Erano quasi le quattro quando Silver decise di ritirare Feraligatr nella sua Pokeball.  L’aria tiepida di quella giornata muoveva delicatamente i capelli rossi dell’allenatore intento ad asciugarsi sbuffando alcune gocce di sudore dalla fronte. Un altro leggero alito di vento fece frusciare le foglie degli alberi vicini. Nonostante fosse appena Aprile, una strana ondata di caldo aveva letteralmente travolto Johto, che solitamente rimaneva fredda almeno fino a Maggio; Silver, che dal canto suo il caldo mal lo sopportava, non poté fare altro che rassegnarsi all’idea che quella primavera sarebbe stata torrida. Sbuffò ancora quando l’ennesima goccia di sudore si staccò dal suo viso, andandosi poi a schiantare subito dopo sul terreno. Si era appena seduto quando all’improvviso sentì la voce squillante di un ragazzo che conosceva fin troppo bene e che si stava avvicinando.
“Bravissimo, Typhlosion!” esclamò soddisfatto Gold, che ritirò il proprio Pokemon nella Pokeball.  “Oh, ciao Silver! Da quanto tempo, eh? Cosa ci fai qui?” Gold corse incontro al rosso e si sedette vicino a lui.
“Mh, nulla di particolarmente importante.” Silver arrossì impercettibilmente quando il ragazzo dai capelli neri gli rivolse quella domanda.
“Ah.” Gold emise un sospiro e si mise a fissare il cielo azzurro. Crystal lo stava aspettando ad Amarantopoli, che distava dal punto in cui si trovavano solo poche centinaia di metri. Forse però aveva ancora tempo per un’ultima cosa…
 
Silver sbiancò di colpo quando vide il viso dell’amico farsi più vicino al suo.
“Gold, che...” Silver pietrificò e il suo viso si fece dello stesso colore dei suoi capelli. “Gold…”
L’allenatore dai capelli neri si fermò quando i loro visi erano a pochissimi centimetri l’uno dall’altro. Il rosso era rimasto a bocca aperta, aspettando la prossima mossa di Gold. Si guardarono dritti negli occhi per qualche secondo. Poi l’amico tornò lentamente ad avvicinarsi. Proprio quando erano vicinissimi, Gold scattò in piedi, puntando l’indice contro Silver, rimasto a terra.
“Ahahah, non ci posso credere, ci sei cascato!” Silver era rimasto là per terra, con lo sguardo fisso e il viso ancora imporporato, ad osservare un emerito cretino che si stava rotolando per terra dal ridere. Dopo un attimo di smarrimento, passato a rendersi effettivamente conto di cosa era appena successo, una furia omicida divampò negli occhi del rosso.
“Deficiente! Gold, giuro che se ti prendo ti uccido!” urlò Silver, cercando di nascondere l’imbarazzo crescente e le macchie rosse che non volevano saperne di sparire dal suo viso, lanciandosi subito dopo all’inseguimento di un Gold che rischiava di cadere ed inciampare per il troppo ridere.
 “Buon Pesce d’Aprile, Silver!” urlò quello, mentre scappava tra gli alberi.