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Autore: Estel91    24/04/2012    5 recensioni
Salve a tutti!!! Il titolo non è ancora definitivo, ma non sono riuscita a trovarne uno migliore, per il momento. Questa storia parla della visione che ebbe Aragorn quando guardò nel palantìr.... Che potrà aver visto? Poteva andare in un altro modo?
Spero che la troviate interessante.... Grazie!!
Estel
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I
 
C’è sempre Speranza
 
<< Merry…>>  Il piccolo Hobbit, sentendosi chiamare, si voltò e raggiunse la voce che aveva appena sussurrato il suo nome, quella di Aragorn.
<< Mi faresti un favore, piccolo amico? >> Chiese, titubante  ed esausto. Esausto, si, così si sentiva, erano giorni che non riusciva a mangiare nulla, erano notti che non dormiva. Ci aveva provato a chiudere gli occhi, ma quell’immagine tornava sempre alla luce nella sua mente, e iniziava a stare male.. Così ci aveva rinunciato, concedendosi solo qualche minuto di riposo pomeridiano, ma ora sentiva di essere al limite. Il suo corpo mortale, era al limite.  Da quando lui non c’era più era vuoto. Da quanto non aveva più sue notizie? Da quanto aveva in mente di partire per Isengard da solo? E per fare che cosa? Non poteva essere sicuro che lo avessero portato li, non del tutto almeno. E di certo, se si fosse sbagliato non sarebbe tornato comunque vivo. Gandalf aveva ragione.
<< Capisco quello che provi, ma non possiamo rischiare così tanto, per una singola persona. E’ forte, resisterà. >> Aveva detto. No, non aveva ragione. Non del tutto almeno, non se si trattava di lui. Con le mani appoggiate sulle ginocchia, mentre vedeva Merry aspettare che gli parlasse, chiuse gli occhi e rivide quella scena.
 
“Stavano procedendo verso il Fosso di Helm, assieme ai Rohirrim, così che potessero trovare rifugio e protezione per l’imminente guerra che avrebbe avuto luogo di lì a poco contro gli orchetti di Saruman. Legolas li precedeva, come era solito fare, era l’unico Elfo li in mezzo, e la sua vista poteva vedere cose che sfuggono all’occhio mortale… stavano ridendo, scherzando con la nipote del Re, non sembrava esattamente il preludio di una guerra a vedersi. Poi, ad un tratto, un grido.
<< I Mannari, ci attaccano!!! >> Legolas li aveva visti, ed aveva iniziato a scagliare frecce a destra e a sinistra e diamine, non sbagliava un colpo.
<< Porta le donne e i bambini nelle grotte, Eowyn!!! >> Ordinò il Re, e nel frattempo tutti i cavalieri, si dirigevano verso il punto in cui si stava già svolgendo la battaglia.
Aragorn combatteva, ma il suo occhio era sempre puntato su di lui, non lo perdeva di vista un attimo. Era un ottimo guerriero, lo sapeva, lui stesso finiva sempre con il perdere quando si sfidavano a duello. Ma era una cosa che non riusciva a controllare, doveva vederlo e sapere che stava bene… Poi il buio. Uno di quei cagnacci gli corse incontro, disarcionandolo dal cavallo, ma riuscì a rialzarsi in tempo per vedere che tutto un gruppo di immonde creature si stava  aggrovigliato attorno al suo Elfo e stavano cercando di disarmarlo. Voleva raggiungerlo, proteggerlo, dirgli che lo amava, come non aveva mai avuto il coraggio di fare, ma non fu veloce abbastanza. Una di quelle creature ripugnanti lo colpì alla gamba, impedendogli di raggiungerlo, e lo vide, mentre lo colpivano, sotto i suoi occhi, e lo portavano via. E svenne. In quel momento perse i sensi, come se una parte di se gli fosse stata strappata. Si svegliò al Fosso di Helm, steso su di una branda, con la gamba fasciata. Aprì gli occhi di colpo, come per verificare se fosse stato un brutto sogno. I suoi occhi vagarono per la sala, ma lui non c’era. Fino a quando Gimli si avvicinò a lui, con aria delusa, di chi deve annunciare una scomparsa.
<< Lui dov’è? >> Chiese, timoroso, ma consapevole della risposta. Anche Gandalf e Teoden si erano avvicinati.
<< Lo hanno preso. Credo lo abbiano portato a Isengard, visto che gli orchetti provenivano da li, ma non ne siamo sicuri. Ad ogni modo, non possiamo agire ora, non possiamo rischiare così tanto. Siamo numero esiguo, avremo sicuramente la peggio. Lui non vorrebbe questo. >> Era stato Gandalf a parlare, e il suo tono non ammetteva replica.
<< Dunque lo lasciamo morire? Basta? Finito? Lo lasciamo al suo destino???? >> Aragorn si era alzato di colpo, non sentiva nemmeno dolore alla gamba, perché quello che sentiva nel cuore era maggiore.
. << Capisco quello che provi, Aragorn, ma non possiamo rischiare così tanto, per una singola persona. E’ forte, resisterà. >>
<< Resisterà?? In mano a Saruman, potrebbe torturarlo, o ucciderlo.. Ero convinto che la cmpagnia sarebbe esistita fino a quando saremmo stati fedeli l’uno all’altro!!!!! >> Stava urlando. Era fuori di se, perché proprio lui?? Che vorrà proprio da lui??
<< Così è deciso, Aragorn. Per il momento non c’è nulla che possiamo fare. Non possiamo cedere al suo gioco. >> Questa volta era stato il Re a parlare.
<< Non è un gioco!!!!!!! >> E con quest’ultimo grido se n’era andato.
 
