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Autore: telesette    20/04/2012    1 recensioni
James è tornato e vuole la sua vendetta!
Edward si ritrova così ad affrontare per la seconda volta il crudele avversario, assieme ad incubi orribili e spaventosi.
Ma si tratta davvero solo di incubi, oppure...
Genere: Azione, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, James | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Non è un incubo, Edward

Edward aprì gli occhi sconvolto, quasi fosse sul punto di urlare.
Respirando affannosamente per alcuni istanti, in preda alla più totale agitazione, gli ci volle un po' per capire che quanto aveva appena visto ( o creduto di vedere ) non era reale.
Bella era lì, accanto a lui, pacificamente addormentata.
Il vampiro si passò dunque una mano sulla faccia, cercando di dimenticare ciò che lo aveva sconvolto, ma non era certo facile.
Ormai erano diverse notti che rifaceva lo stesso incubo...

***

Chiudendo gli occhi, Edward poteva ancora rivedere lo scontro avuto con James, subito dopo che questi aveva morso Bella al braccio, ma nel sogno era diverso.
In questa situazione, James non si limitava a mordere Bella: la stava letteralmente "straziando" davanti ai suoi occhi; Edward sentiva di non potersi muovere né parlare, era del tutto impotente; e mentre il vorace aguzzino si accingeva a proseguire indisturbato il suo macabro pasto, il sangue di Bella era come una densa nube rossastra davanti agli occhi di Edward; l'ultima cosa che Edward riusciva a rammentare, prima che il braccio di Bella ricadesse a terra immobile, era lo sguardo vitreo e spento degli occhi di lei che sembravano quasi supplicarlo...
Poi più nulla!

***

Mentre si sforzava di scacciare quell'orribile immagine dalla mente, Edward non faceva che scuotere la testa inutilmente. Fu in quel momento che, svegliata dai suoi lamenti soffocati, Bella aprì gli occhi e si rese conto di quanto gli stava succedendo.

- Edward - esclamò preoccupata. - Che hai, non ti senti bene?

Il volto nascosto tra le mani, incapace di toglierle, Edward continuava a farfugliare qualcosa di incomprensibile. Bella non poteva certamente immaginare la causa del suo tormento ma, quale che fosse la ragione, non poteva certo vederlo in quello stato.

- Amore, guardami - sussurrò dunque lei, cercando di scostargli le mani dal volto.
- Non toccarmi - gridò Edward, con uno scatto tanto violento quanto imprevedibile. - Non mi toccare... Non mi devi toccare, non devi... Non devo toccarti... Non deve toccarti nessuno, nessuno!

Bella sbarrò gli occhi confusa.
Non aveva mai visto Edward in quelle condizioni, mai prima d'ora, non sembrava neanche più lui.
Che cosa gli stava succedendo?
Di nuovo la fanciulla provò a sfiorargli la fronte e di nuovo lui si scostò, come se temesse di bruciarsi in qualche modo.
Dal momento che non intendeva assolutamente lasciarlo in queste condizioni, Bella si fece coraggio e lo abbracciò repentinamente, stringendolo il più possibile.
Edward rabbrividì, aveva paura, tuttavia non ebbe la forza di staccarsi da lei.
Sentirla vicino, sentire il profumo della sua pelle, era così rassicurante...
Bella fece scivolare le dita tra i suoi capelli, baciandolo più volte sulla testa con affetto, ed Edward scoppiò quasi a piangere senza rendersene conto. Entrambi si lasciarono andare all'indietro sul letto, rimanendo stretti e abbracciati uno all'altra, e così rimasero per alcuni istanti.
Edward aveva il terrore di riaddormentarsi, temendo di rivedere quella scena orribile, tuttavia il profumo di Bella e il suono della sua voce ebbero un effetto calmante su di lui. Dapprima Edward chiuse gli occhi, abbandonandosi al dolce tepore di lei, dopodiché sprofondò nel sonno senza neppure accorgersene.

***

Fuoco!

Intorno a Edward, c'erano fuoco e fiamme dovunque.
Non aveva la più pallida idea di come fosse arrivato lì e perché, ma sentiva il calore di quelle fiamme dannatamente reale. Si trovava al centro di un grosso spazio circolare, con attorno una parete infuocata alta circa un buon paio di metri, e lingue rossastre crepitavano rumorose sollevando spruzzi di scintille ovunque.
Che fosse quello l'Inferno ?!?
Di qualunque cosa si trattasse, mentre continuava a porsi questa domanda, improvvisamente dalle fiamme emerse la causa dei suoi incubi.

- Non è un incubo - esclamò James, facendosi avanti con le mani dietro la schiena e un sorriso beffardo sul volto.

Edward lo guardò sgomento.

- Credevo fossi morto!
- Tecnicamente è vero - rispose l'altro, girandogli attorno con noncuranza. - I tuoi parenti non ci sono certo andati "leggeri" con me... Uuuh, accidenti come scotta!

James agitò la mano, come se si fosse scottato, ma si capiva benissimo che era tutta scena.

- Che cosa vuoi da me?
- Bella domanda - osservò l'altro cinico, sollevando l'indice con una smorfia. - Vediamo, come posso risponderti... Hmm... A proposito, ti è piaciuto il mio "regalo" di bentornato?

