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Autore: puntoeacapo    17/05/2012    4 recensioni
Bonnie ha la febbre quando Damon arriva a casa sua, su ordine di Elena.
Bonnie ha la febbre quando Damon si infila nel suo letto per raffreddarla un po'.
E Bonnie ha ancora la febbre quando, nella notte più limpida nel cielo, avviene l'impensabile.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Etcì!}

- Bonnie’s got fever!-



Lo avevano incastrato. O meglio, Elena lo aveva incastrato. Non si troverebbe in quella situazione, altrimenti.
Aveva sempre pensato ‘Tutto per la Principessa.’ E forse avrebbe dovuto cominciare a ricredersi sulle proprie convinzioni; alzò gli occhi al cielo e maledisse sé stesso, la sua competizione con suo fratello, le debolezze umane e l’intera cittadina di Fell’s Church ( senza un vero motivo) in ordine sparso.

Sottoforma di pennuto del malaugurio planò sul davanzale della finestra della sua streghetta, tese l’orecchio, attento al minimo suono, e aguzzò la vista; l’angelo gli aveva detto che l’uccellino le aveva telefonato dicendole che non sarebbe potuta andare al pic-nic alla casa al Lago (*), programmato per quel pomeriggio in cui lui aveva concesso un po’ di sole, perché si sentiva poco bene e voleva riposare. Elena era sembrata piuttosto irritata dal fatto che Bonnie le avesse fatto promettere di non andare a trovarla, né di mandare Meredith, Matt o Stefan, solo perché non voleva rovinare la bella giornata a nessuno; l’escamotage che aveva trovato la bella Gilbert era stato semplice: l’unico nome che la rossa non le aveva fatto pronunciare era stato il suo, e Damon era stato mandato a controllare la situazione senza poter obbiettare nulla.

Fallo per me, Damon. O sarò preoccupata per tutto il giorno.’  Lo aveva guardato con dignità, con forza e determinazione. ‘Non rovinarmi la giornata.. per favore.’ E lui non aveva potuto far altro che avvicinarsi in un lampo a lei, alzarle il volto con due dita sotto il mento e soffiarle sulla labbra che sarebbe andato a ritirare il premio, una volta conclusa la missione.
Poi era volato via senza dare il tempo al suo fratellino di corrugare ancora di più la sua fronte rugosa dai mille pensieri, evitando così una discussione che avrebbe vinto ma che non aveva voglia di iniziare.

Ora si trovava lì, ancora sul davanzale, a scrutare la cameretta del suo pettirosso cercando la sua figura; la streghetta non si trovava lì ma lui era stato abbastanza furbo da aguzzare l’udito per sapere dove si trovasse in quel momento.
Con una certa soddisfazione aveva colto una parte di discorso tra la ragazza e la madre, dove la donna si mostrava preoccupata di lasciarla sola a casa ma Bonnie la tranquillizzava dicendole che si sentiva meglio e che poteva andare a lavoro senza problemi.
Dopo un breve ma estremamente affettuoso saluto, Damon aveva sentito i passi leggeri della rossa salire le scale; quando la streghetta entrò in camera lo fece senza guardare la finestra e, quindi, senza accorgersi minimamente della presenza del vampiro.
Nonostante questo, anche sottoforma di corvo, lui la osservò attentamente e quasi d’istinto sorrise intenerito: Bonnie aveva un pigiama in plaid rosso con un tema a base di ranocchie verdi qua e là, la chioma ribelle di riccioli rossi era ancora più scompigliata mentre gli occhi – per quell’istante in cui li aveva visti- gli erano sembrati molto più lucidi del solito.

Appena l’uccellino gli diede le spalle, diretta alla scrivania per prendere chissà cosa, il corvo usò il becco per aprire la finestra che la strega non chiudeva mai a chiave – che si fosse presa la febbre per quella ragione? Del tutto possibile considerando il numero di volte in cui lui era entrato in quella stanza, anche di notte senza farsi vedere, usando quel accesso che rimaneva sempre aperto per qualche minuto; il tempo di entrare, guardarla per un po’ in silenzio, godendo della pace intorno a lui – ogni tanto si era persino lasciato andare a qualche carezza senza motivo, forse per la amabilità di cui lei era dotata da sempre e che lo spingevano sempre a fare le cose più assurde. Come morire per lei, ad esempio. Lo avrebbe fatto, senza problemi, esattamente come lo avrebbe fatto per il suo angelo delle tenebre.
Non aveva ancora pensato a chiedersene il motivo.

