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Autore: Evaney Alelyade Eve    22/04/2012    3 recensioni
Jensen Ackles è un detective di Chicago, Misha Collins è un giornalista del Chicago News. Due vite lontane che s'incroceranno alla morte della giornalista Julie Mcniven amica di Misha. Nel corso delle indagini i due scopriranno segreti sconvolgenti che riguardano persone importanti, ma soprattutto scopriranno l'amore.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Un risveglio traumatico e un sorrisetto inopportuno.



Il risveglio di Misha fu piuttosto traumatico : la radio-sveglia decise di interrompere quel suo sonno senza sogni alle 7.00 del mattino, sparando nell'aria, a tutto volume "Back in Black" degli AC/DC , e per quanto l'uomo amasse il gruppo e ogni singola canzone loro, non potè evitare di imprecare e lanciare la sveglia dall'altro lato della stanza, zittendola. Nel frattempo s'era levato un gracchiare fastidioso e a dir poco rumoroso, segno che Coco e Choco erano infastiditi quanto lui dalla sveglia improvvisa.
- Si, lo so! - sbottò in direzione dei pappagalli, incastrando la testa tra il cuscino e il materasso, cercando di azzittire quei lamenti da pappagalli, e nel coltempo cercando di far passare almeno in parte il pulsare continuo delle sue tempie. Serrò gli occhi, e rimase così disteso per dieci minuti, poi, quando si rese conto che il mal di testa non cessava e nè i due pappagalli smettevano di rompere le scatole si alzò di malavoglia dal letto, e se ne andò in cucina. Preparò il caffè e stava per portarsi la tazza alle labbra, quando si rese conto di essere ancora tutto vestito.
- Non sono nemmeno arrivato a cambiarmi....- sforzò la mente, cercando di ricordare cosa avesse fatto una volta uscito dal bar...e quando il suo sguardo si posò casualmente sul sacchetto della farmacia gli venne in mente che Jensen l'aveva riaccompagnato a casa e che era stato rapinato. Come a volersi vendicare del fatto che fosse l'ultima delle sue priorità, la ferita alla guancia, lì dov'era stato colpito, iniziò a pulsare furiosamente, strappando un gemito esasperato al moro.
- Fantastico! Cosa manca ancora, eh?! - urlò rivolto al soffitto - Deve cadermi una tegola in testa?! Devo essere investito da un'auto o morire fulminato?! Che diavolo ti ho fatto di  male, si può sapere?! -  e fissò il soffitto, forse in attesa di qualche risposta o della famosa tegola, ma non successe nulla, e sospirando abbassò di nuovo la testa, passandosi una mano tra i capelli, sconfortato.
- Credo di aver bisogno di una bella doccia - si disse poi, e dopo aver terminato il caffè, e aver recuperato dalla sua stanza degli indumenti puliti, si chiuse la porta del bagno alle spalle. Il getto caldo dell'acqua fu una vera e propria benedizione, e il giornalista si lasciò sfuggire un mugolio compiaciuto, mentre i muscoli si rilassavano poco a poco. Quando fu abbastanza rilassato, concesse alla propria mente di ripassare la parte finale del giorno precedente, soffermandosi soprattutto sui momenti trascorsi con il detective.
- Cazzo, che figura di merda. Spero non mi abbia preso per un'ubriacone! - e si passò una mano su gli occhi, come a volersi nascondere agli occhi del Jensen nei ricordi. Quell'uomo adorava beccarlo in situazioni imbarazzanti, lo faceva apposta!
- Intanto se non fosse stato per lui, sarei rimasto inchiodato sul marciapiede di quel vicolo - e il ricordo dei rapinatori gli fece venire i brividi : aveva quasi rischiato di farsi fare il culo! Oddio non letteralmente, per fortuna! E poi, era stato davvero gentile a riaccompagnarlo a casa...a passare in farmacia...e mettergli la pomata sulla guancia e il cerotto....automaticamente la sua mano scattò verso la guancia bagnata, sfiorando il cerotto che Jensen gli aveva applicato la sera prima. Un piccolo, stupido sorriso nacque su quel viso ricoperto di barba ispida, e pian piano si allargò.
- Ho avuto anche il culo di stargli appiccicato addosso! Però..dovevo puzzare parecchio, a giudicare dai vestiti.... - un vago ricordo di loro due in ascensore, e di lui spalmato addosso ad un detective che Misha non sapeva dire se era stato più  imbarazzato per la vicinanza, o disgustato per l'odore pungente di whisky.... - oddio! - e rabbrividì al pensiero dell'ennesima brutta impressione che doveva avergli fatto. Sorrise di nuovo, ricordando quando in macchina era imbarazzato perchè non sapeva che dirgli per consolarlo...
- Okay basta, smettiamola! - e si diede due colpetti sulla guancia buona, per distrarsi da quei pensieri. Uscì dalla doccia, si asciugò i capelli che divennero ancora più arruffati di prima, e ritornò in cucina, richiamato da "O Sole mio" di Choco e Coco, che reclamavano la loro colazione. Mentre cercava nella credenza il mangime, notò, attaccato con una calamita a forma di angelo in trench ( Sebastian e Richard gliel'avevano comprata, assicurandogli che quell'angioletto dalla faccia apatica gli assomigliasse davvero tanto), allo sportello del frigorifero, il  foglietto su cui Jensen gli aveva segnato il proprio numero. Lo prese, insieme al mangime, e mentre lo metteva nella gabbia ai due animali, disse loro, con un sorrisetto:
- Sapete ragazzi? Credo proprio che dovrei ringraziare il detective come si deve! -


