lenta sull'asfalto bagnato mentre il cielo mostrava il suo disappunto con un tuono che, se non fosse stato per la rabbia che sembrava azzannarlo dall'interno, lo avrebbe fatto trasalire.
Ma non quella sera, non in quel momento.
Traditore, figlio di puttana senz'anima...
Ecco tutto il tempo che Dean era riuscito a ritagliarsi per sé: un'ora.
Un'ora lontano dal mondo.
Un'ora lontano dalla casa diroccata di Bobby.
Un'ora lontano da Sam.
Un'ora lontano persino da se stesso, lontano dai suoi pensieri.

«Guardami in faccia, amico» disse, tentando di frenare la spessa patina di lacrime che era sul punto di affacciarsi oltre le sue iridi verdi «sii sincero con me e dimmi cosa sta succedendo. Guardami negli occhi e dimmi che non stai lavorando con Crowley!»
E poi quello scambio di sguardi, così intimo, come se nessun'altro fosse lì con loro, in quella stanza.
E poi il capo di Castiel che si chinava in maniera quasi impercettibile, interrompendo quel contatto visivo.
Un gesto così eloquente da lasciare senza fiato e senza dubbi.
«Figlio di puttana»

In tutta onestà non sapeva se stavolta ce l'avrebbe fatta.
Il tradimento di Castiel lo scombussolò a tal punto da fargli perdere la via, e non solo metaforicamente. Il cacciatore si ritrovò ad accostare sulla destra della strada che aveva iniziato a percorrere. Non avrebbe saputo dire dove si trovava.
Nella sua testa non faceva che condensarsi, come una nuvola di fumo, il ricordo di quegli occhi blu che lo imploravano di starlo a sentire.
Rise Dean.
Rise, lasciando che quel suono freddo e distaccato salisse dalle profondità della sua gola, disperdendosi nello stretto abitacolo della sua bambina.
Non avrebbe mai, neanche lontanamente, immaginato una cosa del genere; per lui il tradimento dell'angelo fu qualcosa di inaspettato, quasi surreale.
Sono come Alice, e la realtà è là fuori.
Strinse il volante con forza, aggrappandosi a quell'unica certezza perché arrivati a quel punto, a cos'altro avrebbe dovuto credere?
Bobby avrebbe potuto vendere la sua anima per vederlo morto, oppure Sam avrebbe potuto pugnalarlo alle spalle unendosi ad una combriccola di demoni.
Si sentì stupido per averlo pensato, ma la realtà era che, oramai, non si sarebbe stupito più di nulla.

La pioggia parve intensificarsi e una fitta nebbia iniziò a disperdersi lentamente tra gli alberi, poco lontani dal parcheggio fortunato di Dean.
Il ragazzo si ritrovò a fissare il nulla, accompagnato esclusivamente dal picchiettio della pioggia sui vetri, ma qualcosa all'orizzonte lo costrinse a strizzare gli occhi e tutto quello che riuscì a focalizzare fu solo una macchia di colore chiara in mezzo al buio.
Dean scese dall'auto mentre le lacrime del cielo si insediavano tra i suoi vestiti, sul suo viso, tra i suoi capelli e si ritrovò zuppo nel giro di pochi secondi mentre, passo dopo passo, si dirigeva silenziosamente verso quel colore.
Non era neanche armato e se qualcuno avesse voluto farlo fuori sicuramente non avrebbe fatto alcuna resistenza.
Ma alla fine, sapeva bene che si trattava di lui.
Castiel era completamente fradicio: i capelli scompigliati erano scuriti ancor più dalla pioggia, tra le ciglia si erano depositate alcune gocce impercettibili e le labbra erano umide e socchiuse, rosse come non le aveva mai viste, l'unico colore acceso sul viso dell'angelo.
Persino il blu di quegli occhi aveva perso di intensità.

«Dean..» disse e il cacciatore indietreggiò, inconsciamente.
«Perché sei qui?» chiese, guardando altrove senza però vedere nulla che non fosse un ricordo annidato nella sua mente.
«Io voglio solo che tu capisca...» iniziò, facendo un passo avanti, ma Dean indietreggiò ancora, alzando la mano per fermarlo lì, sul posto.
«Non voglio sentirti» rispose con un sussurro appena udibile in mezzo allo scrosciare dell'acqua.
Ringraziò il cielo per la pioggia perché Castiel non avrebbe mai notato le lacrime che avevano iniziato a solcargli il viso.
«Dean, ti prego»
«Ho detto» ribatté più forte, «che non voglio sentirti» concluse, voltandogli le spalle e dirigendosi verso l'Impala.
«Aspetta, per favore Dean, asp-» tentò ancora l'angelo, ma le parole gli morirono in bocca quando Dean lo colpì allo stomaco con una forza che non avrebbe mai immaginato.
Castiel cadde a terra, stranito e confuso e un momento dopo Dean era sopra di lui, colpendolo con ferocia e senza esitazioni.

Eccola la rabbia.
Carestia non aveva ragione in tutto e per tutto: Dean non era affatto vuoto.
Il cacciatore soppesò ogni pugno, ogni percossa con attenzione, ignorando le ferite che cominciavano a formarsi all'altezza delle nocche. Dean si concentrò su quelle labbra arrossate, gonfie: labbra che non avevano fatto altro che mentirgli nell'ultimo anno, labbra che avevano pronunciato tante di quelle parole che ormai avevano perso di significato.
Le assalì con le proprie, improvvisamente, come se si trattasse di un secondo round di quella lotta di cui lui e soltanto lui era il coordinatore.
Dean le avrebbe fatte sanguinare, avrebbe giocato con loro proprio come loro avevano fatto con lui, ferendolo con le omissioni, con le bugie, con le verità non dette ma celate nel profondo di quella coscienza millenaria. Eppure sapeva che Castiel avrebbe potuto ribellarsi e che con un battito di ciglia avrebbe potuto spedirlo contro la carrozzeria della propria auto, ma non l'aveva fatto.
A quanto sembrava, non aveva alcuna intenzione di farlo.
Dean sentì il corpo arrendevole del suo angelo fremere appena, il quale non aveva detto o fatto nulla quando lui aveva morso e baciato le sue labbra.
Non è sentimento, è solo una punizione.
Continuarono a baciarsi per quella che parve un'eternità, ma l'ora a disposizione era quasi terminata ed era arrivato il momento per Dean di tornare a casa.
Si alzò in piedi, avvertendo un lieve torpore agli arti e guardò per l'ultima volta il suo angelo: un rivolo di sangue scese dalle sue labbra ancor più arrossate e la sua espressione era tesa, spaventata. Castiel sapeva che il cacciatore gli avrebbe voltato le spalle e lo avrebbe lasciato solo. Ma sarebbe tornato da lui quella notte, avrebbe tentato ancora di convincerlo a fidarsi di lui.
Così non disse nulla quando lo vide allontanarsi in silenzio, lasciandolo disteso sull'erba e sul terriccio umidi.
Il cielo aveva smesso di piangere, adesso sarebbe stato il turno di Dean.

FINE.

   
 
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