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Autore: MusicAddicted    20/05/2012    13 recensioni
Thor ha riportato a casa Loki, che ora deve affrontare la legge Asgardiana. Odino sa già bene cosa fare … ma se ci fossero dei risvolti decisamente inaspettati?
Una post-avengers un pò ... folle! Thoki o Lhor, come preferite! ;)
AVVISO: PER I PROSSIMI AGGIORNAMENTI GUARDATE LE NOTE ALLA FINE DELL'ULTIMO CAPITOLO POSTATO O MANDATEMI UN MP PER INFO
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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Qualche nota prima di leggere:
Buonasera-no-notte-è-piuttosto-tardi, sì, lo so bene di aver un’altra storia in corso, ma questa mi ronza in testa da un po’ e da stamattina (ok, ormai ieri mattina) si è fatta particolarmente insistente e così… gliel’ho data vinta!
La comincio ora, ma non so quando la continuerò, ma vi assicuro che se inizio qualcosa, la termino anche … e che non mi sento realizzata se non lavoro a più (molte più) cose contemporaneamente! ^^
‘Who am I?’, e tutto ciò che ne segue, resterà comunque il progetto al quale darò sempre la precedenza assoluta! ^^
Ah, ci tengo a far presente che prediligo spudoratamente i dialoghi… e credo ve ne accorgerete!XD
La smetto di cianciare e vi lascio al frutto dei miei deliri mentali (Ok, no, il delirio arriverà a suo tempo, questo non è ancora nulla! ps il titolo contiene un vago indizio a quello su cui andrà a parare questa FF, ma preferisco non aggiungere altro)
Se volete dirmi che ne pensate (nel bene o nel male) ne sarò immensamente felice, se no grazie anche solo per essere passati di qui e aver letto!
 
 

Expecting Something Unexpected

 
Setting : Asgard. Post Avengers.  (so che ne girano a bizzeffe di storie con questa ambientazione ed è probabile che alcune possano risultare simili, ma garantisco di non aver rubato l’idea a nessuno ;) )

Disclaimer:  Loki, Thor, ecc. non mi appartengono e la storia non è scritta a scopo di lucro.

Pairing: Loki&Thor, of course! <3

Rating: per ora un blando pg13, poi si vedrà...
 
Riassunto: Thor ha riportato a casa Loki, che ora deve affrontare la legge Asgardiana. Odino sa già bene cosa fare …  ma se ci fossero dei risvolti decisamente inaspettati?


 
Prologo: The verdict
 

 
Il Tesseract fa il suo dovere e in un tripudio di luce azzurra due figure si materializzano ai confini del regno di Asgard.

La prima, bionda, possente e sorridente; non soltanto per essere ritornato alla sua amata casa; ma per non esserci tornato da solo.

La seconda, mora, gracile e decisamente contrariata; anche se non lo può manifestare a parole, perché un bavaglio magico di metallo gli impedisce di parlare.

“Andiamo!” comanda il biondo, strattonando leggermente le catene che sono collegate al moro, che per tutta risposta lo fissa con tutto l’astio di cui è capace.

“Senti, non mi diverto nemmeno io a vederti così, ma ti ci sei messo da solo nella condizione in cui ti trovi ora, io ho cercato di avvertirti … più volte!” asserisce il dio del Tuono, continuando a trascinarlo con sé.

Il dio degli Inganni avanza, perché costretto, sentendo l’eco dei suoi passi rimbombare in tutta Asgard, che sembra totalmente deserta.

Passi. Eco. Silenzio. Questo avviene in successione, senza sosta, mentre la distanza che li separa dal palazzo reale, dove si terrà l’udienza, si fa sempre più ridotta.

Loki non capisce il perché di quella desolazione e Thor sembra leggergli quella domanda nel suo sguardo perplesso.

“E’ stato un mio ordine.  Ho dato precise disposizioni che, qualora fossi riuscito a riportarti a casa, nessuno fosse presente!”  gli spiega Thor.

