Mi chiamo Elisabeth Marie Shelley,sono nata nel 1846.
La sera del mio diciassettesimo compleanno è stata l'ultima giornata della mia vita umana.
La storia della mia vita era già stata scritta dal giorno della mia nascita,io ero la "salvezza" della mia famiglia a cui non era rimasto il becco di un quattrino.Avrei sposato mio cugino William Percy Browning,la quale immensa ricchezza era inversamente proporzionale al suo intelletto : in poche parole possedeva l'intelligenza di una gallina.La mia famiglia avrebbe rimesso in sesto le finanze e i Browning avrebbero potuto vantarsi di essere ancor più strettamente imparentanti con i Shelley.Peccato che la mia effimera,incosistente e facilmente dimenticabile vita terrena si sia conclusa troppo presto per i piani di tutti.Non ricordo bene cosa mi sia successo,gli ultimi ricordi della mia ultima giornata umana risalgono al mio diciassettesimo compleanno.Tutti erano elettrizzati e mi festeggiavano,non che veramente gli importasse dell'anniversario della mia nascita,piuttosto festeggiavano l'ormai imminente matrimonio con Sir Browning.Una tale falsità mi disgustava,così mentre i miei genitori erano occupati a vantarsi con tutti del matrimonio della "amata" figlia io ero già sgattaiolata in giardino,vicino ad un albero c'era una panchina in pietra che mi ospitava da sempre. Su quella struttura in pietra mi incontravo tutte le notti,in segreto,con Cedric.I miei genitori non conoscevano il mio amore per lui,ne mai l'avrebbero compreso. Anche quella sera seduta sulla panchina aspettavo che i suoi occhi neri e io suoi capelli del medesimo colore spuntassero dalla fitta boscaglia che precedeva il mio giardino.Aspettavo che come ogni sera ci scambiassero due parole e poi scappassimo via.Cedric arrivò,ma io non c'ero più.