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Autore: DragonTheWise    01/12/2006    6 recensioni
L'equinozio di primavera, una radura, il vento...qualcosa, o qualcuno, scuote i pensieri del demone Sesshomaru.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagura, Sesshoumaru | Coppie: Kagura/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo stava lasciando spazio al tepore primaverile, e la giornata dell’equinozio di primavera si presentava limpida.
Lui camminava nell’erba che spuntava di nuovo verde, seguito dal suo servitore e dalla piccola umana.
Era la stagione più triste per lui, la primavera, non sapeva neanche il perché in fondo lui era un demone potente e spietato che cercava solo altro potere.
O meglio lo sapeva il perché.
Il perché di quella tristezza, il perché si portava ancora appresso l’umana, il perché non puniva pesantemente il suo servitore anche quando questo falliva miseramente, il perché il desiderio di uccidere suo fratello si era affievolito quasi fino a scomparire.
Una nuova forza crescente stava prendendo piede in lui, ma non l’avrebbe mai ammesso.
Camminava silenzioso ignorando le chiacchiere dei suoi compagni di viaggio, quando per caso arrivò in una piccola radura che riconobbe subito.
Qui lei gli aveva dato l’addio, qui lei aveva sorriso anche se moribonda per aver potuto vederlo ancora un ultima volta.
Lui non provava amore, ma la morte di quella donna lo aveva molto scosso.
Significava forse qualcosa per lui? No impossibile!
Eppure quando la vedeva qualcosa si muoveva in lui, tutto celato brillantemente ovvio, ma qualcosa c’era.
Lei gli aveva silenziosamente donato il suo amore, a lui, ad un uomo freddo e spietato che la vedeva solo come una nemica.
L’equinozio di primavera gli ricordava l’avvicinarsi della bella stagione, la stagione in cui lei si era dissolta per sempre nel vento, l’elemento a cui apparteneva.
No!! Lei apparteneva ad un demone affamato di sangue e di terrore, era la sua servitrice!!
NO!!!! Lei non voleva lei era come il vento, voleva essere come il vento! Libera e autonoma, ma lui la teneva in pugno!
Dentro di lui il caos, come due enormi bestie che combattono ma nessuna prevale davvero. Forse la paura di diventare un debole, l’orgoglio gli proibivano di ammettere che in fondo lei significava qualcosa di importante per lui.
Si fermò un attimo, impercettibile, prima di ricominciare a camminare senza che nessuno se ne accorgesse e una lacrima sottile gli rigò il volto.
Correndo fra gli alberi il vento scosse le foglie quasi come a voler accompagnare la camminata triste del viaggiatore.

   
 
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