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Autore: Heart InRussia    05/05/2012    3 recensioni
Prendete la prima serie di Beyblade, togliete Kei come protagonista e metteteci una ragazza in balia degli eventi; poi aggiungete un innamoramento imprevedibile e un'autrice che è alla sua prima fanfiction et voilà!
Otterrete una storia mai raccontata.

Scusate, è già la terza volta che modifico la presentazione alla storia, ma ne volevo una che dasse un'idea della trama.... Che dire? Aspetto i vostri pareri :)!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi eccomi eccomi!

Vi ho fatto attendere un po’ ma questo capitolo è lungo, penso il più lungo di questa storia!

Con questo si conclude la vicenda della nostra protagonista a Mosca!

Vi piacerà il finale?

Spero!

E’ quello che pensate?

Certo che sì. A patto che voi l’abbiate pensato come l’ho pensato io.

Buona lettura!


E così ti lascio, Mosca.

Stamattina appena alzata pretendevo di sentire tutto a posto, ma poi dopo essermi seduta per l’ultima volta al tavolo per fare colazione ho sentito riemergere tutta la solitudine di questa stanza vuota che cercavo di non sentire, di ricacciare dentro.

Vuota, vuota, priva di emozioni o di sentimenti. I miei. Perché lui manca. Accidenti a te, Mosca, che l’hai visto nascere e vedi me ora riempire questo bicchiere e mai ci vedrai insieme. Tu, silenziosa spettatrice del momento in cui l’ho incontrato, tu, amica perfida che non mi hai avvisato di come sarebbe andata a finire.

Ma sai che ti dico? Sai che cosa penso stamattina, guardando i tuoi tetti illuminarsi sotto il tocco caldo del sole? Che è così che deve essere e così sarà.

Io credo che ci sia un destino, che niente sia a caso e che troverò la mia armonia prima o poi. E che ciò che deve farmi soffrire… te lo lascio, sai. Lo lascio a te, in braccio alle tue mura, perché sono stufa di soffrire di una tristezza che non mi porterà a nulla. Stasera parto, da stasera niente più potrà ricordarmelo. E sai che ti dico?

Io lo dimenticherò. La vita mi ha dato molte lezioni e l’ultima è imparare a non farsi male da sole. La vita va avanti, sai. Io proseguo, io cerco la mia strada che non è qui. E non avrei mai pensato di dirlo ma va bene così.


“Annnnnghrspaaasnmmm” è il verso che esce dalla bocca di Takao che entra in cucina stiracchiandosi. “Buongiorno, Khris! Pronta a partire??”

“Ma certo e tu? Ti vedo entusiasta di lasciare la Russia!”

“Ehehe più che altro nostalgia di casa, sai… E’ da un sacco che non dormo nel mio letto!”

Apre l’antina e ne estrae una brioches, la scatola di biscotti, il cacao e i cereali e mentre li appoggia sul tavolo mi chiede il programma di oggi.

“Bè- ci rifletto un attimo cercando di fare il planning ad alta voce- io stamattina devo pulire la casa…”

“Ah, ok, quindi noi ne staremo fuori! Max vuole andare a prendere i souvenir, penso che ne approfitterò per farmi un giro per Mosca con lui, Kappa e Rei! Riguardo a Kei non so cos’abbi intenzione di fare…”

L’appena nominato sta entrando proprio ora in cucina. “Che c’è?” chiede con cipiglio minaccioso.

“Tu cosa fai oggi? Lei deve pulire la casa e così noi quattro andiamo a farci un giro…”

“Penso che farò un giro anch’io….”

Nel frattempo mi alzo e infilo la tazza della colazione nella lavastoviglie. Che giornatina che mi aspetta….

**

“Allora noi andiamo, eh!” Grida Takao dall’ingresso preparandosi a lasciare la casa ufficialmente libera.

“Ok, ci vediamo per pranzo! Venite per le due!”

“A dopo!”

Guardo l’orologio mentre la porta viene chiusa: sono le nove. Ho cinque ore per pulire la casa così da lasciarla pulita. Uscendo dalla camera mi trovo faccia a faccia con una ragazza riflessa dallo specchio: ha un’aria serena oggi, è da tanto che non gliela vedo sul volto. Sorrido vedendo come si è conciata per fare le pulizie: canotta, calzoncini e infradito mentre là fuori anche se è giugno il termometro non arriva ai 20°C. Meno male che non mi vede nessuno conciata così! Del resto, penso facendo le spallucce al mio riflesso, non posso certo pensare di mettermi a pulire vestita decentemente.

