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Autore: B_Regal    09/05/2012    3 recensioni
Luca Benvenuto è morto, e per Anna sta per cominciare una nuova vita, in una città sconosciuta. Ma un incontro quasi surreale le farà capire che il suo migliore amico, infondo, non l' ha mai abbandonata.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neanche il tempo di chiudere la porta del mio nuovo appartamento che il cellulare comincia a squillare. Rispondo senza neanche guardare chi è, a quest’ ora può essere una sola persona.
“Elena?” rispondo rimettendo le chiavi in borsa.
“Ciao tesoro, mica ti ho svegliato?”
“Ma che, figurati! Sono appena uscita di casa!”
“ah, menomale. Allora sei pronta per il primo giorno di lavoro?”
Mi lascio sfuggire un sorriso, mentre chiudo il portone dietro di me “si.. sono un po’ agitata a dire il vero, però direi che sono pronta!”
“Dai, stai tranquilla. Se hai vinto un concorso del genere un motivo ci sarà! Piuttosto, sicura che non vuoi che ti accompagni io?”
“Elena, stai tranquilla! L’ acquario sarà l’ attrattiva più importante di questa città, non deve essere cosi difficile trovarlo!” le rispondo salendo in auto.
“Lo so, però Genova è un casino, c’ ho messo due mesi io a orientarmi!”
“tu hai la testa tra le nuvole, lo sai! Me la caverò tranquilla!”
“va bene..”
“Comunque grazie..”
“E di che! Lo sai che sono troppo felice che tu e Abel vi siete trasferiti qua, vero?”
“si, me l’ hai già detto! Sono felice anche io! Buona giornata Elenina!”
“A te, ciao!”
 
Quando scorgo l’ insegna “Acquario di Genova” sento un brivido lungo tutto il corpo. Non posso credere di avercela fatta, eppure sono qui, ho realizzato finalmente il mio sogno. E pensare che sono stata a un passo dall’ abbandonare tutto. Quando, a due mesi dalla laurea, Luca è morto sono stata così male che ho pensato di lasciar perdere tutto.  A un certo punto mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, quando mi capitava una cosa brutta dietro l’ altra. A Trieste pensavo di aver trovato una stabilità e invece.. prima il secondo aborto, la crisi e la rottura con Massimo,  e poi la batosta finale. Luca. Ucciso da una pallottola piantata nella nuca. Ucciso senza che potessi salutarlo un ultima volta. Quando sono ritornata a casa ero distrutta.. quei giorni passati a Roma erano stati così pieni di impegni che non avevo avuto il tempo di fermarmi a pensare. Invece a casa, quando mi sedevo alla scrivania e aprivo i miei libri, ecco che mi tornava il suo volto davanti agli occhi e avevo solo voglia di chiudermi in bagno e piangere. Poi ho capito che dovevo trovare la forza di andare avanti, per me e per Abel. Così è arrivata la laurea. Ed esattamente due anni dopo, la specialistica, conseguita proprio alla fine dei tre anni di medie di mio figlio. L’ idea di fare domanda a Genova me l’ ha data Elena, in una delle tante nostre telefonate notturne. Cosi ho fatto il concorso, e miracolosamente l’ ho vinto. Ed eccomi qua.. finalmente serena.
Mi avvicino alla reception “mi scusi..” esclamo discretamente “dovrei parlare con il Professor Relini..”
“lei è?”
“sono una sua nuova assistente..”
La donna guarda su un fascicolo, poi alza lo sguardo su di me “Anna Gori?”
“Si, sono io!”
“Bene, la stavamo aspettando.. il dottor Relini adesso non c’è, però aspetti..” si alza e si dirige verso un uomo che sta prendendo il caffè. Mi indica e comincia a parlare fittamente con lui. Nel frattempo lo guardo con attenzione.. è abbastanza giovane, e ha un’ aria simpatica.
