RATING:
Giallo.
GENERE:
Commedia,
Romantico (?).
PAIRING:
Sherlock/John.
AVVERTIMENTI:
Fluff
(giusto un
pizzico), Slash, What if?
DISCLAIMER:
I
personaggi non mi
appartengono, né i diritti della serie (ahimè)
che vanno tutti alla BBC. Non
guadagno niente dalla mia attività di fangirlamento
compulsivo.
DEDICA: A Moffat e Gatiss,
perché sono degli slashers in
incognito e ci hanno regalato un telefilm meravigliosamente brillante e
ambiguo; a Martin Freeman, che è un John Watson perfetto; a
Benedict Cumberbatch,
perché è un attore straordinario
-nonché figo da paura.
NOTE: Ehm, buonsalve a tutti! *scuote la
chioma
senza un perché*
Avete capito bene: sono
tornata, e con me pure la famiglia Watson-Holmes al completo, zia
Harry, il duo
di architetti d’interni Greg & Myc, Mrs. Hudson e
chissà quali altri
personaggi, già noti o frutto della mia fantasia malata.
Premetto che, a parte
qualche obiettivo che mi sono posta, non ho la minima idea della
direzione che
questa seconda long prenderà, né da quanti
capitoli sarà composta. Naturalmente
sono sempre curiosa di ascoltare i vostri pareri, sicché se
avete suggerimenti,
spunti e osservazioni da fare siete i benvenuti.
Ai nuovi lettori: come
avrete capito dall’introduzione, questo vuole essere il
seguito di un’altra mia
storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=937909&i=1)
che è necessario leggere -se non altro per capirci qualcosa.
Ah, prima che me ne
dimentichi: vi lascio il link (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1045093&i=1)
di una OS che fa da prequel/spin-off all’intera saga,
chiamiamola così.
Buon divertimento (si spera)!
Mancavano poco meno di
due mesi al matrimonio (che, a causa della supervisione da parte della
strana
coppia Harriet e Mycroft, si preannunciava pericolosamente faraonico)
quando un
sera, messi a nanna i bambini, John decise di affrontare una questione
alquanto
delicata con il futuro marito.
“Sherlock”,
esordì, “c’è
una ragione specifica per cui non ho ancora conosciuto i tuoi
genitori?”
L’interpellato si
liberò
della vestaglia, sotto cui non indossava nient’altro, e la
lasciò cadere ai
piedi del letto. Poi si infilò sotto le coperte senza
proferire verbo.
“Tu e la tua pessima
abitudine di dormire completamente nudo con questo freddo”
borbottò il dottore,
tremando impercettibilmente quando un piede gelido dell’altro
gli sfiorò il
polpaccio.
“Pessima, dici? Eppure
sembri apprezzarla ogni notte di più” si decise
finalmente a parlare Sherlock,
con l’imperturbabilità di chi si limita a
constatare un dato di fatto.
“Veramente sei tu
l’attivo prepotente e incontenibile che mi salta addosso non
appena abbasso la guardia”
tentò di protestare in modo molto
poco assertivo.
Una mano pallida del
detective scivolò in basso, verso la zona sudombelicale di
John.
“Ah-ah”
sedò sul nascere
quel tentativo di amoroso assalto. “Vedi che ho ragione? Sei
sleale”.
“Perché? Sto
solo
cercando di sedurti” si voltò a guardarlo.
“Evitando di rispondere
alla mia domanda, Sherlock” precisò amabilmente
l’altro. “Ti conosco”.
Il detective si prese
alcuni secondi per ponderare le parole del compagno.
“No” disse poi.
“No cosa?”
“No, non
c’è un motivo in
particolare per cui non ti ho presentato a coloro che mi hanno messo al
mondo… Se
si esclude il fatto che mio padre è morto precocemente
più di dieci anni fa”.
“Oh. Non ne ero al
corrente, scusami” balbettò, imbarazzato per la
gaffe commessa.
“Non agitarti, sono cose
che capitano e tu ne sai qualcosa” mormorò
Sherlock tranquillamente.
“E tua madre,
invece?” John
si affrettò a domandare. Non amava discutere di genitori
defunti anzitempo,
proprio perché c’era passato anche lui.
“E’
più instabile del
mercurio” ribatté seccamente il detective.
“Intendi dire che ha dei
problemi mentali?” si informò con quanta
più delicatezza possibile.
“No, o meglio: non
proprio. Certamente una qualche anomalia deve avercela, visto che
Mycroft ed io
abbiamo ereditato metà del suo patrimonio genetico e non
siamo del tutto a
posto”.
“Le somigliate
molto?”
“Fisicamente
sì, per
quanto mi riguarda; sembro la sua copia carbone di trent’anni
più giovane e con
un’appendice tra le gambe. Mycroft invece ha preso la
corporatura pesante e la predisposizione
alla calvizie del ramo paterno” s’interruppe,
lasciandosi sfuggire un ghigno
derisorio.
John assentì col capo,
invitandolo a riprendere il filo del discorso.
“In realtà,
ciò che
nostra madre ha trasmesso ad entrambi è
l’intelligenza sconfinata” asserì senza
falsa modestia. “Prendi il mio cervello e quello del mio
fratellone, aggiungici
il famigerato intuito femminile, rivesti il tutto con tailleur
immacolati e
collier di perle grandi come biglie ed ottieni Caroline Margareth
Victoria Spencer,
vedova Holmes”.
“Spencer? Come la
principessa
Diana?”
“Lontana parente, pace
all’anima sua” confermò noncurante
Sherlock.
“Wow”
esclamò il dottore,
sollevando le sopracciglia. “Deve essere una donna
straordinaria. Ma c’era da
aspettarselo, in fondo sei suo figlio” sorrise in direzione
del compagno,
sperando che cogliesse l’allusione.
Inutilmente.
“John, forse non mi sono
spiegato bene. Mia madre non è una
donna straordinaria. Mia madre, sotto l’aspetto di una ex
mannequin di sangue
blu, nasconde una tempra d’acciaio e una forza di
volontà seconde solo alla
Regina –e non mi riferisco a Mycroft. E’ pericolosa
quanto una bomba termonucleare.
Credimi: tu non vuoi veramente conoscerla”. Il suo tono di
voce era venato
di panico, le pupille dilatate, il respiro lievemente irregolare. Non
bisognava
essere degli acuti osservatori per capire che si trattavano di
inequivocabili
manifestazioni di paura.
Sicché Sherlock Holmes,
l’indomito e sregolato investigatore più famoso
del Regno Unito che non
guardava in faccia a nessuno, nutriva un timore reverenziale nei
confronti di
sua madre. Interessante.
“Sarà come
dici tu, ma si
tratta pur sempre dell’unica nonna che i nostri figli
potranno mai vantare,
nonché la mia futura suocera. E’ mio dovere
incontrarla”.
Il
prossimo capitolo cercherò di postarlo a breve, diciamo tra
una settimana,
dieci giorni circa. Fatemi sapere cosa ve n’è parso, eh!
Anche le critiche sono
ben accette. Ringrazio già da ora chi commenterà,
seguirà, preferirà e
ricorderà la storia.
Questa,
se vi interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per
seguire in diretta i
miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).
A
risentirci, un bacio!