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Autore: The_Cannie    24/04/2012    9 recensioni
Se amate "La Commedia" di Dante vi sconsiglio di leggere quello che segue.
PREMESSA: Leggete a vostro rischio e pericolo.
Il testo che segue è una delle più maestose opere di genere demenziale esistenti al mondo. La sottoscritta declina ogni responsabilità per i danni cerebrali che possono insorgere a seguito della lettura del documento.
I personaggi sono liberamente tratti dall'opera di Dante Alighieri "La Commedia" (una lettura che consiglio agli amanti del dialetto fiorentino, nonchè ai lettori di "Twilight" e di Moccia nella speranza di una pronta guarigione)
Per Il Sommo: perdonami ma te la sei cercata.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1

-Nel mezzo di cammin di nostra vita...
Virgilio si mise a sedere. Era caduto su qualcosa di marrone che poteva essere anche qualcosa di spiacevole. Incrociò mentalmente le dita perché fosse solo fango.
Da qualche parte in mezzo al bosco qualcuno stava blaterando. Le parole erano stupide e arcane come quelle della figlia-dei-fiori.
Il ragazzo si avviò di malavoglia verso quel suono lamentoso e sgradevole.
-Ecco l'omuncolo!
Poco più avanti, sul sentiero, un ragazzo avanzava barcollando e inciampando. Sembrava davvero uno sfigato. E poi che diamine aveva fatto per ridursi un naso simile?
-Ehi, sfigat...
Una lampadina si accese nella testa di Virgilio. Mise su un sorriso demoniaco e si abbassò fra il fogliame per non essere visto. Poi avanzò verso l'altro.
-...esta selva selvaggia e aspre e forte...Caz...! Buono micio!
Virgilio sporse la testa da dietro un albero: una delle succubi del nightclub era appena apparsa in forma di lince davanti all'idiota.
Virgilio decise di fare la parte del figo e uscì dalla boscaglia.
-Non preoccuparti tesoro, te ne libero io.
Lo sfigato si voltò di scatto, poi lo squadrò a lungo.
-Sono assai dolente, ma temo lei non sia il mio tipo...
Virgilio gli diede una spallata passando e raggiunse la lince.
-Vieni piccola, ti riaccompagno all'entrata. Non aver paura che me ne libero io di questo...
La lince sfumò velocemente in una ragazza.
Virgilio non poté fare a meno di sbiancare.
-Mer... non tu!
La succube ghignò amabilmente.
-Virgy! E' da un po' che non ci si vede!
-Giaaaaaaà... Infatti è da un po' che nessuno mi fa proposte indecenti, Syatanna. Mi è stato riferito che ti hanno licenziata...
La ragazza fece qualche passo in direzione del poeta:
-Vorrai dire che mi hanno promossa. Sai, mi hanno affidato un compito importante: devo fare da scorta ad una certa anima che ha un permesso speciale per allontanarsi dall'inferno...
Il ragazzo si coprì gli occhi con le mani. Quella BeatUrice gliela aveva fatta! Forse avrebbe dovuto smetterla di sfottere quelli dei piani superiori...
Nel frattempo lo sfigato era avanzato verso la succube:
-Dolce fanciulla, qual maleficio vi costringe in fattezze di bestia? Esplicate a me la vostra condizione acciocché io possa porgervi aiuto.
La succube alzò le sopracciglia e scambiò un'occhiata con Virgilio.
-Chi è 'sto sfigato?
Il ragazzo sospirò:
-E' uno che si è perso e mi hanno mandato per fargli fare il tour.
La succube squadrò il nuovo arrivato con sguardo critico.
-Non sembra molto sveglio...
A quel punto Dante prese la parola:
-Sono spiacente della mia attuale confusione ma non ricordo nulla di ciò che accadde prima che io rinvenni in codesto bosco.
Virgilio fece un passo nella sua direzione.
-Puzzi di alcool. Ti sarai ubriacato e avrai perso i sensi. Comunque abbiamo parlato anche troppo. Muoviamoci a fare 'sto giro che così poi
mi libero di voi due.
La succube mostrò i canini:
-Non sperare di liberarti di me. Ti starò attaccata come un francobollo finché non... sai no?
Lanciò un'occhiata verso il terzo incomodo per vedere se avesse capito, ma questo era troppo intento a fissare terrorizzato una statua per accorgersi di altro.
-Che ti prende ora?
Dante balbettò:
-Una fiera! Uno spaventevole leone! Presto, allontaniamoci dalle sue fauci e dalle sue feroci unghie!
Gli altri due si scambiarono uno sguardo. Poi la succube provò a fargli notare che “la fiera” era solo una statua di Aslan ma alla fine dovettero trascinarlo via a forza perché, per quanto insistesse con la storia del fuggire, rimaneva impalato a lagnarsi dello spavento che stava provando.
Mentre lo spingevano lontano dalla statua incapparono in un cucciolo di chihuahua che si avvicinò scodinzolando terrorizzando a morte il poeta. Tra i suoi balbettii si sentirono le parole “lupa” e “brame” ma in generale le sue frasi non formavano nulla di coerente. I due lasciarono il ragazzo e si avvicinarono per dare qualche pacca amichevole al topo-cane nella speranza di allontanarlo.
Quando tornarono a voltarsi però l'altro era scomparso. Dopo qualche tentativo lo individuarono davanti al portone d'ingresso principale.
Virgilio sbuffò.
-Non ho voglia di passare di qua adesso! Facciamo prima la “Spurga”!
La succube annuì vigorosamente:
-Non ha senso venire qui adesso se tanto dobbiamo tornarci: tanto vale fare prima le altre cose e poi venirci alla fine...
I due continuarono ad annuire per qualche secondo mentre Dante sbiancava man mano che leggeva il murales sopra il portone.
-...lasciate ogni speranza o voi che entrate...
La succube aggiunse:
-E poi questo non lo regge il tour dell'inferno in questo stato...
Prima che avesse finito la frase Dante era svenuto.
Virgilio provò a schiaffeggiarlo. Poi, dato che era una cosa rilassante, lo fece anche Syatanna. Nonostante tutto Dante non si riprese.
-Fantastico! Ora ci tocca perfino trascinarlo!
Detto questo, Virgilio afferrò Dante per una gamba e iniziò a tirarlo.
Syatanna si batté un punto sul palmo della mano:
-Idea! Prendiamo il traghetto!
Virgilio la guardò con condiscendenza:
-Con cosa credevi che saremmo andati alla Spurga? In volo?
La ragazza mise su il broncio:
-Avevo pensato di aiutarti ma dato che mi hai risposto male (di nuovo), IO me la faccio in volo e TU te la fai come ti pare! Ci si vede alla Spurga!
Detto questo spalancò due ali logore da pipistrello e sparì volando all'orizzonte.

A Virgilio non restò che trascinare Dante fino al molo e poi fino sul traghetto dove dovette spintonarsi con tutte le altre anime, molte delle quali insistevano nel raccontare a chiunque le volesse ascoltare (VEDI:nessuno) la loro morte. Dopo che l'ennesimo ultracentenario gli si fu avvicinato, Virgilio esplose in un enorme “ECCHISSENEFREGA!!!” dopo il quale nessuno lo importunò più. Per un'oretta.
Il ragazzo iniziò a sbattere la testa contro un parapetto ma nemmeno questo sembrò funzionare contro quella marmaglia di anime nuove di zecca.
Il viaggio di tredici ore verso il purgatorio sembrò durare tre volte tanto.

  
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