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Autore: Aniel_    06/05/2012    9 recensioni
Spoiler 7x21.
Dean prova a parlare a Castiel...
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Titolo: Mi hai aggiustato. E alla fine di tutta questa storia, io aggiusterò te, te lo prometto.
Autore: Aniel_
Fandom: Supernatural
Personaggi-Pairing: Dean/Castiel
Rating: G
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. L'autrice scrive senza alcuno scopo di lucro.
Note: oggi ho rivisto la 7x21, che devo ammettere non mi ha proprio entusiasmata. Eppure, questo velo di Destiel è stato posto con così tanta attenzione che non ho potuto fare a meno di scrivere questa one shot. Nel caso vogliate lasciare un commento, siete liberissimi di farlo e mi fareste anche piuttosto felice! Buona lettura, E.

Mi hai aggiustato. E alla fine di tutta questa storia, io aggiusterò te, te lo prometto.



«Cosa stai facendo?» chiese Dean, a debita distanza, mentre la figura avvolta dal quel trench così familiare gli dava le spalle, sin troppo occupato ad osservare le decine e decine di fiori davanti a sé.
«Le api volano. Da un fiore all'altro, è meraviglioso.» rispose l'altro, con un voce leggermente deformata, una voce estranea.
Dean si avvicinò a Castiel, diverso eppure sempre uguale, con quella postura leggermente curvata e quegli occhi che riuscivano a trasmettere parole ed emozioni totalmente contrastanti con quelle che invece trapelavano dalle sue labbra.
«Cas, guardami!» mormorò, stancamente il cacciatore, ma Castiel parve non sentirlo, così si limitò a continuare a sorridere fissando il vuoto davanti a sé.
E' incredibile come un sorriso come quello facesse a pugni con la tristezza dei suoi occhi.
Dean lo afferrò per un braccio, voltandolo malamente contro di sé. Avrebbe voluto far sparire quel sorriso a suon di pugni, perché l'angelo che l'aveva implorato di non arrendersi adesso aveva gettato la spugna, gli aveva voltato le spalle, di nuovo. Aveva semplicemente deciso di non combattere.
E Dean lo sapeva, Dio! se lo sapeva, che quella serenità non era altro che una maschera, perfino posta distrattamente su quel viso, lasciando quei pozzi d'acqua cristallina scoperti, nudi, alla mercé del suo sguardo cupo e carico di emozioni. Sarebbe andata in pezzi, prima o poi, e di Castiel cosa sarebbe rimasto?
Dean rivoleva il guerriero, voleva indietro il suo fottuto angelo, quello che non riusciva a comprendere le sue battute, quello che guardava i porno in tv, quello che con una pacca sulla spalla riusciva a farlo sentire a casa.
Dov'era finito quel Castiel? Che fine aveva fatto? Perché non voleva tornare da lui?
«Smettila» sbottò Dean, con un sospiro, guardando il ghigno su quel volto sparire poco a poco.
«Lo sapevi che le api aiutano l'impollinazione di tutti gli altri fiori?» chiese l'angelo, inclinando appena il capo.
E in quel momento Dean capì.
Il suo angelo era lì, accanto a lui. Quel gesto così familiare gli fece stringere il cuore, le viscere e un senso di oppressione gli colpì il petto con ferocia, facendolo annaspare alla ricerca di ossigeno.
E adesso non era più così sicuro di voler vedere la maschera della serenità cadere e frantumarsi; Dean ebbe paura, la paura atroce che se l'angelo avesse permesso a se stesso di abbandonare quella facciata sarebbe crollato e lui non sarebbe stato in grado di gestirlo.
Non aveva gestito il crollo di Sam.
Non aveva accettato la morte e le scelte di Bobby.
Come avrebbe potuto continuare a camminare se Castiel si fosse accasciato a terra?
«Ho bisogno che tu mi stia a sentire» sussurrò Dean al suo orecchio, stringendolo a sé come non era mai capitato, «devi aiutarmi ad uscire da questo casino. Lo capisci? Ho bisogno che tu combatta con me. Lascia perdere queste stronzate, Cas. Svegliati, per favore!»
Dean sentì l'altro deglutire e aggrapparsi alla sua spalla, posando la mano laddove anni prima vi era stato impresso il marchio del loro primo incontro.
«Io li vedo» singhiozzò Castiel con il viso immerso nel collo del cacciatore, «tutti quelli che ho ucciso, quello che ho fatto, io lo rivivo giorno dopo giorno. E non posso rimediare a tutto questo. E' colpa mia se Sam stava per morire»
«Ma non è successo.» rispose Dean, la gola improvvisamente secca, e gli occhi che cominciavano ad appannarsi.
«Io non voglio sentirli, Dean. Non voglio sentirli più. Falli smettere.» continuò Castiel, con voce rotta e Dean si sentì morire, perché non lo aveva mai visto così fragile.
E perché lo capiva.
«Quando mi hai tirato fuori dall'inferno» arrancò Dean, sebbene avesse imposto a se stesso di non parlarne più, «hai visto cosa ero diventato. Hai visto i miei incubi, non è vero?»
Il cacciatore sentì l'altro annuire mentre un senso di umido di disperdeva sul suo collo scoperto.
«Mi hai messo apposto, Cas. Mi hai aggiustato. E alla fine di tutta questa storia, io aggiusterò te, te lo prometto.»
Castiel si aggrappò a lui con più forza, per non cadere, per non lasciarsi cadere ancora. Si aggrappò a Dean come se si trattasse dell'unica ancora di salvezza capace di trarlo al sicuro, lontano dai suoi pensieri, lontano da quei ricordi che grattavano con forza le pareti della sua coscienza.
«Va bene» si limitò a rispondergli, incapace di staccarsi dal quel corpo caldo e accogliente e Dean lo strinse ancora un po', un po' più forte, senza dire una parola mentre le api attorno a loro perdevano ogni importanza.

FINE.

   
 
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