 
<< Grampasso?>> La voce di Merry, che lo aveva destato da quel ricordo, mentre una lacrima gli bagnava il viso.
<< Merry, sai dirmi dove è stato nascosto il palantìr? >> Domanda secca.
<< Si, io…. Ho visto Gandalf mentre lo nascondeva per evitare che a qualcuno venisse un’altra brillante idea come quella che è venuta a Pipino, ma perché?? >>
<< Mi occorre ora, Merry. Fidati, e non dire niente a nessuno per favore, mostrami dove si trova. >> Gli disse co estrema cautela, per non spaventarlo più di quanto non lo fosse già.
<< Ma Gandalf ha detto che è pericoloso. >> Suggerì, ma sapeva che non sarebbe servito a dissuaderlo.
<< Lo so ciò che dice Gandalf, Merry. Ma devo assolutamente averlo, è importante, non matterei mai nei guai nessuno. Ti prego. >> Merry, lesse disperazione in quegli occhi, e si chiedeva che avrebbe fatto lui al suo posto.
<< Seguimi. Ma non facciamoci vedere. >> Si, voleva aiutarlo, si fidava di quell’uomo, come quando lo aveva conosciuto a Brea, si era subito fidato di lui. Un sorriso stanco incurvò le labbra dell’uomo a quelle parole.
Percorsero le scale interne che conducono alle segrete, fino a quando arrivarono dinnanzi ad una porta piccola e stretta, in legno. Merry la apri e indicò uno scaranno, sul quale giaceva un involucro rotondo.
<< Eccolo. Stai attento. Spero tu sappia ciò che stai facendo. >>
<< Grazie, amico mio, non dire niente, ti prego. >>
Merry fece un cenno con la testa, pregando i Valar di aver fatto una cosa giusta, e sperando che non facesse sciocchezze. Si richiuse la porta alle spalle e torno da dove era venuto.
Aragorn osservò per un istante l’involucro, poi si inginocchiò e scoprì la sfera.
<< Sto arrivando Legolas, tieni duro. >> Disse tra sé e sé, mentre allungava la mano verso il palantìr.  
   
 
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