Lui si volta a guardarmi e mi sorride. Ha un bel sorriso.. è caldo, e sincero. Viene verso di me sorridendomi “ciao, posso darti del tuo vero? Sono Nicola Costa, lieto di conoscerti..” mi dice allungandomi la mano “io sono uno degli assistenti del Professore, ho un po’ di tempo, ti va se ti mostro un po’ il posto?”
 “Va bene, grazie!” rispondo. L’ ansia che avevo è sparita di colpo. Mi sento a mio agio, e lo seguo ammirata.
“Ho letto la tua scheda..” mi dice lui, mentre ci incamminiamo “biologa marina, come me.. lavoreremo insieme quindi, e devo dire che mi fa molto piacere!” mi dice con un sorriso.
Io lo guardo un po’ sorpresa e anche imbarazzata da quelle parole, e cerco di far finta di niente “qual è il nostro compito?”
“Beh, facciamo un po’ tutto.. Relini è professore all’ università e presidente della società di Biologia Marina, per cui è qui raramente e dobbiamo occuparci noi di quasi tutto.. lui sceglie accuratamente i suoi assistenti, quindi si fida e ci lascia abbastanza liberi. Comunque stai tranquilla, per i primi tempi ti aiuterò io.. ecco da quella parte si accede alle vasche, di qua invece c’ è il laboratorio.. il posto è enorme, non stupirti se ti perderai ogni tanto!”
Mi mostra buona parte dell’ acquario, spiegandomi tutto nei dettagli.. Non riesco a fare a meno di guardarlo negli occhi quando parla, mi sembra quasi che gli brillano.. la passione che traspare dalle sue parole, unita al meraviglioso mondo che ci attornia mi coinvolgono totalmente, quasi come se fossi in un’ altra dimensione, e senza rendermene conto parlo e scherzo con lui come se fosse un amico di sempre. Alla fine del giro turistico mi sento euforica e soddisfatta e Nicola sembra accorgersene.
“ti piace, eh?”
“Da morire. E’ bellissimo qui.. ti giuro non vedo l’ ora di cominciare!”
“E ancora non hai visto il meglio.. appena ho un po’ di tempo di porto a conoscere i nostri delfini!”
“Fantastico.. li adoro!”
“E come potrebbe essere altrimenti?” mi poggia una mano sulla spalla “Relini è arrivato, ti sta aspettando lì nel suo ufficio.. io ho delle analisi da fare. Senti pensavo che.. visto che non conosci ancora nessuno.. magari possiamo pranzare insieme..”
Annuisco “eh, magari.. come ci mettiamo d’accordo?”
“mi faccio vivo io, tranquilla. A dopo allora!”
“A dopo!”
 
Chiudo la porta della camera di Abel e torno in cucina, dove Elena mi sta aspettando con una vaschetta di gelato a nutella.
“Dorme?”
“Non ancora, ma adesso si addormenta. Allora a che eravamo rimaste?”
“Al tuo amico biologo!”
“Non è vero.. ti stavo parlando della vasca degli anemoni!”
“Si Anna ma con tutto il rispetto per le tue amate meduse.. preferisco sapere altro. Dai dimmi ancora di lui!”
“te l’ ho detto.. è stato molto gentile. Siamo andati a pranzo insieme e mi ha parlato un po’ della vita lì all’ acquario.. ma siamo restati molto sul personale!”
“Però c’ ha provato!”
Alzò gli occhi “aah, Elena... adesso non ti fare film come al tuo solito.. ho solo detto che qualche volta ho avuto la sensazione che mi guardasse con interesse, niente di più..”
“Ma cosa ti ha detto di preciso?”
“Ma niente.. è più come mi guarda.. con insistenza ma allo stesso tempo senza risultare indiscreto.. non lo so non so spiegartelo.. è strano!”
“Mah.. vabbeh comunque c’è tempo.. magari nascerà una grande storia d’ amore!”
“se, vabbeh..” rido e le strappo di mano la vaschetta “dammi stò gelato và!”
