Aro aveva scelto loro due, i suoi due cacciatori, dovevano trovare e eliminare
l’immortale che aveva iniziato a fare strage nella bella Venezia, in un mese
cinque donne e tre uomini erano stati brutalmente uccisi e loro dovevano
eliminare quella piaga che rischiava di rovinare i raffinati piani dei loro Signori,
cioè nascondere la loro razza all’umanità.
Quella sera la Serenissima era in festa, il carnevale di Venezia aveva
affollato Piazza San Marco e i canali intorno ad essa di persone mascherate
con abiti variopinti, per un uomo comune sarebbe stato impossibile trovare in
mezzo a quelle calca la loro preda, ma loro due non erano umani, erano
predatori e nell’ambito della caccia erano i migliori.
Una donna statuaria, dalla bellezza divina, camminava a braccetto con un uomo ,
anch’esso di una bellezza innaturale, che solo la presenza del compagno
permetteva alla donna ad ogni passo di non essere importunata da giovani
baldanzosi e ubriachi, in mezzo al groviglio di persone, entrambi camminavano
con estrema eleganza, avevano una pelle bianco pallido, lei possedeva lunghi capelli
vermigli, tenuti in morbidi boccoli, un abito dalla lunga gonna e spalline a
mezza spalla, anch’esso della tonalità del rosso, con cuciture di fili d’oro
come ornamenti, mostrava una profonda scollatura, che metteva in risalto il
seno marmoreo, le labbra erano ricoperte da un rossetto dal rosso accesso, la
maschera nascondeva il resto dell’incantevole volto, ma da dove si potevano
vedere due grossi rubini incastonati negli occhi.
L’accompagnatore, d’altro canto, non era da meno, il suo passaggio attirava
l’attenzione di molte giovani, indossava un panciotto di cuoio nero con bottoni
d’oro,con sotto una camicia dalle maniche a sbuffo, bianca immacolata, quasi
quanto la sua epidermide, un foulard attorno al collo, rosso sangue con una “V”
d’oro cucita sopra e un semplice maschera nera a nascondere il viso.
I loro occhi scrutavano ogni persona, ma la stretta più forte del giovane fece terminare
la ricerca.
Prese il volto della giovane e portandolo vicino al suo sussurrò tre parole.
-Davanti a Noi.-
Lei lo guardò, sorrise e con estrema sensualità si avvicino all’individuo
scelto.
Danzorono insieme, per tutta la notte, con eleganza lo allontanava dalla festa,
lui era distratto da lei, non riusciva a pensare nient’altro che a quella
creatura con cui si accompagnava nelle danze, i suoi occhi non si staccavano dagli
occhi peccaminosi di lei, erano della stessa specie, l’aveva capito guardandola,
erano entrambi creature della notte, immortali, bevitori di sangue e ne era
contento, perché dopo il suo creatore era la prima vampira che vedeva.
Ma questa sua disattenzione non gli permetteva di notare altri due occhi, anch’essi da predatore di uomini,
che li seguivano da dovuta distanza.
Avevano raggiunto un vicolo, completamente al buio, nemmeno una fiaccola
illuminava la strada, ma questa mancanza per loro era indifferente, i suoni
della festa erano lontani, come ovattati, lei sorrideva maliziosa, si avvicinò
e baciò delicatamente la labbra del vampiro, riconoscendo il sapore ferroso del
sangue, mentre prese con forza i fianchi della donna e portandola più
vicina a lui.
-Aspetta…- Con delicatezza lo allontanò e si abbassò una spallina -…Facciamo
con calma.- Aggiunse sorridendo in maniera accattivante, una luce si accese
nello sguardo della ragazza, una luce quasi sadica che eccitò la preda.
Un soffio di vento leggero che accarezzò la pelle dei due, trasportò aromi
dalle raffinate spezie provenienti dalle barche ancorate al porto arrivate
dall’Oriente, dei cibi raffinati presenti sulle tavole imbandite per il
carnevale, il profumo delle donne che festeggiavano in strada, del loro sangue
che pompava forte nelle vene e un odore che conoscevano bene, che si avvicinava
veloce su di loro.
Il vampiro si girò di scatto.
Troppo lento.
