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Autore: Sunishere    15/05/2012    34 recensioni
TRAMA DELLA STORIA:
Eileen S. Mason, una diciottenne con un passato difficile che l'ha spinta a perdere la fiducia nelle persone,
decide di trasferirsi in un piccolo paese per cambiare pagina, o addirittura libro.
Trova due coinquilini, che presto diventano suoi grandi amici, e nel loro gruppo trova anche l'amore, sebbene
all'inizio un po' tormentato per via del suo ultimo ragazzo, che facendole del male ha dato inizio ad una reazione
a catena che presto sconvolgerà Eileen, con dure verità e fantasmi del passato.
A superare questa ondata di brutte notizie e verità sconvolgenti, però, verrà aiutata dai suoi nuovi amici, nei quali
ha imparato a riporre fiducia.
DAL SETTIMO CAPITOLO:
«Grazie, ma non ho bisogno che tu mi dia l'identikit di ogni persona con cui ho a che fare.»
Lui alzò gli occhi al cielo. «Eileen, non essere stupida, lo faccio per te.»
«Mi stai dando della stupida? Cioè, ti sembro stupida io? - cominciò a parlare velocemente, come faceva sempre quando era
nervosa e agitata, oppure imbarazzata. - Mi spieghi perché ti comporti così? Non ti capisco, ci sto provando ma..»
«Eileen, chiudi la bocca.» la interruppe lui, ammutolendola all'istante. Come osava dirle di
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Secondo capitolo

"When I look into your eyes
there is something in your smile
that gives my stomach butterflies."
john conlee - I don't remember loving you;


Domenica mattina;
Eileen aprì gli occhi, svegliata da un raggio di sole che le si era posato sul viso. Si tirò su a sedere, guardandosi in giro leggermente confusa,
dimenticando per un secondo tutta la storia della nuova sistemazione. 
La luce entrava dalla finestra e dal balcone, illuminando l'intera stanza. Forse avrebbe dovuto chiudere le persiane, ma la sera prima era
troppo stanca per pensarci.
Sbadigliò mettendosi una mano davanti alla bocca, poi si allungò ad afferrare il cellulare: erano solo le nove.
Si liberò delle lenzuola e scese dal letto, si legò i capelli in uno chignon disordinato e poi si diresse al grande specchio a muro e ci si fermò 
davanti, osservando la sua figura: quella mattina, grazie alla luce, i suoi occhi erano verdi, e il viso non sembrava così stanco come pensava.
Si sentiva ancora strana, come se sentisse l'effetto della luna piena. Fece spallucce, quindi si diresse al cassettone che avveva sistemato la 
sera prima e ne estrasse dei fusò neri e una canotta grigia, poi uscì piano dalla stanza.
Non sentì nessun rumore: probabilmente Niall e Liam stavano ancora dormendo. Scese le scale ed arrivò in cucina, fermandosi davanti
all'isoletta sulla quale era posato un cestino pieno di frutta.
Si appoggiò al tavolo, tamburellando il legno con le unghie, poi sbuffò ed aprì il frigorifero, esaminandolo.
Era quasi vuoto, ma ne tirò fuori un cartone di latte. Lo guardò sospettosa, quindi lo annusò, arricciando subito il naso. 
Guardò la data di scadenza: era scaduto due settimane prima. Scosse la testa e lo svuotò, buttandolo poi nel cestino. 
Si girò verso il tavolo e prese una mela scarlatta, la lavò e l'addentò, dirigendosi in soggiorno. Si sedette sul divano, e mentre trangugiava
la mela si guardò un po' in giro in quel salotto stranamente ordinato e ben arredato: sulla mensola del camino c'erano delle cornici, e 
incuriosita si alzò per vederle. Le foto ritraevano Niall e Liam con alcuni amici, probabilmente quelli con i quali erano usciti la sera prima.
Addentò di nuovo la mela, osservando i visi dei ragazzi. C'era un tipo con dei bellissimi occhi azzurri, uno riccio che si ricordò di aver visto
la sera prima e poi un moro. Lo riconobbe: era quello con il quale aveva incrociato lo sguardo. 
Smise di masticare, soffermandosi ad osservarlo. C'era qualcosa in lui, nei suoi occhi, che le fece pensare che quella non era la prima volta
che lo vedeva. Scosse la testa per allontanare quello stupido pensiero, poi tornò in cucina per buttare il torsolo.
Cos'avrebbe potuto fare a quel punto? Magari un salto al supermercato non avrebbe fatto male.
Tornò in camera sua, si infilò un paio di converse basse nere, prese la borsa grigia ed uscì, anche se non sapeva bene dove andare.
Cominciò a percorrere delle vie a caso in cerca del centro, ringraziando ancora una volta di avere un buon senso dell'orientamento.


