NON LEGGETE SE NON VI SPOILERATE!
Mah... così...
Nasce un po' dal nulla... mi annoiavo stasera e via... Beccateve questa! xD
Dunque niente pretese eh, anzi ne ho approfittato per provare a scrivere in maniera un po' diversa, quindi se apprezzate (anche se non apprezzate ovviamente) lasciatemi due paroline tanto per farmi sapere che ne pensate...
Buona lettura!
Northstar
ps: Silence, parte seconda, la vendetta... arriva presto!
pps: se a qualcuno interessa credo che presto rimetterò mano su Second chances
pppppppps: spero non ci siano grossi orrori grammaticali e grossi casini di consencutio temporum... non mi va di rileggerla... ;)
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Santana conosce Brittany meglio di quanto conosce sé stessa.
Proprio per questo riesce a cogliere in un batter d’occhio quando c’è qualcosa che non va con lei.
Un respiro troppo breve, un unghia mordicchiata troppo a lungo, troppe caramelle rimaste nella busta.
Lo sa e basta.
“Che c’è che non va, Britt?”
“Niente, San…”
“Sei sicura?”
“Mhmh…”
Non è “niente”.
Santana lo sa.
Ma non insisterà.
Non dopo l’ultima volta che ha provato a farlo, finita col primissimo vero litigio di coppia.
Il punto è che Brittany è troppo importante, troppo preziosa, per Santana da riuscire a sopprimere quel bisogno continuo e persistente di proteggerla, di schermarla da qualunque preoccupazione, problema o pericolo.
Ma Brittany non è una bambina e tantomeno non è indifesa: è diventata una donna proprio come lei, e di certo sa come difendersi se proprio ne ha bisogno.
E anche questo Santana lo sa.
Motivo per cui, da qualche settimana a questa parte, quando Brittany dice che è tutto ok Lei annuisce e sorride e le ricorda che puo’ sempre parlare con lei di tutto quel che vuole.
Anche stavolta Brittany annuisce e sorride, e puntualmente Santana decide di portare il discorso altrove.
Perchè ogni volta che si sfiora l’argomento Brittany fugge, ma ora, nella sua camera da letto, non ha dove fuggire.
“Hai pensato di scrivere una domanda per il college?”.
“Non ancora…”
“Beh, dovresti farlo… Con una presentazione decente, con tutte le tue attività extrascolastiche e soprattutto con la buona parola della Sylvester dovresti riuscire senza problemi a venire con me a Louisville…”
Santana
sorride al solo pensiero di averla con sè.
“Già… Ma non so se sono adatta per il college…”
“Perché no?”
“Non sono intelligente come te.”
“Si che lo sei! Sei un gen-”
“L’essere un genio non significa necessariamente essere brava con la matematica, la geografia, la storia e tutto il resto…”
E la risposta di Brittany è così intelligente, nell’accezione più pura del termine, che Santana si chiede come sia possibile che chiunque altro non riesca a vedere quello che Brittany è.
“Non importa Britt! Ti aiuterò io! A costo di studiare tutta la notte, tutte le notti!”
“Sai meglio di me che finiremmo per fare tutto meno che studiare, San!”
Risponde Brittany, alzando le sopracciglia in quel modo suggestivo e dolce, che è solo suo.
“E invece studieremo! Te lo prometto, studieremo e non ci sarà esame che non passerai!”
Santana insiste perché deve assicurarsi che Brittany sappia davvero che è qualcosa che possono fare. Insieme.
“Insieme, Britt! Come è stato al liceo e come è stato ancora prima!”
Ma Brittany continua a sorridere guardandosi nervosamente intorno e Santana sa cosa significa.
Significa che non è convinta e che forse non vuole più sentirne parlare, ma deve almeno concludere l’argomento a modo suo.
