“Quindi è finita, vero?” domandò Rea.
Stavano
finendo di imballare gli ultimi scatoloni per lasciare libera la
stanza.
“No che non lo è!
Non ci stiamo dicendo addio, ma solo arrivederci” le assicurò Laura. Dopo
tanti anni di amicizia e vita insieme erano tristi nel
separarsi.
Quando
ebbero finito di togliere le ultime cose si misero a guardare quella camera. Lì
avevano pianto, litigato, scherzato, riso. Lì avevano entrambe trovato
l’amore.
“Mi mancherà così tanto questo posto” disse
Rea.
“Già, mette un po’ di tristezza vederla adesso, così
spoglia” annuì Laura.
Era
rimasta d’accordo con Mephisto che, una volta che la stanza fosse stata
liberata, lei sarebbe andata da lui e le sarebbe stata assegnata un’altra
stanza.
Quale
lo ignorava.
“Sai, quando siamo venute qui, il primo giorno, avevo una
paura da matti.
Mi mancava casa mia, i miei genitori, ma più di tutto temevo che non saremmo riuscite a rimanere insieme, stando tanto a
contatto, eppure, adesso, non faccio altro che chiedermi cosa sarebbe successo
se non fossimo entrate alla True Cross”
ammise la bionda.
Non lo
aveva mai detto ad alta voce, però doveva molto all’amica tutto il suo coraggio:
se fosse stata sola non sarebbe stata in grado nemmeno di affrontare la prima
lezione di scuola normale, figurarsi l’esorcismo!
“Non voglio che ci separiamo” le confessò Rea.
Aveva
le lacrime agli occhi per quell’arrivederci, si sentiva triste e depressa. Laura
l’abbracciò.
“Io ci sarò sempre per te” le
promise.
“Lo so, ma non ci vedremo più ogni giorno, tu avrai i tuoi
corsi di esorcismo, io vivrò in città e sarò impegnata con il ristorante tutto
il tempo.
Come farò senza di te?”
chiese. Ormai
singhiozzava visibilmente.
“Forza, Rea, sapevi che doveva succedere prima o
poi.
Abbiamo ventuno anni, siamo entrambe fidanzate e felici, è il momento di
prendere le nostre strade. Ci saremo sempre l’una per l’altra, cadesse il mondo
sappiamo che se avremo bisogno ci potremo chiamare. Non ci
stiamo dicendo addio” le
assicurò. Ci
mise altri venti minuti per smettere di piangere ed avere la forza per prendere
gli scatoloni.
“Lui ti sta aspettando?” chiese
Laura.
“Sì, è fuori all’entrata.
Porterà lui tutte le mie cose”
rispose.
“Salutalo da parte mia” si raccomandò.
Rea la
fissò senza capire. Chiuse la porta dietro di sé e poi si
girò.
“Non mi accompagni?” domandò triste. L’altra scosse il
capo.
“Devo andare, Mephisto mi aspetta” le spiegò.
L’amica le sorrise e l’abbracciò.
“Ti voglio bene, Laura” le
disse.
“Anche io” rispose lei.
Avevano
entrambe gli occhi lucidi quando si separarono, ma stavano bene. Non era un
addio, giusto?