 
I primi giorni a lavoro sono passati velocemente, ho lavorato molto per cercare di entrare subito nei meccanismi dell’ acquario e di capire come fare al meglio il mio lavoro. Passo la grande maggioranza del tempo in laboratorio, alle prese con analisi varie, e qualche volta vado con qualche collega a fare prelievi nelle vasche. Oggi sono stata nella vasca delle tartarughe con Claudia, una delle assistenti che è diventata mia amica, ed è stato emozionante. E poi c’è Nicola, con il quale ormai si è instaurato un bel rapporto di amicizia. Pranziamo assieme tutti i giorni, assieme ad alcuni colleghi, e lavoriamo spesso a stretto contatto.. lui mi da una grande mano, mi sta insegnando molto. A volte mi ricorda Luca durante i miei primi giorni al decimo.. e in quei momenti mi manca ancora di più.. vorrei poterlo chiamare  e raccontagli della mia nuova vita..
“Anna, dai andiamo a pranzo che è ora!”
“Veramente non ho ancora finito!”
“Continui dopo.. su togliti il camice e vieni, muoio di fame!” mi prende il colletto del camice e mi aiuta a sfilarlo.. io cedo e lo lascio fare “grazie!” gli rispondo con un sorriso.
“Allora quando ci porti a conoscere tuo figlio?”
“presto, uno di questi pomeriggi.. anche perché muore dalla voglia di vedere l’ acquario!”
Gli ho parlato di Abel qualche giorno fa, chiarendo da subito che l’ ho adottato e che non sono sposata.. non ha fatto domande e gliene sono grata, avrei dovuto spiegarli troppe cose e sinceramente ancora non me la sento.  Siamo in confidenza ma non abbastanza da parlagli del mio passato.. almeno credo, ma forse lui non è dello stesso parere perché mentre siamo a tavola mi confessa una cosa che un po’ mi spiazza.
“Da quanto tempo sei qui?” gli chiedo.
“Cinque anni, ma mi sono fermato per otto mesi a causa di problemi di salute..”
“ah, mi dispiace.. niente di grave spero..”
“Adesso per fortuna no. Avevo un difetto cardiaco, circa due anni fa ho avuto un brusco peggioramento ed è stato necessario un trapianto. Quattro lunghi mesi chiuso in ospedale, ma ne è valsa la pena!”
“Non deve essere stato facile..”
“No, per niente. Ma non avrei mai potuto mollare.. amo troppo la vita, amo il mio lavoro e non avrei mai buttato tutto via senza combattere!”
“E alla fine hai vinto..”
Lui mi sorride “si, ho vinto. Ma devo ringraziare prima di tutto la persona a cui apparteneva il cuore. Non sarei qui adesso se non fosse stato per lui, o lei..” addenta una forchettata di insalata “scusa, non volevo deprimerti con questa roba triste..”
“No, ma figurati.. mi fa piacere che ti sia confidato con me, grazie!”
“E di che.. non ne parlo spesso perché ho paura che le persone mi trattino in maniera diversa.. come un malato.. te l’ ho detto perché con te credo che non sarà cosi.. anche se forse non è molto figo dire davanti a una bella ragazza che magari non ha mai visto un’ ospedale in vita sua che mi hanno tolto il cuore e che ogni tre mesi devo fare dei controlli per assicurarmi che quello nuovo funzioni bene!”
Io rido, scuotendo la testa “con me allora stai pure tranquillo perché di ospedali ne ho visti eccome.. e probabilmente non scoppio di salute nemmeno io, ho già avuto due aborti nella mia vita!”
Nicola posa la forchetta nel piatto e mi guarda mordendosi il labbro “oh.. ecco questa è stata una brutta gaffe!”
“Ma no, non preoccuparti.. adesso anche tu sai qualcosa di personale su di me.. siamo pari..”
“Già.. magari con il tempo mi racconterai anche qualcos’ altro.. sul tuo passato..”
Scuoto la testa “sarebbe una storia troppo lunga, ti annoierei!”
“Non credo, mi piace ascolarti..” mi dice guardandomi negli occhi.
Abbasso lo sguardo, giocherellando con il tovagliolo “forse è meglio andare.. la paraffina si sarà solidificata del tutto, no?”