Vide un uomo, un cacciatore che aveva gli occhi lussureggianti di una furia
omicida, la pelle a causa dei riflessi delle fiaccole e della luna sembrava d’acciaio,
il suo braccio era veloce come una spada e le sue dita, che si impiantarono nel
collo dell’uomo, tagliavano come rasoi, falciò la trachea e le corde vocali,
impedendo alla preda, ormai vittima, di urlare, con velocità fulminea lo
disintegrò in mille pezzi, prima la testa, poi le braccia, il tronco e infine
le gambe.
Lasciò la donna per prendere una fiaccola, diede fuoco ai resti dell’immortale,
quando le membra furono incenerite, con un calcio buttò le ceneri nel canale
della laguna, lasciando che l’acqua le portasse nel Canal Grande e da lì al
mare per eliminare ogni traccia dell’assassinio.
-Demetri… - La rossa accarezzò il duro ventre in maniera sensuale –Che furia…-
Sussurrò a fior di labbra all’uomo, attratta dalla violenza omicida del
compagno.
-Adele- Lui la strinse a se e con voce bassa rispose –Eri assolutamente eccitante
quando attiravi quello sprovveduto fuori dalla festa, non ti staccava gli occhi
di dosso.-
-Come te…- Rispose, prima di iniziare a baciarlo, le loro bocche si cercavano
fameliche, lui con mani sicure e esperte la spogliò prima di incominciare ad
amarsi in quel vicolo sudicio, dove l’odore di acqua stagnante imputridiva
l’aria, ma loro due non ne erano interessati, loro cercavano il corpo dell’altro,
i loro odori e i reciprochi tocchi.
-Demetri caro mio, come è andata la tua missione?- Domandò Aro, il loro
signore, sorrideva e questo non era un bene, non era un sorriso di
soddisfazione, ma quella smorfia irriverente era una maschera per studiare chi
aveva di fronte e solo un modo c’era per dargli la certezza della riuscita del
suo compito.
-Bene mio signore…- Rispose il vampiro porgendo la mano permettendo al capo dei
Volturi di toccarla e leggere i loro pensieri.
Se la pelle di un vampiro era fredda, quella di un immortale millenario era
ghiacciata, ritenne il segugio dopo lo sfiorarsi delle dita.
Lo sguardo di Aro divenne compiaciuto, le labbra si piegarono in un sorriso
divertito.
-Come sempre un lavoro perfetto, mio capitano e vedo che ti sei goduto il
viaggio a Venezia.-
Il segugio capì subito il riferimento e con un inchino si congedò dai
sovrani abbandonando la sala dei tre troni.
Con passò veloce seguì una scia di emozioni, sensazioni e pensieri conosciuta,
che lo condusse fino alle sua stanza, entrò chiudendosi la porta alle spalle,
si girò e vide la rossa completamente nuda distesa sul suo letto.
-Mi hai trovato…- Disse con voce mielosa.
-Adele… Non potrei mai perdere le tue tracce.- Rispose spogliandosi e
raggiungendola nel letto.
Note d’Autore:
Premessa, sono un ragazzo, ho letto i 5 libri, sotto consiglio di una amica,
sono sempre stato appassionato di creature come Vampiri, Licantropi, Demoni….
Sinceramente la storia non mi è piaciuta, ma ho trovato interessante la storia
dei Volturi e lo scontro con il clan dei Rumeni, cosa che la scrittrice avrebbe
dovuto dare più spazio, oppure scrivere un libro su questo evento.
Il finale non mi è piaciuto, non mi sembra di essere l’unico a pensarla così, c’erano
altri mille finali e lei ha scelto quello proprio più incoerente a mio parere.
Non ho letto la guida, quindi se c’è qualche errore cronologico è involontario.
Ho valuto scrivere una FF sui Volturi e in particolare sulla coppia Demetri e
Heidi (Ho inserito OOC per sicurezza, anche se i personaggi sono descritti veramente poco...) i due cacciatori della famiglia reale.
Adele perché penso che non si chiamasse ancora Heidi nel 1486…
E infine 1486 e il carnevale non è una data e evento casuale, ma è una omaggio
ad Assassin’s Creed II.