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Autore: Fiby_Elle    29/04/2012    9 recensioni
"Poteva cadere il mondo e diventare il caos, la sua mente poteva subire la vendetta del tempo e rimanere vuota di ricordi o di sensazioni, ma Liam sarebbe durato lo stesso, avrebbe resistito alle intemperie dei giorni che passano perché lui era il suo tatuaggio più intimo e più segreto: quello che Zayn aveva stampato sul cuore."
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Una fan fiction leggera leggera, sul significato del settimo tatuaggio di Zayn.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle bambine di #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN,
la mi seconda casa.


The Seventh Sign
 

“Ti prego, ripetimi ancora una volta perché ci troviamo qui…”

“Siamo in un negozio che si chiama Tattoo Tribal, Liam, secondo te che ci facciamo?”

Zayn, seduto sull’anonimo lettino del locale, guardò il suo ragazzo negli occhi, cercando di rassicurarlo, ma quello storse nuovamente la bocca e tornò a scrutare intorno, circospetto, come se qualcosa da un momento all’altro potesse aggredirlo alle spalle.

A cosa diavolo stava pensando quando gli aveva proposto di accompagnarlo a fare quel benedetto settimo tatuaggio?

Liam sembrava un coniglio in mezzo ad una banda di motociclisti!

Zayn cominciava a temere che non sarebbe sopravvissuto fino alla fine della seduta.

“Era proprio necessario?”

“I tatuaggi si portano dispari.”

“Ti farà molto male?”

“Fammi un piacere, Lì, siediti due secondi e smettila di preoccuparti! Sono io quello che si marchierà la pelle per sempre, a te non verrà torto un capello, te lo giuro!”

Liam crollò sulla sedia accanto al lettino di Zayn nell’esatto istante in cui Jack, l’artista neozelandese che aveva accuratamente scelto per il suo ennesimo simbolo cutaneo, cominciava a preparare i ferri del mestiere e si avvicinava pericolosamente alla sua nuca scoperta.

“Ehi amico, non è che vuoi un po’ di vodka? Sei pallido!”

Zayn alzò lievemente il viso, giusto in tempo per scorgere Liam scuotere la testa alla domanda di Jack.

Il suo colorito oscillava tra il viola e il grigio e i suoi occhi sbarrati non riuscivano a non fissare terrorizzati l’attrezzo acuminato nelle mani dell’uomo dietro di lui.

Era adorabile.

“Cominciamo…”

Sebbene fosse stato avvisato, l’ago entrò dentro la sua carne troppo presto, un po’ all’improvviso, come un piccolo pugnale tra le vertebre, facendolo sussultare sul lettino peggio di un ragazzino alle prime armi.

Zayn aveva sempre amato i tatuaggi, aveva cominciato a farli presto, un po’ nell’incoscienza dei suoi sedici anni, ma non si era mai pentito di quei marchi indelebile sulla pelle, forse perché ad ognuno, nel bene o nel male, era legato un ricordo e un significato.

Il problema fondamentale che Zayn si poneva, e non avrebbe confessato a nessuno, nella maniera più assoluta, era che il tempo a ben guardare era un gran figlio puttana.

Aveva la capacità di scorrerti davanti agli occhi senza che tu potessi in alcun modo afferrarlo, fermarlo, strapparlo alla noncuranza e al buco nero del dimenticatoio, per nasconderlo in un angolino del tuo palmo e tenerlo pronto per te, nei momenti più opportuni.

Zayn, a volere essere sinceri, non aveva bisogno propriamente di un tatuaggio, aveva bisogno di un “per sempre” che durasse davvero, che non fosse solo una parola tra le tante.

La sua paura era di scordarsi dei ricordi felici, quello era il punto. Aveva il terrore cieco di arrivare ad un punto critico della sua vita, aver bisogno di guardarsi indietro e non trovarci un bel niente, nessuna delle sensazione straordinarie che un tempo gli avevano fatto esplodere l’anima.

I tatuaggi erano il personalissimo modo di Zayn di smorzare la paura, rendere indelebili le cose belle e fottere il tempo, almeno in quella piccola, insignificante guerra silenziosa.

“Stiamo finendo…” lo informò Jack, ma un piccolo movimento dell’ago lo fece gemere dal dolore.

Una voce, dal nulla, si alzò con lui.

“Resisti…”

Zayn drizzò gli occhi dal pavimento con un scatto e lo spettacolo che si trovò davanti gli fermò la circolazione tutta.

Liam lo guardava concentratissimo, le labbra scarlatte torturate dai denti e le unghie mangiucchiate dall’ansia arpionate alla sue gambe lunghissime e magre.

Sembrava soffrire con lui, sentirsi l’inchiostro sotto la pelle, addirittura il piccolo ferro lì, dietro la nuca.