Evidentemente capisce di avermi messo un po’ in imbarazzo e mi sorride “Si, credo di si.. andiamo allora!”
 
 
Sono le quattro del pomeriggio di un venerdì e sono chiusa in laboratorio da più di due ore. Ho appena chiamato Abel, ha detto che stava studiando.. sarà vero?  Ho quasi la tentazione di chiamare la signora affianco e chiederle di controllarlo, ma mi distrae la porta scorrevole che si spalanca e l’ espressione sorridente di Nicola “ciao!”
“ciao.. ho una cosa per te!” mi porge una muta a mezzemaniche azzurra e io lo guardo curiosa.
“a che mi serve?”
“dobbiamo andare a trovare i nostri amici con le pinne.. ti aspetto alle piscine!”
Annuisco, eccitata. Era da tempo che aspettavo di poter lavorare con i delfini, e pare che il momento sia arrivato “dieci minuti e ti raggiungo!”
Metto a posto il mio tavolo e vado subito agli spogliatoi, il tempo di cambiarmi e vado verso la piscina. Vedo dubito i delfini nuotare nell’ acqua tra salti e capriole, sono uno spettacolo meraviglioso. Vedo anche Nicola, seduto sul bordo piscina, mentre accarezza uno dei delfini, accanto a lui la valigetta con le attrezzature per i rilevamenti. Quando si accorge di me mi sorride e mi fa segno di avvicinarsi. Io mi lego i capelli con un elastico e mi immergo lentamente in piscina, cercando di abituarmi alla temperatura dell’ acqua. Subito un altro delfino si avvicina e io gli accarezzo il muso intenerita “sono bellissimi!”
“eccome.. dai sbrighiamoci così ci rimane un po’ di tempo per fare una nuotata con loro!”
“ma.. possiamo?” gli chiedo titubante, afferrando gli strumenti che mi porge.
“non lo so, ma io l’ ho fatto un sacco di volte e nessuno mi ha beccato!”
“aah, allora..” sorrido, allontanandomi verso l’ altra estremità della vasca “Io comincio da qui..”
“agli ordini!”
Non ci riesce molto facile lavorare con quelle pesti che schizzano acqua ovunque, ma in un ora buona riusciamo a finire e ci concediamo dieci minuti di relax a bordo vasca.
Seduti con i piedi ciondolanti dell’ acqua, siamo immersi ognuno nei propri pensieri.. io soprattutto.. guardo quei meravigliosi animali nuotare liberi nell’ acqua.. mi viene in mente Dorian.. e sorrido..
“perché ridi?” mi chiede Nicola, osservandomi.
“perché sono bellissimi.. e perché questa situazione mi ricorda una cosa..”
“sono indiscreto se ti chiedo cosa?”
Scuoto la testa “una persona.. il padre di Abel..  mi portò di notte a fare il bagno con i delfini.. fu una pazzia, ma che bella serata..”
“beh, la mia ex gli unici animali da cui mi portava erano gli insetti che trovava per casa..”
Lo guardo e scoppio a ridere “per ucciderli, immagino..”
“già.. se avessi saputo che sarebbe finita male li avrei pure risparmiati quei poveri animaletti innocenti..”
“ti ha lasciato?”
“già.. due mesi prima dell’ operazione.. mi disse che non era abbastanza forte da sopportare tutto..”
“ah..” rispondo soltanto.
“lo so cosa pensi, lo puoi dire.. bella str**a, si!”
“effettivamente pensavo proprio quello!” lo guardo e gli sorrido “beh, peggio per lei..”
Noto che si imbarazza un po’ a quell’ ultima affermazione, e torno a guardare l’ acqua.
“e il tuo uomo dei delfini?”
“Lui.. beh lui è morto..”
Si  volta verso di me “Ho fatto la seconda gaffe, vero?”
“No.. tranquillo..”
“e come faccio a stare tranquillo? Guarda.. ti ho fatto rattristare..” mi mette una mano sotto al mento, che tengo basso, e mi fa alzare lo sguardo verso di lui “hai dei bellissimi occhi..”