Edward sembrava non capire a cosa mai si stesse riferendo, tuttavia James inarcò il sopracciglio deluso.

- Ma come, non dici nulla? E pensare che l'ho scelto con tanta cura... Vedi, non è facile trascorrere un'eternità in queste fiamme ma, quando uno come me ha un bel po' di "peccatucci" alle spalle, questo posto equivale ad una specie di suìte a cinque stelle!
- Te lo ripeto ancora, James - tagliò corto Edward a denti stretti. - Qual'è il tuo gioco?

Per tutta risposta, James accostò il volto a quello di Edward e lo guardò dritto negli occhi.

- Dimmi - sussurrò. - Che cosa hai provato... mentre facevo a pezzi la tua troietta?

Come ebbe realizzato il significato di quelle parole, Edward non ci vide più.
Dunque anche quegli incubi erano opera sua. Tutto il dolore e la sofferenza che lo aveva straziato per giorni e giorni... Il solo pensiero che James fosse il solo ed unico responsabile era un motivo più che sufficiente per farlo a pezzi con le sue mani stavolta.
Con un ruggito di rabbia, Edward allungò le mani per afferrare l'altro alla gola. Ma James non si fece cogliere impreparato: una volta bloccato il suo attacco infatti, gli afferrò il braccio e glielo torse violentemente dietro la schiena; dopodiché, sferrandogli una pedata al ginocchio per fargli perdere l'equilibrio, lo afferrò ancora una volta per il collo e lo sollevò come se niente fosse.

- Non è bello morire da soli, amico mio - mormorò minaccioso. - Ma per fortuna, adesso ci faremo compagnia!

Così dicendo, colpì Edward al volto con un pugno micidiale. Edward ebbe l'impressione di sentire lo scricchiolìo sinistro della mascella ma, prima che avesse il tempo di provare dolore, James lo aveva afferrato e scaraventato brutalmente a terra. Girandogli attorno, mentre era steso e dolorante, provò dunque a fracassargli la testa con un pugno... Tuttavia Edward reagì d'istinto e, evitando il colpo per un soffio, rotolò su sé stesso e si rimise in piedi di scatto.

- Finiamo quello che abbiamo iniziato l'ultima volta - esclamò Edward deciso.
- Non chiedo di meglio - rispose l'altro, incurante del pavimento sfondato dal suo pugno. - Ho atteso questo momento con un piacere che non puoi neanche immaginare!

Di nuovo le mani di James sferzarono l'aria con rabbia.
I primi due colpi Edward si limitò a scansare la testa per evitarli ma, al terzo tentativo, la mano bloccò istintivamente il pugno di James e Edward lo spinse indietro con una torsione ed una violenta gomitata all'altezza del busto. James accusò il colpo, boccheggiando per il colpo ricevuto, tuttavia si riprese immediatamente ed eseguì un rapido salto mortale all'indietro. Edward fu colpito al volto dalla potenza del calcio e, facendo appello al suo istinto sovrannaturale, inarcò la schiena e si puntellò sulle mani per darsi la spinta sufficiente a rimettersi in piedi.
I due vampiri rimasero a guardarsi furiosi per un istante, studiando ognuno le mosse dell'altro, e si lanciarono ancora una volta all'attacco urlando ferocemente. La velocità con cui si scambiavano colpo su colpo era impressionante...
Improvvisamente James ruggì di dolore, non appena Edward gli spezzò il braccio, tuttavia ebbe la prontezza di investirlo a sua volta con una manata al volto. Edward ricadde a terra col muso in avanti e, prima che potesse rialzarsi, James gli dilaniò la schiena con gli artigli.

- Fa male ?!?

Edward sbarrò gli occhi.
Non aveva neppure il fiato per gridare, nonostante il dolore lancinante, ma James lo afferrò violentemente per i capelli e lo sollevò finché non fu in grado di guardarlo dritto negli occhi.

- Sono stufo di giocare - esclamò.
- Anch'io - rispose Edward, lasciando l'altro completamente di stucco.

Prima che James se ne rendesse conto, Edward si liberò della sua presa e volteggiò su sé stesso per eseguire una ruota. Così facendo, sferrò all'avversario due calci in rapida sequenza; James barcollò all'indietro e, senza perdere tempo, Edward gli scivolò alle spalle ed avvolse strettamente le braccia attorno al suo collo.

- Questo è da parte di Bella!

Ciò detto, ruppe l'osso di James e lo scaraventò contro la parete di fiamme senza esitazione.

***

Ancora una volta, aprendo gli occhi, Edward ebbe come l'impulso di urlare.
Era di nuovo a casa, nel suo letto, tra le braccia di colei che amava.
Bella era sveglia e, nonostante la sua espressione stravolta, gli sorridette dolcemente per rassicurarlo.
Una volta compreso che non era accaduto nulla e che, a conti fatti, si era veramente trattato di una sorta di incubo, Edward si chinò su di lei baciandola con passione.
Bella ricambiò le sue effusioni, facendo passare le mani dietro le sue spalle e... Così facendo, rimase stupita nel sentire al tatto i segni inconfondibili di una ferita lungo tutta la sua schiena.

FINE

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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