Loki sgrana sorpreso i suoi grandi occhi di smeraldo, che contengono una domanda ancora più grande e ancora più intuibile.

“Perché tu possa capire che non intendo umiliarti, fratello … e non fare quella faccia!” lo ammonisce Thor, vedendolo alzare gli occhi scocciato.

“Come ti stavo dicendo,” riprende pacatamente Thor, aspettando di ottenere nuovamente l’attenzione del suo interlocutore. “ Il mio obiettivo non è sottoporti all’umiliazione di farti passare in catene davanti all’intera popolazione; nessuno ti guarderà con sdegno o disprezzo o indignazione lungo il nostro tragitto.”

Loki lo guarda sinceramente colpito e in cuor suo Thor se ne rallegra.

 “Il mio obiettivo è ritrovare mio fratello! E lui era solito guardarmi proprio come stai facendo adesso!” commenta, con una punta di trionfo sfavillante nei suoi occhi di zaffiro, ma il più giovane cambia subito atteggiamento, mostrandogli un’altra plateale alzata di occhi.

 “Ed era altrettanto dispettoso!” sentenzia Thor, per niente demoralizzato, accompagnando il tutto a una risatina.

Loki capisce di aver perso quella sua piccola battaglia e il loro cammino prosegue.

Ormai mancano solo pochi metri alla reggia e Thor legge negli occhi di Loki un’esplicita richiesta.

“Lo sai meglio di me che non posso.” dichiara fieramente il biondo.

Loki continua a fissarlo imperituro e l’iniziale impassibilità del dio del Tuono comincia a vacillare.

“In effetti, hai già le catene magiche che ti rendono inerme … “ riflette ad alta voce il biondo, senza smettere di guardarlo.

Il moro aumenta l’intensità del suo sguardo. Smeraldo e zaffiro si fondono insieme.

“Mi assicuri che poi non farai niente di malvagio?” domanda Thor, in un sospiro arrendevole.

Loki annuisce e nelle sue iridi Thor sembra scorgerci qualcosa che non vedeva da molto tempo: sincerità.

“Doveva essere nostro padre a liberartene, prima dell’udienza, ma… “ borbotta, il più grande, alzando la mano verso la bocca del più giovane. “E sia!” dichiara, premendo il palmo aperto sul bavaglio, che crolla al suolo con un tonfo metallico un istante dopo.

Loki muove per un po’ labbra e lingua, come se cercasse di riprenderne confidenza.

In unità di tempo Midgardiana, sono almeno più di ventiquattro ore che gli hanno appioppato quel fastidioso aggeggio infernale.

Una volta soddisfatto, rivolge uno sguardo al fratello, con la malizia e un guizzo di meschinità che hanno fatto ritorno nei suoi occhi.

“Gra..” esordisce il dio del Caos e Thor lo ascolta fremente, certo che si tratti di un ringraziamento.

Del resto è sempre stato un bel po’ ingenuo.

 “Grandissimo idiota! Brutto mentecatto, infame bastardo! Razza di zoticone che non sei altro, come hai osato? Tu e i tuoi amichetti, legare come una volgare bestia me, un dio!” sproloquia Loki, adirato e furibondo, inondandolo con il suo fiume di parole rancorose.

“Hey! Avevi giurato che non avresti fatto nulla di malvagio!” lo interrompe Thor, tappandogli prontamente la bocca con la mano, da cui però Loki si libera con un morso ben assestato.

“Ma insultarti non è malvagio, è soltanto necessario!” precisa Loki, con un tono tanto pacato quanto tagliente.

 “E comunque io e i miei amichetti, come li hai chiamati tu, ti abbiamo dato un notevole filo da torcere, soprattutto un certo individuo verde e molto arrabbiato!” ridacchia Thor al ricordo, mentre Loki digrigna i denti indignato.

