"i will stay. is a promise."
1.
Una
semplice giornata d’autunno. Una
come tante, solo un po’ più fredda. “L’inverno
inizia a farsi sentire..”, penso.
Cammino
con passo lento
per i sentieri del parco. Attorno a me,
solo alberi spogli e foglie sparse sul
prato. Un pomeriggio abbastanza noioso, al solito.
Mi
fermo su una
panchina, alzo lo sguardo e noto che le nuvole stanno invadendo il
cielo.
“Ed
ecco il solito
temporale, fantastico. Ma che fortuna!”.
D’altronde, in una città come
Londra, è raro un giorno in cui il sole splenda alto nel
cielo, irradiando
calore.
Sinceramente,
non so
neanche perché sono scesa di casa, visto il tempo.
Ho lasciato Ariana a casa da
sola, e un po’ mi dispiace per questo. Ma avevo un enorme
bisogno di stare da
sola, di prendermi qualche attimo per me. E per un bel libro. Prendo un
lungo
respiro liberatorio, poggio la borsa affianco a me e ne caccio il mio
caro
amico.
Proprio
mentre inizio ad
immergermi nella lettura, sento un rumoroso tuono che mi fa sobbalzare.
Alzo
gli occhi al cielo. Una goccia di pioggia mi cade sulla punta del naso.
“Grandioso,
è già ora di andare. Oggi ho passato ben venti
minuti da sola, è un record!”,
sussurro, sarcasticamente.
Mi
avvio verso casa,
noncurante del temporale che è ormai iniziato e che mi
inonda di pioggia da
capo a piedi.
Vivo a Londra da circa un anno, nulla in confronto ai quindici che ho
trascorso
in Italia, la mia patria. Ebbene sì, sono italiana.
Mi
sono trasferita qui
con Ariana e suo padre, per via del lavoro di lui. Per me è
stata
un’opportunità da cogliere al volo, considerando
che venire a vivere a Londra è
sempre stato un mio grandissimo desiderio dall’età
di nove anni, quando mio
nonno me la mostrò in foto; e dato che Ari è la
mia migliore amica sin dalla
nascita, beh, come rinunciare?
Già, ben sedici anni di amicizia. Non sono pochi, eh? Le nostre madri sono, cioè, erano molto amiche. Si sono conosciute dopo i rispettivi parti, erano nella stessa stanza d’ospedale. Purtroppo la mamma di Ariana è morta tre anni fa in un incidente stradale. Mi domando se sia giusto dover perdere la vita mentre si va a lavorare.
Continuo
a chiedermi se
Dio mi abbia graziata, quando i miei genitori hanno acconsentito al mio
trasferimento da Roma a Londra.
Sarà che i problemi di un’adolescente sono fin troppo difficili da affrontare, e quindi hanno preferito scaricarmi a qualcun altro; o magari sarà che la loro non è proprio una vita facile, date le condizioni fisiche di mio nonno, che vive con noi da circa due anni. È malato di Alzheimer, e ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, cosa che la nonna non è più in grado di fare. Non lo so, davvero. Sono solo felice del fatto che finalmente, per la prima volta nella mia vita, io abbia la possibilità di prendere decisioni da sola, giuste o sbagliate che siano.
Per
quanto io ami mio nonno, è lui che mi ha
sempre detto di inseguire i miei sogni, a tutti i costi. Ed
è quello che sto
facendo. Anche se lasciare la mia famiglia,
i miei amici, per andare in una nuova scuola, in una
nuova città, ricominciare una
nuova vita e tutto il resto.. ovviamente è stata
davvero una scelta dura.
Tuttavia,
penso di
aver fatto la cosa più giusta. Per
me, e per il mio futuro.
- - - - -
#hereiam.
SCIAAAO bella gente. c:
innanzitutto, grazie per aver letto fino a qui. uù
questo è il prologo della mia storia. spero tanto che vi piaccia come inizio, perché ho davvero taante idee per continuarla e ci metterò l'anima! dfkjfkj :')
potete trovarmi su twitter se vi va, mi chiamo @ayewinnia (bel nome, ya? lol). :3
ok, non so che altro dire. AHAHAHAHA
boh, so che questo prologo fa un po' schifo :'D ma praticamente tutti i capitoli iniziali delle storie fanno cagare (scusate la parola). c':
i prossimi saranno migliori, is a promise. uu
ah, ultima cosa! aggiornerò quanto più spesso possibile, in base ai miei impegni scolastici/familiari/sociali lol e soprattutto, in base al vostro indice di gradimento (?), quindi se vi piace la storia, per piacere, fatemelo sapere. *c*
bien, io adesso vi lascio, read you soon! (?) c:
LOVE YAAA. ♥
-enri.