Film > Megamind
Segui la storia  |       
Autore: Evilcassy    08/05/2012    3 recensioni
“Uhn, no, non credo.” La fissò incuriosito. “La mia idea è questa. Io mi impegnerò a trovarti un regalo per te, a Parigi. Qualcosa che ti stupisca. E tu… tu farai lo stesso con me. Hai tempo quindici giorni per farmi una sorpresa. Qualcosa che da te non mi aspetto e che sfati il mito della tua prevedibilità.”
...è una sfida. E quando mai Megamind non ha accettato una sfida? [/SOSPESA - INCOMPLETA]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Megamind, MetroMan, Minion, Roxanne Ritchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fifteen Days.

 

Chapter 2: Since I don't Have You.

 

 

“Mi sono fregata da sola. Davvero.” Concluse Roxanne sbuffando, appoggiando il gomito al sedile dell’aereo per poi sorreggersi il volto con la mano. “Fare un regalo a Megamind è un’impresa pressoché impossibile: Non esiste in commercio nessun gingillo tecnologico abbastanza avanzato che lo possa interessare, quello che non possiede se lo crea da sé, ha praticamente un sarto personale… e di certo non posso presentarmi a casa sua con una di quelle sferette con la Tour Eiffel dentro e la neve. Un tempo sapevo ragionare prima di aprir bocca. Temo di aver perso questa capacità. Accidenti.” 

“Sai, anche mia moglie mi ha chiesto una sorpresa.” Confessò Max, il suo nuovo cameraman, seduto al suo fianco. Roxanne lo fissò, attendendo lumi. Max non era di certo un bell’uomo: capelli castani radi e sempre scompigliati e un naso decisamente aquilino. Però aveva un’aria simpatica che lo rendeva piacevole, era sempre disponibile e gentile e un gran chiacchierone. Non uno di quelli che parlava a vanvera di cose senza senso, come Hal: nella sua lunga carriera di cameraman Max aveva collezionato aneddoti di vario tipo, alcuni dei quali davvero esilaranti, e ciò rendeva le loro conversazioni sul più e il meno molto interessanti.

Dal lato tecnico, poi, Max era quanto di meglio si potesse trovare. Le offriva consigli, sapeva trovare la luce e la posizione giusta e riusciva a capire quando tagliare senza che lei si dovesse passare la mano sotto il mento per mezz’ora. Roxanne non doveva incalzarlo ogni secondo per accendere la telecamera e filmare questo o quello: Max era estremamente intuitivo nel suo lavoro: il tempo di rendersi conto che stava accadendo qualcosa di interessante e già aveva la telecamera in spalla, accesa e pronta all’intervento della reporter. Insomma, come collega era un sogno.

“… e dimmi, hai già qualche idea pronta per lei?”

“Certo. Scherzi? Dopo sette anni di matrimonio e quattro di fidanzamento, come potrei non sapere cosa vuole mia moglie?” Max estrasse il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni e lo aprì, sfilando un foglio ripiegato: una pagina tagliata da una rivista di moda. “Soprattutto se è Danielle stessa a lasciarmi simpatici promemoria come questo nel portafogli…

Roxanne scoppiò a ridere, prendendo in mano la pagina della rivista. “Luis Vuitton, eh? Più chiara di così! Molto bella, di classe. Davvero, tua moglie ha gusto in fatto di borsette.”

“Già, le starà proprio bene addosso. Peccato si sia scordata di dirmi dove possa trovare un qualcosa del genere. Hai una vaga idea di dove vendano delle borsette a Parigi?”

“Oh si che ce l’ho. Prima di partire mi sono informata dove sono un paio di boutique interessanti…

Uhm… boutique… dal nome non credo che me la caverò con poco, eh?”

La ragazza gli restituì il foglio con un sorriso: “Eh no, Max. Temo proprio di no.”

 

I don't have plans and schemes
And I don't have hopes and dreams
I, I, I don't have anything
Since I don't have you

 

Affondò la faccia dentro al cuscino a cui era letteralmente avviluppato. Nonostante la giornata infernale (Due rapine sventate, Tre scippatori inseguiti e acciuffati, una truffa ai danni del municipio fatta fallire e sei gattini recuperati dagli alberi) non aveva per niente sonno. Si girava e rigirava nel letto abbracciato al cuscino e mugugnando parole incomprensibili, la voce di Axel Rose di sottofondo che raccontava il suo stato d’animo, come la maggior parte delle volte.