§§§

E mentre qualcuno programmava assalti degni di uno stalker, qualcun'altro faceva fatica ad alzarsi dal letto : Jensen che aveva trovato la pace del sonno solo verso le 05.00 del mattino, si ritrovò a sussultare così  bruscamente  da  spiaccicarsi sul pavimento, mentre il cellulare suonava senza pietà a tutto volume nei suoi poveri timpani, "Highway to Hell" degli AC/DC.
- Dannazione, ho capito! HO CAPITO! - urlò rivolto all'aggeggio, rimettendosi in piedi ed afferrandolo rudemente. Non era la sveglia come s'era aspettato, bensì una chiamata di Luke. Respirando a fondo per calmare l'irritazione, e con il tono più tranquillo che gli riuscì, schiacciò il tasto verde, dando il via alla chiamata:
- Ehi Luke! -
- Jens! - e il ragazzo dovette allontanare l'apparecchio dal suo orecchio, per via del tono fin troppo alto della voce dall'altro lato - Che fine hai fatto?! Sono le 08.00!!! Per tua fortuna Rufus ancora non è arrivato, muoviti a portare il tuo culo giovane quì, se non vuoi che il Capo ti porti nella "stanza delle torture"! - e attaccò. Jensen represse un brivido pensando che se non si fosse sbrigato, le sue chiappe giovani, presto sarebbero diventate uguali alla bandiera : a strisce. Un quarto d'ora dopo era già bello che pronto, e stava correndo verso la sua Chevy.

- Ehi Jens! - lo salutò allegramente Donald, e lui gli rifilò a mo' di saluto un breve cenno del capo, prima di filare nel suo ufficio, che trovò occupato da Luke.
- Ce l'hai fatta ragazzo!..Accidenti che occhiaie, sembra che tu non abbia dormito! - constatò sorpreso. Ovvio che non aveva dormito! La sua mente era stata occupata per la maggior parte della notte a riflettere su un certo giornalista...."Jensen" si disse mentalmente, con tono duro "basta".  Aveva deciso di non pensarci più: la sua vita era già abbastanza incasinata, con un caso da risolvere che era tutt'altro che facile, non aveva bisogno di farsi distrarre da un giornalista squattrinato!
- Già...avrò mangiato pesante. Allora, Ruf è arrivato?! - chiese, così da cambiare argomento. Luke ci cascò, perchè rispose :
- Si, pochi minuti prima di te, gli ho detto che eri in bagno, tranquillo. - aggiunse, ad un'occhiata sconvolta di Jensen.
- Grazie, amico. -
- Ma figurati. Adesso andiamo nel suo ufficio a dirgli quello che abbiamo scoperto. -


