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Autore: xlairef    20/04/2012    3 recensioni
L'ignoranza dei costumi di una particolare specie aliena potrebbe rivelarsi un cattivo affare…
Seconda classificata al contest Il cielo e il viaggiatore, indetto da OriginalConcorsi
Genere: Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina era iniziata male. Particolarmente male.
Intendiamoci: mi vanto di essere una persona alla mano, disposto a trattare con chiunque in questa parte dell’universo, da Aldriniti a Zwickiniani, come tutta la colonia di T4-27 potrà facilmente testimoniare.
Tuttavia, vedere la propria unica figlia decidere che la sua anima gemella è una creatura gassosa proveniente dal quadrante Rho-2 ritengo sia qualcosa in grado di far saltare uno zerb al naso a tutti.
Prisca aveva incontrato quel tizio in un bar della colonia (nonostante io e sua madre le avessimo sempre impedito di frequentare certi ambienti): dopo una accesa conversazione sul prezzo della xarbha e sull’aumento dei carburanti inquinanti, tra i due si era creata un’ intesa speciale, come la definisce Prisca, che li aveva portati a darsi appuntamento di nuovo il giorno dopo, e quello dopo ancora, fino ad arrivare al giorno in cui mia figlia aveva deciso di portarcelo in casa.
I dissensi miei e di mia moglie non avevano fermato né l’uno né l’altra: e si sa che in questa colonia le storie d’amore inter-specie vendono più della finale della Coppa dei Mondi.
Ben presto era saltato fuori un “Comitato per le unioni intergalattiche”, era intervenuta la stampa, addirittura il Governatore del quadrante aveva dato un’opinione in proposito.
Fu così che quella mattina, dopo essermi infilato nel mio abito di rappresentanza, mi stavo avviando ad assistere al matrimonio di mia figlia con quella nuvoletta di gas espanso, al secolo: Torw.
“Tesoro, faremo in ritardo per la cerimonia!” La voce di mia moglie sulle scale venne improvvisamente interrotta dal suono di una sirena.
“Arrivo, Rosy! Ma che cos’è tutto questo baccano?” Le domandai, urlando per sovrastare il suono acuto e irritante. Non che ritenga irritanti le astro-auto della polizia, sia chiaro.
Una volta sceso nell’atrio, mi trovai a faccia a faccia con il responsabile di tanto chiasso.
“Ispettore! Come mai qui? Anche lei vuole assistere alla cerimonia del secolo?” Domandai, in tono piuttosto abbattuto, come ebbe modo di dirmi Rosy più tardi.
L’Ispettore Garanga aggrottò ancora di più le sopracciglia cornee. “Governatore, non è il momento adatto per i convenevoli: la prego di seguirmi immediatamente alla Centrale.”
Sbigottito, non feci nemmeno in tempo a replicare che Garanga continuò: “Il matrimonio è stato annullato per cause di forza maggiore.”
“Dice davvero?” Esclamai, sentendo il peso di parecchie notti insonni sparire dalle mie spalle. “Finalmente si sono resi conto di non poter…”
“Mi lasci finire, Governatore: attualmente sua figlia e il suo futuro genero sono ospitati nelle prigioni della colonia, ed è richiesto il suo intervento per una faccenda del massimo riserbo.” Garanga mi si avvicinò e sussurrò: “Ne va della sopravvivenza stessa della colonia.”
 
 
Giunto alla Centrale, venni portato immediatamente a visitare i prigionieri.
“Papà!” La voce di Prisca mi fece volare subito da lei. “Papà, tirami fuori di qui!” Piangeva, chiusa nella sua cella di xirconio a raggi tachionici. “Devi dire loro che io e Torw ci dobbiamo sposare oggi!”
“Prisca, bambina mia, non so che cosa sia successo, ma non credi anche tu che sia il caso di rimandare fino a quando non sarà tutto chiarito?”
“No!” Esplose lei: la mia bambina è sempre stata un tipetto peperino. “Io voglio sposarmi oggi!” Ruggì, agitando un pugno verso il secondino. “Né io né Torw abbiamo mai infranto legge, per cui abbiamo il diritto di essere scarcerati e di sposarci quando ci pare e piace!”
Inutile replicare: con un sospiro mi diressi verso la cella di Torw. Il Drewoniano fluttuava tranquillamente nell’aria, come se tutta quella spiacevole situazione non fosse causa sua.
“Ehi! Salve, papà!” Mi salutò, con quella sua aria impertinente (o almeno sembrava tale, da quello che riuscivo a discernere della sua fisionomia).
“Forza: dimmi di che si tratta.” Gli intimai, deciso a risolvere la questione. “Contrabbando? Droga? Terrorismo intergalattico?”
Lui ondeggiò sdegnato. “Non starai insinuando che io, un semplice mercante che passa la sua vita a viaggiare tra pianeti e satelliti più o meno periferici, abbia qualcosa di losco da nascondere a te e a Prisca!”
“Oso, oso.” Per le rotte di Farx, quanto avrei voluto poterlo imbottigliare e spedire in un remoto quadrante della zona 9. “Quale crimine hai commesso per farti arrestare?”
“Governatore.” L’Ispettore Garanga sopraggiunse alle mie spalle. “Prego, mi segua nel mio ufficio: lasci a noi gli interrogatori.”
 