“Brittbritt… il college non sarà altro che un McKinley 2.0! Come se il liceo fosse stata solamente la prova principale per il college… e ce la siamo cavata alla grande! Vedrai non cambierà niente, saremo sempre io e te…”
Brittany alza gli occhi e sorride, perché è difficile non sorridere di fronte ad una Santana insolitamente gesticolante ed esaltata, e si lascia sfuggire un flebile “Ok”, un “Ok” bugiardo che ha il solo scopo di calmare Santana.
Ma va bene così, ancora.
E le sembra strano vederla
così distaccata dagli altri.
Sono di nuovo tutti nell’alula di canto dopo il trionfo alle Nazionali.
Santana comincia a pensare che era davvero l’unica che aveva creduto dall’inizio alla loro più che possibile vittoria… perché gli altri, a distanza di una settimana, non continuano a far altro che dire quanto sia incredibile che abbiano vinto proprio loro.
Santana sorride compiaciuta.
Se per le Nazionali è andata così come credeva, non c’è motivo che tutto il resto non segua lo stesso corso.
“Ragazzi…
Ho il programma della cerimonia del diploma!”
Esclama Schuester con un mucchio di depliant in mano.
Santana e Rachel sono le prime a scattare per afferrare il programma.
Rachel comincia a sfogliarlo freneticamente per poi esclamare “No! Non dopo Rick the Stick! Nessuno prenderà sul serio il mio diploma!”
Mentre Santana torna a sedersi velocemente vicino a Brittany
senza ancora aver aperto nulla.
“Speriamo di essere una dopo l’altra perché non vedo l’ora di andare a godermi gli scherzi di Puck da un luogo sicuro e sopratutto asciutto…” sorride Santana aprendo finalmente il depliant.
Brittany sa cosa sta per succedere e non osa guardare Santana.
La mora sorride divertita scuotendo la testa nell’incredulità.
“Spero per le finanze della scuola che Figgins non ne abbia già fatti stampare un trilione… perché qui dentro manca il nome di Brittany…”
Passa qualche secondo e Santana nota subito che c’è qualcosa di strano.
L’aula è troppo silenziosa.
Perfino Rachel sembra aver smesso di respirare.
“Santana… Pensavo lo sapessi- Pensavo che Brittany
te lo avesse detto-”
Santana pensa quasi di puntualizzare “Detto cosa, esattamente?”
Ma poi è tutto
chiaro.
In un decimo di secondo tutto è fin troppo chiaro.
Santana non apre bocca.
Anzi, la tiene chiusa, stringe i denti e guarda per un istante Brittany indecisa se parlarle o meno.
Ma sa come è fatta ed al momento non riuscirebbe a far altro che gridare e sfogare la rabbia pura ed incandescente che le scorre nelle vene.
E sa che Brittany non ha colpe.
“Come funzionava eh, Mr. Schue?”
Comincia lentamente la mora stringendo il depliant nel pugno, guardando fissa il pavimento di fronte a lei.
“Finchè avevate bisogno di lei era tutto ok?”
“Non capisco Santana…”
“Il Glee Club… Le Cheerios… I Braniacs e tutto il resto. Avevate bisogno di lei… e poi?”
“Santana credimi non-”
Santana si alza e lascia l’aula di canto senza nemmeno guardare Brittany.
Non può guardarla.
Non riesce a guardarla.
Non ora.
Non di fronte a tutti.
C’è una sola persona che può rispondere a tutte le sue domande e puntuale Santana la trova nel suo ufficio.
Fortunatamente Becky
è così perspicace da lasciarla passare
senza un fiato.
Non che qualcun altro avrebbe aperto bocca di fronte
all’espressione furiosa della mora.
“Complimenti, Coach.”
Comincia Santana con un lento applauso derisorio e
“Immaginavo avrei ricevuto questa visita… Siediti pure, Santana.”
Un’ora nello studio della Sylvester, a tapparelle e porta chiusa.
Non era mai stata
così a lungo in quella stanza, nemmeno
quando per punizione
Un’ora di
domande e risposte. ù
Di giustificazioni e scuse più
che altro.