- Capisco. Dal rapporto della polizia però, non è stata ritrovata nessuna pen-drive tra gli oggetti della vittima. Orologio, cellulare e soldi erano tutti nella sua borsa, quindi è molto probabile...-
- ...che lo scopo dell'aggressione sfociata in omicidio fosse proprio la pen-drive! - conclusero Jensen e Luke, per Rufus, che annuì serio. La faccenda si complicava : senza la pen-drive sarebbe stato più difficile localizzare la banda, ma almeno avevano un movente per quell'assurdo omicidio.
- Jensen - disse Rufus - hai detto che questo Misha Collins è un amico stretto della ragazza, giusto? -
- S-sì...- non aveva potuto evitare di sussultare un pochino, quando il capo aveva nominato Misha, ma fortunatamente erano troppo presi dalle loro indagini per badarci.
- Questa ragazza dovrà aver avuto un pc...Luke, non l'hai ritrovato a casa sua? -
- No...il fidanzato mi ha detto che Julie teneva tutto il materiale nascosto, ma non sapeva dove. -
- Capisco...credo che il signor Collins possa avere le risposte che cerchiamo, quindi Jensen andrai a trovarlo di nuovo e gli chiederai informazioni! - ordinò Rufus, e Jensen avrebbe voluto sparire.
- Perchè....perchè non può andare Luke?! - ribattè agitato, leccandosi il labbro inferiore, gesto che faceva solo quando era in preda all'agitazione o era preocupato.
- Perchè adesso il signor Collins ha conosciuto te, e sono sicuro che si aprirà molto più facilmente con te che con Luke, che è un viso nuovo per lui. Quindi smettila di star quì a ciondolare e muovi il culo! In quanto a te Luke, ti farò preparare un mandato dal procuratore Beaver  per requisire tutti gli effetti personali della defunta alla redazione! E' tutto, andate! - e li congedò con un gesto imperioso, che non ammetteva repliche; così Jensen dovette ingoiare il rospo e frustrato andò a chiudersi nel suo ufficio, senza rispondere alle domande perplesse di Luke.
- Che diavolo ha Rufus che non va?! - sbraitò rivolto al proprio taccuino, che gettò malamente sulla scrivania, irritato - Che diavolo ha la vita che non va?! Io decido di non rivederlo più...e guarda! Senza contare che non ho nemmeno il numero, e  non mi va di ritornare nel suo appartamento! Peggio di così non poteva andare.....- neanche ebbe finito di parlare, che il suo telefono trillò. Sbuffando convinto che fosse Jared stava per rifiutare la chiamata, ma ad una seconda occhiata sullo schermo si ritrovò un nuovo  numero. Il suo cuore perse un battito.
- Pronto? -
- Ehm....il detective Jensen Ackles? -
- Si, sono io. Chi è che parla? - aveva riconosciuto la voce, ma non voleva fargli sapere che sapeva chi era.
- Oh, bene.....sono Misha...Misha Collins. - rispose quello, titubante.
- Uh, Misha! - tono fintamente sorpreso - come ti senti? Passata la sbronza? - e suo malgrado fece una risatina divertita.
- S-si...- e dal tono della voce potè chiaramente capire che l'aveva messo in imbarazzo. Quì la sua mente si lasciò andare al ricordo delle sue guance che si coloravano di rosso.."JENSEN!!!" si richiamò all'ordine mentalmente, mentre quello continuava a parlare -...allora? -
- A-allora cosa?! - l'altro sbuffò, divertito.
- Allora ti andrebbe di incontrarci? -
- Incontrarci? -
- S-sì, per un caffè. Mi hai ascoltato fin'ora? - chiese contrariata la sua voce, e Jensen si passò una mano sugli occhi, infastidito. Perfetto : adesso doveva passare per il tipo distratto.
- Scusa ho parecchie cose per la testa....comunque si, mi va bene, anche perchè dovrei farti...altre...domande.....-e quì si chiese con terrore se Misha poi, non gli sarebbe scoppiato a piangere di nuovo.
- D'accordo allora - e la sua voce tremò per pochi istanti - domani, alla Road House alle 12. -
- D'accordo, a domani. - e chiuse la chiamata. "Non sarà un sorrisetto idiota, quello sulle tue labbra, vero, Jensen?!" gli domandò la vocina nella sua testa, che adesso somigliava orribilmente a quella di Rufus " Sul serio, stai sorridendo per Misha?!"  " Mannò!" si rispose "Sorrido solo perchè posso portare a termine il compito assegnatomi da te...cioè Rufus! ". Okay, forse non era tanto normale sorridere come un'ebete per un caffè, ma non lo era nemmeno parlare con una vocina nella sua testa; soprattutto se quella vocina apparteneva a Rufus!