 

And I don't have fond desires
And I don't have happy hours
I don't have anything
Since I don't have you

Happiness and I guess
I never will again
When you walked out on me
In walked ol' misery
And she's been here since then

 

“Signore, io credo che sia ora di spegnere lo stereo, che ne dice?” quella di Minion non era esattamente una domanda: Fermo impalato sulla porta della camera, un bicchiere pieno in mano, gli stava scoccando uno dei suoi rari sguardi di pura disapprovazione.

“Ah, Minion… tu non puoi capire che…

“Faccia poche storie e si beva questo bicchiere.”

“Ma non ho sete.”

“Si idrati, la prego.”

 

I don't have love to share
And I don't have one who cares
I don't have anything
Since I don't have you

 

Megamind non aveva esattamente la forza per opporre resistenza. Con l’aria più desolata del suo vasto repertorio di smorfie, bevve un gran sorso dal bicchiere. “Ha uno strano sapore…” si lamentò.

“Continui ad idratarsi, signore.” Lo invitò l’assistente, spingendogli il bicchiere in bocca e tenendoglielo sino all’ultima goccia.

“Minion, non è dandomi al bere che mi sentirò meglio…” gemette Megamind.

“Non era alcool, Signore, ma non importa. E’un… come posso definirlo? Una tisana rilassante.” Megamind lo fissò scettico. “Al porro selvatico e malva della Mongolia.” Aggiunse, inventando sul momento e tentando di essere convincente. “Tra pochi secondi dormirà come un sasso.”

“Non credo di riusc…yaaawn.” Minion non poté fare a meno di sogghignare. Ottima idea quella del Valium. Come genio Miss Ritchi poteva davvero competere con il suo capo. “Come le dicevo, Signore… lei è stanco… le si chiudono gli occhi… è il caso che si sdrai lentamente…” sussurrò spingendolo non troppo delicatamente all’indietro. “E che dorma. Sogni d’oro.”

“I miei Sogni possono essere d’oro solo se c’è Roxanne, Minion…

Questa cosa inizia a darmi sui nervi. “Ci sarà sicuramente, Signore…

Megamind mugugnò riaggrappandosi languidamente il cuscino, gli occhi ormai chiusi: “Sai… non c’è neppure il suo profumo qui…

“Ma certo, Signore, ho fatto il bucato due giorni fa… e poi Miss Ritchi non si ferma spesso a dormire qui.”

“Chissà perché poi”

“Beh, il Covo non è così comodo come casa sua… in fondo anche il suo letto è un tantino piccolo e poi… beh, qui non c’è neppure un vero appartamento, solo qualche stanza più o meno utile qua e là, con troppe poche porte e troppi orecchi indiscreti.”

Gli occhi di Megamind si aprirono di colpo. Scattò in piedi sul letto, mettendosi a saltare sul materasso in preda all’esaltazione più pura.

Oh oh. Minion aveva imparato a temere quel suo stato.  Sino a qualche mese fa, era il lampo che precedeva il tifone. Solitamente finiva con Megamind dietro alle sbarre. Ora… beh, ora era difficile prevedere il finale, ma ci avrebbe giurato che difficilmente tutto ciò potesse non portare guai…

“Ma come ho potuto NON arrivarci prima!!!! MINION, SONO UN GENIO!” Gli saltò addosso, le mani sul vetro della cupola, scuotendolo. “E TU… tu sei un FANTASTICO, INCREDIBILE PESCIOLINO!”

“Le sono molto grato Signore… ora potrebbe tornare a…

Ma Megamind aveva già fischiato l’adunata ai Brainbots, che gli si accalcarono attorno impazienti delle istruzioni. “Portate i vestiti a Papino e il mio elmetto da cantiere preferito!” ordinò, saltellando fuori di sé dall’eccitazione. “Oh, Minion, questa sarà di sicuro la sorpresa più bella che mai preparerò a Roxanne!”

“Ne sono certo, Signore… tuttavia sono le tre di mattina, direi che è il caso di rimandare a domani…

“Ma cosa dici, Minion, il tempo è prezioso! Ora abbiamo solamente a nostra disposizione QUATTORDICI GIORNI, ovvero DUE SETTIMANE per il RINNOVO LOCALI!”

