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Autore: __Stella Swan__    11/05/2012    3 recensioni
Il mio cuore cominciò a martellare all’impazzata nell’esatto momento in cui mi fermai ed alzai gli occhi al cielo. Tutto ciò che potevo sentire intorno a me era il mio battito cardiaco.
All’improvviso,le ossa all’interno del mio corpo cominciarono a frantumarsi: prima la rotula,poi il bacino e la spalla destra,seguita da quella sinistra e dal collo. Non riuscii più a trattenere il mio dolore,levando al cielo un grido disperato di dolore.
«Fate finire questo inferno!», urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una one-shot che ho scritto qualche mese per una sfida per forum, doveva esserci la luna e quindi ho scelto una storia di licantropi. Il titolo della storia è tratto dalla canzone dei Bullet For my Valentine (consigliata per chi ama il metal!)

Inutile dire che è tutto farina del mio sacco, anche se mi hanno detto che verso la fine può ricordare qualcosa di Twilight: ribadisco che ho semplicemente scritto ciò che avevo nella testa, infondo le storie di vampiri, licantropi, streghe eccetera hanno SEMPRE qualcosa in comune (altrimenti non sarebbe lo stesso argomento!).

Sta a voi decidere se vi piace o meno =)


Waking The Demon.


Correvo in mezzo al bosco da non sapevo nemmeno io quanto tempo.
Tutto ciò che percepivo era una maledetta sensazione di bruciore proveniente dal mio corpo e l’aria fredda che mi graffiava le guance,i polmoni che si riempivano di ossigeno congelato tanto che mi provocava infinite fitte allo stomaco,rallentando la mia corsa frenetica. Gli occhi lacrimavano per il dolore,per la rabbia e per il freddo,le labbra erano completamente screpolate ed i tagli che si erano formati cominciavano a sanguinare.
Le gocce di pioggia che ricoprivano il terreno mi stavano infradiciando i jeans ed il terreno sotto i miei piedi era instabile,fangoso e il sudore che cadeva dalle mie tempie aiutava a rendere il tutto più scivoloso.
Correvo,correvo all’impazzata.
Un paio di volte inciampai in qualche sasso emergente dal fango,ritrovandomi con il volto immerso nella melma e la rabbia che toccava le stelle. Poggiai i palmi sulla terra e mi diedi una spinta per rimettermi in piedi e riprendere la corsa.
Dovevo allontanarmi da tutto e da tutti,anche se non sapevo esattamente il perché. Era come se tutto ciò provenisse dall’interno,come se ci fosse stata una voce che mi ordinava cosa fare,ma senza dare una spiegazione alle mie azioni. Correre era diventato automatico e non sarei riuscito a fermarmi nemmeno se lo avessi voluto,così come cercare un dannato posto isolato dal mondo nel cuore di un bosco che nemmeno conoscevo e dalla quale non sarei stato in grado di uscire.

Era già da un paio di settimane che mi sentivo piuttosto strano,ma negli ultimi giorni la situazione era nettamente peggiorata: le mie difese immunitarie erano calate e mi era salita la febbre oltre i quaranta gradi,la mia pelle sembrava andare a fuoco anche quando fuori si gelava e la mia temperatura corporea era stabile,nella norma; avevo perso l’appetito e mi nutrivo si pura e semplice acqua,che fosse potabile o piovana. Due giorni prima era iniziata la parte peggiore: cominciai a sentire delle piccole fratture all’interno del mio corpo,come se le mie ossa si stessero lentamente riducendo a pezzi; la spalla destra era uscita dall’asse e le dita delle mani avevano assunto una forma anomala,disumana. Mi erano cresciute delle unghie lunghe e spesse,simili a quelle di un animale,il petto si era leggermente infoltito e gli occhi erano iniettati di sangue.
Arrivai infine in un piccolissimo spazio circolare,simile ad una radura. Gli alberi intorno a me erano decisamente alti,tanto che non si riusciva a vedere la cima. Tutto ciò che mi circondava era del colore del fango,un marrone scuro,o delle foglie,verdi e brillanti. Se alzavo gli occhi al cielo,riuscivo ad intravedere una piccola fetta di cielo blu notte,in mezzo alla quale spiccava una tonda e luminosa luna piena coperta da poche e sottili nuvole.
Il mio cuore cominciò a martellare all’impazzata nell’esatto momento in cui mi fermai ed alzai gli occhi al cielo. Tutto ciò che potevo sentire intorno a me era il mio battito cardiaco.
All’improvviso,le ossa all’interno del mio corpo cominciarono a frantumarsi: prima la rotula,poi il bacino e la spalla destra,seguita da quella sinistra e dal collo. Non riuscii più a trattenere il mio dolore,levando al cielo un grido disperato di dolore.
