Angolino:
non faccio in
tempo a finire
una raccolta che subito comincio una nuova storia. Non se sia un bene
o un male, comunque. Ciao ciao ciao! In realtà sto scrivendo
questa
storia senza essere uscita del tutto dal tunnel di “Dieci
volte
tanto”, tant'è che anche questa storia
è crossover. Tra Bleach e
D.Gray-man (se ci scappa magari qualche altro anime, comunque per il
momento sono Bleach e D.Gray-man) con la differenza che stavolta
è
AU, contemporanea e molto, molto strana. Ho iniziato a scrivere con
il presupposto di fare una cosa “assurda” e un po'
nostalgica.
Per farla breve, tutti i personaggi che verranno coinvolti si
addentrano in un particolare giardino, particolare per molti motivi.
Anzitutto, ha delle regole da rispettare, ha un manifesto con una
presentazione enigmatica che verrà mostrata ad ogni inizio
capitolo.
Le regole verranno invece aggiunte ad ogni capitolo, come una sorta
di riepilogo, per ricordarvi di dove ci troviamo e di non
sorprendervi dunque troppo per le assurdità che potreste
incontrare
-risatina- comunque è un posto quasi magico. Di quelli che,
quando
ci entri, ti dici “questa è la mia seconda
casa!”. A me è
capitato solo una volta entrando in un locale che si chiama Crossover
e che si trova a Roma. Era piccolino ma c'era un sacco di gente e io
mi sentivo parte di loro pur non conoscendoli. Inconsciamente forse
ho messo questo ricordo nel giardino che sarà al centro di
molti
avvenimenti, ho come un senso di nostalgia che non so spiegare.
Meglio passare ai personaggi protagonisti, ah ah.
Come
sa chi ha letto “Dieci volte tanto” o letto le mie
note d'autore,
amo il LaviRuki e questa storia non farà eccezione.
Sarà la coppia
principale della storia. Altri personaggi ed eventuali pairing
richiedono un po' di riflessione e poi mi piace sorprendervi, quindi
a parte il LaviRuki non anticipo niente -si sente molto cattiva-
comunque, compariranno un po' tutti, sia di Bleach che di D.Gray-man,
e tutti in qualche modo saranno legati grazie al giardino. In questa
storia, Lavi è uno scrittore di successo, Rukia un'attrice
-ma la
vedrete nel capitolo successivo- e si instaurerà un rapporto
più
che strano, ma per qualche motivo questa storia già mi sta
prendendo
all'inverosimile quindi ce la metterò tutta per renderli al
meglio.
Tutti i personaggi che compariranno avranno il loro spazio, questo
posso assicurarlo, per cui invece di perder tempo a selezionare
personaggi tanto vale mettere “un po' tutti”, ah
ah. E per
sicurezza mettiamo OOC tra gli avvertimenti, visto che già
Lavi
fumatore è una cosa che non gli si vedrebbe, e probabilmente
scriverò molte cose che faranno sforare i personaggi, per
cui meglio
avvisare di eventuali incongruenze. E niente, io la metto, visto che
quella gaia ragazza di Meg ha
dato l'okay e io del suo parere mi fido -a proposito, consiglio di
leggere la sua long crossover, la sua e quella di Angy!-
la metto. Spero che anche voi che leggerete vi divertirete come me
che sto scrivendo questa stranissima fan fiction, e di leggere presto
i vostri commenti riguardo!
P.s.:
nel corso della storia si presenteranno diversi momenti... ehm...
erotici. Cercherò di non scendere troppo nel dettaglio,
comunque,
perciò non scandalizzatevi troppo -risatina- come vi ho
già detto,
questa storia è “assurda”...
Spero
che questo prologo e il primo capitolo vi possano piacere!
[crossover][Bleach/D.Gray-man][LaviRuki][Crack pairing het e yaoi nel corso della storia][Introspettivo][Lime][AU][Slice of life][Lime][Eventuale OOC]
Hortum Septentriones
Zero
E gira, gira, gira...
«
Questo è un giardino, di come se ne trovano in qualunque
viale.
Ogni
giorno uomini e donne organizzano un mercato, di come se ne trovano
in qualunque viale.
Ogni
giorno uomini e donne passeggiano in questo giardino, di come se ne
incontrano in qualunque viale.
Ogni
giorno qualcuno si perde e arriva qui, oppure ci viene di sua
spontanea volontà.
Questo
giardino è una casa. Per chi? Voi che venite lo sapete.