***

Niall scese le scale, seguendo un profumino che l'aveva svegliato. Si fermò davanti alla porta della cucina e corrucciò la fronte sentendo
rumore di pentole, quindi entrò trovandosi davanti Eileen che cucinava.

La ragazza si girò e sussultò leggermente. «Oh, buongiorno. Mi hai spaventata.»
Il biondino sbuffò divertito. «Scusa, non volevo. - disse, allungando il collo per vedere cosa c'era sui fornelli. - Pancakes?»
Eileen annuì sorridente, posando la fetta sul piatto. «Cosa ci vuoi sopra?»
Gli occhi di Niall si illuminarono. «Se apri la credenza c'è lo sciroppo d'acero: è il mio preferito.»
La ragazza rise, seguendo le istruzioni e versando lo sciroppo sui pancakes, poi si girò e gli porse il piatto.
«Grazie mille! - la ringraziò, prendendo le sembianze di un cucciolo scodinzolante. - Ma dove hai comprato le cose?»
«Sono uscita a far la spesa, avevate solo un cartone di latte. Scaduto, per di più.» rise, appoggiandosi al bancone.
«Ti prego, non andartene da questa casa!» scherzò Niall, cominciando a mangiare.
Si sentirono dei passi e anche Liam comparve in cucina, scompigliandosi i capelli con una mano. «Buongiorno.» farfugliò.
«Buongiorno. - lo salutarono Niall e Eileen in coro. - Tieni, ho fatto i pancakes.» annunciò la ragazza, porgendogli il piatto.
Liam lo guardò con aria confusa, poi spalancò la bocca. «Oh, grazie Eileen!»
Il ragazzo si sedette accanto a Niall e cominciò a divorare i pancakes, e nel giro di due minuti entrambi i piatti erano vuoti.
«Erano buonissimi.» si complimentò Liam, allungandosi sulla sedia.
Niall annuì lentamente, guardando nel vuoto. «Buonissimi.» fece eco all'amico.
«Mi fa piacere che vi siano piaciuti.» sorrise Eileen, cominciando a lavare i piatti.
«No, faccio io, tu ci hai già fatto la colazione.» disse in fretta Liam, alzandosi.
«Ma no, stai tranquillo, faccio io, voi andate a vestirvi.» insistette lei.
«Per stavolta lo lascio fare a te, però alla prossima li facciamo noi i piatti. Intesi?» 
Eileen rise, vedendo l'espressione seria ma estremamente buffa del ragazzo. «Sì capo, intesi.»
Niall si alzò dalla sedia, prendendo dal frigorifero una bottiglia d'acqua. «Cosa facciamo oggi?» 
Liam guardò fuori dalla finestra della cucina. «Non saprei, è una bella giornata.» 
«Eileen, tu cosa vuoi fare?» chiese il biondino. 
La ragazza fece spallucce. «Potremmo fare un giro in centro.»
«Non è una brutta idea. - annuì Liam. - E magari stasera invito qui i ragazzi, così te li faccio conoscere.»
Eileen non disse nulla. "Gente nuova", pensò. Non sembrava una brutta cosa, ma in genere con le persone non se la cavava bene.
«Preferirei aspettare per conoscere i vostri amici.» disse, abbassando lo sguardo e passando un dito su di un piatto.
Niall guardò Liam, chiedendosi il perché di quella risposta. «Come mai?»
La ragazza fece spallucce. «Prima voglio.. - gesticolò con le braccia. - ..ambientarmi bene.» Ambientarsi bene? Come le era venuta?
«Okay, convinta tu. - rise Liam. - E se per caso li avessi già invitati?»
«E se per caso restassi in camera mentre loro sono qui?» rise Eileen, senza nemmeno scherzare più di tanto.
Il ragazzo sembrò deluso. «Fai come vuoi, d'altronde se non te la senti va bene così.»
Niall era rimasto lì a guardarli, capendo sempre meno. «Forse è meglio che mi vada a preparare.»
«Vengo anche io. - annuì Liam. - Restiamo a mangiare in centro?»
Eileen e il biondo annuirono, poi lei rimase sola in cucina. 
Cosa c'era che non andava in lei? Non le era mai piaciuto molto stare in mezzo alle persone, ma negli ultimi tempi stava migliorando.
E ora se ne usciva con frasi del tipo "Preferirei aspettare per conoscere i vostri amici perché devo ambientarmi bene"? 
Che problema aveva? Non poteva tornare a chiudersi in sé, l'aveva fatto per troppo tempo dopo quello che era successo.
Però ancora sentiva che doveva andarci piano. Prima o poi ce l'avrebbe fatta ad andare avanti.