E nemmeno vedere
Santana conosce Brittany.
Sa perfettamente che è inutile chiamarla per chiederle dove sia finita.
La conosce così bene da andare semplicemente nel posto in cui Brittany va ogni volta che vuole nascondersi dal resto del mondo.
Ed è proprio lì, nel suo garage, a frugare tra vecchie bambole e peluches e giocattoli.
Santana rimane poggiata alla porta, in silenzio.
Non vuole metterle pressione, non vuole farla sentire ancora
più miserabile e
sa esattamente quanto miserabile possa sentirsi.
Aspetta.
Contando distrattamente le mattonelle del pavimento, osservando gli attrezzi perfettamente ordinati del signor Pierce, scrutando i vecchi giochi che sembrano non a caso stranamente familiari.
“Ti ricordi la mia bicicletta verde… Quella con le margherite attaccate su tutto il telaio? Ricordi?”
Chiunque altro avrebbe guardato Brittany preoccupato di fronte ad un’uscita del genere.
Chiunque altro si sarebbe chiesto “E’ davvero questa la prima cosa di cui vuol parlare, ora?”.
Ma Santana conosce Brittany e sa che tutto quello che dice, anche la cosa più apparentemente assurda, ha sempre un motivo, ha sempre un significato.
Sempre.
“La ricordo eccome… Io invece avevo ricevuto in eredità quella di mio cugino: nera con le fiamme rosse lungo il manubrio…”
“Era troppo cazzuta…”
“Già…”
“A volte vorrei tornare a quei giorni. Era tutto più facile…”
“Non è vero…”
Replica sorridendo Santana, e Brittany la guarda un solo istante con aria interrogatoria.
“Dovevamo scegliere se comprare Barbie Cavallerizza o Barbie in Campeggio… Non era poi così facile…”
Se non fosse stato per il vuoto che sentiva dentro di sé, Brittany avrebbe sorriso.
Anzi, sarebbe scoppiata a ridere dando a Santana della sciocca.
Ed invece…
“Mi dispiace.”
E’ un suono appena udibile.
“Non dispiacerti.”
La risposta è ferma.
E’ ponderata.
Non è buttata lì tanto per dire, è
quello che Santana intende davvero.
“Mi dispiace davvero tanto…”
Stavolta le parole sono più forti e Santana scuote la testa ed abbassa lo sguardo prima di rispondere..
“Non devi dispiacerti. Non è colpa tua.”
“Ma avrei dovuto dirt-”
“Hai saputo che eri stata bocciata quando non c’era
più niente da fare… Ho
parlato con
Spiega brevemente Santana.
“Anche se me lo avessi detto un mese fa, non sarebbe cambiato nulla.”
“Non sei arrabbiata?”
“Certo che lo sono.”
“Perché non stai gridando e gesticolando in spagnolo?”
“Perché non sono arrabbiata con te.”
E’ furiosa col mondo.
Ma non con Brittany.
“E come ti senti, allora?”
“Sono solo triste, Britt…”
Sanno entrambe che questa
è solamente la punta dell’iceberg
di una discussione molto più ampia che prima o poi dovranno
affrontare.
Ma al momento nessuna delle due ha voglia di parlare o pensare o stare
a
rimuginare sulla faccenda: a questo punto di tempo ce
n’è, eccome.
Forse è Brittany a fare il primo passo.
O forse Santana.
Ma le ragazze si ritrovano nel bel mezzo del garage, strette l’una all’altra, eliminando ogni parvenza di spazio fra loro, stringendosi quasi a farsi male.
A questo punto anche il dolore è preferibile al pensiero di una eventuale nonché probabile lontananza.
Per questo non
è preoccupata dal fatto che questa storia non sembra averle
allontanate come avrebbe fatto con chiunque altro.
Al contrario, l’intera storia sembra averle avvicinate.
“In fondo sono solo tre ore di macchina…”
E’ l’unica cosa che Santana riesce a dire di fronte al percorso di Google Map.
