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Autore: Wren    29/11/2006    4 recensioni
A Celes cade sempre la neve e Fay non può far altro che lasciarsi andare alla danza dei fiocchi e al suono della voce di Chii... (episodio dell'ipotetico passato di Fay)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La neve era caduta per tutto il giorno, ma non che questo avesse modificato il panorama

Tema di 15 colors(True Colors): #10 Bianco e Nero

Rating: Genitori (per sicurezza)

 

 

La neve era caduta per tutto il giorno, ma non che questo avesse modificato il panorama.

Nulla sembrava poterlo fare.

Sia che la neve cadesse, sia che un piccolo e pallido sole si sforzasse di splendere per tutto il giorno, il paesaggio era sempre lo stesso. Bianco ovunque, sparso su piccole colline che si perdevano nel nulla dell’orizzonte.

Le finestre del palazzo non avevano dei vetri per tener lontano il gelo, era una ben più efficace barriera magica a mantenere le stanze ed i corridoi protetti dall’inospitale clima esterno. Eppure guardando fuori, fissando quel bianco infinito abbastanza a lungo si finiva per sentirlo lo stesso, il freddo. Era come un minuscolo ago sottile che si infilava sotto pelle e cominciava a congelare il sangue lentamente, come una tortura senza fine.

“…per contro non ci è…possibile affer..mare che l’enunciato non possa essere in alcun modo… con… con… ”

La voce musicale di Chii suonava incespicante nella lettura. Dacché l’aveva creata, era riuscito ad insegnarle a parlare senza problemi, ma ancora faticava nella lettura come un bambino piccolo. In effetti a ben pensarci, nonostante la sua apparenza Chii non aveva più di tre anni.

“Confutabile.” la corresse Fay pazientemente.

Fay!” pigolò la ragazza con tono lamentoso. “E’ troppo difficile per Chii!”

Il mago si voltò verso di lei, trascinandosi dietro i molti drappi e panneggi della veste che indossava.

Se finisci questa pagina, poi passiamo all’altro libro!” le promise con un sorriso.

Chii si lasciò scappare un gridolino felice e si rimise a leggere con rinnovato impegno, mentre Fay tornava ad appoggiarsi alla finestra. La voce di lei rimbombava leggermente nella grande biblioteca del palazzo reale di Celes, creando un’atmosfera sonnacchiosa. Il mago smise di ascoltarla, lasciandosi invece cullare dal ritmo incerto delle parole e dal delicato dondolare della neve mentre cadeva.

Aveva a sensazione di essere circondato da qualcosa di soffice, ma gelido e soffocante. Tutto era ovattato, dal suono che rimbalzava sulle pareti della stanza al candore disarmante delle colline che andavano a perdersi e confondersi con le nuvole bianche quasi come la neve stessa di cui erano gravide.

Fay?”

Chii gli si era avvicinata tanto da distoglierlo dal suo stato di trance e l’espressione che aveva in volto lasciava intendere che non era la prima volta che cercava di richiamare la sua attenzione.

“Dimmi, Chii.” la invitò a continuare lui senza dar peso alla propria distrazione.

Chii ha finito la pagina… Chii può leggere l’altro libro?”

La ragazza già stringeva tra le mani il nuovo volume, dall’aspetto decisamente meno serioso rispetto a quello precedente, e le orecchie da gatto, retaggio della sua natura magica, erano percosse da un fremito appena percettibile, come ogni volta in cui Chii desiderava ardentemente qualcosa. Avevano già letto quel libro almeno un milione di volte, eppure la ragazza si ostinava a volerlo rileggere ancora ed ancora. Doveva piacerle veramente molto e Fay non se la sentiva davvero a negarle quell’unico, piccolo piacere che le era concesso.

“Certo. Scegli pure tu da dove iniziare a leggere…” le disse sorridendo.

La ragazza tornò a sedersi felice e prese a sfogliare le pagine illustrate del libro , cercando a colpo sicuro la pagina che aveva in mente.

“C’era una volta… in un paese lontano lontano…” iniziò a leggere con voce molto più sicura.
Fay tornò a dare le spalle alla ragazza per osservare il paesaggio. Non che potesse esserci nulla di nuovo, ma a volte aveva la sensazione che se non avesse controllato continuamente, qualcosa sarebbe potuta cambiare senza che lui lo sapesse.

Da tutti gli anni in cui Fay si era ritrovato a guardar fuori dalla finestra, nulla era mai cambiato.

“…viveva una bellissima principessa.

Abitava un palazzo splendente, il più bello di tutto il mondo, ma la principessa non era affatto felice.

Fin da quando era nata, non aveva mai potuto lasciare le mura del castello, poiché il Re Stregone la teneva prigioniera.

Ella poteva avere ogni cosa desiderasse, ma l’unica cosa che realmente volesse non le era concessa.

La principessa desiderava solo essere libera…”

Fay non aveva mai amato particolarmente i libri di fiabe, ma Chii ne subiva il fascino come ogni altro bambino. Nonostante si stancasse presto degli esercizi di lettura a cui il mago la sottoponeva, avrebbe tranquillamente potuto trascorrere giornate intere a leggere e rileggere quelle storie. Fay invece provava un sentimento confuso nei riguardi di quel genere di lettura. Erano storie allegre, semplici, con il lieto fine sempre ed immancabilmente pronto a rimettere tutto a posto, non importa quanto le situazioni fossero brutte e senza speranza. Risvegliavano in lui un incondizionato senso di esaltazione infantile, motivo per cui non riusciva mai davvero ad amare le fiabe. Lo facevano sentire stupido.