La prima stanza che pulirò sarà la cucina, seguita dalla sala e così avrò fatto il piano superiore.

Prendo la scopa e inizio a dare una passata al pavimento, quindi sento il campanello suonare. Chi può essere?

Vado ad aprire e mi trovo davanti a un Takao piuttosto ansimante. “Che corsa! Hai già iniziato a pulire? No perché avevo lasciato il portafoglio in camera…”

“Tranquillo, entra pure!”

“Corro!”

Tempo due minuti e il ragazzo sta di nuovo uscendo:” Devo fare di corsa, i ragazzi mi stanno aspettando! Ah e anche Max ha dimenticato il portafogli, aspetta a pulire che arriverà a momenti anche lui, a meno che Rei non abbia soldi a sufficienza da prestargli con sé… Ciao a dopo!”

Chiudo la porta e torno a pulire il pavimento della cucina. Finito quello, passo a quello della sala. E’ strano vedere la casa così vuota e silenziosa, non sono abituata a questa tranquillità.

Dlin-dlon. Lo sapevo, ho parlato troppo presto. Vado all’ingresso per la seconda volta in mezz’ora e una volta aperta la porta smetto di respirare. Perché davanti a me sta un ragazzo, di una bellezza struggente che neanche i miei migliori ricordi erano riusciti a rendere; più pallido e magro dell’ultima volta che l’ho visto, ma abbastanza meraviglioso da provocare un crampo alla pancia e una fitta al cuore. Yuri mi guarda incerto e poi abbozza un :”Ciao”.

“Ciao…” è il sussurro che esce in un leggerissimo soffio dalla mia bocca. Respira, Khris, re-spi-ra.

Vorrei chiedergli cosa ci fa qui, vorrei sapere come sta, vorrei chiudergli la porta in faccia e non dover rivedere gli occhi di ciò che sto lasciando. Invece riesco solo a dirgli un “Tu…”

“E’ per via dei vestiti- risponde alla mia tacita domanda sollevando la mano che tiene una maglietta e un jeans appesi a mo’ di appena-usciti-dalla-lavanderia- te li eri dimenticati al monastero.”

Che storditaaaaa! Che figuraaaa!! E’ vero, ero uscita con la tunica del monastero la notte in cui sono fuggita. “Che scema, scusami… Ma tu? Come stai?”

Sei reale, vero?

“Non molto bene… Sai, sono fuggito dal monastero anch’io stamattina… -sorride divertito-Se i ragazzi sapessero che non sono in camera mi ammazzerebbero…”

Già, solo l’altroieri ho pensato di vederlo morire…

“E quindi- chiedo curiosa- sei dovuto fuggire? Mi dispiace di averti procurato sto casino”

Sorride: “Stavo soffocando là dentro… Sarei uscito comunque, avevo bisogno di una boccata d’aria! Sono convinti che io stia dormendo… Ho un po’ di minuti prima che scoprano che non sono lì.”

Ha un livido sotto un occhio. Sussulto. L’avevo visto anche il giorno della finale. “Quella botta…” Istintivamente mi tocco l’occhio destro per indicargli a cosa mi riferisco.

Non risponde. Aspetta che io vada avanti con la domanda. Sono io la causa di quel livido? L’hanno picchiato quando hanno scoperto che ero fuggita? “Te l’hanno fatta dopo che io….”

“Non è niente.” Risponde secco. Ma in questa non-risposta leggo un ‘sì’.

“Pensavo che darti un sonnifero mentre me ne andavo ti avrebbe fornito un alibi…”

L’ accenno di un sorriso amaro gli increspa il viso. “Vorkov non aveva voglia di pensarci, credo”

Che cosa ho portato, alla fine? Per colpa mia è dovuto venire fin qui, per colpa mia è stato picchiato… Pare che, ovunque io vada, riesca a danneggiare chi mi sta intorno.

“L’hanno arrestato, lo sapevi?”