“Quattro se ci sono condizioni meteo avverse o grande traffico…”
Aggiunge Brittany.
“Come sei puntate di fila di One Tree Hill, Britt… Non è nemmeno troppo, no?”
“Già…”
“E poi possiamo sempre incontrarci a metà strada… Non è poi così male…“
Suggerisce Santana con un sorriso.
“Ma non riusciremo a vederci tutti i week end…”
Brittany sa che non dovrebbe farlo presente, ma sa anche che in questo momento Santana sta dipingendo il quadro in maniera un po’ troppo rosea, ed è meglio mettere subito in chiaro certe cose.
“Beh, non tutti i week end… ma almeno tre su
quattro ce la possiamo fare…”
“Sarai impegnata con i corsi San… e dovrai studiare… senza contare poi che ti farai nuovi amici e sarà importante mantenere quei rappor-“
“C’è un solo rapporto che voglio mantenere a tutti i costi Britt…”
Sorride Santana stringendole la mano.
“Ce la faremo.”
Santana ci crede davvero.
E dalla fine della scuola in poi tutto sembra in discesa.
Finchè Santana non realizza che è una discesa in fondo alla quale si trova un precipizio senza fondo.Intrattabile quasi.
E non vuole rigettare tutto su Brittany.
Ha già abbastanza pesi sulle sue spalle.
Passano due giorni e Santana non si fa vedere da Brittany, non sforzandosi nemmeno di inventare impegni credibili.
Un altro giorno.
Un altro ancora.
Ancora un solo giorno e Santana segnerà il nuovo record di giorni passati senza vedersi.
Ma Brittany rispetta Santana, la conosce e sa che c’è una motivazione per questo distacco.
Così, pazientemente, aspetta che sia pronta a tornare da lei.
Torna al sesto gorno di silenzio
“Pensavo fossi andata a Louisville senza dirmi niente…”
Sussurra Brittany con un sorriso quando la sente affacciarsi nella sua camera.
“Nah… avevo solo bisogno di pensare…”
Santana risponde con un sorriso, ma non si muove dalla porta.
“Pensare?”
“Già…”
Comincia Santana avvicinandosi fino a sedersi sul letto, di fianco a Brittany.
“Stavo pensando che magari… potrei prendermi un anno sabbatico…”
Brittany stringe subito gli occhi confusa.
"Vuol dire un anno di pausa."
"So cosa vuol dire."
“Insomma, pensavo di rimanere a Lima per un anno a valutare il da farsi e vedere se Louisville è la scelta giusta per me…”
Brittany rimane in
silenzio qualche secondo.
Per poi dire lentamente una sola parola.
Una sola sillaba.
“No.”
“No?”
Santana sorride, incredula.
“Perché?”
“Perché stai decidendo di rimanere per me!”
Santana quasi non riconosce quella voce.
Mai prima d’ora aveva sentito Brittany così impetuosa.
“E allora?”
“Non voglio che tu rimanga qui…”
“Perché no?! E’ solo un anno! Non voglio
lasciarti qui, voglio assicurarmi che
andrà tutto bene e poi andremo insieme a
Louisville!”
“No, invece… Andrai a Louisville e ci andrai quest’anno, Santana. Ci andrai fra tre settimane.”
“Sei seria, Britt? Lo sto facendo per noi!”
“No, lo stai facendo per me!”
“Seriamente, Brittany… non capisco quale sia il problema!”
“Il problema è che io non sono Finn! Non voglio che tu rinunci alla borsa di studio e alla tua vita e tutto il resto per me!”
Santana sa che Brittany non è Finn.
E’ abbastanza matura e intelligente e semplicemente innamorata da capire cosa è meglio per lei.
Ma non vuole sentire parlare di cosa sia meglio per lei, se il cosiddetto “meglio per lei” non include Brittany.
“Ma io ti amo…”
E’ tutto quello che riesce a dire prima di lasciarsi andare ad un pianto che tratteneva da almeno due mesi.