Zayn deglutì a vuoto e le sue mani quasi tremarono dalla voglia di abbracciarlo, di stringerlo forte e accoccolarselo al petto, sbatterlo sul lettino e farci l’amore da adesso fino alla fine dei suoi giorni, rifugiarsi dentro il suo corpo caldo e morire lì, senza dolore, senza paura, senza rimpianto.

I tatuaggi non si portano pari, porta male, questo glielo avevano spiegato.

Era stato in dubbio per giorni e mesi su cosa disegnarsi sulla pelle per il resto della sua vita, cosa valesse la pena di tramutare in “per sempre” e quando il simbolo adatto gli si era presentato innanzi, quasi per caso, mentre osservava Liam dormire nudo sul suo cuore in tumulto, Zayn aveva accettato l’idea improvvisa senza rifletterci troppo, come un dono del cielo impossibile da rifiutare.

Forse era una cazzata sdolcinata, forse la loro storia non sarebbe durata e avrebbe maledetto quel tatuaggio per secoli e millenni, forse era una cosa troppo sottile, comprensibile solo a lui e alla sua mente contorta e bacata, ma adesso che gli occhi di Liam erano nei suoi e gli scoppiavano dentro, nello stomaco, come una reazione chimica bellissima e micidiale, non aveva più dubbi, né incertezze alcuna.

Liam era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.

Poteva cadere il mondo e diventare il caos, la sua mente poteva subire la vendetta del tempo e rimanere vuota di ricordi o di sensazioni, ma Liam sarebbe durato lo stesso, avrebbe resistito alle intemperie dei giorni che passano perché lui era il suo tatuaggio più intimo e più segreto: quello che Zayn aveva stampato sul cuore.

Liam non aveva bisogno di essere impresso sul corpo, quella non era che una mera formalità.

Lui era già dentro, nel sangue, nelle ossa, nell’anima.

“Sai cosa significa il tuo nome, Liam?”

Zayn lo vide sussultare per la domanda improvvisa e sorrise ancora una volta della sua faccia curiosa da peluche e da bambino.

“No…”

“Vedi, Liam ha origine gaeliche… o celtiche… adesso non ricordo tanto bene. Deriva da William, è una sua abbreviazione, viene utilizzata soprattutto in Irlanda e… sai da cosa deriva a sua volta questo nome?”

“Dimmelo…”

“Da Willhelm che significa custode, protettore o, letteralmente, elmetto della volontà.”

“Abbiamo finito.” si intromisi Jack con un sorrisetto malizioso disegnato sul viso, mentre dava le spalle ai due ragazzi con la scusa patetica di sistemare gli attrezzi.

Zayn allungò una mano verso Liam e lo fece avvicinare a sé.

“Sai cosa mi sono appena tatuato, Lì?”

Gli occhi miele di Liam divennero enormi, lucidi, caldi.

Lasciò la mano di Zayn quasi tremando, mentre a passi lenti, timorosi, girava di qualche grado intorno al lettino e finalmente gli arrivava dietro la schiena, sul luogo del
favoloso misfatto.

Lo sentì trattenere il fiato, portarsi la mano alla bocca per trattenere la commozione.

“Come è venuto?” intervenne Zayn ridendo, intenerito dall’espressione estasiata, dolcissima del suo ragazzo.

“È per me?”  

Zayn non rispose, ma lo afferrò per il polso e lo trascinò tra le sue gambe dove gli divorò le labbra ancora imbambolate con un bacio lungo e languido.

Le loro fronti si incontrarono a metà strada.

“Ti amo.” sussurrò Zayn tranquillo, saldo, addirittura un po’ ovvio, fissando l’altro intensamente nelle iride grandi e splendide.

Ma dietro quelle due lettere c’erano mille altre cose taciute, udibili solo e soltanto dalla pelle di Liam.

Il tempo può fare quello che vuole.

Tu sei il mio custode.

Sei il mio protettore.

Sei l’elmo che mi protegge la testa.
 



Ciao belle bambine! Fiby_elle è finalmente tornata e nel mentre della stesura di Knife e What I haven’t said (il cui nuovo capitolo è fottutamente difficile da cacciar fuori!) ha pensato di regalarvi questa piccola chicca, insignificante, ma carina carina.

Lo so che su cosa diavolo sia quel simbolo che Malik si è tatuato sulla nuca, esistono leggende metropolitane e pareri contrastanti, ma quando sono andata a documentarmi come una stalker sul significato del nome Liam e ho trovato quello che avete letto… cioè il mio animo Ziam ha preso il sopravvento, capitemi e compatitemi!

Dai, la smetto con le ciarle morbose, vi abbandono!

A presto!

 
 
   
 
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