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Autore: Ila_Chia_Echelon    23/05/2012    2 recensioni
Questo breve racconto è stato scritto a cavallo dell'ora di inglese e quella di scienze sul mio banco e su quello della mia povera e paziente vicina. Probabilmente è assolutamente demenziale, anzi lo è sicuramente, ma visto che è dedicato alle mie amiche Ciara (si senza h) e Etta, ho deciso di pubblicarlo! Grazie a chiunque leggerà!:D
Ah prima che mi uccida; copyright prima frase a Ciara:D
-Ila-
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SKY RESORT
IF YOU FALL, YOU DIE

Lassù, tra nebbie evanescenti e nuvole morbide e impalpabili (anche dette pannamontose), un piccolo gruppo di persone in infradito (spalmate di protezione solare 250 naturalmente) si godeva il dolce calore del sole mattutino, ingannando la noia con bagni nelle pozze formate dalle piogge non ancora cadute, prima che queste evaporassero o andassero a far godere gli inutili insetti che popolavano quel pianeta verde e blu.
Un piccolo bambino, dalla pelle vellutata e fluorescenti occhi azzurri, stava appunto cercando di spruzzare la madre, quando la pozza in cui stava sguazzando svanì, facendogli battere il sederino a terra e interrompendo tristemente i suoi giochi. Imbronciato, si rialzò, badando che nessuno lo notasse, e  si incamminò con l’intenzione di fare una passeggiata che gli facesse sbollire l’irritazione. Il sentiero si snodava leggero tra i vari azzurri del cielo e il bimbo si appoggiò alla staccionata per sbirciare di sotto, verso quel mondo tanto sconosciuto e misterioso.
Camminò per una buona mezz’ora, finché non giunse ad un cartello. Si avvicinò e lesse la scritta, notevolmente ambigua per la sua mente ingenua.
" IF YOU FALL, YOU DIE."
Si sporse oltre il cartello e notò che da lì in poi il sentiero, formato da nebbia compressata e solidificata, era frammentato.
Il bambino, entusiasta della nuova avventura, si mise a saltellare tra i vari pezzi, sollevando sbuffi biancastri e ridendo felice.
Continuò così per molto tempo, trovando salti sempre più difficili e divertenti, ma il percorso non sembrava portare a niente. Affranto, decise di voltarsi e tornare indietro, ma non appena lo fece la bocca gli si spalancò da sola. Tutto preso dal nuovo gioco, non si era minimamente accorto  che era sceso sempre più, ora il livello del pezzo di cielo in cui viveva doveva essere molto più in alto. Preso da una frenesia irrefrenabile, sentì il bisogno impellente di continuare. La sua curiosità fu presto saziata. Davanti a lui, nell'aria vibrante e bollente, scaldata da lapilli di lava provenienti dal bizzarro lago rosso poco più sotto di lui, si aprì una visione magnifica (e terribile per i suoi poveri denti, che però decise di ignorare.). Il più enorme castello di marshmallow rossicci che avesse mai visto (sempre ammesso che ne avesse mai visto uno prima di allora) gli galleggiava davanti al naso, zuccheroso ed invitante, terribilmente invitante. Il bambino sentì salirgli nel petto una gioia inimmaginabile e senza pensarci due volte corse incontro alla straordinaria costruzione, senza far caso al sentiero...
Dopo pochi secondi si ritrovò a cadere nel vuoto e, prima di venire accolto dal bollente lago di lava, gli parve di scorgere il castello di caramelle tramutarsi in pietra.
Tra le alte nuvole un grido squarciò l'aria e in più d'uno giurarono di aver sentito un bambino urlare:
"Aiuto, salvatemi, è un pazzo, mi taglierà le dita!"

   
 
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