“Ti amo anche io, più di qualunque altra cosa! E’ per questo che non voglio che tu rimanga indietro, San…”
“Non voglio andare senza di te, Britt…”
“Lo so, ma lo farai comunque perché è quello che entrambe sappiamo che devi fare…”
Brittany ha ragione.
Santana lo sa perfettamente, ma come una bambina continua a non volerne sapere.
“Fra tre settimane andremo a Louisville. Ci andremo insieme e resterò con te fino a quando non dovrò tornare a scuola…”
“Britt-”
“Ho già parlato con i nostri genitori, San… E’ tutto sistemato. E poi quando ricomincerà la scuola cercheremo di vederci il più possibile, te lo prometto… Un anno volerà via prima che te ne accorga…”
“Brittany… Un anno è già abbastanza lungo normalmente, figurati per noi che siamo abituate a vederci ogni giorno da una vita…”
Non vuole soffocare l’ottimismo di Brittany, ma è la verità.
Come si puo’ vivere improvvisamente senza ossigeno?
“Prima di tutto non è un anno… Devi togliere le vacanze di primavera, quelle di Natale e quelle della prossima estate… e poi abbiamo sempre i nostri cellulari e soprattutto… abbiamo Skype…”
Sa che Brittany intende tutt’altro con quel sorrisetto su ”abbiamo Skype”, ma il solo pensiero di poterla comunque vedere quotidianamente sembra aver sollevato un macigno dal cuore di Santana, che non riesce a non sorridere.
Per la prima volta, Santana crede che forse le cose non saranno così impossibili.
Difficili, dolorose, dure.
Si.
Ma non impossibili.
Santana conosce Brittany.
Perchè
non sarà un anno a separarle... ma i giorni sono comunque
tanti.
Eppure
le cose, come Brittai aveva previsto, vanno piuttosto bene.
Se
sono fortunate riescono ad incontrarsi a metà strada un paio
di volte al mese,
per due intere giornate… ed tutto d’un tratto il
motel “Parigi” di Cincinnati
per loro sembra essere davvero Parigi.
Dopo
due mesi di college, Santana porta Brittany fino a Louisville
presentandola
tutti i suoi nuovi amici, e lo fa con un tale orgoglio ed ostentazione
tale che
la bionda si domanda cosa abbia fatto per meritare tutta quella
adorazione.
Poi
ancora più sorridente spiega loro che dal prossimo anno
accademico anche lei
entrerà a far parte dell’università di
Louisville, ed improvvisamente quel
giorno non sembra poi così lontano.
Le
cose non sono sempre facili…
L’inverno,
con tutte le precipitazioni, rende le strade un vero inferno e Santana
ordina a
Brittany di non muoversi assolutamente di casa.
Sono
altre due ore di macchina, ma Santana non è nemmeno
infastidita.
Sa
che ne varrà decisamente la pena.
Prima
che mai arrivano le vacanze di primavera, e Brittany raggiunge Santana
a
Louisville per cominciare a pregustare quello che la aspetta fra
pochissimi
mesi.
L’università
è fantastica, le persone lo sono ancora di più e
tutto è così incredibilmente
diverso da Lima che Brittany si domanda se i due posti si trovino
davvero sullo
stesso pianeta.
Santana
invece, guardando Brittany gironzolare con lei per il campus
già perfettamente
integrata, comincia a dimenticare del tutto quella sensazione di
soffocamento
che le saliva ogni qual volta doveva salutare la bionda…
ancora pochi mesi e
non sarebbero rimasti che i saluti fra una lezione e
l’altra.
Con
l’occasione del matrimonio di Schuester e della Pillsbury,
Santana e Brittany
riescono a vedersi ancora una volta.
C’è
il Glee Club al completo, ovviamente, e Santana rimane
stupita dal fatto
che tutti sembrino scioccati nel vedere Finn e Rachel ancora insieme di
ritorno
da New York… ma nessuno che sembri sorpreso nel vedere lei e
Brittany ancora
insieme… nonostante la lontananza.