Damon, una volta volato velocemente dentro la stanza, ritornò, appena poté, ad avere un paio di gambe e braccia e la salutò con fare allegro “Ciao uccellino!”

La reazione di Bonnie fu.. bizzarra.
Era sobbalzata, spaventata e colta alla sprovvista – come al solito- e si era girata velocemente verso di lui ad occhi per un nano secondo sgranati, solo che mentre si voltava verso di lui lo aveva salutato con un sonoro “Etcì!” Poi aveva perso i sensi e Damon, solo grazie ai suoi riflessi più sviluppati, l’aveva presa appena in tempo.

Quello di salvare Bonnie, per lui, era come un impulso primordiale – come se fosse nato per questo, come se in un’altra esistenza quello fosse stato il suo unico compito e obbiettivo.
Mentre la prendeva in braccio e la sistemava nel letto, sotto le coperte, continuava a ripetere frasi nella sua testa come ‘Il favore che mi dovrà Elena sarà mastodontico.’ Oppure ‘Dopo questo lavoraccio, l’angelo non potrà evitare di aggiungere punti alla lista. Non che mi serva, ovvio.’ Non notò, tuttavia, al tono per niente convinto dei suoi pensieri.

Il suo uccellino aveva sospirato nel sonno e lui l’aveva guardata senza sapere bene come “E adesso cosa devo fare, eh? Me lo dici tu, streghetta?”

Damon non aveva potuto fare a meno di stupirsi, sgranando gli occhi – tanto nessuno poteva vederlo-, alla risposta effettiva di Bonnie che al suono della sua voce aveva sussurrato il suo nome.
Forse fu la dolcezza con cui lo disse, forse fu semplicemente il fatto che fosse lei a dirlo e che sempre lei sembrasse una perfetta damigella bisognosa d’aiuto.. forse fu tutto questo o forse no, ma il vampiro non poté far a meno di prendere la sedia abbinata alla scrivania e sedersi accanto al letto della ragazza, senza obbiettare a quello che non era un ordine.
Si mise a braccia conserte e incrociò le caviglie sul letto del suo pettirosso, attento a non creare un contatto per non disturbarla; passò quello che a lui sembrò solo qualche secondo ad osservarla mentre dormiva. Semplicemente quello, senza fare altro e senza pensare a nulla.

In realtà passarono più di quattro ore, in cui Bonnie aveva alternato periodi di sonno tranquillo ad altri di un sonno più inquieto che, però, venivano spazzati via da Damon che la chiamava – con il semplice intento di svegliarla- o che la toccava con lo stesso obbiettivo. La sua streghetta però non si era mai svegliata, anzi, si era limitata a tranquillizzarsi e a tornare a dormire- magari sussurrando qualche frase sconnessa e senza senso.

Il vampiro non ricordava come fosse avere la febbre; probabilmente, quando era umano ed era più piccolo l’aveva avuta qualche volta ma era semplicemente passato troppo tempo e alcuni ricordi cominciavano a divenire sfocati e irraggiungibili; in parte era curioso di sapere cosa stesse succedendo nel corpo del suo pettirosso ma il suo orgoglio da ultracentenario vampiro faceva prevalere quella parte che disprezzava ogni tipo di debolezza umana. Sapeva anche di non essere un ottimo termometro, dato che tecnicamente era morto e non aveva calore in corpo, quindi si limitava a tenere sotto controllo i respiri della fanciulla che doveva salvaguardare non avendo altro da fare.

Damon si sorprese alla vista degli occhi da cerbiatta della rossa che lentamente si aprivano, ormai si era abituato a quella situazione di stasi e di pace liberatoria, senza maschere da indossare.
Erano lucidi, i suoi occhi, e il corvino era abbastanza sicuro che non si potesse dire lo stesso della sua streghetta.