§§§

Chiuse il telefono, sbigottito : è vero che l'idea era stata sua, ma porca miseria, non si aspettava mica che Jensen accettasse! E va bè che l'aveva fatto esclusivamente perchè aveva domande da fargli....ma questo poteva metterlo da parte per un attimo, no?! Anche perchè il sorrisetto beota che aveva sotto la doccia era ancora lì, più presente che mai.
"Misha" si disse " è solo un caffè, rilassati." Il telefono squillò ancora, e per un attimo il cuore di Misha ebbe un sussulto, ma si diede dello sciocco quando lesse sul display Rich.
- Hey Rich! -  salutò l'amico.
- Misha! Idiota! - guardò il display perplesso : che diavolo..?
- Che cosa...?! -
- Dove sei?! -
- A casa! Perchè?! -
- Come perchè?!?!?! Il vecchio Zach sta sbraitando come un matto perchè ancora non ti sei presentato! Gli ho detto di darti almeno un giorno perchè eri ancora sconvolto, ma non ne ha voluto proprio sapere! Muoviti e porta il tuo culo quì! Ora! E......eh?! Si,si arrivo Micheal! Adesso ti devo lasciare, sbrigati, Mish! - e riattaccò. Misha rimase a fissare il telefono perplesso per pochi istanti, prima di correre a recuperare il suo portatile e la tracolla con le chiavi di casa.
- Quel dannato, vecchio ciccione in astinenza! - urlò all'ascensore - ogni scusa è buona per mettermi in ridicolo! Scommetto che è stato lui a vietare agli altri di dirmi di Julie....- premeva i tasti con impazienza, mentre l'ascensore raggiungeva il 5 piano dal basso con estrema lentezza, come se volesse fargli un dispetto.
- Muoviti, cazzo! - e davvero non era da lui imprecare in quel modo, ma era troppo irritato per badarci. Zaccharia era riuscito a distruggere quel poco di felicità e di buon umore che l'aveva pervaso prima; la conversazione con Jensen sembrava un ricordo lontano.
Uscito di corsa dall'edificio, per un puro caso fortuito riuscì a prendere un taxi al volo, e poi dritto fino alla redazione del Chicago News.

