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Autore: queensan    08/05/2012    3 recensioni
la squadra è entrata nella casa di un possibile sospettato e all'improvviso parte una raffica di proiettili
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No, Morgan non poteva. No.
Non poteva sopportare ancora;non poteva sopportare questo.
Non poteva. Non poteva e basta. Non ci riusciva, non ce la faceva.
Lui, il forte e muscoloso Agente Speciale Morgan sempre pronto a tutto, non ce la faceva. No, non ce la faceva a sopportare il fatto che avevano colpito un suo collega, un membro della sua famiglia, un amico, un compagno di squadra.
 
Derek Morgan aveva visto molte cose durante gli anni passati nella polizia, negli artificieri e ora nell’FBI. Aveva conosciuto psicopatici di ogni tipo; sadici sessuali, pedofili, la peggiore feccia del mondo. Aveva conosciuto le storie strazianti che avevano portato al crollo i serial killer, aveva conosciuto ogni minimo particolare delle vittime di quei serial killer. Aveva visto morire persone davanti ai suoi occhi. Insomma, aveva visto un sacco di cose, forse, anche troppe.
 
Eppure in quel momento, in quei pochi secondi in cui le sue palpebre si erano aperte per mostrargli quello che il suo subconscio gli aveva cercato di nascondere,era rimasto come paralizzato dal colpo che gli era stato inferto proprio lì, nel petto, sulla sinistra. Aprendo gli occhi si ricordò tutto quello che aveva voluto dimenticare per l’intervallo tra gli spari e la sua ripresa di coscienza.
 
Era sdraiato di lato. Sentiva caldo all’altezza dei fianchi e ad una spalla; anzi provava anche dolore alla spalla. Una raffica di proiettili era stata sparata da un punto indefinito di quella stanza buia. A quel rumore si era subito buttato verso il collega che aveva due metri più avanti. Ma non era riuscito a proteggerlo; sentiva la sagoma accanto a lui che boccheggiava dolorosamente. Si tirò su e si rese conto che sentiva caldo ai fianchi perché una pozza rossa lo aveva raggiunto. Era sangue, il sangue di Reid.
Quando posò lo sguardo sul volto del giovane compagno si riscosse subito. Vedere quel volto sofferente era stato come una molla per lui. Mentre si inginocchiava di fianco al giovane sentiva ancora spari; ma non gli importava di tenersi al riparo, non gli importava di essere colpito perché ora doveva aiutare il ragazzino.
-Reid! No, resta qui con me! Ragazzino tieni duro so che puoi farcela!- urlava disperato mentre guardava le ferite e la faccia impaurita del giovane agente. Era stato colpito tre volte, due al torace e un proiettile aveva ferito di striscio il suo viso delicato, la sua guancia di porcellana.
Morgan tentava di fermare l’emorragia chiamando il compagno a gran voce, come per paura che potesse non sentirlo. Hotch aveva appena chiamato l’ambulanza, mentre Rossi e Prentiss si occupavano dell’S.I. che avevano appena freddato.
Spencer intanto cercava di dire qualcosa. –Mor…Morgan m..mi dispiace-
-che stai dicendo ragazzino??? Tu ce la devi fare. Tu sei forte e non puoi lasciarmi, capito???-
-non l..lasciarmi so..solo-
-che stai dicendo io non ti lascerò mai, sono qui con te- diceva Morgan con le lacrime agli occhi. Vederlo così era come una pugnalata. Vide un accenno di sorriso sul volto dell’agente ferito.
Da quando lavoravano assieme, ne avevano vissute di tutti i colori: Morgan aveva visto il suo collega tenuto in ostaggio su un treno da un pazzo, lo aveva visto mentre lo torturavano, prigioniero di uno psicopatico affetto da doppia personalità, lo aveva visto quasi morire per shock anafilattico; lo aveva visto affrontare i suoi incubi e il suo passato; lo aveva guardato attraverso un vetro che lo stesso Reid aveva messo come barriera per proteggerlo dall’antrace con cui si era infettato. E non lo aveva lasciato neanche un attimo. Se ne stava li fuori al telefono con lui. Mentre lo sentiva tossire, ogni colpo di tosse era come uno squarcio che si apriva sempre più profondo nel suo petto.
E ora. Ora non poteva sopportare di vedere anche quello. Come poteva farcela?
Come poteva vivere nell’eventualità che la persona che stava toccando in quel momento poteva morire proprio ora sotto i suoi occhi?
Come poteva pensare di vivere senza la presenza del dottor Spencer Reid?
Come avrebbe potuto fare senza vedere quel viso giovane tutti i giorni, quel viso entusiasta quando gli si presenta un gioco da risolvere o deve leggere qualcosa, con la risposta sempre pronta e impacciato con le persone?
Quel ragazzino è importante per lui. Fa parte della sua vita, fa parte di lui stesso.
Lui sa che il suo ragazzino è forte, lo ha visto crescere come la persona fantastica che è sempre stato. Spencer Reid è forte, ha affrontato un sacco di cose in questi anni. Lui non può morire così. Lui non deve morire così. Lui e forte, Derek lo sa bene. E in questo momento ci spera con tutto se stesso, perché il suo povero cuore non può sopportare oltre.
  
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