“Sì…Ero lì quando Daitenji l’ha fatto portar via dalla polizia… E’ stato quando hai perso i sensi…”

“Sì, lo ricordo.”

Lo ricordi? In effetti prima di svenire mi aveva guardato ma non pensavo fosse ancora cosciente…

“E ora?- la domanda mi sorge spontanea, una domanda di cui mi interessa moltissimo conoscere la risposta- che ne sarà di voi? Il monastero chiuderà o…?”

“No” Lo dice secco, quasi mi stia sfidando “Il monastero ormai è casa nostra e ora che non c’è Vorkov sarà molto più facile abitarci. L’edificio è di sua proprietà e aveva stabilito che sarebbe rimasto a noi, se ce ne andassimo quel luogo morirebbe. Rimarremo. E poi avevamo progetti su quel posto…”

E così ti ho perso davvero, Yuri.

“E tu?”

Già, e io?

“Io… seguirò i ragazzi in Giappone. Devo iniziare la mia vita… Meglio tardi che mai”. Sospiro.

Mi guarda, tranquillo: “E’ una buona scelta, immagino. Ce la puoi fare.”

Lancia un’occhiata all’orologio e spalanca gli occhi. “Devo andare“

“Grazie per essere passato...- ok, Khris, dimmi che non l’hai detto sul serio. Ripigliati- per i vestiti, davvero..”

“Di niente. Ma quindi questo è l’alloggio anche di Hiwatari? Dormiva qui?”

Delle ragazze delle case vicine, me ne accorgo ora, sono affacciate ai balconi e stanno guardando il mio interlocutore e sorridono tra loro.

“Sì. Vuoi aspettarlo?”

Esita. Come se dovesse decidere e non ne fosse tanto sicuro.

“No, non importa. Me lo saluterai”. Ma il tono è strano, atono.

Quanto tempo che passerete, ancora insieme.

“Certo.”

Un brivido mi riscuote. Ma che freddo fa?

“Ehi, ma tu che ci fai in maniche corte?- esclamo- Ricorda che fino all’altroieri eri a letto!”

“Se è per questo, anche prima di venire.” Sorriso amaro. Ci guardiamo qualche istante, poi cede e

Sìsi rimette la felpa mormorando: “Non c’ho voglia di tornarmene là”

“Non andare!” Mi sfugge.

Mi guarda strano: “Perché?”

Ehm! Perchè io vivo solo se ti ho accanto, Ivanov. Ma questo ovviamente glielo rispondo solo nella mia mente. “Non ci rivedremo più… e poi… era da tanto che non parlavo più in russo” Mi sento stra in imbarazzo dopo averlo detto, soprattutto dato che un po’ di persone dei palazzi vicini, me ne accorgo ora, sono affacciate alle finestre e ci stanno guardando divertiti. In questo quartiere non succede mai niente e vedere la faccia di una che se ne è appena uscita con la più stupida delle scuse deve essere divertente, immagino.

Sorride e mi abbraccia. Un abbraccio caldo, inaspettato… questo rende tutto più difficile. Non mi scollerei più da lui. E’ un momento perfetto… e io sono in calzoncini e canotta. Mi vien da ridere.

“Che c’è?” Mi chiede staccando il viso dalla mia spalla.

“No è che… è l’ultima volta che ci vediamo e io sono in canotta e pantaloncini... Bel ricordo che ti rimarrà di me!” Mi guarda, guarda come sono vestita, ancora tenendomi la mano sul fianco.

I vicini iniziano a urlare qualcosa in lingue sconosciute e a fischiare, la situazione si fa sempre più paradossale. Ma perché non taccio mai??

“Ti ho vista anche con i miei di vestiti… ricordi? La maglietta con la manica che ti arrivava al gomito, i calzoncini fino al ginocchio… Ora sei più scoperta e devo dire che mi piaci molto di più così”

Sento il viso avvampare. Sorride, mentre con una mano risale la mia schiena fino ad arrivare al collo, mi attira a sé e… mi bacia.

Da dietro le sue spalle arrivano applausi ed esclamazioni in lingue sconosciute dei nostri vicini affacciati dalle loro case. La cosa dovrebbe imbarazzarmi al massimo, ma non me ne frega. Mi sento chilometri sopra al cielo.

“In effetti tu mi piaci molto” mormora sulle mie labbra.