- Oh, ma chi si degna di farsi vedere a lavoro! E' un onore riaverla, Mr Collins! - lo accolse la voce petulante di quel viscido Zaccharia - Spero per lei che il suo articolo sia pronto, perchè altrimenti temo che dovrà sgomberare la sua scrivania per il giornalista del terzo che aspetta la promozione!!! - e incrociò le braccia sul petto, in segno di impaziente attesa.
- Certo che ho finito l'articolo - ribattè a denti stretti, ripescando dalla sua tracolla il portatile su cui aveva salvato il suo pezzo. Gliel'avrebbe fatta vedere lui, a quel dannato pallone gonfiato, un giorno o l'altro di questi! Stava per consegnarglielo, quando le porte dell'ascensore del quarto piano si aprirono, ed entrò un uomo alto, dal fisico massiccio, con barba appena accennata e capelli rossicci. Doveva essere inglese, a giudicare dai tratti, ma la sua giovialità e simpatia potevano trarre in inganno. Il nuovo arrivato si diresse verso Zaccharia, con un foglio tra le mani.
- Salve! - esclamò sorridendo calorosamente; sorriso che non si spense nemmeno dinanzi all'espressione sospettosa e fredda del vecchio Zach - sono il detective Luke Holmwood. Ho quì un mandato per prelevare gli effetti personali di Julie Mcniven. -
- Credevo che si fosse chiarito tutto con la visita dell'altro poliziotto - ribattè freddamente il vecchio; l'altro non si scompose minimamente.
- Ah, lei allude al detective Ackles! Il mio collega! Si, si effettivamente il primo giro di domande è routine, poi sopravviene il ritiro degli oggetti personali. Allora, mi può guidare alla scrivania della signorina? -
e prima che Zach potesse rispondere, s'intromise Misha :
- Posso portarcelo io! Non ho altri articoli da consegnare oggi - e risvolse al capo-piano un sorriso smagliante consegnandogli la pen-drive con il suo articolo sopra; quello lo squadrò da capo a piedi con superiorità prima di annuire impercettibilmente : era chiaro che  non ritenesse il detective  tanto importante da sottrargli del tempo prezioso.
- Molto gentile, signor...- ringraziò il detective.
- Collins. Misha Collins - si presentò, stringendogli la mano.
- Ah, il contatto di Jensen! - rispose allegramente quello. Misha lo trovava estremamente simpatico, per essere un detective. Di solito erano tutti sospettosi, arcigni e antipatici, ma aveva già avuto la conferma con Jensen che non era sempre così!
- Ehm....perchè Jensen non è venuto con lei? - chiese così, con tono che sperò suonasse casuale. Quello lo soppesò con lo sguardo, prima di rispondere :
- Beh, Rufus, il nostro Capo, gli ha assegnato un altro lavoretto... -
- Tipo farmi delle domande, giusto? -
- Ahahah, esatto! Sei sveglio ragazzo! - sorrise : il detective sapeva che si erano già sentiti, ma aveva voluto metterlo alla prova. Chissà perchè...
- Ci siamo sentiti prima al telefono. Avevo delle cose da comunicargli, e gli ho dato una sorta di appuntamento. - parlava a raffica, proprio come quando era agitato, ma il detective non perse nemmeno una parola.
- Potresti dirlo anche a me, allora, quello che gli devi riferire! - esclamò in risposta. Misha scosse il capo, come un bambino davanti alla medicina.
- Mi dispiace, ma come ha detto lei : io sono il contatto di Jensen, e darò le mie informazioni solo a lui! - il detective scoppiò in una fragorosa risata, e gli diede una pacca sonora sulla spalla, ignorando il gemito di dolore che gli sfuggì dalle labbra.
- Ahahah, davvero un ottimo ragazzo!! Jensen  potrebbe essere fortunato....-
- Mi scusi.. non ho sentito l'ultima frase! - erano passati in una zona in cui due giornalisti stavano litigando furiosamente, proprio prima delle porte di vetro degll'ascensore, e gli era stato difficile ascoltare l'ultima frase.
- Nulla nulla, ho detto che se siamo fortunati, risolveremo questa orribile faccenda molto presto! - e Misha annuì, poco convinto della risposta.

Un'ora dopo Luke ritornava in ufficio con il materiale di Julie Mcniven, e con un sorrisetto furbo sulle labbra.















Autrice :
Ed ecco l'attesissimo (si, certo xD) Terzo Capitolo! So cdi aver detto che avrei aggiornato ogni Lunedì, ma ho decisod i anticipare, perchè non so se domani potrò!
















 






















    
   
 
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