“E per essere precisi, tu non sei un dio a tutti gli effetti, caro il mio gigante di ghiaccio adottato!” gli ricorda Thor, con altrettanta acidità nel suo tono di voce.

 “Questa era davvero perfida!” protesta Loki, accusando quel colpo basso.

 “Che vuoi che ti dica? Frequento un buon maestro!” ribatte sagace il biondo, vedendolo poi incurvare le labbra e assumere un’espressione di disappunto.

 “Dai, dio del broncio, non fare così! Scherzavo prima!” gli dà una pacca sulla schiena, ma più poderosa di quanto ne avesse intenzione, spingendolo quindi di qualche metro avanti.

Loki si sbilancia, perdendo l’equilibrio per quanti sforzi faccia per mantenerlo, senza possibilità di arrestare la sua caduta, dato che le catene gli inibiscono tutti i movimenti.

Si prepara a un duro impatto con il suolo Asgardiano, ma con suo grande stupore atterra su qualcosa di morbido… e caldo.

Si trova fra le braccia di Thor, che l’ha prontamente sorretto per prevenire la caduta.

Tuttavia, quella situazione crea un notevole imbarazzo a entrambi, che si scrutano a vicenda per qualche istante, indecisi sul da farsi.

E’ passato troppo, davvero troppo tempo da quando quei due si sono abbracciati in quel modo, anche se in quel contatto c’è ben poco di fraterno.

Loki capisce che è meglio togliersi da quel campo minato … e in fretta. Per farlo ricorre alla sua sempre efficace lingua d’argento.

“Allora? Intendi portarmi all’udienza così o mi vuoi lasciare andare?” esclama stizzito, divincolandosi.

“Oh, sì, giusto… “ borbotta sconclusionato Thor, disorientato almeno quanto il moro, tornando in sé e lasciandolo andare … nei limiti del possibile, perché ci sono sempre le catene a ricordare al dio degli Inganni il suo stato di prigioniero.

 “E comunque mi mancava sentire la tua voce.” mormora il dio del Tuono.

“Cosa?! Ma se non ho fatto che insultarti?” lo osserva basito Loki.

 “Mi mancava anche questo!” riconosce timidamente l’altro.


 
“Lo sapevo che eravate qui fuori, vi sentivo schiamazzare, proprio come quando eravate piccoli!” li interrompe una voce femminile.

Girandosi i due dei incontrano lo sguardo falsamente severo della regina madre, Frigga.

“Non dovreste tergiversare oltre, c’è un’udienza importante da espletare !” cerca di mantenere un principio di austerità la donna, ma le gambe le tremano e gli occhi le si inumidiscono, mentre si avvicina a quel figlio creduto perso per sempre.

Loki si limita a guardarla con occhi lucidi, lei, l’unica persona che in quella famiglia adottiva associa solo e soltanto a dei bei ricordi, l’unica che forse l’ha davvero fatto sentire amato come un figlio.

E’ combattuto fra la voglia di lasciarsi andare a un effimero momento d’affetto e la necessità di mantenere un freddo distacco.

Frigga sembra decidere per entrambi;  perché, incurante del figlio maggiore che tenta di farla desistere, preoccupato che possa succedere qualcosa di spiacevole; lei  abbraccia il più giovane, senza la benché minima ombra d’esitazione.

“Bentornato, figlio mio!” mormora, sistemandogli i lunghi capelli corvini scompigliati, avendo l’assoluta certezza che lui non le farà niente di male.

E in effetti è così, Loki si abbandona a quel breve abbraccio, maledicendo quelle odiose catene che non gli permettono di ricambiarlo; mentre avverte una sensazione di calore nel cuore che non gli era più così familiare da tanto, troppo tempo.

“Il padre degli dei vi attende!” si ricompone la regina, tornando alla sala principale del palazzo, a breve seguita da Thor che scorta Loki.