«Fate finire questo inferno!», urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
Mi accasciai a terra,contorcendomi e seguendo i movimenti delle mie ossa che si spaccavano ed assumevano una forma differente da quella umana. La mia faccia,le mie mani si riempirono completamente di fango; i miei occhi bruciavano come se fossero stati buttati in mezzo ai tizzoni ardenti e persino i miei denti cominciarono a far male. Tutto ciò che potevo vedere da quella posizione era la luna che veniva scoperta dalle nuvole,mostrandosi nel suo totale splendore.
Non appena la vidi,si accese una scintilla di pura rabbia in me,come se avessi avuto il bisogno di uccidere qualcuno.
I miei vestiti si strapparono,lasciandomi quasi completamente nudo in mezzo alla fanghiglia. Da quel momento,la trasformazione cominciò: le mie gambe si ruppero del tutto,accorciandosi notevolmente ed assumendo una posizione diversa,simile a quella che poteva avere un animale a quattro zampe. Sentii qualcosa di lungo e peloso crescere alla base del mio fondoschiena,rimanendo però schiacciato sotto il resto del corpo.
La mia spina dorsale si inarcò lentamente,spezzando e contorcendo vertebra per vertebra fino alla base del collo. Vidi le mie mani trasformarsi in due,enormi zampe dagli artigli affilati e le mie braccia scomparvero del tutto,lasciando posto a degli arti ricoperti di pelo folto. Sentii le orecchie allungarsi,sfiorandomi i capelli e diventando più sensibili ai rumori che mi circondavano. Il naso divenne sempre più scuro,percependo il profumo della terra bagnata e della resina degli alberi.
Infine,l’urlo che proveniva dalla mia bocca si trasformò in un boato spaventoso,che rimbombò nell’intera foresta e levandosi fino alla luna che aveva appena assistito a tutto ciò che mi era capitato.
Dopo ancora pochi minuti di agonia il dolore sembrò cominciare a scemare,diventando pian piano sempre più sopportabile; il cuore rimbombava contro il petto ad una velocità troppo elevata per un essere umano,ma mi sentivo...bene. Ora che tutto quel dolore era finito mi sentivo rinato.
Sbattei qualche volta le palpebre,osservando attentamente il paesaggio intorno a me: era tutto più nitido,definito e luminoso. Riuscivo a vedere dei piccoli insetti che correvano lungo il tronco degli alberi e la luna era diventata persino accecante.
Mi alzai in piedi,notando che ora mi ritrovavo a camminare su quattro zampe,non più su due gambe; la coda si muoveva lentamente a destra e sinistra,con ampie oscillazioni controllate. Il mio pelo era lungo,di un marrone – rossiccio a chiazze bianche.
Osservai ancora per qualche minuto ciò che ero diventato,perplesso e senza parole: qualcuno aveva deciso di svegliare il demone che c’era in me.
***
Quando riaprii gli occhi,notai che mi ritrovavo steso a terra,completamente nudo ed esausto. La testa pulsava quasi con lo stesso ritmo del mio cuore,ogni singolo muscolo sembrava essere in preda ai crampi e gli occhi bruciavano. Strinsi le dita della mano sul terreno umido,debolmente baciato dal sole che aveva rubato il posto alla luna.
Quante ore ero rimasto in quel posto,in quello stato?
Quando tentai di mettermi in piedi sentii ogni osso scrocchiare,provocandomi un dolore allucinante. Non riuscii a trattenermi dall’urlare,di nuovo.
«Lo so,fa un po’ male all’inizio», disse una voce alle mie spalle.
Cercai di voltarmi di scatto,ma servì solo ad aumentare il dolore. Perciò roteai sul fianco con calma,rimanendo disteso a terra. «L – Liam?», domandai con un filo di voce.
Il mio migliore amico era seduto su una roccia non tanto lontana dal sottoscritto: aveva le gambe raccolte al petto,circondate dalle braccia. Non appena spostai i miei occhi sui suoi si lasciò scappare uno di quei soliti sorrisi amichevoli,gli stessi che mi rivolgeva quando avevamo cinque anni.
«Finalmente è successo anche a te», continuò il mio amico,dondolando sulla roccia.
Mi guardai intorno,cercando di mettermi a sedere con la forza delle braccia. «Co – Cosa è successo?».
«Tranquillo,le prime volte fa un male cane,ma poi ti ci abitui. Un paio di settimane e sarai come nuovo!».
Un paio di settimane?
Per un momento la mia mente riuscì solo a pensare che avrei dovuto provare quella sofferenza per ancora un paio di settimane.
Non sapevo se Liam stesse scherzando o meno,ma sembrava essere piuttosto tranquillo a riguardo. Anche se,inspiegabilmente,quella notte era accaduta una cosa impossibile.