***

Domenica sera;
«Tra poco saranno qui, - cominciò Liam. - fai quello che vuoi, ma se ti va di venire a conoscerli fai pure.»
Eileen sorrise. «Magari scendo a salutare.» era più un'autoconvinzione che un'ipotesi.
«Come ti pare.» disse Liam, tornando al piano inferiore.
«Che ha detto?» chiese Niall dal divano, mentre scriveva al cellulare.
L'amico fece spallucce. «Che magari scende a salutare, - la imitò. - ma non credo lo farà. Non capisco cos'abbia che non va.»
Eileen aveva sentito quelle ultime parole. Non capisco cos'abbia che non va. Nemmeno lei lo sapeva, e poi passava per la disagiata
sociale. E forse lo era davvero. Gli occhi cominciarono a bruciarle, quindi alzò lo sguardo al soffitto. «Non ora, non ora..» sussurrò.
Qualcuno al piano inferiore suonò il campanello, quindi Eileen si alzò e uscì in corridoio, sedendosi sulla moquette al limite del muro, 
dove iniziava la ringhiera che dava sul soggiorno e sull'entrata. 
«Oh, ben arrivati! Siete in ritardo, idioti.» li salutò Liam, ridendo.
«Ci siamo fermati a prendere del gelato, è questo il ringraziamento?» eslcamò una voce che non riconobbe.
«Dio ti benedica, Harold.» questo era Niall, senza dubbio. 
«L'abbiamo preso proprio per te, Niall.» rise un altro ragazzo che non riconobbe.
Ci fu una risata di gruppo, poi la porta si chiuse. «Tra poco inizia la partita.» disse Niall.
«La dobbiamo guardare?» chiese, un'altra voce sconosciuta. 
«Io di sicuro la guardo, c'è il Westham contro il Cardiff, non posso perdermela.» di nuovo il biondino.
«Ah, è questa sera? Dobbiamo guardarla!» concordò Liam.
Qualcuno sbuffò. «Solo perché lo chiedete voi.» 
Un ragazzo che non seguiva il calcio? Notevole. Se c'era una cosa che Eileen non capiva era proprio il calcio.
Si alzò da terra e tornò in stanza, guardandosi in giro per trovare qualcosa da fare, e l'occhio le si posò sulla chitarra. 
"Almeno mi rilasso." , pensò, tirandola fuori dalla custodia. 