Per
chiunque è alla ricerca. Di cosa? Voi che venite lo sapete.
Per
chiunque.
Hortum septentriones »
Non c'è niente di più ammaliante della percezione del proprio essere. Non ha niente a che vedere con il conoscere il proprio nome e riconoscersi in un corpo, è piuttosto lo scorgere di qualcosa che si muove, gira, gira, gira e non può essere governato in alcun modo. È la consapevolezza di essere soggetti ad un qualcosa che è stato creato dall'io stesso ma che non si riesce a governare e dunque non resta altra scelta che lasciarlo agire, percorrere quell'esistenza effimera. È ciò che permette di dire “io esisto, qualcosa dentro di me si muove”. Ma che cosa?
Per anni l'uomo ha cercato di dare una risposta a questo. Coscienza, inconscio, ha molti nomi che indicano quell'ignota forza che muove l'essere umano e lo rende affascinante, unico nel suo genere. Può essere chiamato anche istinto, perché no. Ma in seguito la domanda verte su cosa spinga questo dono a muoversi. A questo non si è ancora giunti ad una conclusione.
Ma Lavi lo sa, pressapoco. È la natura stessa che governa questa forza dal medesimo significato. Non occorrono altre spiegazioni, sono superflue, perché la bellezza autentica non si può descrivere con umili parole messe in croce. La bellezza la si comprende da soli e la si accetta per così com'è, è questo il segreto.
La sua natura, ad esempio, gli impone di scrivere, ovunque, con qualunque cosa. Scrivi, Lavi, scrivi, questo gli dice e lui non può in nessun modo fermarsi, non può che accontentare quella natura che è dentro di lui e che deve soddisfare e che gira, gira, gira. Lui si è reso conto di questa trottola impazzita nella sua massa di carne e ossa, pertanto gli è stato facile trovare un modo per accontentarla ed essere sereno, assaporare fino all'ultima goccia quella bellezza austera.
Ed è contenta, eccome se lo è. Per Lavi non c'è niente di meglio. Il suo inconscio è pieno di stimoli e anche passeggiando per le strade tinte di foglie rosse, arancioni, marroni, giallo ocra, di fronte a vetrine di negozi vecchi di vent'anni, quando legge la scritta “best seller” accanto al titolo del suo ultimo libro, sente il bisogno di soddisfare ancora una volta i suoi stimoli. Torna a scrivere, Lavi, ne voglio ancora. Per questo non dà tregua al suo editore, non solo nello scrivere libri che vendono migliaia di copie sotto falso nome. È un uomo che si dedica a molteplici attività, mosso da quell'incontrollabile voglia di sentirsi soddisfatto e non gli basta mai.
È uno scrittore, Lavi, e il proprio lavoro gli piace da morire, non potrebbe smettere in alcun modo. Adora l'odore della carta e quel “tak-tak” insistente della macchina da scrivere o della tastiera del computer. Ama leggere le opere di tutti, conoscere i pensieri altrui e scorgere quella natura che lo controlla e sentirsi simile a qualcuno che non conosce. Fratello suo. Per questo, non riesce a smettere di fare questo lavoro.
E non può impedire le proprie gambe di attraversare le strade, i viali tinti di rosso, giallo ocra, arancio, marrone, guardare coi propri occhi che il suo ultimo libro ha venduto bene e poi dirigersi là, di fronte al cancello sempre aperto, protetto da larghe colonne semplici e ormai crepate, troneggiate da dei leoni scrutatori, vigili, e da quel manifesto un po' stropicciato e provato dalle giornate di pioggia che porta di tanto in tanto novembre e ti dà il benvenuto.
Hortum septentriones
E riesce a vederla, poco lontano, dove comincia il verde del prato puntellato di foglie rosse. Un'enorme piattaforma circolare su cui poggia una stella a dieci punte, un pentacolo sopra l'altro in parole povere, magnifica, imponente, il simbolo per eccellenza del cosmo che gira, gira, gira ogni ora, resterebbe anche tutto il giorno a vederla in movimento ma no, ci ripensa, Lavi, e volge lo sguardo alle bancarelle già affollate, c'è mercato anche oggi, c'è gente anche oggi, qualcuno si è perso, qualcuno ci è andato apposta come lui a trovare cosa ancora non lo sa ma la troverà. Prima o dopo.
Perché la sua natura reclama soddisfazione, ancora una volta, e lui non può fermarla. Non la vuole fermare.
È proprio per persone come lui che esiste quel posto. E gira, gira, gira...