«Anche tu?», domandai con un filo di voce,riuscendo finalmente a sollevare la schiena dal fango. Liam mi lanciò una coperta,in modo che potessi riscaldarmi un po’. Anche se,in realtà,sentivo la mia pelle andare in fiamme.
«Sì,è normale che ti senti bruciare», disse quasi rispondendo al mio pensiero. Spalancai occhi e bocca,rimanendo imbambolato a fissarlo. Il mio migliore amico scoppiò a ridere,rischiando di cadere dal masso. «Oh Brian,non ti ricordi nulla di quelle storie che ci raccontavano da bambini?».
Storie?, mi chiesi nella mente.
«Sì,quelle che ci raccontava Otis al villaggio,la leggenda dei Guardiani dei boschi».
Per un momento pensai che Liam fosse impazzito. Certo,ricordavo perfettamente le leggende che ci raccontavano a dieci anni,ma non si chiamerebbero leggende se non fossero tali. «Oh che cavolo,quando ti deciderai a credermi? Quelle leggende sono vere,e noi ne siamo un esempio», continuò spazientito.
Osservai le mie mani: avevo giurato di vederle trasformarsi in... zampe,dagli artigli spessi e taglienti,ricoperte di pelo. Avevo provato davvero quella sensazione,come se avessi preferito morire piuttosto che patire tutto quello.
E poi,osservai Liam: i suoi occhi profondi non mi avevano mai mentito e sapevo che mai lo avrebbero fatto. L’angolo destro delle sue labbra si incurvarono dolcemente. «Ci siamo trasformati,amico. Siamo noi i Guardiani dei boschi».
Tutto ad un tratto,ebbi come una sottospecie di flashback: la mia mente tornò indietro nel temo,quando eravamo bambini e ci divertivamo a raccoglierci intorno al fuoco per arrostire i marshmallows. Otis,il più anziano del nostro piccolo villaggio,ci raccontava ogni giorno una leggenda diversa. Quella che più colpì me ed il resto dei ragazzi fu la storia dei Guardiani dei boschi: creature leggendarie che,al sorgere della luna piena,ogni lunazione, si trasformavano per difendere gli abitanti del villaggio dai loro nemici assumendola forma di lupi giganteschi e spaventosi.
«Tutte quelle leggende...», mormorai ancora confuso.
«Tutte quelle leggende erano vere,amico mio. Io mi sono trasformato tre settimane fa,Tamara due,Kyle e Nosh devono ancora trasformarsi e Hayden da più di un mese. E’ stato il primo di tutti,forse perché è il più grande», spiegò lentamente Liam, contando uno per uno i nostri amici con le dita.
Mi alzai in piedi ed avvolsi la coperta intorno alla vita,così per coprirmi la parte inferiore del corpo. Guardai intorno a me in cerca dei miei vestiti,ma più cercavo più forte diventava la risata del mio amico. «Si sono distrutti con la trasformazione,anche a noi è successo. Pensa come l’ha presa Tamara quando è successo a lei! Avrebbe voluto uccidere tutti!».
Dato il caratteraccio di Tamara,non mi sarei stupito di fronte ad una reazione del genere. Liam si alzò in piedi,si avvicinò a me e mi diede una pacca sulla spalla. «Forza,è ora di tornare alla base. Otis ti spiegherà meglio di quanto abbia fatto io».
***
Bussai alla porta di casa di Otis,con Liam alle spalle. Ero andato a casa a lavarmi e vestirmi,bevendo anche una buona tazza di tè caldo per rilassare i miei muscoli – anche se non servì a molto. Ci vollero pochi secondi prima che il capo del villaggio aprisse la porta: non appena mi vise,sul suo volto si allargò un raggiante sorriso di benvenuto.
«Entrate ragazzi», disse con fare paterno,lasciandoci il via libera. Io e Liam entrammo velocemente,dirigendoci nella sala della casa dove trovammo Tamara e Hayden seduti sul divano. Non appena mi videro Hayden fece un sorriso fraterno,Tamara scoppiò a ridere.
«Oh mio Dio,anche tu?», disse indicandomi col dito. I suoi corti capelli corvini le incorniciavano il volto e le scendevano le lacrime dagli occhi.
Incrociai le braccia la petto,corrucciando la fronte. «Qualcosa in contrario?», risposi scontroso. Non mi era mai andata a genio,nemmeno quando eravamo piccoli. Era possessiva,arrogante e voleva sempre aver ragione su tutto.
Otis ci raggiunse immediatamente,calmando le acque. «Ehi ragazzi,non iniziate a litigare». Il capo aveva i capelli lunghi e folti,raccolti in una coda bassa; i suoi occhi erano neri come la pece,la pelle bruciata dal sole e delle profonde rughe che gli segnavano il volto. «Mancano solamente Nosh e Kyle all’appello,poi siamo al completo».
