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Autore: gio__p    30/04/2012    0 recensioni
“Odio il fatto di dover passare il Natale con delle persone che neanche conosco! Odio il fatto di dover dormire in una stanza inquietante e decisamente disgustosa! Odio il fatto che da quando siamo qui mia madre non mi capisca più! Odio il fatto di non poter andare a trovare mio padre al cimitero come faccio ormai da 10 anni ad ogni ricorrenza! Odio il fatto che tu sia mio cugino, Niall!”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Alex sbrigati, siamo già in ritardo” quella voce risuonò in tutta la casa facendola quasi traballare.
“Arrivo mamma, abbi un po’ di pazienza” dissi io scendendo con lentezza le scale che nonostante i numerosi gradini, mi sembravano più corte del solito. Arrivata di fronte a lei lasciai cadere le borse che reggevo a fatica, dalle mani, e assunsi un’espressione alquanto infastidita.
“Alex smettila di fare cosi, è da quando hai scoperto che saremmo andate dalla zia che mi guardi in quel modo” disse mia madre con tono accusatorio al quale risposi con altrettanto astio “Mamma, che ci posso fare se odio quello sfigato di mio cugino! E poi non lo vedo da un’eternità …” dissi infine affievolendo le parole. “Prima di tutto non è uno sfigato, seconda cosa è tuo cugino e terza…” interruppi con una mano l’uscita delle parole dalla bocca di mia madre e mi avviai esausta verso l’uscita  “Andiamo prima che me ne penta” dissi senza degnarla di uno sguardo aprendo la grande porta che si trovava davanti a me.

Appena terminammo di caricare le valigie ci mettemmo in macchina pronte per raggiungere il paese in cui avremmo passato il Natale quell’anno. “Come hai detto che si chiama il paese?” chiesi senza spostare lo sguardo dal paesaggio che al di fuori del finestrino mi scorreva sotto il naso. “Mullingar, tesoro” rispose mia madre con tono tranquillo. “E che razza di posto è?” replicai quindi guardandola. “Un paese tranquillo, con tanti vecchietti carini e tanta accoglienza. Strano che tu non la conosca, non è molto lontana da Dublino” mi rispose con un sorriso stampato sul volto. Scossi la testa e accompagnai il gesto con un’ espressione schifata. Quindi adagiai delicatamente il capo sul finestrino e socchiusi gli occhi sperando che quel viaggio fosse solo un brutto e breve sogno.

“Tesoro svegliati siamo arrivate” disse entusiasta mia madre facendomi svegliare di soprassalto. “Evviva!” dissi ironicamente fingendo il suo stesso entusiasmo. Mi voltai quindi verso la casa, la grande casa che ci avrebbe accolte: guardai attraverso il finestrino, ormai reso appannato dal mio respiro caldo, quell’edificio avendo già la certezza che avrei odiato ogni suo particolare e soprattutto ogni suo abitante.
“Kelly” esclamò una donna avvicinandosi a noi. “Maura, quanto mi sei mancata” disse mia madre andandole incontro stringendola in un caloroso abbraccio. “La mia sorellina sta crescendo” continuò la donna sorridendo senza mollare la presa. Improvvisamente questa si voltò verso di me e continuando a mantenere quel fastidioso e nauseante sorriso sul suo volto si avvicinò a me, aprendo la portiera. “Alex ma quanto sei cresciuta, sei una meraviglia” disse stringendomi a se con una stretta da titano. Cercai di sorridere nonostante fossi infastidita dalla situazione e appena riuscii a staccarmi dalla morsa dissi “Grazie zia, anche tu non sei male” feci apparire quindi sul mio viso il sorriso più forzato che avessi mai mostrato. Nonostante la mia poco efficace commedia, che venne ovviamente colta da mia madre che mi fulminò con un’occhiataccia, mia zia continuò a mantenere il suo umore e naturalmente anche quel suo sorriso irritante. “Vai dentro, c’è Niall che non vede l’ora di vederti” dissi con la sua vocetta acuta rendendomi ancora più entusiasta della situazione. “Che bello, anche io non vedo l’ora” sorrisi per poi far comparire il buio sul mio volto e avviarmi verso la casa.

Appena davanti la porta di ingresso alzai il naso verso l’alto notando un movimento aldilà di una tenda di una delle numerose finestre del secondo piano. Inaspettatamente il grande portone d’innanzi a me venne aperto bruscamente: mi ritrovai davanti un ragazzo biondo, non troppo alto, e anch’esso con un sorriso fastidioso stampato sul volto. “Ciao Alex” mi disse sorridendomi. “Ciao Gnomo, spostati e mostrami la mia camera prima che possa avere contatti troppo ravvicinati con te e con tutto quello che ti circonda” dissi con tono risentito guardandolo direttamente negli occhi. Lui stupito dalla mia reazione scosse la testa e si voltò per condurmi verso la stanza in cui avrei alloggiato per quei giorni. Arrivati davanti ad essa, situata al secondo piano a soli due passi dalla sua, Niall strinse la maniglia con la mano destra “Pronta a vederla? È una delle stanze più belle di tutta la casa” sorrise garbatamente credendo che la sua espressione avrebbe potuto addolcirmi. “Apri su, se no faccio io” dissi con tono secco e deciso. Dopo aver scosso nuovamente il capo aprì finalmente la porta che mi divideva dall’unico luogo dove forse avrei potuto avere un po’ di pace. Sbarrai gli occhi e lasciai cadere le valigie dalle mani. “Vuoi davvero che io dorma qui dentro?” urlai alzando il tono di voce guardando il suo volto allora dispiaciuto. Mi voltai per l’ultima volta verso la stanza per poi chiudere la porta e impedirmi di osservare di nuovo quello che mio cugino mi aveva riservato. 
  
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