Sorrido imbarazzata, e lentamente volto di nuovo la testa verso l’ acqua “grazie.. ma non sono triste..”
“un po’ si.. si vede che non hai avuto una vita facile..”
Me lo dice con un’ intensità strana.. come se lo sapesse.. mi spaventa quasi e mi viene da distogliere lo sguardo “è vero.. ho dovuto superare tante cose, però nel complesso sono stata fortunata perché ho incontrato persone bellissime.. e quindi significa che ne è valsa la pena..”
Lui annuisce “è bello che tu dica così.. forse avrei dovuto incontrarti un anno fa.. mi avrebbe fatto comodo il tuo ottimismo..”
Con un balzo entro di nuovo in acqua e lo guardo dal basso “ce l’ hai fatta benissimo lo stesso però.. o no? non mi sembri poi così pessimista tu!”
“All’ inizio lo ero.. ma quando a un passo dalla morte ti ritrovi con un cuore nuovo e funzionante che ti restituisce la vita.. beh una cosa del genere ti fa vedere la vita sotto un altro aspetto..”
Annuisco,  e gli faccio un cenno con la testa “dai, vieni in acqua..”
“Mi sa che dobbiamo andare..”
“altri dieci minuti, su.. vieni..”
Lo convinco perché fa un sorrisino ed entra in acqua pure lui. Mi raggiunge, mentre i delfini nuotano attorno a noi “credo che gli siamo simpatici..”
“si, tu soprattutto..” risponde.
“ah si? E che ne sai?” rido io.
“come che ne so.. me l’ hanno detto loro..”
“ah, certo..”
“non ci credi? Guarda che noi comunichiamo benissimo ormai.. ci capiamo che è una meraviglia..”
“si, come no.. certo che ci credo.. e sentiamo che ti sta dicendo lui ora?” gli chiedo indicandogli il delfino che si è avvicinato a noi e tiene il muso fuori dall’ acqua.
“aspetta.. fammi concentrare.. allora, mi sta dicendo che ti trovano molto carina.. si, anzi a dire la verità che sei bellissima..” ed è in quel momento che mi accordo che non sta più ridendo, ma che è serio e si sta avvicianando lentamente “e che.. che se non ti bacio subito sono un’ idiota!”
Non ho neanche il tempo di assimilare quella frase, perché le sue labbra bagnate toccano le mie e cominciano a guidarmi lentamente, trascinandomi in un vortice di emozioni che sento così familiari.. così mie.. gli metto le mani intorno al collo approfondendo il bacio.. non mi sentivo così bene da tanto e mi lascio andare completamente.. mi cattura la bocca con ancora più foga, poi si stacca, trascinandomi verso il bordo della piscina “dobbiamo andare..”
“lo so..” rispondo ancora ansimante. Ma non sono tanto sicura di voler andare davvero.
“però tu vieni a casa mia..”
La proposta mi spiazza, ma ancora di più mi spiazza il fatto che l’ unica cosa che riesco a fare è annuire.
 
 
L’ orologio sul comodino segna le 19.30 di sera.. lo fisso pensierosa, poi mi giro dall’ altro lato “tra un po’ devo andare via.. Abel deve cenare!”
Nicola non dice niente e allarga solo il braccio per farmi avvicinare a lui. Alzò la testa dal cuscino e i capelli ancora umidi mi toccano la schiena facendomi rabbrividire. Mi accuccio meglio vicino a lui e alzo gli occhi per guardarlo “sei pensieroso.. qualcosa non va?”
Finalmente mi guarda e sorride, scuotendo la testa “no, anzi.. va tutto benissimo. E’ che.. no, niente!”
“che? Dai, dimmelo!”
“meglio di no.. non vorrei farti scappare via..”
“addirittura?”
“beh si.. penserai che sono pazzo!”
“no,  ti giuro di no.. dai dimmelo..”
“ok, va bene..” si arrende, mentre mi accarezza la schiena nuda “tu ci credi al destino?”
“sinceramente no.. però non è detto che non esista.. tu ci credi?”