E’
allora che Santana comincia a convincersi che probabilmente era
l’unica
veramente terrorizzata dalla lontananza, perché per tutti
gli altri lei e
Brittany sono senza alcun dubbio la coppia di ferro
Quando Figgins chiama Brittany sul palco Santana è la prima
ad alzarsi e
gridare forte “Vai Britt!” seguita dagli
altri gleeks.
Brittany
sorride e li ringrazia con il più aggraziato degli inchini
per poi mandare un
bacio a Santana che mai nella sua vita si era sentita così
fiera.
Dopo
la cerimonia Santana decide di concedersi una passeggiata
nell’edificio che
aveva frequentato per quattro lunghi anni.
E’
strano tornare a scuola per la mora.
Da
una parte sembra ieri il giorno in cui ha svuotato il suo
armadietto…
dall’altra sembra una vita.
Ma
passando di nuovo in quei corridoi ci sono ancora due cose che
chiaramente
riesce a sentire sulla sua pelle.
La
prima è la divisa delle Cheerios, ruvida e pesante, ma
così carica di potere ed
autorità che quasi si sente nuda quando realizza di essere
in realtà in abiti
“civili”.
La
seconda è il mignolo di Brittany stretto al suo, morbido e
delicato.
Ma
stavolta è un sorriso a spuntarle sul viso notando come
Brittany, ed il suo
mignolo, siano lì davvero.
E non fa nemmeno fatica a crederci.
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Sa
che non vede l’ora di andare a Louisville e dal modo in cui
tamburella
nervosamente le dita sulla sulla rivista che sta distrattamente
sfogliando, sa
che Brittany comincia seriamente a spazientirsi.
“Non
è cambiato poi così tanto dall’anno
scorso… Non trovi, Britt?”
“Ora
indossi gli occhiali per studiare…”
“Già… questi maledetti libri di
marketing ed economia mi faranno diventare
cieca…”.
Ed
è esattamente quello che la mora sa che succederà
se non si ficcherà in testa
che deve davvero indossare quegli occhiali durante lo studio.
“Allora…
Sei pronta?”
Riprende
Santana facendo sollevare la testa a Brittany, con aria interrogativa.
“Pronta
a fare cosa?”
“A
controllare che abbia messo tutto nella mia macchina perché
è evidente che non
vuoi passare nemmeno un’altra ora a Lima”
“Specialmente
quando abbiamo un intero appartamento solo per noi a
Louisville…”
“Ed il motel di
Cincinnati…”
Santana
non puo’ fare a meno di nominarlo perché il motel
“Parigi” è oramai parte della
loro storia.
“Nah, il motel lo teniamo per le occasioni speciali…”
Sorride la bionda tornando a leggere.
“Brittbritt…
Sono seria.... Andiamo a controllare, così poi possiamo
partire!”
“Non
capisco se scherzi o no, San… ma ad ogni… Io ci
sono, tu ci sei… Credo che
abbiamo tutto…”
“Allora andiamo, cosa stiamo aspettando?”
“Stiamo
partendo davvero allora? Andiamo a Louisville?”
“Andiamo
a Louisville!”
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Santana conosce Brittany proprio come Brittany conosce Santana.
E’ per questo che, piccoli incidenti a parte, la loro vita è il ritratto della felicità.
Sono sposate, hanno la loro casa, i loro lavori, i vecchi amici e magari presto anche un bambino.
La loro vita non è certo perfetta, e di tanto in tanto spunta fuori qualche incidente o difficoltà a mettere loro i bastoni fra le ruote.
Ma è proprio in quei momenti che guardano indietro a quell’anno, al non-diploma di Brittany, con un sorriso.
Sanno già che certe cose non saranno mai facili da sostenere e superare…
Ma sanno anche che vale la pena affrontare coraggiosamente qualunque imprevisto, specialmente se la ricompensa è quella felicità che ormai hanno imparato a conoscere così bene.