I due arrivano dinanzi al trono, dove Odino risiede, rigoroso e maestoso.

Frigga riprende posto accanto al consorte, mentre Thor abbandona al centro della sala Loki, con le guardie reali che sorvegliano il perimetro intero della stanza.

Il dio del Tuono si premura di consegnare il Tesseract a due guardie fidate che lo ripongono in un luogo sicuro ed inespugnabile; dopodiché si posiziona alla sinistra del trono, in piedi, vicino alla madre.

Al di là delle guardie nessun altro è presente.
 
“Bentornato, Loki!” esordisce il re, emozionato di riavere l’intera famiglia nuovamente riunita, ma senza lasciarlo benché minimamente trasparire, come si compete a un sovrano lucido e imparziale.

“Non si può proprio dire che io sia qui di mia spontanea volontà!” ribatte sprezzante il moro.

“ Bene, noto che la tua lingua d’argento è già stata liberata!” sentenzia il re, volgendo un lieve sguardo di rimprovero a Thor che china il capo remissivo, scena che diverte sottilmente l’imputato.

“Ora saranno decise le tue sorti, nell’interesse di tutto il popolo Asgardiano,” proclama il padre degli dei.

“Cominciamo dagli eventi più remoti, quando con l’inganno ti sei impadronito del trono,” prosegue l’anziano.

“Quelli sì che erano bei tempi!” fa un sorrisetto sfrontato Loki.

“Silenzio, insolente, ti ricordo che sei all’udienza che determinerà il tuo avvenire!” lo ammonisce Odino.

Loki si limita a un cenno del capo,che però non è per nulla remissivo, e attende che continui.

“E’ innegabile che, alla luce dei fatti, tu abbia agito per il bene di Asgard, cercando di sconfiggere i nostri nemici più efferati; pur macchiandoti di uno sleale doppio gioco per riuscire nel tuo intento. Le tue motivazioni erano giuste, sono stati i metodi a non esserlo.” sentenzia il re, facendo una pausa di riflessione.

Loki è assai sorpreso da quel responso, ma preferisce non proferire alcun verbo.

 “ Per quanto riguarda il distruttore che hai spedito su Midgard,è stata un’azione grave e sconsiderata,”  lo rimprovera Odino. “D’altro canto, la città era stata evacuata, quindi hai solo creato un gran caos, cumuli di macerie, ma nessun danno davvero irreparabile. Sono molto più devastanti i terremoti, i tornado e altre calamità naturali che si abbattono sovente su quel regno.”

“Padre, mi stai forse sfidando?” lo interrompe Loki, sentendosi insultato.

Il volto di Odino s’illumina, Frigga sorride, così come Thor, e Loki si rende conto troppo tardi di quel che ha detto, maledicendo se stesso e la sua impulsività.

“Per te è un’offesa, Loki. Per me una lode.” asserisce il saggio re.

“Diversa è la faccenda su Midgard, legata alla tua alleanza con i Chitauri e al furto del tesseract, è stato un atto deplorevole e infimo!” si fa più autoritario.

“E’ deplorevole il fatto che si siano rivelati un esercito così scadente quegli inetti!” borbotta il dio del Caos.

“Loki, sei al cospetto del padre degli dei, prima della tua sentenza, comportati a modo!” lo mette in guardia Thor, temendo una brusca reazione da parte del padre, che possa quindi compromettere il destino del reo.

 Non sembra che ciò avvenga, al contrario, Odino sembra raddolcirsi, scambiandosi uno sguardo complice con Frigga.

“Tuttavia, non bisogna dimenticare che tu eri in uno stato emotivo notevolmente vulnerabile: avevi da poco scoperto di essere stato adottato e poi sei precipitato nelle profondità dello spazio. Sono cose che metterebbero a dura prova chiunque!” afferma.

“E’ inutile che cerchi di indorarmi la pillola. Dacci un taglio e condannami alle prigioni eterne negli abissi del regno!” lo interrompe irritato Loki.