Se tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei ad esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annientato, l’universo mi sarebbe estraneo.”

(da “Cime tempestose” di E. Bronte)














  • Quella mattina, al monastero in effetti si preoccuparono molto. Ivan raccontò per mesi, divertito, di come Boris si aggirasse per le varie stanze col cellulare in mano, digrignando tra i denti e alternando “Non è neanche qui” a “Non risponde neanche al cellulare”. Probabilmente fu Sergei a ricevere il messaggio di Kei. Fu il primo che scoppiò a ridere, il primo in tutta la mattinata.


“Ma BENE!”

Sollevo la testa dal collo di Yuri, ma ho già riconosciuto la voce. “E’ Takao” mormoro.

“Lo vedo” Risponde.

“Dici che potrebbe sospettare qualcosa?” Chiede ironico.

Seduta in braccio a lui sui gradini davanti a casa, le sue dita tra i miei capelli. Assolutamente no.

Takao si avvicina a grandi passi e dietro di lui, molto dietro di lui, arrivano Rei e Max, sorridenti e sereni.

“E lui che ci fa qui?” Al contrario di Takao che in questo momento la serenità neanche sa cosa sia.

Il capitano dei Bladebreakers ha l’aria di chi ha appena mangiato uno spicchio d’aglio.

“E’ venuto a ridarmi dei vestiti… li avevo lasciati in camera sua.”

Due spicchi d’aglio.

“Lui.. cosa… cosa ci faceva lui con i tuoi vestiti, scusa?”

Yuri ridacchia. “Se dici così gli fai pensare male” mi sussurra.

Cavoli, è vero.

“No, Takao, devo spiegarti”

“Ma BENE” Esclama una voce ben nota a tutti. Stesse parole del capitano, ma tono decisamente diverso.

“Hiwatari” saluta Yuri divertito.

“Ivanov. Bello lasciare le ragazze sole in casa quando tu sei nei paraggi.”

“No, ma qui non ci siamo ancora chiariti!- sbuffa Takao- cosa ci fa lei con lui?- Guarda minaccioso Kei- Io credevo che tu…”

Lo guardiamo incuriositi. Sembra spaesato. Guarda me e poi Kei e viceversa. “Insomma, che voi….”


  • La settimana prima di prendere in affitto un appartamento l’aveva passata dormendo in Hotel e per il resto del giorno ospite da Takao che anche quella sera sentì suonare il cellulare di Khris.. Lei era in doccia.


“Khris, il cellulaaareee!”

“Rispondi tu!” Grida sopra il rumore dell’acqua. Che palle, deve essere l’ufficio immigrazione o qualcosa del genere, sono già tre sere da quando è arrivata che riceve chiamate. Spero che la facciano restare in Giappone il più possibile, lontano dalle grinfie di quell’idiota russo.

Il nome però non è in rubrica… Boh speriamo in bene. Premo il tasto verde e rispondo.


Spengo l’acqua e cerco di sentire se Takao ha risposto.

Il cellulare smette di squillare due secondi prima che lui dica: “Aha?”

Istante di silenzio.

“E secondo te io so il russo e ho capito che cosa mi hai detto?”

*

“Fai rispondere Takao ancora una volta al telefono e non mi senti più per qualche giorno” afferma la voce al telefono.

“No, non lo faresti” Nonostante tutto sono divertita dal la scenetta di Takao che gli sbatte il telefono in faccia e credo dalla mia voce si possa sentire che sto sorridendo.

“Sarei capace di mettere giù anche adesso” afferma Yuri gelido.

“E allora cosa ci fai al telefono?” chiedo sempre ironica ma cercando di non irritarlo.

Sospira. “Stasera danno temporale dove sei tu. Come potrei sentirmi tranquillo mentre sei lì da sola?”




  • Boris era molto divertito dalla faccenda perché per anni si era sentito dire le cose che ora ripeteva a Yuri scimmiottandolo.


“Mi raccomando, ricorda i tuoi doveri di blader, Ivanov!”

Scusa? Ivan e Sergei, seduti con noi al tavolo, sghignazzano.

“Non dedicare all’altro sesso più di un’ora al giorno”

Calmo, Yuri, calmo.

“Non dilapidare i risparmi del monastero in telefonate.”

