Brama
di vivere
Quando
diventi un Esorcista, sai bene quali rischi corri. Diventi un
Esorcista e sai che probabilmente non potrai mai smettere di esserlo;
che non vedrai mai la fine della guerra, e che di sicuro non morirai
da eroe.
Yu Kanda non era diventato Esorcista: lui era nato
per esserlo. Era solo un bambino con la candela al naso e la testa
piena di fantasie quando gli avevano insegnato ad andare fiero della
propria missione, poiché loro salvavano il mondo. Lo
avevano allevato a pane e allenamenti, ordinandogli di allontanare il
cuore dalla guerra, e raccomandandogli di non fidarsi mai di nessuno;
ed era cresciuto imparando a rispettare i morti ma a non piangerli
mai troppo, perchè molto presto, lo sapeva, tutti loro li
avrebbero raggiunti.
Era cambiato tutto con l'arrivo del Bookman.
Lui gli aveva insegnato cosa fosse la paura, quella sciocca paura di
sognatore, per niente simile a quella di guerriero; gli aveva parlato
di tanti posti, tanti posti con tanta gente, tanti innocenti che
meritavano di vivere senza temere il peggio. Lavi gli aveva
insegnato, senza che lui nemmeno se ne accorgesse, il valore della
vita, e Yu Kanda l'aveva odiato per questo. Quando non sai puoi
continuare per la tua strada senza sentirti in colpa, ma una volta
ricevuta l'informazione non si può più tornare
indietro.
Prima che se ne rendesse conto Kanda aveva abbandonato
la strada di soldato, e iniziato a vivere solo per il gusto di farlo.
Grazie al giovane Bookman aveva acquisito un po' di quel strano,
sciocco rispetto per la propria esistenza; il che era paradossale, a
pensarci bene, perchè ad insegnarglielo era stato uno che
nutriva rispetto per tutte le vite fuorché la propria. E a
guardarla con attenzione, la vita, Kanda si era accorto di essersi
finalmente messo gli occhiali, e di riuscire a notare tanti
particolari splendidi e tante tonalità di colore che prima non
immaginava neppure.
Yu Kanda aveva iniziato a vivere la
vita solo perchè era bello viverla.
-
Non
devi farti mangiare il cuore dalla guerra, Yu.
- Lavi
glielo aveva sussurrato una sera, guardando la luna, e non gli era
mai parso più serio di così.
Yu
Kanda non aveva capito il significato di quelle parole, si era
limitato a sputare fuori dai denti un – La mia vita e quello
che ne faccio sono solo affar mio. - Ma Lavi gli aveva rivolto uno di
quei suoi sguardi rari e belli, sguardi tristi che sembrano sapere
tante cose, e aveva scosso la testa.
Dopo aver rischiato di morire
davvero, di morire tra le braccia di lui, con gli occhi pieni di quel
suo sguardo e di quelle sue lacrime, Kanda aveva deciso. Decise di
viverla davvero, la vita, di fare qualsiasi cosa per averla, tutta, a
costo di impazzire, non importa, ma la vita lui non se la voleva
perdere. E non si sarebbe accontentato di una vita da Esorcista, non
si sarebbe accontentato di una guerra che mangia il cuore: voleva
vedere la fine di quella guerra, voleva sopravvivere ed esser
chiamato eroe, e voleva un lietofine. Per la prima volta, voleva un
futuro: e voleva qualcuno che festeggiasse con lui la vittoria,
quell'impossibile vittoria dei buoni, felice che fossero ancora vivi,
e che fossero ancora insieme.