Lui detesta essere compatito.

“Non osare interrompermi!” sbotta il re.

“Loki, non far arrabbiare tuo padre e ... non essere così pessimista!” gli fa l’occhiolino Frigga, con un sorriso.

Loki  non capisce il senso di quelle parole, ma riavverte quello strano calore nel cuore, mentre inconsapevole le ricambia il sorriso.

Thor invece non lo guarda, né lui cerca lo sguardo del dio del Tuono.

Il primo perché non sopporta l’idea che dopo aver faticato tanto per riportarlo a casa, poi glielo portino via per sempre;  il secondo perché ha paura di trovare lo sdegno e il disprezzo nei suoi occhi e non vuole associare uno sguardo del genere al loro addio.

“Loki, io, Odino, in qualità di Sovrano di Asgard e padre degli dei, ti condanno…” sentenzia imponente Odino.

Thor se ne sta con lo sguardo fisso a terra e stringe le nocche fino ad arrestarne la circolazione del sangue; mentre Loki è teso come una corda di violino.

Può fingere indifferenza e sprezzo con tutti gli altri, ma la verità è che ha una paura folle di quell’udienza.

“A riflettere su quello che hai fatto!” proclama il suo verdetto il re.

Loki lo guarda scettico.

“Tutto qui?” inarca un sopracciglio, con aria interrogativa, domandandosi se si stiano facendo beffe di lui.
 
Quella notizia coglie piacevolmente di sorpresa anche Thor, che però non dice niente.

“Lascia che te lo spieghi meglio. E’ stata edificata una torre dove verrai condotto e isolato, condizione che ti potrà permettere di riflettere sulle tue azioni scriteriate e capire quello che vuoi veramente.” chiarisce Odino. “Non ti verrà negata la luce del sole o la visuale delle nostre splendide terre, non ti mancheranno i viveri, riceverai tutte le cure  necessarie, ma sarai privato dei tuoi poteri “ e dicendolo, lancia un fascio di luce che attraversa  totalmente Loki,  che con un urlo dolorante  si accascia sul pavimento,indebolito; non avvertendo più quella piacevole energia pulsare  nelle sue vene, che ora gli sembrano svuotate.

“Ma soprattutto non potrai essere avvicinato da nessuno.” aggiunge il padre degli dei.


Nuovamente, Loki avverte una notevole tensione attraversargli il corpo, non gradendo per niente quella prospettiva di nera solitudine; mentre Thor deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per non gridare in frustrazione.

“Nessuno all’infuori di una persona soltanto.” precisa Odino, creando l’ennesima suspense.

Loki non osa nemmeno sperarlo che sia pronunciato quel nome; perché non si crede meritevole di una tale fortuna.

Thor si appella a quell’ultimo brandello di speranza con tutte le sue forze.

“Thor è l’unico che potrà farti visita, ogni giorno, dopo il tramonto, poiché dovrà dedicare le ore diurne agli allenamenti e a temprare il proprio spirito.” annuncia il padre degli dei.

Il dio degli Inganni maschera abilmente la sua contentezza in una smorfia di profondo fastidio, sbuffando e alzando gli occhi; mentre il dio del Tuono, lungi dal nascondersi, sfodera un sorriso solare e un piccolo grido di esultanza.

“Thor è quello che fra noi tutti ti conosce meglio, quello che più difficilmente puoi ingannare!” specifica il re.


“Beh, quando gli ho detto che eri morto c’è cascato con tutte le scarpe!” ridacchia Loki, cercando di rialzarsi e riuscendoci, anche se a fatica.

“Hey! A quel tempo ero io quello in uno stato emotivo notevolmente vulnerabile!” sbotta Thor, guardandolo minaccioso.

Frigga li guarda confusa.

“Cascarci con tutte le scarpe?” ripete, accigliandosi.

“E’ un modo di dire da Midgardiani, madre!” le spiega Thor.