 
“Ispettore, io davvero non capisco.” Mi gettai a sedere su di una delle poltrone. “Passi per quel gas, ma mia figlia… Che cosa crede abbia da spartire con quell’avanzo di galera? Deportatelo e che sia finita!”
“Governatore, la questione è più complessa di quanto non sembri.” Garanga mi fissò. “Lei non sa che abbiamo quattro incrociatori Drewoniani a meno di due parsec di distanza, pronti a far fuoco su T4-27?”
Sentii il sangue defluirmi dal volto. “Mi sta dicendo che siamo sul punto di essere attaccati da Drewon per colpa del fidanzato di Prisca?” Chiesi, con voce strozzata. “Ma chi è? Un terrorista? Un pluriomicida?”
Perché Prisca si era scelta un marito simile? Che cosa è mancato nella sua educazione, mi domando ancora.
Garanga sospirò. “Vede, il fatto è che i Drewoniani vorrebbero terminare in modo particolarmente doloroso non solo Torw, ma anche lei, Governatore.”
“Perché ho dato ospitalità a quel poco di buono? Non potevo certo essere a conoscenza delle sue azioni: dite loro che vengano pure a riprenderselo, non ho nulla in contrario!”
“Non farebbe alcuna differenza, giunti a questo stadio. I diplomatici del nostro quadrante proprio ora stanno conducendo trattative riservate per salvare il salvabile, ma tutto dipende da lei, Governatore: lei deve dimettersi, adesso.”
Mi alzai in piedi. “Ispettore, lei sta esagerando!” Protestai, indignato. “Le ho detto che non ho nulla a che vedere con qualsivoglia crimine quel gas abbia commesso nel suo pianeta. Se sta cercando di sfruttare questa incresciosa vicenda a fini politici, le conviene scusarsi o iniziare a cercarsi un altro impiego.” Guardai Garanga, furente: non sarebbe stato un varano con dei tentacoli al posto delle mani a dirmi come avrei dovuto comportarmi in quel frangente.
“Si sieda, Governatore, e lasci che le spieghi…”
“Spiegarsi un accidente, non mi farò deporre dalla mia carica!”
“Si sieda!” Ordinò Garanga con voce imperiosa. Obbedii: l’ultima volta in cui avevo udito quel tono di voce nelle parole dell’Ispettore,  il malcapitato di turno si era ritrovato su di una navetta in rotta verso la colonia penale di Marte 23 nel tempo di un battito di ciglia. “Che cosa sa lei degli Drewoniani?”
“Non molto: sono gassosi, e vivono in un pianeta sperduto del quadrante Omega.” E hanno la tendenza a rubare le figlie altrui.
“Mi è stato detto che lei ha concluso affari con Torw.” Affermò l’Ispettore.
“Certo, ma si è trattato di una normalissima compravendita di ossigeno per l’atmosfera artificiale della colonia!” Protestai, cercando di capire il nesso tra le due domande. “Un semplice rapporto commerciale.”
Garanga sospirò di nuovo: quell’alieno avrebbe potuto vincere una medaglia per il numero di sospiri emessi in un’ora. “Non le è venuto in mente di indagare sulla provenienza di quell’ossigeno, vero?”
“E perché mai? Non era necessario: anzi, ero piuttosto soddisfatto per quello che ho ritenuto e ritengo un buon affare. L’ossigeno era di prima qualità, e conteneva anche particelle di gas differenti, particolarmente adatte alla respirazione umana: non sente anche lei come l’aria profumi di salsedine?” Mi fermai e inspirai profondamente, per darmi forza. “Un lusso eccezionale, a così lunga distanza dalla Terra.”
Garanga mi guardò con commiserazione. “Sa cosa succede a un Drewoniano in punto di morte?” Domandò a bruciapelo.
“E questo che cosa significa? La risposta è no, ad ogni modo.”
“Lo supponevo. Dunque, sappiamo che sono esseri formati da gas, vari tipi di gas differenti. Nel momento della morte questi gas si scindono, e vengono raccolti in un’urna particolare, destinata a contenere le spoglie di tutta la famiglia dell’individuo morto, dagli avi ai posteri.”
Fissai Garanga: forse tutto questo era solo un trucco ideato dai miei oppositori per soffiarmi la poltrona alle successive elezioni.
“Tra i vari gas che compongono la struttura di un Drewoniano  abbiamo una maggioranza di elio, il quale si disperde facilmente nell’atmosfera di Drewon. I gas rimanenti vengono inumati nelle tombe di famiglia. Stiamo parlando di ossigeno, misto a piccole parti di un gas particolare, derivato dal cloruro di sodio.”
“Lei mi sta dicendo” Sbottai, mentre la verità si faceva strada nella mia mente, “che in questo momento tutta la colonia sta respirando i cadaveri degli antenati degli Drewoniani?”
“Ora capisce perché Drewon è sul piede di guerra?”
 
Grazie agli sforzi dei diplomatici, tutta la vicenda fu messa a tacere. Gli incrociatori di Drewon ritornarono a casa con quello che rimaneva della nostra provvista d’ossigeno, ma la gran parte era ormai stata immessa nell’atmosfera artificiale di T4-27, per cui la colonia dovette pagare loro un rimborso francamente esorbitante. Torw è stato deportato sul pianeta Lorx; Prisca ha insistito per seguirlo, ed ora abita in un monolocale con vista sulla prigione. Nei suoi cablogrammi dichiara di essere felice.
Ho perso la poltrona di governatore: ora coltivo beeredech in un angolino appartato della colonia, per la gioia di mia moglie, a cui è sempre piaciuta la campagna.
Ci vorranno ancora circa sei settimane per consumare la provvista d’ossigeno di Torw: ogni tanto, quando alzo la testa dal mio raccolto, ho come l’impressione di scorgere qualcosa fluttuare nel cielo… Qualcosa con un ghigno storto sulla faccia. 



  
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