«E come fai a saperlo?», chiese gentilmente Hayden,rivolgendo i suoi occhi verde smeraldo al più anziano.
Otis si sedette sulla poltrona e tutti noi facemmo altrettanto,chi per terra,chi sul divano. Fece un lungo sospiro,osservando il pavimento,poi di fronte a sé. «Perché la leggenda parla di sei giovani lupi,una donna e cinque uomini,pronti a sacrificare la propria vita per il proprio villaggio. Hanno tutti età compresa tra i diciassette ed i vent’anni,alcuni imparentati tra loro. Siete voi i prescelti», disse con tono solenne. Effettivamente,ragionando sulle parole di Otis,avevamo i requisiti esatti: io e Liam eravamo cugini di primo grado,Nosh e Kyle erano fratelli,Tamara e Hyden cugini di secondo grado; Hayden aveva quasi vent’anni,io,Kyle e Liam diciotto e gli altri diciassette.
«Tra quanto si uniranno a noi?», domandò Liam,distendendo le gambe a terra e poggiando le mani dietro la schiena.
«Molto presto,tranquillo. In voi l’istinto di Guardiano dei boschi si è risvegliato prima,ma anche a loro succederà entro un paio di settimane. Ormai manca poco,i nemici stanno tornando».
Mi osservai intorno,per rendermi conto se fossi stato l’unico a non capire esattamente le sue parole: Tamara osservava con sguardo eccitato il pavimento,come se si stesse già immaginando in battaglia, Hayden non aveva ancora tolto quel piccolo sorriso dalle labbra ed anche Liam era in fibrillazione. «Quale nemico?», domandai con voce flebile.
Tutti mi guardarono per un secondo che mi sembrò infinito. Poi,per fortuna,gli occhi si spostarono su Otis,il quale prese un altro,profondo respiro. «I vampiri», sentenziò deciso.
Aggrottai le sopracciglia,confuso. «I vampiri? Stanno tornando al nostro villaggio?», chiese Liam.
«Ma è da secoli che non abbiamo problemi con loro,perché allora?». Anche Hayden era piuttosto confuso ora.
Il capo scosse la testa,poggiandosi contro lo schienale della poltrona. «Perché è stato ucciso da un lupo l’erede al trono della casata con cui,secoli fa,stipulammo un patto. Credono sia stato qualcuno ingaggiato da noi,perciò vogliono vendetta».
«Ma se noi abbiamo iniziato a trasformarci solamente quando abbiamo percepito di nuovo il pericolo, perché dovrebbero attaccarci? Se fossimo stati in grado di farlo prima potrei capire,ma la nostra è stata una trasformazione causata dalla loro minaccia», continuò Tamara,stringendo i pugni sulle ginocchia.
Otis scosse la testa,socchiudendo gli occhi. «Purtroppo,alcuni discendenti stretti delle famiglie originarie che hanno stipulato il patto sono in grado di trasformarsi già da allora,solo la vostra generazione ha cominciato adesso a far parte dei Guardiani dei boschi. I vampiri credono sia stato un nostro antico Guardiano ad attaccarli,per questo ora torneranno. E non si fermeranno».
Osservai Liam nello stesso momento in cui si voltava verso me. Vedevo un po’ di preoccupazione nei suoi occhi,ma anche euforia per la nuova vita a cui stavamo andando incontro. Mi sentivo ancora abbastanza confuso e preoccupato per la mia famiglia: se solo fosse successo qualcosa a loro? Non me lo sarei mai fatto perdonare.
Tamara si alzò in piedi,prendendosi le mani l’una con l’altra e sorridendo a tutti noi. «Okay,se vogliono la guerra che guerra sia! Io non lascerò che dei stupidi succhiasangue massacrino degli innocenti,tantomeno gli abitanti del nostro villaggio! Kyle e Nosh devono ancora trasformarsi,ma noi possiamo già cominciare ad allenarci. Allora,chi sta con me?».
La guardammo tutti piuttosto perplessi: non capivo perché tanto furore per una battaglia. Non era un gioco come quando eravamo bambini,non si trattava più di una leggenda: avremmo combattuto,ci sarebbero stati dei feriti e probabilmente dei morti. Non si trattava solamente di noi stessi,ma di tutto il popolo,dei nostri famigliari.
Hayden si alzò in piedi,così come Liam. Tentennai un momento prima di seguire il loro gesto,ma decisi di unirmi a loro. Dopotutto,non avevo scelta. Se toccava a me difendere il villaggio,allora lo avrei fatto.
Otis ci osservò orgoglioso,annuendo debolmente a tutti noi.
Ci guardammo negli occhi,facendoci forza l’un l’altro. «Allora,che la caccia al vampiro abbia inizio», dichiarai.
  
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