“non mi sono mai dato una risposta certa.. però alla storia delle anime gemelle e tutto il resto, a quello si ci credo..”
Appoggiata alla sua spalla sorrido istintivamente, intenerita “anime gemelle?”
“si.. secondo me se due anime sono fatte per stare insieme, finiranno per cercarsi sempre, in qualsiasi posto e in qualsiasi tempo..”
Mi sento un po’ spaesata.. ci conosciamo da un mese e non mi aspettavo che dicesse cose così.. forti.. però lo sento sincero, e per qualche strana ragione sentirgliele dire mi provoca una strana sensazione di calore..
“ok, adesso puoi scappare..”
“non voglio scappare..”
“ah no?”
“no.. sono molto più scettica di te su queste cose però chi lo sa.. e tu capisci tutto questo così in fretta?”
“Non mi fraintendere Anna.. non sono il tipo che si dichiara follemente innamorato al primo appuntamento.. però con te è diverso, non so spiegartelo..” lo sento sorridere “vabbeh, lascia perdere.. forse è stata l’ operazione a rendermi così fatalista..”
Gli bacio una spalla, mentre con una mano accarezzo il tuo torace, soffermandomi sulla sua cicatrice “è la prima volta da quando ti sei operato, vero?”
“si..”
“avevo paura che potessi stare male.. sei sicuro che potevi?”
“tanto ormai è fatta.. e comunque è passato un anno..”
Annuisco, ancora immersa nei miei pensieri.
“sai di chi è?” gli chiedo dopo un po’.
“il cuore?”
“si..”
“Non mi hanno voluto dire il nome, non si può.. però ho fatto delle indagini, pare fosse un mio coetaneo.. morto per una ferita da arma da fuoco.. era un poliziotto..”
Sento una scossa percorrermi tutto il corpo, e se ne accorge anche Nicola perché mi accarezza il braccio “stai bene?”
“si..si..” balbetto, cercando di autoconvincermi che sto prendendo un abbaglio. Infondo quanti poliziotti muoiono ogni anno? Devo raccogliere le forze e respirare profondamente, prima di formulare quella domanda. Sento la gola secca mentre la pronuncio “che giorno era? Precisamente dico..”
“la data? Era il 14 marzo.. chi se la dimentica più..”
Non riesco a respirare. Vado in iperventilazione e sento subito il bisogno di staccarmi da lui, così con uno scatto fulmineo mi porto dall’ altro lato del letto, dandogli le spalle per non fargli vedere il mio viso.
“ti senti bene Anna?”
“si, scusa.. è che.. ho avuto un leggero giramento di testa.. ma ora sto bene..” Non è vero, non sto bene.. per niente.. continuo a vedere quell’ immagine davanti agli occhi.. la lapide.. la data incisa sopra.. 13/03/11.. 13/03.. tredici marzo.. un poliziotto.. non può essere una coincidenza..
“Anna, mi stai facendo preoccupare..”
“sto bene, veramente..”
“ti vado a prendere un bicchiere d’ acqua?”
Annuisco, ho bisogno di stare due secondi da sola. Lo vedo alzarsi, infilarsi i boxer e andare in cucina, così posso finalmente mettermi seduta e cercare di respirare. Non riesco a capire se quelle gocce ghiacciate che mi scorrono dietro la schiena sono l’ acqua dei capelli o il fatto che sto sudando freddo.. non può essere.. eppure.. tutti quei dettagli.. che adesso sembrano i pezzi di un unico puzzle.. il suo sorriso familiare.. la sensazione di benessere che provo con lui.. e i suoi discorsi sull’ anima gemella.. sulle nostre anime destinate a stare insieme..
E’ cosi? È il cuore di Luca quello che batte dentro Nicola?
Vorrei prendere il telefono e chiamare Elena, ma il cuore mi batte così forte che ho paura anche di muovermi, e quando Nicola torna e mi porge il bicchiere noto che le mani mi tremano vistosamente.
“come va? Sei pallidissima.. che ti è preso?” mi chiede preoccupato accarezzandomi i capelli.
