Flashback
<< E ORA, GLI ONE DIRECTION! >>
Le luci illuminarono il palco, una miriade di coriandoli dorati investì l’enorme pubblico del Madison Square Garden, e le urla delle fan risuonarono in ogni dove. Chi piangeva, chi urlava, chi fissava il palco con un’aria trasognante, in attesa che loro entrassero. Inizia il conto alla rovescia, e un video fatto sulla spiaggia apparì sul grande schermo. 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 …… parte la musica, e cinque figure sbucano da dietro le quinte intonando le parole di ‘What Makes You Beautiful’.
(…)
(Point of view Ells)
<< It’s everything about you, you, you, everything that you do, do, do, from the way that we touch, baby, to the way that you kiss on me…!>>
<< …Ells, abbassa quel dannato volume! >>
<< …Si, mamma, scusami!.... >>
Elisabeth guardò i suoi poster appesi al muro della cameretta, e con gli occhi lucidi e un sorriso a trentadue denti pensò a quanto diamine amava quella boy band. Non aveva mai perso le speranze di poterli vedere davvero un giorno, anche se il tempo passava, e quel fatidico momento non arrivava mai, Ells restava fiduciosa, e sapeva che un giorno avrebbe incontrato la boy band che l’aveva fatta impazzire in così poco tempo, quel ragazzo in particolare, che l’aveva fatta innamorare senza averla mai vista dal vivo.
Fine Flashback
<< Mamma, dov’è il mio zaino??>>
<< Ma dove puo’ stare, Will, controlla in camera tua! E di a tua sorella di muoversi altrimenti farete tardi a scuola! >>
<< Mamma non trovo le mie cuffiette!!!>>
<< Ma cosa te ne fai delle cuffiette per andare a scuola?!>>
<< Ma cosa ne sai tu! Mi servono, se non ascolto la musica non riesco ad affrontare la giornata! >>
<< Beh, credo che per oggi tu debba farne a meno, forza, in macchina, siamo in ritardo.>>
Ormai Elisabeth era una donna. Si era laureata, si era sposata, e aveva avuto la sua prima figlia, Jennifer, e William, pochi anni dopo. Uscita dal cortile della  Benthon High, si avviò verso il parcheggio, quando si scontrò contro un uomo che camminava lungo la stessa fila di macchine. Era alto, castano, con gli occhi blu oceano. Mortificata lo aiutò a rialzarsi, quando lo vide. Per un momento non lo riconobbe, ma quando quest’ultimo aprì bocca per scusarsi a sua volta, il suo cuore sussultò: era lo stesso ragazzo che l’aveva fatta innamorare all’età di 16 anni attraverso un cd.
<< Non ci posso credere …. Tu sei Louis Tomlinson? >>
<< .. Si, sono io. È incredibile che qualcuno si ricordi ancora di me, dopo tutti questi anni. …>>
<< Mio dio, ma certo che mi ricordo di te. Ero una tua, anzi .. una vostra grandissima fan, da ragazza. Ho sempre sognato di incontrarvi, ma non è mai successo … non puoi immaginare quanto sia felice di averti incontrato ... >>
<< Mi fa piacere sapere che c’è ancora una directioner, ma come saprai, il gruppo non esiste più da molto tempo ormai … >>
<< Oh lo so benissimo, credimi … mi ricordo che piansi moltissimo quando annunciaste la notizia. Avevo 25 anni .. perché vi siete divisi? >>
<< Oh bè, sai, capita. Le band si formano, e si sciolgono. Non puoi farci nulla. >>
Ells osservò bene il suo viso, cambiato dagli anni. Era ancora bello come una volta, ma non c’era più la stessa luce negli occhi, e quel sorriso bellissimo che mostrava sempre davanti alle fan o alle telecamere, non c’era più. Ora sembrava un uomo triste, malinconico, non più il ragazzo  burlone dei video diari. Lo salutò, stringendogli calorosamente la mano, e si infilò in macchina,  ripensando agli anni trascorsi cantando a squarciagola quelle canzoni più e più volte, fino a perdere il fiato, e all’improvviso i suoi occhi si riempirono di lacrime. (…)
Louis continuava a camminare per le strade di Londra, forse senza una meta precisa. Continuava a pensare a quella donna che l’aveva fermato nel parcheggio. Era da tempo che non sentiva il nome della band, o che una fan lo fermasse per strada, da quando si erano divisi ognuno aveva preso una direzione diversa, e non si vedevano da allora, e la loro fama era calata fino a scomparire quasi del tutto, almeno per come la vedeva lui. Rientrò in casa, gettò le chiavi sul comodino, si tolse il cappotto e si diresse in cucina per prendere una birra. Mentre si dirigeva nella camera da letto, beccò con lo sguardo una vecchia foto incorniciata. Erano loro, molti anni prima, felici e sorridenti sul palco di X Factor. Lui, Zayn, Niall, Liam, .. Harry … ormai non avevano più alcun rapporto. Chiuse gli occhi, e si immaginò di nuovo su quel palco, mentre cantavano viva la vida dei Coldplay. Le luci, le urla, i giudici, i sorrisi felici di quelli che in poco tempo erano diventati i suoi migliori amici; un enorme sorriso gli si aprì in volto. Gli sembrò davvero di essere tornato là. Riaprì gli occhi. Fissò di nuovo a lungo quella foto, e senza accorgersene due grosse lacrime, forse causate dalla malinconia, forse dalla commozione, gli rigarono il viso, e in pochi minuti un pianto liberatorio, che forse non faceva da anni, scoppiò in quella notte senza stelle.