«Passala, passala!» urlò Niall, quasi alzandosi sul divano.
«Se andiamo avanti così non segna nessuno.» sbuffò Louis, scuotendo la testa.
«Harry, Zayn, volete una birra? So che vi state annoiando, mi spiace.» chiese Liam, senza distogliere lo sguardo dalla partita.
Zayn scosse la mano. «Sono a posto così, grazie. E non importa, è bello vedervi sbraitare come degli idioti.»
«Concordo e sottoscrivo.» annuì Harry, battendo un cinque al moro.
«Ognuno ha i propri interessi. - rise Niall. - E ora il mio interesse è il calcio. E il gelato, quindi dato che non state facendo niente
alzatevi e andate a prenderlo.»
«Certo capo. - disse Zayn, alzandosi controvoglia. - Ma cos'è questa musica?» chiese, fermandosi corrucciando la fronte.
«Eileen che suona, lo fa spesso.» lo informò Liam, scuotendo la mano con noncuranza. 
«E' brava.» disse scrollando le spalle e mettendo il gelato in cinque coppette di vetro. «Tenete.» disse poi, distri-
buendole a ciascuno dei ragazzi. 
«Ma questa Eileen non si fa mai vedere?» chiese Harry, assaggiando il gelato.
Niall fece spallucce. «Sarà timida.» ma infondo qualcosa gli diceva che non era così. C'era qualcos'altro.
In quel preciso momento la ragazza si materializzò in soggiorno, facendo girare tutti e cinque i ragazzi.
«Lei è Eileen.» disse Liam, socchiudendo gli occhi come faceva sempre quando sorrideva. Era una cosa molto dolce, secondo lei.
«Ehi.» si limitò a salutarli lei, poi procedette verso la cucina. «Sono scesa solo per il gelato.» il suo stomaco si era fatto sentire.
Prese la sua coppetta ed uscì, con i ragazzi che ancora la guardavano. «Che c'è?» chiese bloccandosi a metà salotto, chiedendosi 
cos'avessero da guardare. Era vestita, giusto? Giusto. Aveva qualcosa in faccia? Non le sembrava. 
«Ragazzi, presentatevi.» li incitò Niall, sbuffando.
Eileen alzò gli occhi al cielo cercando di non farsi vedere, quindi i tre si alzarono.
«Piacere, sono Louis.» oh, quello con gli occhi azzurri era Louis; ottimo.
Il riccio si fece avanti con un sorrisetto idiota. «Io sono Harry.» disse, accompagnando la frase con un'agitata di capelli che lo fece
sembrare ancora più stupido. Lei si limitò a sorridere, tanto il suo nome lo sapevano già di sicuro.
Poi fu la volta del moro, che le si avvicinò lentamente. «Zayn.»
Il loro sguardò si incrociò di nuovo, e qualcosa sembrò muoversi dentro di lei. Nonostante la strana sensazione, però, non abbassò 
lo sguardo. Lo osservò: i grandi occhi marroni erano piantati nei suoi, e non sapeva se fosse la sua testa a farle brutti scherzi o quel 
moro aveva davvero un ghigno stampato sulla bocca, come un sorriso di sfida. E a lei erano sempre piaciute le sfide. 
Dopo pochi secondi entrambi distolsero lo sguardo, com'era successo la sera prima. «Contenti?» disse ironica ai due coinquilini 
che la guardarono soddisfatti. «Direi di sì.» sorrise Liam.
«Posso tornare di sopra, adesso?» rise lei, spostandosi un ciuffetto di capelli che le era ricaduto sulla fronte. 
«Come vuoi, se vuoi rimanere rimani. Stiamo guardando la partita.»
La ragazza arricciò il naso. «Appunto, un motivo in più per andarmene.» fece un occhiolino al gruppo di ragazzi, poi si girò e salì le
scale per tornare in camera sua, sentendo ancora quel qualcosa muoversi nel suo stomaco. E non era la fame, questa volta. Era diverso.
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Spazio autrice:
Lo so, sono in ritardo di un giorno çwwwç
Ecco il secondo capitolo appena sfornato :3
Fatemi sapere cosa ne pensate, va bene? 
E ditemi se ci sono errori, così correggo per bene:)

Che dire di questo capitolo?
L'ultimo pezzo dovrebbe essere molto a suspance, 
o comunque dovrebbe lasciarvi sulle spine, ahahahah :3
Forse è un po' lunghetto ma dettagli, giusto? Giusto.

Ringraziamenti: 
Grazie alle ventitrè persone che hanno recensito la mia storia, 
alle diciotto che l'hanno messa tra le preferite, 
alle trenta che la seguono, alle otto che l'hanno messa tra
le ricordate e ovviamente alle lettrici silenziose :3

Ps: fate attenzione alle canzoni, spesso dicono molte cose
del capitolo e di quello che succederà nella storia! c:

Un abbraccio in stile Horan e tanto amore, Becks :3
  
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