“Sto bene.. è stato solo un piccolo attacco di panico.. ogni tanto mi viene, dopo il secondo aborto..” mento, tenendo gli occhi fissi sul bicchiere perché non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
Ma Nicola annuisce, il che mi fa pensare che c’ ha creduto “va meglio ora?”
Annuisco, e mi appoggio allo schienale del letto, quando lui mi toglie il bicchiere dalle mani e lo poggia sul comodino. Poi sale sul letto e torna a stendersi accanto a me, non prima di avermi baciato delicatamente la fronte. E mi sembra quasi di sentire il suo tocco. Quel tocco delicato e dolce che aveva solo Luca, che ti faceva sentire amata, e rassicurata.. quel tocco che mi è mancato da morire e di cui sento maledettamente il bisogno. Non sono credente, eppure non posso credere che sia stato solo un caso che tra tante persone che ci sono nel mondo, io abbia incontrato proprio lui. Sei stato tu Luca? Infondo sarebbe proprio da lui. Ha sempre cercato di proteggermi da tutto e da tutti e forse anche dal posto in cui è adesso ha trovato un modo per starmi accanto. Lo so, sto pensando delle assurdità. Non ci credo, non credo alla vita dopo la morte e non credo alla reincarnazione e a roba simile. E allora come può essere?  In un eccesso di romanticheria, mi verrebbe da pensare persino che le nostre anime fossero così legate, da non poter sopportare il fatto di essere state divise per sempre.  Ma romantica non lo sono mai stata. E anche se un angolino della mia testa mi dice che è sbagliato, che non posso confondere due persone completamente diverse e che non devo lasciarmi andare senza aver prima fatto chiarezza in questa situazione surreale, nonostante questo adesso sento il bisogno di rivivere anche solo per qualche secondo quell’ inebriante sensazione di calore e di sicurezza che mi dava Luca.. e quel vuoto terribile che mi squarcia l’ anima e che mi accompagna dal momento in cui ho saputo che il mio migliore amico non c’ era più, sparisce nel momento in cui delicatamente appoggio la testa sul petto di Nicola e chiudendo gli occhi sento il suo cuore battere ancora. Il cuore di Luca, quel poliziotto coraggioso che ha perso la sua vita e non ha smesso di salvare quella degli altri. Neanche la morte è riuscita a fermarti, amore mio.
 
“E quando ad alcuno di queste anime avvenga di incontrare la propria metà, allora restano entrambe così impetuosamente soggiogate dall'amicizia e dall'intimo amore che non soffrono di restare staccate l'uno dall'altro per così dire nemmeno per poco tempo...”


Spazio dell' autrice:

Ok, adesso partiamo con le spiegazioni. Perché ho scelto di scrivere questa shot?
I motivi sono essenzialmente due. Il primo è che volevo dare una collocazione ad Anna, che è tornata per una puntata ma nessuno si è preoccupato di farci capire quale fosse la sua vita ora..   l’ altro è che sono una forte sostenitrice della donazione di organi (con tanto di tesserino nel portafogli), trovo che sia un gesto d’ amore estremo e chi, se non il nostro Luca, poteva compiere un atto così bello? E cosi ho pensato di unire le due cose.. e immaginare quest’ incontro particolare. Non sono credente e per me il trapianto non è altro che un miracolo della scienza per salvare vite a discapito di quelle per cui non c’ è più niente da fare.. non credo che il ricevente provi le emozioni, o i ricordi del donatore.. però ho sentito spesso storie del genere e quindi, con un po’ di fantasia, mi sono immaginata come potesse essere..  infondo chi sono io per dire se una cosa può succedere o meno? E l’ amore tra Anna e Luca noi l’ abbiamo sempre visto come un amore forte e indissolubile.. per cui ho deciso di immaginarlo proprio così.. indissolubile ed eterno, in qualche modo! :)
Ah, ho modificato un dettaglio.. ho immaginato che Luca sia stato colpito alla testa e sia morto in ospedale.. altrimenti non avrebbe potuto donare gli organi! 
  
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