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Autore: Sherlock_Watson    26/05/2012    0 recensioni
Questa è una storia in stile CSI, con personaggi un po' più complicati (purtroppo)... Spero che vi divertiate a sentire le loro battute idiote, ma anche a seguire le situazioni più serie u.u
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nella macchina regnò il silenzio. Poi arrivammo, io scesi per prima e lo aspettai. Salimmo il marciapiede e prima ancora di entrare in cortile, si sentì un fruscio provenire dalle siepi che lo circondavano.
“AMY, TOGLITI!” improvvisamente mi saltò addosso buttandomi per terra.
 
*Cos’è successo? Che c’è ancora?*. David prese la pistola e sparò un colpo. Stava mirando al ragazzo orientale spuntato dalla siepe: e lo centrò. In un attimo cadde a terra. *Finalmente… è finita.*. David era ancora mezzo sdraiato nella stessa posizione in cui aveva sparato.
“Tutto bene, piccola?” mi chiese senza muoversi.
“Io...” cominciai a tirarmi su, appongiandomi sulle sue gambe.
“Ho detto, stai bene?” ripeté.
 
Stavo per rispondere di sì quando mi guardai le mani: erano insanguinate. *Merda!*. Mi misi a gridare, mostrandole a David.
“Amy! Che ti è successo?”
“Non ne ho idea, io non mi sento male…” ero agitatissima e mi alzai in piedi.
“Aspetta… ah!”
 
Provò ad alzarsi anche lui, ma una specie di fitta glielo impedì. Così guardai con attenzione la sua gamba destra: i suoi pantaloni avevano uno squarcio.
“David! La tua gamba…”
“Eh? Cos… cazzo! Amy!”
“Oh, mio Dio! Dobbiamo andare in ospedale…”
“No… chiama la polizia… bisogna farlo arrestare…”
“Stai perdendo troppo sangue… potresti morire dissanguato!”
“Ah, ora mi sento meglio, grazie!” scherzò toccandosi la gamba.
“Chiamo prima l’ambulanza…”
“Sbrigati…”
 
Chiamai, chiusi la chiamata e feci il numero della polizia. Immediatamente arrivarono le volanti, spiegammo la situazione, ma in ambulanza ci salimmo tutti, dato che anche il sospettato era ferito. *Che situazione imbarazzante!*. Mi trovavo in mezzo a David e al rapitore di mio fratello, più un agente di polizia.
Finalmente arrivammo al pronto soccorso. Tutto andò bene. Mi ritrovai in sala d’attesa. I miei occhi cominciavano a chiudersi, a tal punto che mi accorsi dopo alcuni minuti che il mio telefono stava squillando. Non feci in tempo a rispondere, così guardai chi mi stava chiamando: notai che era la terza volta che mi chiamava. *Alex… se è così importante, richiamerà…*. Lo ignorai. Richiusi ancora gli occhi, ma suonò di nuovo. Decisi di rispondere.
“Amy! Perché non rispondi? E’ la quarta volta che…”
“Cosa vuoi?” interruppi bruscamente.
“Dove diavolo sei? Sono davanti a casa tua… ma credo che tu abbia il campanello rotto perché…”
“Non sono a casa…”
“Cosa?!”
“Non sono a casa!” ripetei con ovvio.
“Quello l’avevo capito… dove… dove sei?”
“Alex… non è una cosa per cui devi preoccuparti…”
“Amy… ti prego dimmi che…”
“Alex! Lasciami in pace!” decisi di chiudere.
“Sei con David?” chiese schietto.
“…” esitai “… sì.”
“Quindi… tu… io… ti ho svegliata?”
“Cosa? No…”
“Wow… siete ancora svegli… oh, meglio che ti saluto o comincerà a sospettare…”
“Sospettare cosa?” non capivo di cosa parlasse.
“Dai, Amy… saranno quasi le quattro del mattino e stiamo parlando al telefono…”
“Aspetta… tu pensi che io…”
“Sì… insomma… perché dovresti essere lì, altrimenti?”
“Alex! Se ti dico che sono CON David, non significa che ti sto parlando in diretta da casa sua…”
“O dal suo letto…”
“… o dal suo letto. Alex! Pensi veramente che io…”
“Perché tu non… ? No?”
“No! Non mi comporto come certa gente! Siamo all’ospedale… cioè, io sono in sala d’attesa…”
“Cavolo… cos’è accaduto?”
“Ma tu non hai saputo nulla?”
“No… arrivo lì, aspettami…”
“No, non venire!” ma non mi sentì: aveva già riattaccato.
 
*Ma bene! Perché ho risposto?!*. Mi alzai, per non riaddormentarmi, così decisi di andare a prendere qualcosa alla macchinetta del caffè. Mentre cercavo di decifrare i nomi dei prodotti, intravidi una persona. Era un’infermiera bionda, piuttosto alta: era la donna della foto. *E’… è lei.*. Volevo convincermi che non fosse così, ma guardai la sua mano sinistra: aveva la fede nuziale. Ci rimasi malissimo. 
  
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