La prima cosa che le sentì pronunciare fu un mormorio roco “..sei qui..
Il vampiro aveva corrugato la fronte e si era lasciato andare al senso più pratico della faccenda; prese la bottiglia d’acqua che la ragazza aveva sul comodino e ne verso un po’ nel tappo avvicinandoglielo alla bocca per farla bere.
Forse dovrebbe mangiare qualcosa.. Non sapeva bene cosa fare e si limitò a quel gesto che Bonnie sembrò apprezzare.
Dal rossore delle guance e dallo sguardo poco comprensivo Damon dedusse che la febbre fosse salita, guardò per qualche istante fuori dalla finestra ma alla voce del suo pettirosso le rivolse nuovamente attenzione.

“Che ore sono..?”

“E’ il crepuscolo. Ti sei persa una fantastica giornata di sole.” Le rispose con il suo solito tono, che ormai era diventato il suo marchio di fabbrica.

“..Elena..” Mormorò lei e Damon, traducendo la domanda nascosta le rispose subito “Ha chiamato un paio di volte per sapere come stavi ma dormivi. Mi ha fatto promettere di avvisarla appena ti svegliavi e le ho dovuto dare la mia parola.”

E Damon Salvatore mantiene sempre la parola data.. forse per questo Elena gli aveva affidato Bonnie per quel giorno.

“ Perché sei qui?” Fece l’uccellino corrugando la fronte.

“La tua amica ha trovato un espediente alla promessa che le hai fatto fare.”

“Scusa..”

Il vampiro corrugò la fronte, non comprendeva quelle scuse. Presumeva non fosse colpa sua per essersi beccata quel malanno di salute, tuttavia si limitò a scrollare le spalle “Non mi sono perso niente.”

Sei buono.

Damon l’aveva fissata di scatto per un secondo poi era scoppiato a ridere.

Ma anche timoroso..”

La risata del vampiro si era attenuata di colpo “Stai delirando.” Affermò serio, conscio che Bonnie sapesse che nessuno poteva dargli del codardo senza pagarne le conseguenze. Tuttavia, se era la febbre a parlare, non poteva fare nulla.

“..la pietra.. distrugge e crea..

Spazientito da quella situazione, mosse d’istinto. Si inginocchiò vicino al letto e passò una mano sulla fronte imperlata di sudore della ragazza. Lei sospirò, gradendo quel contatto “Fresco.. bello..”
La fronte del vampiro si corrugò nuovamente ma, senza sapere bene perché, non ritirò quel contatto; sperava che il delirio del suo pettirosso cessasse e nutriva forti speranze dato che lei aveva chiuso gli occhi sospirando nuovamente.

Nonostante tutto stare in ginocchio non era qualcosa che poteva accettare di buon grado: si alzò velocemente e sorrise serafico al mugolio di protesta del suo uccellino dato che aveva tolto la mano dal suo viso; Damon aveva alzato le coperte e sveva borbottato un “Fammi posto, streghetta.”

Bonnie, stranamente docile e drogata dalla febbre si era scostata,  aveva chiuso ancora gli occhi. Si sentiva incredibilmente stanca. Di solito la febbre saliva con la sera e non sapeva quanto avrebbe potuto resistere prima di riaddormentarsi.
Senza dare tempo a Damon di fare alcunché, si accoccolò al suo petto, espirando profondamente, grata a quel contatto fresco – nonostante lui indossasse ancora la maglia con lo scollo a V.

Il vampiro aveva poggiato il mento sul capo della sua streghetta e aveva ricambiato l’abbraccio. Solo per farla stare meglio e per mantenere la parola data, si disse alquanto confuso dalla situazione ma non intenzionato a modificarla.
Le mani di Bonnie chiuse a pugno sul suo petto erano piccole e bollenti, così come la sua fronte. Il sangue che le scorreva nelle vene doveva sprigionare un calore assoluto. Damon si leccò le labbra ma tutti i suoi istinti di natura mostruosa cessarono alla voce, improvvisa perché lui pensava che dormisse, della rossa.

..Damon.. Domani non ricorderò nulla, vero?”

Il suo sorriso si era fatto divertito “Perché?”

“La febbre è alta.. questo l’ho capito..” Il corvino sentì uno sbuffo caldo sul suo petto “.. Anche se è di passaggio è.. una seccatura..”