Minion sperò vivamente di non aver capito. “…come scusi?” domandò con un fil di voce.

“Pensaci, l’hai detto anche tu: Roxanne non passa tanto tempo qui perché il Covo è scomodo, umido, freddo e ancora un po’ oscuro e tetro.”

“Come lei mi ha sempre ordinato di tenerlo.” Precisò scocciato l’assistente.

“Certo! Prima di Roxanne, prima di diventare il Difensore di Metrocity! Ma ora la mia vita, la nostra vita è cambiata Minion, e così deve cambiare anche il nostro Covo!”

…ma se sino a due giorni fa…

“Due giorni fa sono il PASSATO, Questo è il PRESENTE e da domani ci sarà il FUTURO, Minion!”

…indubbiamente, ma…

“Nessun MA!” esclamò ridendo, mentre i Brainbots ultimavano la vestizione appoggiandogli sul cranio smisurato un caschetto da cantiere borchiato e giallo. “Doteremo il Covo di una parte abitabile. Una splendida parte abitabile, con una camera da letto immensa tutta per me e Roxanne e una stanza acquario tutta per te… come hai sempre sognato!”

Minion, che aveva già aperto la bocca per replicare si immobilizzò gli occhi sgranati:  “Una stanza acquario? Con le piante vere e la ghiaia colorata sul fondo?”

“Ma certo amico mio! E anche anfore bucate e un castello sul fondale pieno di pertugi e torrette!”

“Lo desidero da quando ero piccolo come un’unghia!” pigolo facendo vibrare tutte le pinne, commosso sino alle lacrime.

“E ora lo avrai!” Gli occhi di Megamind brillavano di una luce quasi folle. “E quando sarà tutto pronto, Roxanne sarà talmente impressionata dal nostro lavoro che…” si interruppe, guardando un punto non bene definito della stanza, sognando ad occhi aperti: “Che verrà a vivere qui, insieme a noi. Roxanne sotto questo stesso tetto, per sempre. Ci pensi?”

Minion annuì. “Ad una condizione però.” Megamind lo guardò, in frenetica attesa: “Che la vostra stanza sia insonorizzata. I Brainbots restano sempre sconvolti, quando Miss Ritchi passa le notti qui.”

 

Roxanne si lasciò cadere sul letto, il laptop in grembo. Si sentiva a pezzi. Fare lunghi viaggi in aereo, anche se in business class, le massacrava sempre la cervicale.

Ci vorrebbe un MegaMassaggio sorrise tra sé e sé, connettendosi a Skype. Non aveva intenzione di fare una lunga videochiamata intercontinentale, ma solo di comunicargli che era atterrata, che il viaggio era andato tutto bene e che gli mancavano le sue lunghe dita sul collo.

Megamind era offline. Probabilmente è fuori a pattugliare la città. Eroicamente. Tuttavia, cliccò sul suo avatar e lasciò un messaggio.

Arrivata ora in albergo, qui diluvia! Il volo è stato Ok, ma ho mal di collo. Ora dormicchio un paio d’ore e poi mi ritrovo con Max per il nostro primo servizio parigino! Un bacio.

Il tempo di una doccia rigenerante e una breve sistemata al contenuto della valigia che si trovò un messaggio di risposta.

Solo quello. Megamind forse aveva avuto giusto il tempo di connettersi e controllare i messaggi.

Torna a casa ora e ti rimetto a nuovo con un MegaMassaggio! Scherzi a parte riposati amore. Sto lavorando alla tua sorpresa. Resterai a bocca aperta. Mi manchi.

Sorridendo, Roxanne si coricò tra le lenzuola fresche. Che il suo Megs fosse in grado di stupirla, su quello ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

 

Non sono pienamente soddisfatta del risultato, ma tant’è.

Sono invece eccessivamente galvanizzata dal vedere il fermento che c’è dentro questa sezione!!!

E’ BELLISSIMO!!! Andiamo avanti così, ragazze… portiamo il nostro Megs davanti a tutti!!!

(conquisteremo il mondo, Bwahahahaha!!!!)

A’ la prochaine,

EC

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Megamind / Vai alla pagina dell'autore: Evilcassy