Caaaaaaaaaaalmo.

“Eeh, stiamo perdendo il nostro capitano- dice in un finto sospiro Sergei- il nostro Yuri sta crescendo…”

“Dato che stasera siete così tanto di buonumore immagino vi farà ridere anche sapere che domani inizierete voi due a ristrutturare l’ala est dei sotterranei…”

Silenzio. “Se becco quello che dice che gli innamorati vedono tutto in rosa…”



  • Il primo biglietto per Mosca l’aveva preso qualche mese dopo, con i primi guadagni presi insegnando inglese. Aveva avvisato tutti, ma esitava ancora a farlo sapere a lui, che ancora non aveva accettato la loro relazione. Qualche sera prima di partire lo chiamò per avvisarlo che non ci sarebbe stata qualche giorno.


“Ah”.

“Takao…”

Silenzio.

“…Speravo mi dicessi qualcosa di più che un ‘Ah’. Perché fai così?”

“Io… Non so Khris, succede tutto così in fretta… Ieri ti conoscevamo e domani parti per la Russia. Non potete continuare a sentirvi? Non puoi rimanere ancora un po’ con noi?”

“ Dai, non sono ancora andata una volta a trovarlo. E mi ha invitato lui, non è una mia iniziativa…”

Sospira. “Se ti chiede di venire a Mosca è una cosa seria. Immagino che dovrò accettarlo…” Sorrido. Takao alla fine ha approvato.





  • L’aeroporto era pieno di fotografi e giornalisti russi.

“Chissà chi sta aspettando Yuri Ivanov” mormora esaltata una donna non lontana da me.

Oh cavolicavolicavoli.

Scendendo dall’aereo compongo il numero. Avrà con sé il cellulare, vero? Per fortuna risponde subito: “Khris?”

“Torna al monastero, ti raggiungo lì. Qui è pieno di paparazzi” Non riesco a finire la frase, due braccia mi stanno cingendo le spalle mi arriva un baciò tra l’orecchio e la guancia.

“Dicano quel che gli pare” risponde Yuri.




Diranno che sono pazzo. Rimarranno scandalizzati quando sapranno che gliel’ho chiesto. Io stesso non so perché lo stia per fare.

Non lo capiranno mai. Forse lei stessa, così fragile e timida, mi rifiuterà dopo oggi. Ma ormai non torno indietro su questa decisione.

Chiederanno perché. Perché è l’unica, perché è da sola, perché io la prendo seriamente. E voglio che non abbia di me solo parole, ma anche fatti, cose concrete.

E poi diciamolo, lo faccio anche per me. Perché lo voglio e ne sono certo.


Era il 15 Novembre.




Ta-daaaann!!

Vi è piaciuto? Ve l’aspettavate?? E’stata dura non dire niente per tutti questi capitoli maa alla fine sono riuscita a farlo finire come volevo!

Un mini mini mini indizio ve l’avevo lasciato, daii! Il particolare dei vestiti, si è detto che lei scappa dal monastero con su la veste che le han dato ma non è detto che prende su i vestiti! (L’autrice si tappa le orecchie per non sentire gli insulti)


Bene, ma veniamo a noi!

Devo assolutamente ringraziare tutti voi che avete avuto la pazienza di seguirmi fin qui e mi avete dedicato un po’del vostro tempo!
Un mega GRAZIE a:

  • Henya e Kiki Hiwatari che mi hanno seguito e commentato fin dall’inizio, e a tutti quelli ch hanno recensito,facendomi sempre sorridere e dandomi una mano con questo lavoro…

  • Aky Ivanov, Eugy, Lady H, reinNyaa, scarlettheart, tamakisskiss, teAngel, Valentine Romance, sa92, Zakurio, Fantasy Tani, lettori che anche quando erano silenziosi segnandosi questa fanfiction come seguita/ricordata o addirittura preferita mi hanno comunicato tantissimo!!!!


Che dire su questo finale “misterioso”? Che non è misterioso per niente! Questo era l’ultimo capitolo… ma settimana prossima c’è l’epilogo!

Di che cosa si tratta?

Vi piacerà?

Spero!

E’ quello che pensate?

Certo che sì. A patto che voi l’abbiate pensato come l’ho pensato io.



  
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