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Autore: franceskik    04/05/2012    4 recensioni
NIALL RICORDA E FARLO GLI FA INCREDIBILMENTE MALE.
NIALL VORREBBE TORNARE INDIETRO NEL TEMPO E DIRE AD HOPE "TI ACCOMPAGNO IO", NIALL VORREBBE NON PENSARE PIU' A QUELLA MALEDETTA SERA, VORREBBE CANCELLARLA DAL SUO "SOFTWARE" PERSONALE, MA NON SI PUO'.
NIALL RICORDA LA SUA RAGAZZA, IL RICORDO E' L'UNICA COSA CHE GLI RIMANE.
NIALL RICORDA TUTTO NEI MINIMI DETTAGLI.
NIALL HA UNA MEMORIA DI FERRO E FORSE QUESTO E' IL SUO PIU' GRANDE DIFETTO.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho una memoria di ferro. Forse è questo il mio più grande difetto.
Ricordo tutto nei minimi paurosi dettagli, tutto.
Ricordo perfettamente quella sera di luglio: ero da Liam con i ragazzi e le nostre pizze, come ogni monotono sabato sera.
Ricordo che Zayn rispose al cellulare perchè io ero troppo impegnato a battere Louis alla playstation. Ricordo le odiose parole di tuo padre, ma in quel momento nella mia testa ne risuonarono solo due: incedente, ospedale.
E poi il vuoto.
Ricordo che dovetti insistere con tutte le mie forze per far restare a casa i ragazzi, in fondo erano le 3.00 di notte. Gli promisi che qualora avessi avuto una qualsiasi notizia gli avrei avvisati.
E il resto come si suol dire è storia.
Ricordo tuo padre che teneva fra le sue braccia tua madre piangente, la tranquillizzava mentre silenziose lacrime gli rigavano il volto.
Ricordo perfettamente il pavimento dell'ospedale, restai a fissarlo in silenzio per ore. Ricordo l' odore fastidioso che ancora oggi, quando entro per una stupida analisi, mi riporta con la mente a quella sera.
Ricordo il tipico chiacchericcio di sottofondo, il telefono che squillava e l' infermiera che rispondeva, il rumore delle sirene delle autoambulanze che partivano e quelle delle altre che tornavano, il suono delle rotelle dei letti che si spostavano da una stanza all'altra, ricordo ogni singolo macabro dettaglio.
E non potrei non ricordarmi del dottore che uscì da quella porta colossale che aveva su di sè un cartello insignificante con la scritta "sala operatoria".
Ricordo la sua cadenza statunitense e le sue parole : "Abbiamo fatto tutto il possibile.Non è stato sufficiente" .
E poi il vuoto.
Le grida di tua madre, il pianto che si era fatto più sonoro di tuo padre e il banale "no, non è vero" da uno stupido come me.
Ricordo che nonostante la pacca di tuo padre che mi incitava a tornare a casa restai lì, per altre infinite cinque ore, arrivò l' alba e io ero lì: stessa poltrona, stesso sguardo fisso e rigido sulla stessa mattonella di un bianco fin troppo sbiadito-
Passavano altri dottori, altri pazienti, altri sorrisi, altri pianti.
Restavi uno dei tanto casi "irrisolti".
Ricordo che mi chiedevo come fosse stato possibile che una precedenza non concessa potesse portare a tanta sofferenza.
Non trovavo risposta, eppure era così.
Ricordo che appena uscito dall'ospedale mi recai a quell'inrocio, si riconoscevano sull'asfalto delle sterzate di un'auto, forse erano quelle della tua amata mercedes.
Posai un fiore sul cartello che indicava la presenza di un incrocio, fu il primo di una lunga serie. Pensavo che cosi facendo, gli automobilisti vedendo i fiori si potessero soffermare anche su quell'utile cartello stradale e, così forse, si sarebbero fermati a quel fottuto stop.
E poi il vuoto.
Ricordo la telefonata dei ragazzi che ancora non sapevano niente, perchè inconsciamente mi ero dimenticato di chiamarli.
Ricordo i loro pianti la mattina seguente, ricordo la folla numerosa all'ingresso della chiesa, centinaia di persone che neppure conoscevano e cercavano invano di consolarmi.
Ricordo che si udiva il pianto di tua madre, come colonna sonora alle parole del sacerdote.
Ricordo il "battito"  troppo lento delle campane.
Ricordo che cercavo di immaginare come potessi essere dentro quella cassa di legno.
Ricordo quando ti hanno sigillato per sempre  sotto la terra londinese.
Ricordo tutto nei minimi dettagli.
Ricordo il mio dolore, lo ricordo ogni santo giorno quando puntualmente si fa presente.
Ricordo quello dei tuoi cari e dei nostri amici.
Ricordo la serata di metà luglio.
Ricordo te in ogni tuo candido particolare: dal fisico perfetto alla tua anima, dai tuoi originali difetti al tuo cuore insostituibile.
Ricordo il "noi" che adesso non esiste più.
Ricordo tutto.
Ho una memoria di ferro, è questo il mio più grande difetto.
Ricordo tutto e non immaginavo che il ricordo portasse a tale odiosa sofferenza.




Diciamo che solitamente tratto argomenti più "felici" ma ogni tanto mi vengano in mente storie di questo tipo.
Non la trovo particolarmente  bella, diciamo che preferisco quella che ho scritto un po di tempo fa e che gentilmente ha pubblicato una mia amica <3
Ma ho deciso di mettere anche questa, quindi fatemi sapere se vi è piaviuta <3

  
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