“…La principessa con gli anni smise di rallegrarsi delle ricchezze e delle meraviglie che il Re Stregone le offriva, smise di divertirsi durante le sontuose feste per lei organizzate e smise di sorridere col cuore.

Passava i giorni e le notti affacciata alla finestra più alta scrutando l’orizzonte.

Sperava che un giorno un prode cavaliere venisse a salvarla…”

Fay non poté far altro che sospirare. Nelle fiabe arrivava sempre il momento in cui l’eroe senza macchia e senza paura interveniva per salvare la situazione. Era invincibile, inarrestabile, praticamente immortale. Affrontava ogni ostacolo con stessa la naturalezza con la quale respirava. Spuntava fuori dal nulla, sempre ed immancabilmente.

Un eroe… Qualcuno che lo salvasse…

Era esattamente a questo punto che cominciava a sentirsi stupido.

Chii dovette accorgersi di qualcosa, con quell’intuito speciale che la legava al suo creatore, perché smise di leggere e fissò Fay con apprensione.

“Qualcosa non va?” domandò.

Fay scosse la testa senza troppo entusiasmo e sperò che la ragazza continuasse semplicemente a leggere.

Non lo fece. Si avvicinò in tutta fretta al suo maestro e lo osservò con fare preoccupato.

Fay è preoccupato per la principessa?”

L’ingenuità di quella domanda lasciò il mago senza parole a fissare la sincera certezza di Chii.

Fay non deve preoccuparsi perché il cavaliere viene a salvare la principessa!” cercò di rincuorarlo lei.

“Grazie, Chii…” Fay le sorrise accarezzandole la testa come si farebbe con un cucciolo.

La ragazza lo osservò inclinando la testa, come se non fosse del tutto convinta, e riaprì il libro di fiabe sulla pagina che stava leggendo. Osservò l’illustrazione dai colori vivaci per poi tornare a fissare Fay, che nel frattempo era tornato a guardare fuori dalla finestra.

Aveva smesso di nevicare nel frattempo.

Fay somiglia alla principessa del libro!” esclamò Chii.

Cosa?” Questa volta il mago era rimasto veramente di stucco.

Si voltò sorpreso verso la sua creatura e si ritrovò spiaccicata sul naso l’illustrazione di una figurina dai capelli biondi, affacciata ad una grande finestra. Gli venne quasi da ridere, anche se non ci fosse nulla di realmente divertente nell’essere paragonati alla triste principessa prigioniera.

Fay non deve essere triste, perché arriva il cavaliere a salvarlo!” disse Chii cercando di suonare rincuorante.

Il mago si sforzò di non perdere il controllo sul proprio viso e continuò a sorridere. Diede un’altra pacca affettuosa sulla testa della ragazza.

“Ti andrebbe di fare merenda nel salone?” le chiese allegramente.

“Sì!!!” cinguettò entusiasta Chii.

“Vai avanti a preparare il thè… ti raggiungo subito. continuò Fay salutando con un gesto della mano la ragazza che già si affrettava contenta fuori dalla biblioteca.

Il rumore dei passi svelti che si perdevano nei corridoi intricati come labirinti si affievolì e così anche il sorriso di Fay. Raccolse il libro abbandonato dalla ragazza e lo osservò assorto.

“Sperava che un giorno un prode cavaliere venisse a salvarla…” lesse ad alta voce la frase e si perse a fissare le eleganti lettere argentate con cui era scritta la storia.

Eccolo strisciare ancora, insidioso come una serpe, il desiderio di credere alle fanciullesche parole di una fiaba almeno una volta. Avvolgeva le spire attorno al suo cuore, cercando un modo per aprirsi un varco, e lì aspettare il momento giusto per avvelenare le sue futili speranze con amara disillusione.

Per un attimo rimase ipnotizzato a percorrere le parole con la punta di un dito, ma l’istante successivo riappoggiò il volume come se avesse preso a bruciargli le mani d’improvviso e si lasciò andare in una risatina nervosa.

E chi potrebbe salvarmi? Sono tutti morti… Là fuori non c’è più nessuno...

Nascose il volto tra le braccia incrociate, come per piangere. Eppure, nonostante tutto, non poté far altro che sorridere , il suo eterno sorriso congelato come il paesaggio desolante fuori dalla finestra.

“Nessuno mi può salvare.”

Strinse gli occhi per far sì che non vedesse altro che nero.

In mezzo a tutto quel candore asfissiante, il nero lo rassicurava.

A Celes non c’era che altro che il bianco della neve e l’azzurro del ghiaccio. La luce fredda del piccolo sole non spariva mai oltre il tramonto, impedendo all’oscurità di dare riposo alle notti.

Dopo aver osservato per tutto il giorno fuori dalla finestra, Fay chiudeva gli occhi e si lasciava cullare da fugaci immagini nere, come la notte.

Però vorrei tanto lo stesso che arrivasse qualcuno per portarmi via…” sospirò.

Per questo si sentiva stupido.

  
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