“Già.  In parole povere, significa che il tuo figlio maggiore è un gran boccalone!” aggiunge Loki, scambiandosi uno sguardo complice con Frigga, che non riesce a trattenere una risatina.

Thor li osserva a lungo. In fondo sa che per Frigga Loki è sempre stato un po’ il suo preferito e che fra loro c’è sempre stata quella sorta di connessione speciale di cui lui ne è lievemente geloso; ma se serve a riavvicinare il suo amato fratello alla famiglia non può che approvarla.

“Devo ammettere che i Midgardiani hanno un divertente linguaggio!” commenta Loki divertito.

“Figlio mio, ti manca Midgard?” gli chiede con melanconica apprensione la donna.

Loki scuote la testa, mentre lancia uno sguardo sfuggevole a Thor.

“No, il mio posto non è là.” mormora. “Ciò non vuol dire che sia qui!” si sente in dovere di aggiungere subito dopo, con fare scorbutico.

Il re scende dal trono e si avvicina all’imputato, decretando così la fine dell’udienza.


Anche Frigga e Thor lo raggiungono.

“Stammi ad ascoltare bene, Loki. Ho scelto Thor, soprattutto perché voglio che recuperiate l’affetto, l’amicizia e il forte legame fraterno che sussisteva fra voi prima di quell’amara scoperta!” confessa il padre degli dei.

“Te lo puoi scordare!” sbotta Loki. “Faccio ancora in tempo a optare per le prigioni eterne?”

“Loki, non sto scherzando!” tuona Odino.

“Se è per questo, nemmeno io!” ribatte spavaldo il dio più giovane.

“Ad ogni modo, non mi sembra di averti mai messo di fronte ad una scelta!” gli fa notare Odino, con un ghigno furbetto. “Voglio che torniate a essere fratelli, perché non è il sangue a deciderlo ed è quello che siete!” ribadisce, serio e impassibile come non mai.

“Oh, padre, farò in modo che il tuo volere sia rispettato!” assicura Thor, contenendo a stento la sua gioia.

“E sentiamo, quanto durerà il mio isolamento … con l’eccezione a parte?” domanda Loki, sbuffando scocciato in direzione di Thor.

 “Oh, tutto il tempo necessario, dovesse volerci l’eternità stessa! Me ne accorgerò personalmente quando sarai pronto a tornare libero, confidando nel fatto che non abuserai di quella libertà per perderti un’altra volta!” sentenzia il sovrano.

“E tu come lo saprai?” lo mette in difficoltà Loki.

“Lo saprò e basta. Figlio mio, perché per quanto tu ti ostini ad obiettare, è questo quello che sei per me, “ commenta Odino, incurante delle smorfie di disappunto del moro e dell’astio nel suo sguardo. “Non ti vedrò più per credo molto tempo.”

Questo lo porta ad abbracciarlo, con Loki che tenta di divincolarsi, restio a quel gesto, ma solo in parte, perché ne è colpito, anche se non lo ammetterà mai.

 “Fa buon uso dell’opportunità che ti concedo.” si separa da lui il re.


Anche Frigga abbraccia Loki un’ultima volta e fra loro non serve nessuna parola.

Thor e Odino si scambiano un cenno d’intesa e, scortato da alcune guardie reali, il dio del Tuono si accinge a portare Loki fuori dalla reggia, diretti a quella che sarà la sua nuova dimora.

“Mio re, sei sicuro che funzionerà?” domanda Frigga, stringendosi al marito, mentre osserva Loki venire allontanato gradualmente, fino a scomparire del tutto dalla sua visuale.

“Mia cara, non temere, ciò a cui abbiamo assistito oggi mi fa capire che forse c’è ancora una speranza!” la rincuora Odino. “E poi dovresti saperlo, nelle mie decisioni c’è sempre un disegno preciso!”
 

TBC
 
   
 
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