Damon l’aveva scostata per fare in modo di guardarla negli occhi ma tenendola comunque affianco a sé “Sei sicura.. non ricorderai nulla?”

Lei aveva corrugato la fronte ma, dato il suo mal di testa e il calore che sentiva – nonostante la freschezza di Damon l’avesse attenuato- purtroppo ne era abbastanza certa. Si chiese se quello fosse il momento di lucidità prima di non capirci nuovamente e in maniera definitiva nulla. Annuì debolmente, senza capire il senso di quella domanda.

“Bene..” Mormorò il vampiro, sollevato “perché avevo voglia di fare una cosa che non dovresti ricordare..”

La voce di Bonnie ormai era lieve, sentiva le palpebre pesanti e sentiva una forte pulsazione alle tempie che le procurava dolore e fastidio insieme, mormorò un “Cosa..?..” Per puro spirito da curiosona, non certa che avrebbe fatto capito il senso delle parole di Damon.

Il vampiro però non sprecò troppo fiato, sorrise di un sorriso smagliante e luminoso, come intenerito – il che anche Bonnie lo avrebbe trovato strano se non avesse avuto la febbre.

“Questo.”

Poi le labbra fresche del vampiro furono su quelle brucianti della streghetta, in un bacio sciocco, un leggero contatto semplice e puro proprio come lei e come la parte nascosta di lui.
Damon aveva tenuto gli occhi aperti, troppo curioso di vedere la reazione del suo piccolo pettirosso indifeso che – abbastanza lucida da capire cos’era appena accaduto- aveva sgranato visibilmente gli occhi; il vampiro strinse la presa che aveva sui suoi fianchi e l’avvicinò ancor di più al suo corpo. Con una calma che non sapeva di poter avere chiese un approfondimento a quel casto bacio e si estasiò quando il suo uccellino chiuse le palpebre lasciandosi andare a tutte quelle sensazioni – ghiaccio bollente nella pelle, nel cuore, nell’anima unita per quei miseri istanti.
La imitò e chiuse l’ingresso alle sue iridi nere, stranamente tranquillo e beato mentre teneva tra le braccia la sua calda e piccola.. Bonnie.
Era un vampiro ultra centenario e non ricordava in tutta la sua esistenza di aver mai donato, e ricevuto allo stesso istante, un bacio del genere; per la prima volta niente era frenetico o agitato dalla brama del sangue nella gola,alterante di tutte le sensazioni pure; non c’era quella voglia di giocare alla seduzione.. lui sapeva già, in un modo o nell’altro, che con Bonnie non ce ne era bisogno. Non c’era mai stato dopo tutto.

Posero fine al bacio in contemporanea, dopo un tempo che parve ad entrambi troppo corto. La streghetta stava per cadere tra le braccia di Morfeo, esausta.
La febbre l’aveva stordita completamente, si sentiva avvolta da un torpore calmo e – mentre regolarizzava il respiro, senza aprire gli occhi- sorrideva tranquilla.
Damon, nel suo inconscio, rimase affascinato da quell’immagine effimera; il rossore che aveva sulle guance, gli occhi chiusi e sereni, i petali di rosa che aveva per labbra, schiusi mentre le soffiava un respiro caldo regolarizzando il battito del cuore che rimaneva come sottofondo melodioso di quel momento sfuggevole.

Entrambi imperfetti, entrambi con mille spregi ma racchiusi – insieme- in un momento perfetto e magico.

“Non so se odiarti o amarti di più di quanto già non faccia..” Mormorò l’uccellino allungando le braccia per allacciarle alla vita del vampiro, ricambiando l’abbraccio in cui lui l’aveva già avvolta.

Damon aveva semplicemente adorato sentire quelle parole, sorrise, beffardo solo come lui poteva essere, inclinò il capo per poter sussurrare all’altezza del suo orecchio “Dato che non ricorderai probabilmente nulla.. posso anche dirti che..” soffiò e la fece rabbrividire e, questa volta, la febbre non c’entrava nulla “..Preferirei scegliessi la seconda opzione..”

“Non ricorderò niente..” fece con voce lamentosa, cercando di aprire gli occhi senza riuscirci – presto si sarebbe addormentata. “Che rogna..”

Damon sorrise e, inevitabilmente, si rilassò “Riposa ora, caro il mio piccolo pettirosso. Devi guarire..”

La streghetta non rispose ma si lasciò semplicemente andare, l’ultima cosa che percepì – a meta tra la lucidità e il delirio del sonno- furono le labbra del vampiro in un ultimo e semplice tocco fugace sulle sue. Sorrise e si addormentò, tranquillizzata dalla presenza al suo fianco – fresca e più inebriante dell’elisir di vita che non aveva mai potuto assaggiare.

Dormivano entrambi, adesso, con la consapevolezza che sarebbe tornato tutto come prima – una volta svegli- ma che, nello stesso istante, niente sarebbe stato lo stesso.
Non nei loro cuori, non nelle loro anime bianche come la purezza e nere come la notte in cui tutto sarebbe stato rinchiuso.. come in un scrigno argentato e segreto.

***




Bonnie si stiracchiò nel letto sbadigliando, il sole le colpiva il viso e l’aveva svegliata. E poi aveva fame, aveva i crampi allo stomaco.
Si mise a sedere passandosi una mano sul volto, confusa.
Non ricordava l’ultima volta che aveva mangiato e si chiese cosa fosse successo.. ci mise qualche istante prima di ricordarsi della mattina precedente.
Le era venuta la febbre e aveva disdetto la gita con Elena alla casa al lago, sorrise accorgendosi che si sentiva estremamente meglio.

Dicono che la cosa migliore di stare male è che quando guarisci stai meglio di prima..’ Pensò arricciando le labbra ‘Chissà come mai ho la sensazione che non sia questo il motivo del mio buon’umore?

“Sarà solo un impressione..” Borbottò, appena finì la frase non controllò i sensi e starnutì sonoramente “Etcì!!!”

E quando Bonnie si alzò dal letto per dirigersi, saltellando, in cucina e prepararsi qualcosa di buono, non fece attenzione in giro.

Se lo avesse fatto, altrimenti, avrebbe notato la piuma nera con i riflessi arcobalenici ai piedi del suo letto, testimone di una notte avvolta in una soffice nebbia.


















BlindSpace :)

Questa Shot è nata in un momento di delirio e voglia di sfogo,
ragion per cui non ho idea di come sia uscita fuori.
All'inizio volevo leggere qualcosa Donnie ma mi sono resa conto di aver letto praticamente
tutto, allora ho deciso di creare qualcosa io.

Mi sono basata su i miei non ricordi di una notte di febbre per metter su la teoria che
Bonnie non avrebbe ricordato nulla di quello che è accaduto.
Una volta sono stata male, avevo la febbre ( come Bonnie..)
e tutt'oggi ho una notte di buco, dato che non ricordo nulla xD

Spero che il finale non lasci troppo con l'amaro in bocca
e che questa piccola storia vi sia piaciuta :)

*E' riferita alla casa che ha Elena Gilbert nel film The Vampire Diaries.

**Vorrei far notare l'uso dei possessivi.. Su chi, e come xD

Baci.
-Eyes.

Coming Soon ;)

Caccia al Colpevole
Bonnie McCullogh/Damon Salvatore
..Of course xD

Da qualche tempo, a Fell's Church, avvengono delle scomparse misteriose
e metodiche.
Quando, una mattina, lo sceriffo ritrova un corpo dissanguato, i ragazzi - consapevoli della parte oscura
del paese- si ritrovano per cercare di capire cosa sta succedendo.
Il primo pensiero va allo spietato Damon che, con il suo alone di mistero attorno e grazie ai suoi precedenti
verrà accusato di essere tornato dalla parte dei cattivi.
Prima che questo venga fatto presente al vampiro in questione avviene un imprevisto: Bonnie trova il coraggio di opporsi agli amici
e avrà un solo giorno di tempo per dimostrare che Damon - per una volta- non ha nulla a che fare 
con quella faccenda.

Ci riuscirà?

Per la fiducia, attraverso incanti, imprevisti e nuovi dubbio, una nuova caccia ha inizio a Fell's Church.

A presto!!

   
 
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